logo AnimeClick.it


Tutte 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10


 2
m_minerva

Volumi letti: 5/5 --- Voto 7,5
"Brutal: Satsujin Kansatsukan no Kokuhaku" segue le vicende di Hiroki Dan, un detective della squadra omicidi che ha un’identità segreta: è in realtà un serial killer.
Il manga si apre instillando nel lettore una sensazione di sfiducia nei confronti della polizia, impotente in certi casi fuori dalla portata della legge, dove rendere giustizia alle vittime sembra un fine irraggiungibile, causando così malfunzionamenti e soprusi.
Ed è qui che entra in gioco Dan, che si prende cura degli impuniti, a modo suo.

Il primo caso presentato riguarda un assassino, Souzen Yoshi, chiaramente ispirato ai terrificanti reati realmente commessi da quello che sarà soprannominato “l'assassino Otaku”, ovvero Tsutomu Miyazaki. Infatti, l’assassino in questione uccide a 16 anni due bambine e manda i resti dei cadaveri alle loro famiglie. Sconta 18 anni di carcere e una volta fuori, da uomo libero, si presenta pentito in un salotto televisivo in una disgustosa sceneggiata, nel tentativo di ricevere il perdono dell’opinione pubblica. La verità è che non è realmente pentito, ricorda appagato cosa ha commesso, lo farebbe di nuovo e si rifiuta di scusarsi con la famiglia delle vittime. In più, beffandosi della gente che lo circonda, conclude un accordo con una casa editrice per pubblicare un’autobiografia. Ed è qui che entra in azione Dan che esegue, come le definisce lui, una delle sue “buone azioni”: lo trova e lo sottopone alle stesse sofferenze che lui ha inflitto alle sue vittime.

Ed è così che va avanti il manga, strutturato episodicamente e con l’assenza di una trama orizzontale (almeno per i 5 volumi usciti finora): sempre con lo stesso modus operandi, nelle più disparate situazioni e occasioni, Dan trova le sue vittime - gente capace d'ogni perfidia, pericolosa per la società o criminali sfuggiti alla giustizia - e come da titolo, Brutal, le uccide brutalmente, applicando la legge del contrappasso.
Afferma più volte di non farlo per vendetta, ma per sé stesso, per ammirare soddisfatto la faccia disperata dei carnefici quando vengono sottoposti ad atrocità simili a quelle che hanno inflitto loro stessi ad altri. Quindi si presenterà ben presto il lato arrogante di Dan che, sempre sicuro di sé, compirà un omicidio dopo l’altro seguendo il proprio codice morale. Il protagonista prova gioia in quello che fa e nel sentirsi onnipotente, nell’avere il controllo della giustizia. Chi ammazza sono criminali, il che gli rende facile giustificare il suo operato ed essere in pace con sé stesso perché, in fondo, se lo meritavano.

Date le sue capacità, è considerato sul posto di lavoro affabile e affidabile, è stimato da tutti per il suo carisma. Agli occhi del lettore, nonostante la consapevolezza che le azioni che compie non lo rendono molto diverso dalla gente terribile che uccide, con i suoi modi alle volte eccentrici risulta quasi affascinante: il tic all’occhio, l’hobby (se così si può chiamare) della ceramica, la sua passione quasi comica per il film “L’esorcista” (a cui verranno fatti molti riferimenti) e la gestualità stessa con cui compie azioni scellerate.
Infatti, gli autori svolgono un ottimo lavoro nel presentare feccia umana di ogni tipo, evidenziando selettivamente solo gli aspetti più disgustosi del loro essere ed eliminando efficacemente qualunque possibilità di empatizzare con loro o provare pena, cosicché il lettore non veda l’ora che entri in scena Dan per dargli quello che meritano.

Dan con la sua dualità risulta un personaggio enigmatico, non si perderà in elucubrazioni sulla vita e la morte, giusto e sbagliato, e la narrazione in questo senso non è appesantita: in maniera curiosamente semplice fa quello che deve fare, senza girarci troppo intorno. Il protagonista mi azzarderei a definirlo un Light Yagami riuscito meglio, o almeno a mio parere più coinvolgente e meno edgy. Non essendo stato approfondito pienamente il suo carattere e dato che sul suo passato è stato fornito giusto qualche vago indizio, manca ancora una sua introspezione psicologica più dettagliata, ma per com'è impostata la storia, per ora non mi ha dato fastidio.

Chiaramente un manga del genere non può essere esente da difetti, anche abbastanza rilevanti e che possono compromettere più o meno la lettura a seconda della persona e da cosa cerca in una storia con un antieroe come protagonista. Senza tenere in conto delle somiglianze con altre opere, per ora la trama è stata semplicemente: “Dan trova gente e la uccide brutalmente”, l’ultima vittima è la numero 76, quindi sono naturali domande del tipo: è mai possibile che non se ne accorge nessuno? Che non venga mai scoperto?
Per rendere il tutto più credibile nel primo capitolo Dan stesso dice alla prima vittima che ci viene mostrata che le persone che scompaiono ogni anno sono tantissime: “nessuno ti verrà mai a cercare”, rendendo quindi plausibile che abbia apparentemente la possibilità di fare tutto quello che desidera. Se si vuole passare sopra queste ingenuità, gli sviluppi e le coincidenze presenti nella storia si possono giustificare grazie al suo ruolo di detective e dal fatto che i soldi non gli mancano: dispone quindi delle risorse, dei metodi e della facciata di persona innocua tali da permettergli di non destare sospetti e di sfuggire egli stesso alle indagini della polizia. È da vedere se in futuro questi aspetti saranno approfonditi dato che, per quanto efficace, la narrazione non può andare avanti esclusivamente su Dan che incanala i suoi impulsi violenti verso chi "se lo merita". Inoltre, i personaggi secondari sono un po’ trascurati e, come accennato prima, i “cattivi” di turno sono abbastanza monodimensionali, rendendone facile la deumanizzazione nelle scene cruente.

I disegni sono ben fatti, soprattutto le espressioni di rabbia, terrore e disgusto dei personaggi, unica pecca sono a volte gli sfondi, dove si vede un po’ troppo chiaramente che per realizzarli sono state manipolate delle fotografie.
A questo punto è chiaro che questo manga - essendo presenti rappresentazioni di gente mutilata, stupri e scene violente abbastanza esplicite di ogni tipo - non è una lettura adatta a chi sa che certi contenuti potrebbero recargli disturbo, oltre a chi non apprezza protagonisti moralmente ambigui e una trama che non si sa ancora bene dove voglia andare a parare.