Nel suo podcast radiofonico giapponese KOJI10, Hideo Kojima continua a offrire scorci affascinanti sul suo modo di pensare e creare videogiochi. Durante l’episodio 17, il papà di Metal Gear Solid e Death Stranding ha parlato di come il passare del tempo nella vita reale potrebbe essere sfruttato in modo innovativo nel medium videoludico.

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Kojima non è nuovo all’uso creativo dell’orologio interno delle console. Ha citato due esempi dal classico Metal Gear Solid 3: Snake Eater del 2004: il cibo raccolto nel gioco, se non consumato in tempo nella vita reale, andava a male, facendo ammalare Snake oppure diventando un’arma inusuale da lanciare contro soldati affamati. Un altro esempio iconico riguarda lo scontro con lo sniper anziano The End: "Anche se è un boss davvero difficile, se il giocatore aspetta una settimana nella vita reale, The End muore di vecchiaia", racconta. Chi caricava il salvataggio dopo sette giorni, infatti, trovava il vecchio nemico già deceduto in una cutscene.

Nel suo stile visionario, il director ha poi rivelato un’idea scartata per Death Stranding 2: On the Beach: la crescita della barba di Sam (Norman Reedus) nel tempo reale. Il giocatore avrebbe dovuto ricordarsi di fargliela radere, pena un aspetto trasandato. "Ma Norman è una star, non volevo farlo sembrare poco figo!" scherza, anche se non esclude di recuperare l’idea in futuro. L'autore ha poi condiviso tre concetti mai realizzati, tanto stravaganti quanto suggestivi, accomunati dal passaggio del tempo nel mondo reale:

  1. La vita come gioco: il giocatore inizia come neonato, cresce fino all’età adulta e invecchia progressivamente. "Da teenager corri più veloce, a 60 anni rallenti, ma guadagni esperienza e saggezza", spiega. L’invecchiamento cambierebbe profondamente il modo di affrontare i nemici. Kojima ironizza: "Nessuno lo comprerebbe!", ma gli altri presenti al podcast si sono detti entusiasti. 

  2. Un gioco sul tempo che matura: l’idea è quella di creare qualcosa – vino, formaggio o altro – che richiede mesi o anni per essere completato, portando il giocatore a seguirlo nel lungo periodo, quasi come un idle game o simulazione di background.

  3. Il “gioco della memoria”: è l’idea più folle e affascinante. Se il giocatore si prende una pausa troppo lunga, il protagonista inizia a dimenticare informazioni fondamentali, fino a non sapere più come usare le armi o quale sia il proprio compito. Alla fine, il personaggio potrebbe non riuscire nemmeno più a muoversi. "Per finirlo bisognerebbe prendersi una settimana di ferie!" dice ridendo. 

Parlando di prendersi ferie, molti fan lo faranno davvero: Death Stranding 2: On the Beach uscirà il 26 giugno e se conoscete il genio di Kojima, sapete già che ci aspetta qualcosa di decisamente fuori dagli schemi. Ma intanto, siete aggiornati sul recente annuncio del tour di Death Stranding che toccherà anche la nostra penisola a Lucca?



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