Nella moltitudine di media dedicati al franchise Gundam, i videogiochi sono ovviamente tra gli elementi principali. Si supera tranquillamente il centinaio di release dagli anni '80 a oggi e la situazione da allora non è cambiata: quando si parla di Gundam, lo zoccolo duro d'appassionati è pronta a spendere i soldi necessari per accalappiarsi una copia del gioco, e vivere in prima persona le gesta dei protagonisti e non.
 
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Cosa difficile però con Gundam Seed Battle Destiny, capitolo interamente dedicato al franchise Seed ma mai arrivato in occidente. Uscito nel 2012 solo in Giappone infatti, il titolo è stato atteso parecchio e nel 2025, il desiderio è stato esaudito. La versione remastered di quella PlayStation Vita fa il suo discreto lavoro, portandoci in una Cosmic Era frastagliata e ricca di side story. Ovviamente, per ragioni puramente tempistiche non è presente il filone Freedom, ma contiene comunque al suo interno Stargazer, Astray e qualche altra piccola chicca che vi lasciamo il piacere di scoprire.

La già citata Cosmic Era è una delle linee temporali alternative all'Universal Century, anche se in qualche modo cerca di emularlo. Con gli abitanti della Terra in grado di colonizzare lo spazio circostante, i dissidi tra gli Umani e i cosiddetti Coordinator si fanno sempre più aspri, con questi ultimi dotati di abilità superiori che cercano di prevalere. La guerra che si verrà a creare sarà sanguinosa e combattuta a suon di mobile suit, spietate macchine controllate dal pilota e in grado di cambiare le sorti del conflitto. Mobile Suit Gundam Seed si presenta così nel 2002, con l'idea di aprire un lungo franchise così come fu per l'Universal Century. Anche per questo ha un'impronta decisamente commerciale, con un target molto ampio e una sceneggiatura che cerca di coprire quante più sfumature possibili di ciò che il pubblico ama.
 
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In Gundam Seed Battle Destiny però tutto questo lo si vede solo in parte. Essenzialmente si combatte e basta, con missioni che si susseguono una dopo l'altra cercando di ripercorrere al meglio quanto accaduto nelle due serie e nei vari spin-off. Tutti i cambi di schieramenti, posizioni sul conflitto e relazioni più o meno sentimentali vengono totalmente appiattite, diventando un prodotto destinato solo a chi conosce un minimo le vicende della serie TV. E anche per chi la conosce, la confusione regna sovrana: in certe situazioni è possibile cambiare schieramento o produrre quello che a conti fatti, sono dei what if. Possiamo far prevalere ZAFT durante il gameplay, ma nulla sortirà effetto sulla trama principale, rovinando in parte l'esperienza. Cade un po' il senso di far scegliere al giocatore a quale fazione appartenere, già difficile per i nuovi giocatori in mancanza di un background. Non è certo un grosso peccato, vista la qualità generale dell'opera ma è chiaro che per chi volesse comprendere quanto stia accadendo tra una missione e l'altra risulta un'impresa abbastanza ardua. Questo anche perché, non è tradotto in italiano, né per l'audio (ovviamente) né per i testi. Per cui, chi non mastica l'inglese potrebbe avere ulteriori problemi a immergersi nel gioco.

Quello che sicuramente funziona è il suo gameplay loop, fatto di missioni più o meno brevi che permettono lo sblocco di nuovi mobile suit, potenziarli e scendere di nuovo in battaglia ripetendo il ciclo. Fortunatamente esiste un po' di stratificazione tattica visto che ogni macchina possiede caratteristiche e abilità uniche e di queste, ne sono disponibili a decine. Partendo a una delle fazioni dispobili, si avranno a disposizione i vari mobil suit prodotti in quel contesto: ZAFT metterà a disposizione i propri Zaku, sino ai Gundam rubati e il Providence Gundam, Archangel dallo Strike Gundam sino allo Strike Freedom e così via. Va da sé che all'interno del roster vi siano macchine decisamente più potenti di altre, in grado di facilitare di gran lunga le varie missioni. Non si tratta di un titolo particolarmente semplice, soprattutto quando c'è da difendere qualcuno. Questo tipo di missione è una delle più tediose, anche per via di un'IA non esattamente al passo coi tempi.
 
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Le varie missioni si suddividono in scorta, protezione, cerca e distruggi, qualche missione di test o eliminare bersagli principali. C'è una discreta varietà e nonostante sia un videogioco prodotto su PS Vita nel 2012, non sfigura rispetto il ben più recente Gundam Breaker 4 (qui la recensione).
A bordo del nostro Mobile Suit armato di tutto punto, saremo portati ad abbattere quanti più nemici possibili, con gli scontri con gli Assi dei vari schieramenti che si prospettano decisamente più ardui. Combattere faccia a faccia contro Shin e il suo Destiny Gundam ad esempio è abbastanza tosta, ma fortunatamente non saremo soli. Gundam Seed Battle Destiny infatti ci dà la possibilità di scegliere un MAV che possiamo creare da zero oppure scegliere tra i protagonisti della serie. Avere al nostro fianco Mu La Flaga o persino Kira Yamato cambia discretamente l'esperienza di gioco, visto che ognuno di loro possiede delle caratteristiche uniche e abilità specifiche. Cosa che comunque potremmo scegliere anche noi, tra le tante a disposizione. Ma interessante è anche la combinazione pilota – Mobile Suit, visto che alcuni possono essere sfruttati al massimo solo da un Coordinator.

Insomma, come detto esiste un po' di stratificazione, anche quando si tratta di potenziare il nostro mobile suit. Con i punti vinti durante le missioni, possiamo infatti migliorare le abilità della nostra macchina e delle armi a esso associate, con diversi aspetti su cui intervenire. Investire punti su alcuni elementi strategici o attendere lo sblocco di mobile suit migliori e spenderli su quello è una scelta che spetta solo al giocatore, a suo rischio e pericolo. Le dinamiche di combattimento possono cambiare drasticamente e avere un colpo in più a disposizione può fare una grossa differenza. Tranne per l'Astray, che rimane pessimo a prescindere. Un incubo.

Sul campo di battaglia dunque, le cose cambiano in base al tipo di mobile suit scelto, banalmente anche per il numero armi a disposizione. Tra scontri a distanza e corpo a corpo si cercherà di concludere la missione il più brevemente possibile, anche perché alla fine avremo un punteggio e un grado dalla E a SS. Il punteggio non ha solo impatto sul nostro ego: un punteggio alto corrisponde allo sblocco di mobil suit più potenti. Per cui, si è portati a fare sempre meglio, un po' per collezionismo, un po' perché alcuni possono facilitare molto le cose nelle missioni successive. In generale, si gioca abbastanza bene. Benché i feedback non siano il punto forte della produzione, dando spesso la sensazione di colpire il vuoto, distruggere intere navi e avversari regala una certa soddisfazione. Anche la tipologia e velocità di movimento varia in base al tipo di macchina utilizzato e trovare la giusta combinazione di pilota, mobil suit o mobile armor, mappa di gioco e tipologia di missione può fare una grossa differenza. Anche perché il livello di difficoltà è abbastanza schizofrenico. Si possono passare missioni in sequenza con tranquillità, magari anche con grado S e sbattere il muso più volte in quella successiva, per poi tornare alla felicità.
 
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C'è un po' di studio da fare insomma e anche utilizzare lo Strike Freedom Gundam non è sicurezza di vittoria. Bisogna fare i conti però con alcune problematiche, a cominciare dal targeting poco preciso e con cui bisogna lottare per non inquadrare la cassa di rifornimento. Alcuni raggi energetici nemici passano attraverso gli ostacoli senza distruzione ambientale e questo, non solo risulta poco elegante ma crea alcuni imprevisti, come l'essere completamente distrutti. Rimane un'esperienza di più di dieci anni fa su una console portatile e portata ai giorni nostri, con un lavoro di rimasterizzazione al minimo sindacale, se non per l'adattemento di alcuni comandi e l'incremento di numero di MS. Certo, il contesto è quello in cui si mette a disposizione un videogioco mai arrivato in occidente ma qualcosina in più si sarebbe potuto fare. Gli ambienti sono davvero poveri di dettagli (si salvano quelli spaziali ma solo per l'art direction), così come i mobile suit, sporcati anche da un leggero aliasing anche a risoluzioni più alte. Non sono mancati stranamente qualche calo di frame e qualche glitch, cosa che non ci saremmo aspettati visto il tipo di release.
 
Gundam Seed Battle Destiny Remastered è un titolo che può essere goduto appieno solo da chi conosce la serie TV. L'onbording è praticamente assente e senza avere un'esperienza pregressa sarà davvero complesso seguire tutte le vicende e comprendere fazioni e personaggi del gioco. Tuttavia, il gamplay loop è solido e il design della struttura di gioco intrattiene a dovere. Avere tra le mani il proprio mobile suit preferito e cancellare dall'esistenza ogni nemico della mappa può regalare soddisfazioni, ma questa remastered avrebbe meritato qualche attenzione in più.