Il rock è il diletto di una lady è stata una vera sorpresa stagionale. Apparentemente si inserisce nel filone delle girl band, tornato in auge con titoli come Bocchi the Rock! o Girls Band Cry, ma sin dai primi episodi se ne distacca, rivelandosi una brillante decostruzione del genere.

TRAMA
Lilisa Suzunomiya è una ragazza appassionata di chitarra e musica rock, la cui vita cambia radicalmente quando sua madre si risposa con un magnate immobiliare. Viene così trasferita in un prestigioso collegio femminile, dove si concentrano le ragazze dell’élite nazionale, ed è costretta ad accantonare le proprie passioni per adottare un comportamento signorile, in linea con le aspettative della scuola. Tuttavia, l'incontro con Otoha Kurogane, una delle ragazze più altolocate e, inaspettatamente, anche una talentuosa batterista, riaccende la scintilla: dopo una jam session tra le due, Lilisa ritrova quella passione che credeva ormai soffocata. Riusciranno queste ragazze, costrette a vivere come perfette dame, a fare scintille grazie al rock?

Il rock è il diletto di una lady

Con una protagonista che si barcamena tra l’immagine pubblica di lady impeccabile e il desiderio di restare fedele a se stessa, la serie dà vita a una sequenza di situazioni tanto paradossali quanto divertenti, spesso sopra le righe, che alleggeriscono il racconto e garantiscono una dose costante di risate. Lilisa è un vulcano sul punto di eruttare, combattuta tra la voglia di ribellarsi alle rigide norme scolastiche, le aspettative sociali e le pressioni familiari, incarnate dalla madre Yuka ossessionata dal desiderio di riscatto e dall’integrazione nell’alta società.

L’incontro con Otoha rappresenta per Lilisa una vera liberazione. Le loro sessioni musicali diventano esplosioni di energia repressa, trasformandosi in autentiche risse liberatorie che danno sfogo a una libidine musicale sempre più esplicita. La loro relazione evolve rapidamente in una dinamica saffica e ambigua, dai tratti quasi sadomaso, in cui le due ragazze cercano di dominarsi l'una l'altra a suon di musica e provocazioni volgari.

A unirsi al duo troviamo Tina Isemi, una modella dall’immagine androgina da principe azzurro che, pur non avendo esperienza nel rock, si impegna con ostinazione per entrare nel mondo di Lilisa e Otoha; e Tamaki Shiraya, la classica “dura dal cuore tenero”, inizialmente riluttante ad accettare Lilisa come parte della band: il suo sogno, infatti, era quello di formare una band solo con Otoha.
Tra i personaggi secondari spicca Alice, figlia biologica del nuovo marito di Yuka, inizialmente intenzionata a smascherare la sorellastra per farla cacciare insieme alla madre. Tuttavia, quando scopre le attività segrete di Lilisa, ne resta travolta e, da implacabile moralizzatrice, si trasforma nella sua prima fan, arrivando persino a scegliere il nome della band.

Il rock è il diletto di una lady

L’anime, tratto dal manga di Hiroshi Fukuda, è prodotto da Bandai Namco Pictures che, dopo l'apprezzato Birdie Wing, torna sulla tematica di protagoniste che sublimano le proprie frustrazioni in una passione sfrenata, costruendo relazioni intense dai toni yuri con una compagna-rivale. La regia è affidata a Shin'ya Watada, che dopo aver diretto The Idolm@ster Million Live!, qui adotta un approccio completamente diverso. Al suo fianco sceglie infatti Ōri Yasukawa, più abituata a lavorare su anime fantasy come Slime, Mushoku Tensei e Konosuba, ma batterista amatoriale in una rock band femminile: una scelta significativa che sottolinea la volontà di radicare il progetto nella passione musicale autentica.

Le musiche sono affidate alle BAND-MAID, le cui sessioni sono state catturate in motion capture per essere poi trasformate in animazioni 3D. Il passaggio dal 2D al 3D può risultare inizialmente spiazzante, ma il risultato è sorprendentemente efficace (migliore, ad esempio, di quanto visto in Love Live!). La scelta di una band strumentale anziché vocale rende forse la musica meno immediata, ma permette di valorizzare l’esecuzione strumentale e focalizzare l’attenzione su ciascun personaggio, in base alle esigenze narrative. In questo modo, lo spettatore non si limita a sedersi e godersi il brano, come accade in altri anime del genere: vive piuttosto ogni momento musicale, gli assoli, i contrasti ritmici, la fatica, la tensione e l’estasi della performance.

Particolarmente interessante il processo di doppiaggio, che, come da loro riferito, ha imposto ad Akira Sekine (Lilisa) e Miyuri Shimabukuro (Otoha) di adattarsi a un metodo di lavoro diverso, in stretta collaborazione con la band di riferimento per dare voce ai propri personaggi in modo credibile.

Anche sul piano tecnico la serie si difende bene: disegni e animazioni sono solidi per tutta la durata della serie, e il character design firmato da Risa Miyadani risulta curato e distintivo. L’uso del colore è sapiente: si pensi ai capelli di Lilisa, di un giallo acceso quasi fluorescente, o più in generale alla palette vivace che contribuisce a rafforzare l’espressività e il character acting delle protagoniste.

Il rock è il diletto di una lady

Se Il rock è il diletto di una lady è tra i titoli più riusciti della primavera 2025, non mancano tuttavia elementi che potrebbero non convincere tutti. Alcune scene sono volutamente eccessive, e i puristi della musica potrebbero storcere il naso vedendo le protagoniste litigare durante le sessioni, cercando di imporsi più che suonare in armonia. Il tutto ricorda a tratti Blue Lock, con un approccio ipercompetitivo ed esagerato che sacrifica la coesione del gruppo in favore della performance individuale.
Un’altra criticità è comune a molte produzioni odierne: l’adattamento si interrompe senza una vera conclusione, essendo tratto da un manga ancora in corso. I 12 episodi delineano con successo l’atmosfera e i personaggi principali, ma il finale lascia inevitabilmente la sensazione di incompiutezza e di un potenziale ancora tutto da esprimere.
 
Nel complesso, al netto delle imperfezioni, la serie si distingue per il tono scanzonato e comico, ma riesce anche a veicolare critiche taglienti verso una società che impone di apparire a ogni costo, fino a snaturarsi. Mentre diverte, Il rock è il diletto di una lady coinvolge e fa empatizzare con la vitalità e la rabbia delle sue protagoniste. In un panorama anime saturo di titolo fotocopia e prevedibili, questa è una ventata d’aria fresca. La speranza è che, come ogni buon assolo, anche questo abbia solo segnato l’inizio. Una seconda stagione è d’obbligo.