Termine pokeristico non poteva essere più azzeccato! In un anno segnato dalle ingenti perdite, Ubisoft ha scommesso tutto su Assassin's Creed Shadows, confermando un budget di produzione superiore ai 116 milioni di dollari. Una cifra imponente, rischiosa, ma allo stesso tempo che denota la fiducia della casa videoludica per il suo storico franchise.

Scommessa vinta? Diciamo che ci sono dei segnali positivi. A distanza di 2 mesi dall'uscita (20 Marzo 2025), secondo Ubisoft, Shadows ha registrato il secondo miglior lancio nella storia della serie, superato solo da Assassin’s Creed Valhalla del 2020, e secondo l'analisi dati del Circana Retail Tracking Service, il titolo si è piazzato al secondo posto tra i videogiochi più venduti del primo trimestre 2025, preceduto soltanto da Monster Hunter Wilds.
Il forte debutto commerciale di Assassin’s Creed Shadows potrebbe rivelarsi cruciale per il rilancio di Ubisoft, in un momento di particolare fragilità economica per la compagnia francese. Difatti il bilancio annuale pubblicato da Ubisoft lo scorso maggio ha evidenziato perdite per circa 178 milioni di dollari nel corso dell’anno fiscale 2024-2025. A pesare maggiormente sul risultato negativo sono stati l’accoglienza tiepida riservata a Star Wars: Outlaws e il flop commerciale di XDefiant, chiuso dopo pochi mesi dal lancio.
Tuttavia, non tutto sembra perduto per il publisher francese. Le performance positive dei franchise Assassin’s Creed e Rainbow Six potrebbero contribuire a un’inversione di tendenza, lasciando intravedere prospettive più favorevoli per il prossimo resoconto finanziario previsto a maggio 2026.

Rimanendo sempre in tema finanziario, non sono state ignorate alcune dichiarazioni in riferimento alle microtransazioni. Si sa questa pratica, volente o nolente, ormai fa parte dei videogiochi online e tal volta anche offline (Dragon's Dogma II per citarne uno); permettono ai produttori di videogiochi di "respirare" sostenendo con maggiore leggerezza i costi di produzione e allo stesso tempo danno la possibilità ai giocatori di ottenere un contenuto aggiuntivo a pagamento, di carattere estetico o di gameplay, su un gioco che però già è stato pagato.
Secondo il documento ufficiale rilasciato da Ubisoft, prima si pone a difesa dei giocatori:
ma appena un paragrafo sotto si contraddice:
Dunque, puoi goderti la piena esperienza di gioco, ma attraverso le microtransazioni, questa stessa esperienza può rivelarsi più divertente: sebbene il concetto sia chiaro, lascia a noi due quesiti: sono le microtransazioni a rendere i giochi più divertenti? Ma soprattutto, dove vanno a finire tutti i miei "investimenti" per rendere l'esperienza più divertente se poi, come per The Crew, i server vengono chiusi?
Fonte Consultata 1
Fonte Consultata 2

Scommessa vinta? Diciamo che ci sono dei segnali positivi. A distanza di 2 mesi dall'uscita (20 Marzo 2025), secondo Ubisoft, Shadows ha registrato il secondo miglior lancio nella storia della serie, superato solo da Assassin’s Creed Valhalla del 2020, e secondo l'analisi dati del Circana Retail Tracking Service, il titolo si è piazzato al secondo posto tra i videogiochi più venduti del primo trimestre 2025, preceduto soltanto da Monster Hunter Wilds.
Il forte debutto commerciale di Assassin’s Creed Shadows potrebbe rivelarsi cruciale per il rilancio di Ubisoft, in un momento di particolare fragilità economica per la compagnia francese. Difatti il bilancio annuale pubblicato da Ubisoft lo scorso maggio ha evidenziato perdite per circa 178 milioni di dollari nel corso dell’anno fiscale 2024-2025. A pesare maggiormente sul risultato negativo sono stati l’accoglienza tiepida riservata a Star Wars: Outlaws e il flop commerciale di XDefiant, chiuso dopo pochi mesi dal lancio.
Tuttavia, non tutto sembra perduto per il publisher francese. Le performance positive dei franchise Assassin’s Creed e Rainbow Six potrebbero contribuire a un’inversione di tendenza, lasciando intravedere prospettive più favorevoli per il prossimo resoconto finanziario previsto a maggio 2026.

Rimanendo sempre in tema finanziario, non sono state ignorate alcune dichiarazioni in riferimento alle microtransazioni. Si sa questa pratica, volente o nolente, ormai fa parte dei videogiochi online e tal volta anche offline (Dragon's Dogma II per citarne uno); permettono ai produttori di videogiochi di "respirare" sostenendo con maggiore leggerezza i costi di produzione e allo stesso tempo danno la possibilità ai giocatori di ottenere un contenuto aggiuntivo a pagamento, di carattere estetico o di gameplay, su un gioco che però già è stato pagato.
Secondo il documento ufficiale rilasciato da Ubisoft, prima si pone a difesa dei giocatori:
"L’adozione di politiche di monetizzazione e coinvolgimento che rispettino l’esperienza del giocatore e siano sostenibili nel lungo periodo. In Ubisoft, la regola d’oro nello sviluppo dei giochi premium è permettere ai giocatori di godersi l’esperienza completa senza dover spendere ulteriormente."
ma appena un paragrafo sotto si contraddice:
"La nostra offerta di monetizzazione all’interno dei giochi premium rende l’esperienza più divertente, permettendo ai giocatori di personalizzare i propri avatar o di progredire più rapidamente. Tuttavia, si tratta sempre di opzioni facoltative"
Dunque, puoi goderti la piena esperienza di gioco, ma attraverso le microtransazioni, questa stessa esperienza può rivelarsi più divertente: sebbene il concetto sia chiaro, lascia a noi due quesiti: sono le microtransazioni a rendere i giochi più divertenti? Ma soprattutto, dove vanno a finire tutti i miei "investimenti" per rendere l'esperienza più divertente se poi, come per The Crew, i server vengono chiusi?
Fonte Consultata 1
Fonte Consultata 2
Il che comunque vuol dire che al player medio non fregherà niente perché EA è ancora in piedi.
Ho perso le speranze per il remake di Splinter Cell, ma spero che almeno rifare da zero il progetto del remake di Prince of Persia vada nel verso giusto...
https://eci.ec.europa.eu/045/public/#/screen/home
L'iniziativa europea nasce proprio per fermare ubisoft e altri publisher senza scrupoli dallo spegnere i server senza dare alternative a chi ha acquistato il gioco. Obblighiamoli a fine supporto a dover garantire un minimo il funzionamento dei giochi: modalità offline contro bot, multiplayer LAN, binari del server, una modalità p2p, open source del codice, semplice rimozione del drm in caso il gioco sia single player... l'iniziativa non specifica neanche quale metodo devono usare (il publisher può scegliere il metodo che ritiene più pratico ed economico), purché chi ha acquistato il gioco non rimanga con nulla in mano.
Personalmente parlando sono anni che non acquisto più giochi ubisoft perché per quanto mi riguarda drm invasivi e microtransazioni sono assolutamente inaccettabili, ma preservare l'arte lo ritengo comunque importante (anche perché spesso questi giochi vengono rovinati da politiche commerciali predatorie ma contengono al loro interno molti assets artistici creati da sviluppatori, modellatori 3D, disegnatori, musicisti... che vedono morire le opere in cui hanno messo tanto impegno loro malgrado).
Per una volta possiamo fare la differenza. L'iniziativa ha già raccolto il milione di firme necessario come pure altre 400 mila firme che dovrebbero servire in caso alcune di quelle raccolte fossero invalidate... ma c'è ancora un po' di tempo e qualche firma in più male non fa.
Più siamo più faremo capire ad ubisoft, EA e altri publisher con poca lungimiranza che non siamo disposti ad accettare tutto.
Ci sono giochi vecchi quanto o più me che ho potuto recuperare perché erano ancora funzionanti. Giochi che avevano anche ancora il multiplayer funzionante nonostante il publisher magari fosse pure morto da tempo.... tutto perché erano stati progettati per essere indipendenti da quest'ultimo. Non facciamoci ingannare, i giochi non sono prodotti usa e getta, non hanno data di scadenza, non sono servizi... Sono beni, sono immortali, sono parte del nostro patrimonio artistico.
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