Ormai tutti gli appassionati di animazione giapponese conoscono Makoto Shinkai, il regista di uno dei più grandi successi del cinema giapponese di sempre. Prima di diventare il regista di Your Name., tuttavia, Shinkai si era fatto notare nel fandom per un progetto abbastanza peculiare, il mediometraggio di 25 minuti La voce delle stelle.
 
Quando avevo l'età di Mikako e Noboru, mi ricordo che passavo il tempo a contemplare il cielo. Come tutti ero angosciato da quei problemi, irrilevanti agli occhi di un adulto ma terribilmente gravosi per me, che affliggono tutti gli adolescenti: che liceo scegliere, come fare per migliorare i voti, come comportarmi per accorciare l'incolmabile distanza con la ragazza che segretamente amavo, cosa fare per essere selezionato nella squadra scolastica... Tuttavia, invece di cercare una soluzione razionale, mi ricordo che mi consolavo delle mie sofferenze guardando il cielo e pensando che i miei problemi non erano nulla se confrontati alle grandi questioni del mondo. Il ricordo di quegli scenari resta ancora vivo nella mia mente.
 
Makoto Shinkai
 

Makoto Shinkai (al secolo Makoto Niitsu), classe 1973 e impiegato da circa cinque anni in uno studio di videogames non era propriamente un emerito sconosciuto quando, nell'estate del 2000, decise di realizzare interamente da solo un mediometraggio animato, avendo egli già vinto un premio con il suo breve corto in Computer Graphic dal titolo Lei e il gatto (Kanojo no kanojo no neko). I suoi unici mezzi erano un modesto Apple Macintosh PowerPC G4 a 400 Mhz e qualche programma di grafica come Photoshop o Lightwave, più qualche scarsa conoscenza acquisita nella ditta di videogames. Il nuovo progetto, che avrebbe avuto la durata di una ventina di minuti e il titolo Hoshi no koe (Voices of a Distant Star nell'edizione internazionale, titolo ispirato a The Song of Distant Earth di Arthur C. Clarke, scrittore particolarmente apprezzato da Shinkai per la sua visione ottimistica del futuro), stentava tuttavia a decollare a causa della difficoltà di farlo coesistere col giornaliero lavoro alla ditta di videogiochi. Passato un anno i risultati ottenuti non erano molto soddisfacenti, spingendo Shinkai a fare il salto decisivo: grazie all'aiuto economico di Mangazoo, che gli garantiva una seppur minima stabilità economica, Makoto si licenziò dal lavoro per dedicarsi anima e corpo al completamento de La voce delle stelle. La possibilità di lavorare tutto il tempo allo sviluppo del film diede i suoi frutti e, tempo sette mesi, La voce delle stelle venne completato. A quasi venti mesi dall'inizio dei lavori, il 2 febbraio 2002, il film fu trasmesso per un mese a Tollywood, piccolo cinema di Shimokitazawa e centro della cultura underground di Tokyo, ottenendo un ottimo successo di critica e pubblico.
 

«Noi probabilmente siamo la prima generazione di amanti separati dal tempo e dallo spazio»

2039. Una spedizione esplorativa terrestre ha appena ritrovato su Marte alcune rovine di origine aliena quando viene attaccata e distrutta da una flotta sconosciuta che subito dopo fugge nello spazio profondo. Gli assalitori vengono denominato Tarshiani, dal nome della valle in cui erano state ritrovate le rovine, e le varie nazioni della Terra si alleano allo scopo di incentivare lo sviluppo tecnologico e riuscire così a resistere ad un eventuale nuovo attacco. Grazie alle tecnologie ritrovate su Marte, inoltre, l'umanità è ora in grado di effettuare viaggi interstellari e balzi a velocità superiori a quelle della luce. Ad otto anni dall'attacco su Marte, l'umanità è pronta ad inseguire i Tarshiani.
2047. Mikako e Noboru sono due compagni di scuola molto legati tra loro, passano molto tempo insieme, sono entrambi nel club di kendo e sognano di andare allo stesso liceo. Tuttavia Mikako viene selezionata per far parte della spedizione spaziale che darà la caccia ai Tarshiani. I due ragazzi dunque si separano, Noboru andando da solo al liceo che sognavano di frequentare insieme, Mikako alla guida di un robot umanoide da combattimento preposto alla distruzione dei Tarshiani e alla difesa delle navi madre. Unico collegamento tra i due amanti, un cellulare in grado di inviare e ricevere email. Tuttavia, più Mikako si allontana dalla Terra più le email impiegano a giungere a destinazione... un mese, due mesi, sei mesi, un anno... finché, dopo l'ultimo balzo, una email impiegherà ben 8 anni e 7 mesi a giungere al cellulare dell'amato.
 

Di per sè, La voce delle stelle non fu certamente un anime epocale; eppure l'essere stato realizzato (quasi) interamente da una sola persona con l'ausilio di un modesto portatile e un budget molto inferiore a quello di un normale episodio di una serie televisiva, colpì molto gli appassionati dell'epoca, facendo pensare che di li a poco si sarebbe aperta una nuova era per l'animazione, in cui ognuno avrebbe potuto realizzarsi il proprio film da casa propria. Tutto quello che normalmente avrebbe richiesto l'abilità di numerose persone, regia, animazioni, character design, mecha design, storyboard, dialoghi, fondali, fu realizzato dal buon Makoto; l'unico aiuto di cui ebbe bisogno, oltre ovviamente al sostegno economico di Mangazoo che gli permise di licenziarsi dal lavoro, fu nel reparto audio. Chiedere a Shinkai di farsi anche compositore era probabilmente troppo, per cui la colonna sonora del film fu curata da Tenmon, che già aveva aiutato il regista di Nagano con Lei e il gatto e che sarebbe stato designato da Shinkai per realizzare le musiche delle sue successive opere. Altro aiuto di cui Makoto si avvalse fu quello della sua fidanzata (ora moglie) Mika Shinohara come doppiatrice di Mikako, doppiando invece personalmente Noboru. Solo successivamente sarebbe uscita una versione doppiata da due doppiatori professionisti.
 

Sebbene a prima vista possano sembrare le condizioni ideali per lavorare, avendo un controllo totale sul proprio lavoro, queste hanno tuttavia parzialmente limitato la libertà artistica del regista. Ce lo racconta lo stesso Shinkai, ammettendo di aver sempre messo la conclusione del film al di sopra del proprio personale autocompiacimento, scendendo a compromessi in alcuni scene troppo difficili ed al di là delle sua capacità o rinunciando ad alcuni sperimentalismi che avrebbe voluto provare.
A partire da un character design abbastanza sgraziato e delle animazioni per rendere i movimenti dei personaggi ridotte al minimo essenziale, Shinkai ha seguito la filosofia del “miglior risultato col minor sforzo possibile”, dando il meglio di sè nella definizione dei fondali, già all'epoca il suo elemento stilistico maggiormente distintivo. Anche narrativamente siamo di fronte a personaggi e tematiche che Shinkai riproporrà spesso nei suoi film successivi.
 

In proporzione alla quasi amatorialità del progetto, il successo de La voce delle stelle fu grande (si parla di 60.000 copie vendute in pochi mesi ad un prezzo di 50 euro a DVD) e fece da trampolino di lancio per Shinkai, da quel momento in poi accostato da molti ai grandi dell'animazione. Osservando i guadagni ottenuto dalla vendita anche Mangazoo non poté certo lamentarsi del risultato finale.
La voce delle stelle ottenne anche il favore della critica vincendo l'Award for image design (Categoria Interattenimento) al Digital Contents Grand Prix 2002, l'Highest Award (Public Offering Category) al Tokyo International Animation Fair 21, il Digital Arts Special Prize all'Agency for Cultural Affairs Media Arts Festival 2002, il Gunbuster Award al Japan Otaku Award 2002, l'Award for Packaging all'Animation Kobe 2002, Miglior regista all'AMD Award 2002 e Miglior media dell'anno al Seiun Award 2003.
 
La prima immagine realizzata da Makoto Shinkai dell'opera La voce delle stelle