Ashita no Joe Cover 1Cos’è che definisce un’opera un classico?
È la sua capacità di creare o innovare un genere. Oppure, come dice Italo Calvino, la sua capacità di farsi fruire ed apprezzare non solo da coloro che vivono al tempo della sua uscita, ma anche dalle generazioni successive.
Da qualsiasi parte lo si guardi, Ashita no Joe non può che definirsi “classico”, all’interno della storia del fumetto giapponese. E direi che la cosa sia lampante, dato che Ashita no Joe cominciò la sua pubblicazione nel 1969 e io, quarant’anni dopo, sono qua a parlarvene nonostante all’epoca della sua prima pubblicazione non fossi presente.

Cos’è che attrae di Ashita no Joe? È il fatto che si tratti di una storia semplice, ma che si fa metafora di qualcosa di immensamente più grande e profondo.
Non è soltanto la vicenda di Joe, adolescente vagabondo, rissaiolo e attaccabrighe che, in seguito all’incontro-scontro con l’ubriacone boxer fallito, Danpei Tange, si incammina sulla strada del pugilato professionistico. La storia, difatti, non si chiama unicamente “Joe”, ma “Ashita no Joe”, “Joe del domani”, e queste due parole sono inscindibilmente legate, nel titolo del manga, come nel suo svolgimento.
Joe non è soltanto un teppistello dai nervi facili nel Giappone degli anni ’60, ma del Giappone degli anni ’60 è a suo modo il simbolo, colui che proietta le speranze dei giapponesi, sconfitti nella guerra mondiale e in fase di ricostruzione del loro paese, verso un sogno, verso l’ “ashita”, un utopico e luminoso domani in cui la povertà, gli stenti, le vergogne non esisteranno più.
Se Joe è la metafora del Giappone del dopoguerra, lo sport si fa il tramite per un domani luminoso, per una crescita fisica, professionale e spirituale del protagonista. Il pugilato rappresenta il trait d’union tra i bassifondi poveri e lerci popolati da ladruncoli e malavitosi e le brillanti luci del ring, le glorie della fama, del mondo dello spettacolo, un universo di benessere completamente differente da quello della Tokyo povera. I poveri commercianti dei bassifondi vi si appassionano poiché vi ritrovano la speranza di una vita migliore, mentre i direttori delle palestre o delle reti televisive lo fanno poiché la vedono come un mezzo per arricchirsi, ma la boxe si trasforma in qualcosa capace di unire entrambi questi mondi nel nome della speranza di un futuro roseo e felice. Sono metafore che saltano immediatamente all’occhio del lettore, sebbene il fumetto non vi calchi troppo esplicitamente la mano. Ma è il bello delle grandi opere in fondo. Vi si può leggere fra le righe e scoprire diverse chiavi di interpretazione.

Ashita no Joe 1

In questo caleidoscopio di metafore e di livelli di lettura, si muove un ignaro Joe Yabuki. Carico delle speranze di tutto il Giappone e anche di tutti i lettori, il nostro imprevedibile e collerico boxeur rifila un pugno bello potente in faccia a tutti coloro che si aspettano qualcosa di grande da lui, poiché Joe non si cura degli altri, troppe volte dagli altri è stato tradito o abbandonato. Joe combatte unicamente per la propria di rivalsa, ignaro di star simboleggiando la rivalsa del suo quartiere e dell’intero suo paese. La strada di Joe è ardua e irta di ostacoli, sacrifici, sofferenze, rinunce e incontri. Molte persone incroceranno con lui il proprio cammino, ma a Joe interesseranno unicamente coloro che incroceranno con lui anche i propri guantoni, e più volte nel corso della vicenda sarà influenzato da un rapporto di rivalità e insieme di amicizia e taciuta complicità che instaurerà coi suoi avversari, primo fra tutti il celeberrimo campione Tohru Rikishi, suo principale amico e rivale.
Ashita no Joe 2È un protagonista sui generis Joe, poiché, pur avendo in sé i tipici valori “da protagonista” quali il senso della lealtà, lo spirito di sacrificio, il valore dell’amicizia, il coraggio, l’abnegazione, gli mancherà quasi del tutto quell’incrollabile bontà che invece caratterizza altri personaggi principali di altre storie: Joe è rissoso, violento, testardo, egoista, infantile, egocentrico, ignaro di molti fatti della vita, sbruffone, fin troppo scaltro, profittatore, soggetto a svariati sbalzi di umore e assolutamente imprevedibile nelle sue reazioni. Anche dopo aver letto tutti i 20 volumi che compongono l’opera, non potremo dire di essere riusciti pienamente a comprendere Joe, ma senza dubbio gli siamo stati vicini, in qualche modo, e questa vicinanza ci ha altrettanto indubbiamente arricchito.


Ashita no Joe è violento, duro, realistico, poetico, intenso, sofferto, drammatico, toccante.


Ashita no Joe 4È una storia piena di passioni, così come lo sport che ritrae, capace di infiammare gli animi di chi se ne interessa. Una storia in cui basta guardare l’atmosfera generale per aspettarsi un dramma dietro ogni angolo, dramma che poi puntualmente arriva, riuscendo comunque a sconvolgerci in maniera imprevedibile.
Venti volumi, e nessuna stonatura, nessuna forzatura, nessun personaggio fuori posto, ma un percorso ben preciso, che mira a condurre il protagonista lungo il percorso della vita, facendolo scontrare con diversi avversari e diverse avversità, ma anche donandogli esperienze e insegnamenti preziosissimi ad ogni colpo ricevuto o assestato.
Quarant’anni, e non sentirli. Ashita no Joe, all’epoca della sua prima pubblicazione, sconvolse il Giappone, riuscendo a coinvolgere nella lettura di quello che, a conti fatti, rimane un manga per ragazzi, anche frotte di lettori di età adulta. Si organizzò addirittura un funerale reale, in seguito ad un lutto presente nella storia, pensate un po’. Soltanto Hokuto no Ken arriverà poi a bissare un evento epocale come questo.
Tantissimi, poi, saranno quelli che ad Ashita no Joe si ispireranno negli anni a venire. Basti pensare che in qualsiasi manga si parli di pugilato, sia esso Slow Step, Katsu! o Sakigake!! Otoko Juku!!, la citazione, puntualmente, ci scappa. Ed è più che immediato ripensare al rissoso Joe Yabuki e alla bella e spocchiosa ereditiera Yoko Shiraki guardando gli altrettanto celebri Seiya e Saori creati dal mangaka Masami Kurumada per il suo Saint Seiya.
Quarant’anni, e Ashita no Joe si fa amare ancora. Lo si divora, ci si piange addosso, ci si arrabbia, ci si esalta, ci si emoziona, si posa il volumetto sul comodino e ci si alza in piedi ad applaudire a cotal capolavoro di sceneggiatura, così come al disegnatore, il cui stile sarà obsoleto quanto vi pare, ma è di una bellezza straordinaria. Tetsuya Chiba riesce a ritrarre personaggi dall’aspetto buffo e divertente, simili a quelli di Osamu Tezuka e quindi, di rimando, a quelli dei cortometraggi animati americani degli anni passati, ma anche personaggi realistici e dannatamente espressivi.
Si guarda Joe incassare i colpi, diventare una maschera di sangue, e si soffre per lui. Si guarda l’avversario di turno avanzare silenziosamente ma implacabilmente in direzione di Joe, con un’espressione quasi sovrannaturale dipinta in volto, e ci si piglia paura nonostante sia un personaggio disegnato su una tavola di carta. Si assiste a terrificanti allenamenti, a drastici diminuzioni di peso, e tanto ci si sente coinvolti che si sta davvero male.
È un tratto sporco, ruvido, ma di un’espressività impareggiabile, che molti autori moderni si sognano solamente. Ed è un tratto che chiunque si appassioni a questa storia non cambierebbe con null’altro al mondo, oltre ad un tratto che fece scuola nel corso degli anni a venire (si pensi al già citato Masami Kurumada).

Ashita no Joe 5

Ashita no Joe è grande. È talmente grande che descriverne a parole la grandezza è difficile, poiché è una grandezza inarrivabile, quel tipo di grandezza che soltanto i veri capolavori riescono a possedere.
Si tratta di un pezzo di storia, da qualsiasi parte lo si guardi. La storia del fumetto giapponese, ma anche la storia di un ragazzo attaccabrighe che cresce come sportivo e come uomo, e la storia di una nazione, il Giappone del dopoguerra, che lotta con le unghie e con i denti per sfuggire ad una misera condizione, così come il suo pugile rozzo e selvaggio che, ergendosi dai bassifondi, riesce a conquistare titoli su titoli e a sfidare (e, spesso e volentieri, vincere) campioni mondiali e nazionali.
È una storia di drammi, incontri, sangue e passioni. Un capolavoro della letteratura a fumetti giapponese a cui tutti quanti noi penso si debba solo chinare la testa in segno di rispetto, ma anche un modo per capirli un po’ meglio, questi strani, bizzarri e spesso troppo ingiustamente criticati fumetti giapponesi, poiché Ashita no Joe ne è un po’ il simbolo, di questo strano arcipelago popolato da gente con gli occhi a mandorla.
Da consigliare ad occhi chiusi, da comprare ad occhi chiusi e da leggere tutto d’un fiato, consci che no, non ci pentiremo di averlo fatto.

Titolo Prezzo Casa editrice
Rocky Joe  1 € 4.20 Star Comics
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