
Codename Sailor V è una storia dal destino assai bizzarro. Nata nel 1991 sulle pagine di Run Run della Kodansha e destinata ad un crescente successo, si presenta come un simpatico majokko un po' sui generis in cui una ragazza come tante, Minako Aino, riceve da un gatto parlante di nome Artemis un oggetto magico capace di trasformarla in Sailor V, paladina in costume col compito di proteggere la Terra dagli attacchi della demoniaca Dark Agency.
Nel corso del suo svolgimento, tuttavia, Codename Sailor V si trova a doversi legare con un'altra storia, ben più celebre, della stessa autrice, di cui diventa allo stesso tempo il prototipo e il prequel. Parlo ovviamente di Bishoujo senshi Sailor Moon.
I fans della guerriera della luna avranno infatti riconosciuto immediatamente come protagonista di questa storia la bionda Sailor V, la paladina della giustizia che faceva tutta una serie di piccoli camei nei primi capitoli/episodi televisivi di Sailor Moon.
Come i fans della serie sanno, Minako abbandonerà poi i panni di Sailor V per entrare in quelli di Sailor Venus e accompagnare la protagonista Sailor Moon nelle sue battaglie. Bene, Codename Sailor V ci racconterà proprio questo: la nascita dell'eroina, le sue prime avventure in solitario e il percorso di maturazione che la porterà, da guerriera solitaria che combatte le sue battaglie piuttosto controvoglia, a rendersi conto della sua reale missione, ben più grande e importante, ossia affiancare e proteggere la Principessa della Luna nelle sue traversie.
Due anime differenti pervadono, perciò, questo manga: quella di storia a sé stante che si occupa di presentare e portare avanti la vicenda di un personaggio e quella di prequel/prototipo/spin off di un'altra storia, a cui deve, per forza di cose, fare tutta una serie di rimandi.
Causa di questa particolarità è la bizzarra storia editoriale dell'opera: nato nei primissimi anni '90, Codename Sailor V viene stoppato dopo pochi capitoli, all'alba di una trasposizione animata mai realizzata, in favore di un progetto più ambizioso, che ne riscrivesse la storia in maniera più approfondita, sostituendo alla solitaria Sailor V un gruppo di guerriere. E' la nascita di Bishoujo senshi Sailor Moon, riscrittura e insieme sequel delle avventure di Minako.
Codename Sailor V, tuttavia, continua con nuovi capitoli, parallelamente alla storia di Usagi Tsukino, alla quale finisce per intrecciarsi in maniera sapiente, costituendone un perfetto prequel, che terminerà in patria, con una raccolta di tre volumi, successivamente alla conclusione di Sailor Moon, nel 1997.

Per certi versi, si tratta di un manga semplice, anche abbastanza stupidotto. La protagonista Minako è estremamente buffa e simpatica, ma anche esageratamente frivola e superficiale. Questo suo carattere così frivolo e semplice, questo suo prendersi una cotta per ogni bel ragazzo che vede senza mai esserne corrisposta, però, è anche uno dei punti di forza della storia, che permette a qualsiasi lettrice dell’età di Minako di identificarsi in lei, e inoltre avrà anche un risvolto più profondo col proseguire della vicenda, che vedrà quindi la protagonista crescere, maturare e prendere consapevolezza del suo ruolo e della sua missione.
Diciamocela tutta, poi, Minako è spassosissima. Sia che litighi col suo saggio e un po’ bacchettone gatto parlante-mascotte-guida Artemis, sia che dichiari di provare (per la XXXXsima volta) la gioia del primo amore, sia che usi la sua penna magica per trasformarsi nei personaggi più strampalati e inscenare così entrate in scena sempre diverse, rocambolesche ed esilaranti.

Sono capitoli dalla struttura di base molto simile, ma la simpatia della protagonista, dei nemici (che spesso e volentieri contengono in sé giochi di parole o riferimenti alle tradizioni nipponiche e alla cultura otaku dell’epoca) e delle vicende fanno passare questo difetto in secondo piano. Un piacevole divertissement che accompagna tutta la storia è anche la sottotrama che coinvolge i due poliziotti che tentano, ognuno per i propri, personali, scopi, di smascherare Sailor V.
Tra una risata e l’altra, tuttavia, il lettore sente che a Minako si sta affezionando, che il personaggio, piano piano, sta crescendo, che la storia si sta trasformando. Lentamente, Sailor V diventa, pur rimanendo di base una storia comica e molto leggera, qualcosa di più profondo, romantico e poetico e sempre più frequenti si fanno le comparsate del bonario Motoki, che lavora nella sala giochi frequentata da Minako, della simpatica Naru, con un bel fiocco sulla testa, e di una serie di ragazze misteriose, solo citate o apparse di sfuggita, che i fans di vecchia data già conoscono e che i nuovi impareranno presto a conoscere molto meglio, prima fra tutte una in particolare, che si chiama Usagi e ha dei capelli stranissimi…
La seconda e ultima parte della storia, oltre a fare da ideale ponte tra l’avventura di Minako e quella di Usagi, presenta temi più impegnati e profondi, un velo di struggente malinconia e ci parlerà di destino, di memorie, di amori ancestrali e non corrisposti, di epiche battaglie, di demoni e principesse, di ladri e paladine in maschera, riuscendo a tingersi di dolceamaro e a farsi amare ancor più dal lettore.

E' leggiadro, arioso, slanciato, capace di creare personaggi di una bellezza quasi ultraterrena e, allo stesso tempo, di incomparabile simpatia. Si tratta di uno stile non privo di difetti (si vedano i corpi sin troppo magri, le gambe sin troppo lunghe e le dita delle mani quasi scheletriche), ma che di certo è piacevolissimo da guardare e che ha fatto scuola, riuscendo perfettamente a convogliare i tratti distintivi dello shojo manga anni ’80 con elementi nuovi propri dell’autrice, che diventeranno poi il marchio di fabbrica dello shojo manga anni ’90, venendo imitati, sia pure in maniera differente e assai meno personale, da gran parte delle autrici che verranno.
E' inoltre palpabile un notevole miglioramento nel disegno, visto che i vari capitoli sono stati realizzati a distanza di parecchio tempo gli uni dagli altri e si nota benissimo la differenza fra quelli realizzati nella prima e nella seconda metà degli anni '90.
Giunto in Italia quasi in contemporanea con la sua conclusione, pubblicato a puntate sulla rivista Amici della Star Comics fra il 1997 e il 1998, Codename Sailor V ritorna oggi nel nostro paese per GP Publishing in una nuova veste, che segue la più recente ristampa in due volumi di grande formato operata dall'autrice nel 2003.
Come per Sailor Moon, anche in questo caso l'autrice ha apportato ritocchi alle tavole, modificando qualche disegno rispetto alla prima versione.
L'edizione di GP Publishing è identica in tutto e per tutto a quella del sequel Sailor Moon, con cui condivide le due versioni da edicola e fumetteria, la sovraccoperta per quest'ultima, la presenza di pagine a colori in entrambe le edizioni. Un'edizione pressoché perfetta, se si esclude qualche scelta di adattamento a mio avviso opinabile (si veda la sostituzione dell'originale termine "Crescent" con "Mezzaluna" in diverse formule di trasformazione e attacco, così da avere, al posto di "Crescent Power Transform" o "Crescent Boomerang" dei più cacofonici "Mezzaluna Power Transform" o "Mezzaluna Boomerang").
La storia di Sailor V, oggi, forse potrà apparire un po’ banale, ma si badi che gran parte degli stereotipi raggiunti al giorno d'oggi dal genere maho-shojo o majokko-sentai partono anche da qui. E' una storia che non riesce a trovare appieno la sua ragion d’essere, non sa se essere un prequel/spin off di Sailor Moon o vivere come un’avventura a sé. A Sailor Moon finisce quindi per essere inscindibilmente legato, e questo è il suo più grande pregio ma allo stesso tempo il suo più grande difetto. Chi non conosce nulla dell’universo di Sailor Moon lo eviti, poiché non capirebbe moltissime cose della storia e non lo apprezzerebbe, ma, di contro, i fans sfegatati delle guerriere con la marinaretta vi si buttino a capofitto, poiché è un tassello della storia che non può mancar loro, dal momento che offre una nuova, inedita, visuale del personaggio di Minako e dei nuovi tasselli per il grande mosaico della storia delle guerriere Sailor. Lo adoreranno. Chi non conosce Sailor Moon ma vuole farlo, allo stesso modo, dopo essersi approcciato alla storia principale, prosegua con la lettura di Codename Sailor V. Non se ne pentirà, ma ne troverà un gradevole approfondimento, dotato di un'atmosfera tipicamente anni '90, oggi retrò ma inscindibile dall'opera della Takeuchi.
In conclusione, Codename Sailor V è una storia diretta ai fans sfegatati di Sailor Moon e soltanto a loro. L’affezione per Minako, Usagi e compagnia porta il lettore a passar sopra ai tanti difetti di questa pur pregevole storia, e mi trovo dunque a promuovere il fumetto, con tutti i suoi difetti grafici e concettuali, dato che, come ormai è noto, io sono uno di questi fans.
In conclusione, Codename Sailor V è una storia diretta ai fans sfegatati di Sailor Moon e soltanto a loro. L’affezione per Minako, Usagi e compagnia porta il lettore a passar sopra ai tanti difetti di questa pur pregevole storia, e mi trovo dunque a promuovere il fumetto, con tutti i suoi difetti grafici e concettuali, dato che, come ormai è noto, io sono uno di questi fans.
Titolo | Prezzo | Casa editrice |
---|---|---|
Codename Sailor V 1 | € 4.70 | Star Comics |
Codename Sailor V 2 | € 4.70 | Star Comics |
Codename Sailor V Eternal Edition 1 | € 14.90 | Star Comics |
Codename Sailor V Eternal Edition 2 | € 14.90 | Star Comics |
Codename: Sailor V 1 | € 4.50 | GP Manga |
Codename: Sailor V 2 | € 4.50 | GP Manga |
Codename: Sailor V - Deluxe Edition 1 | € 5.90 | GP Manga |
Codename: Sailor V - Deluxe Edition 2 | € 5.90 | GP Manga |
Riguardo i disegni della Takeuchi, l'unica cosa che non sopporto sono le mani e i piedi (nudi)!
"Questo suo carattere così frivolo e semplice, questo suo prendersi una cotta per ogni bel ragazzo che vede senza mai esserne corrisposta, però, è anche uno dei punti di forza della storia, che permette a qualsiasi lettrice dell'età di Minako di identificarsi in lei"
Volevo esprimere il mio più profondo dissenso con questa affermazione, ma poi ho letto sotto che consigli questo titolo "ai fans sfegatati di Sailor Moon e soltanto a loro", quindi presumo che quel "ogni lettrice" intenda ogni lettrice fan sfegatata di Sailor Moon... giusto? In tal caso posso anche pensare che tu abbia ragione, anche se all'epoca ero fan di Sailor Moon pure io (non sfegatata però) e quel lato frivolo l'ho sempre odiato.
Nella versione italiana dell'anime "Sailor Moon" la chiamavano "Sailor" non "Sailor V" e per questo ai tempi dell'uscita di questo manga su Amici rimasi perplessa. Quindi in realtà il nome era "Sailor V" nella versione animata originale?
Non sapevo nemmeno che "Codename Sailor V" fosse uscito per primo, si impara sempre qualcosa
Sono molto interessato al manga su Sailor V perchè Minako è tra le cinque guerriere Sailor la mia preferita, e nel manga di Sailor Moon aveva un ruolo molto marginale.
Sono molto curioso di leggere le sue avventure in solitaria.
La rece per ora non la leggo, ma i complimenti a Kotaro li faccio comunque.
Avremo modo di (s)confrontarci quando finalmente lo leggerò.
A breve dovrebbe arrivarmi anche il secondo e ultimo volume dalla fumetteria (scioperi dei trasporti permettendo
E' indubbio il mio recupero di questo prequel, essendo io, fortunatamente per me, un grande fan di questa serie che tante emozioni sa e può regalare
Complimentissimi al recensore che ha come al solito fatto uno splendido lavoro.
Sailor V è una storia a cui sono molto legato, perchè siamo vecchi amici da tantissimi anni (cominciai a leggerlo su Amici della Star Comics che avevo 12 anni). Se leggete il voto nella relativa scheda, vedrete che forse non è quello che vi aspettereste da me, ma è una storia così particolare che può deludere in qualche punto ed affascinare in altri, dunque non posso eccedere più di tanto in virtù di questo suo essere una storia "scombinata".
Rimane comunque un'opera molto gradevole, che comincia con l'essere decisamente scanzonata (Minako è un vulcano, è azzeccatissima come protagonista, per quanto frivola che sia), allegra, ricca di citazioni e spassosa e finisce col maturare, diventando malinconica, struggente e profonda e segnando un chiaro percorso di crescita della protagonista insieme alla vicenda, che si riallaccia in maniera poetica a quel Sailor Moon che non esisteva ancora quando Sailor V iniziò.
E' una serie che, sì, forse lavora più di atmosfere, e io che ero bambino ai tempi della sua creazione riesco perfettamente a ritrovarmi in questo universo fatto di cantanti pop e videogiochi a due dimensioni, ma altri lettori più giovani invece magari si troverebbero "fuori target".
Rimane una lettura consigliata esclusivamente a chi si intende di Sailor Moon, che penso sia opportuno leggere prima di questo per cogliere le numerose citazioni che l'autrice vi inserisce negli ultimi capitoli.
@ Lina
E' ovvio che naturalmente ci sono casi e casi, ma io ho trovato tante "Minako" (magari meno nerd, ma a livello di frivolezza siam lì) fra le mie amicizie femminili di quando io e loro avevamo tredici anni.
Sailor V si chiama Sailor V anche nell'anime originale di Sailor Moon, tant'è che Usagi, spesso e volentieri, si riferisce a Sailor Venus come a "V-chan".
@ Micheles
In realtà, appunto, con questa recensione non voglio convertire nessuno, dato che si tratta di una miniserie praticamente rivolta solo a chi conosce già Sailor Moon.
Fra una decina di giorni finirò di vedere la prima serie di Ken il guerriero e arriverà la relativa recensione nella scheda, don't worry
La versione cartacea non ho ancora avuto modo di leggerla, ma intendo farlo al più presto. Davvero un'ottima recensione, complimenti, come sempre.
Mi trovo d'accordo su molte affermazioni fatte, comunque è vero da fan sfegatata di SM anche questo per me è stato un acquisto obbligato, ma le molte critiche fatte non le capisco, dopotutto è un manga per ragazze, se non si parla di amori e ragazzi come principi azzurri... dove altro potremmo trovarli?
Bella recensione in ogni caso
Immagino che il paragone tra le tue amiche e Minako l'abbia fatto solo tu, poi bisognerebbe vedere se loro concordano
Se facessi tutto un discorso su Sailor V mi attirerei le ire dei fan, ma ti dirò che quell'atteggiamento che tu definisci "frivolo" per me era "bimbominchioso" (all'epoca questo termine non esisteva, ma ne usavamo altri con significati analoghi). Va bene prendersi delle cotte e avere un atteggiamento un po' infantile, ma per me la Takeuchi esagera.
E difatti all'epoca della prima serie di Sailor Moon avevo una certa intolleranza ad Usagi per lo stesso motivo =_= A casa mia nessuna ragazza si è mai identificata in lei.
Io non lo definirei così, perché sia la Takeuchi sia i suoi stessi personaggi ironizzano su questa cosa, dunque stanno giocando; è veramente odioso quando i personaggi fanno le banderuole tra un/a ragazzo/a e un/a altro/a seriamente, come Maria di Cuore di Menta oppure tutti i personaggi di Chitose etc., per fare degli esempi tratti dalla Yoshizumi.
Per me è il contrario, a me Maria non dava particolarmente fastidio. Adesso non ricordo bene, so che si innamorava molto facilmente, ma non mi sembra che nella storia il suo atteggiemento risultasse pesante. Del resto lì c'era solo lei a prendersi tante cotte, potevi pensare che fosse solo il suo personaggio o che fosse una fase della sua vita, poi la storia passava agli altri e ti riprendevi.
In Sailor Moon invece certi comportamenti sembravano comuni, normali.
Secondo me la Takeuchi ha il difetto di generalizzare, ricordo che nell'anime si diceva spesso "tutte le ragazze... sognano questo/vogliono quest altro/ provano questi sentimenti..." (e lì purtroppo erano serie, non c'era ironia). Cavolo, mai una volta che io sia stata d'accordo.
A casa mia si guardava Sailor Moon per la storia, la comicità, l'ironia coi goccioloni che era una novità per quei tempi... ma poi basta. Non mi sono appassionata alla storia d'amore, diciamo che la seguivo con un certo interesse, ma non mi struggevo e l'immedesimazione non c'era, a me Mamoru non è mai piaciuto.
Invece i manga della Yoshizumi li ho letti con piacere, anche se non tutti. Cuore di Menta mi è piaciuto, di Chitose etc. ho letto solo il primo volume, ma per ora non mi pare malaccio.
Insomma, non è una "bimbaminchia", è semplicemente immatura! Con questo non dico che tutte le ragazzine immature siano come lei, ma quelle come lei esistevano, esistono ed esisteranno sempre... e meno male, io le trovo parecchio divertenti!
@dotato di un'atmosfera tipicamente anni '90, oggi retrò ma inscindibile dall'opera della Takeuchi.
Magari i manga di oggi sapessero trasmettere quelle magiche atmosfere, gli anni 80 e 90 nel panorama dei manga probabilmente sono i migliori anni produttivi in assoluto, i manga di quel periodo difficilmente verranno eguagliati.
Per quanto riguarda Sailor V invece, l'ho trovato un bel po' "noioso" ed è stata una lunga faticaccia leggere i due volumi
Suvvia, è un manga, è ovvio (o meglio, non è strano) che la caratterizzazione sia portata all'estremo per costruire la storia!
Se fosse come dici tu avrei problemi anche con gli altri manga, invece ne ho letti tanti in cui le protagoniste erano convincenti ed ero in grado di immedesimarmi con loro o comunque di condividere i loro sentimenti.
Per la verità anche tra le protagoniste di manga che ritengo scadenti credo di poterne trovare parecchie che considero migliori.
A questo punto forse dovremmo stabilire une definizione per il termine "bimbaminchia" perchè la Minako di Sailor V, per quel che mi ricordo (anch'io ho letto il manga molti anni fa) rispondeva abbastanza all'idea che mi sono fatta di "bimbaminchia".
Io ho visto in entrambe diversi elementi riconducibili alle reali tredicenni che conoscevo io, certo, chiaramente estremizzati poichè si è in un manga, e non mi hanno mai infastidito come personaggi (la succitata Maria invece sì). Naturalmente io parlo per me, ma non è detto che le cose che penso io le debbano pensare tutti, ci saranno sempre le eccezioni, come per qualsiasi cosa. Di certo e universale per tutti c'è solo la morte, come si suol dire, ah ah!
"in entrambe si avverte un preciso percorso di crescita che le affranca dall'essere solo delle ragazzine frivole"
Concordo per Usagi, ma non per Minako di Sailor V. In Sailor Moon sicuramente è diversa, ma questo perchè Sailor V sembra un altro manga, o almeno io l'ho trovato più immaturo e qualitativamente scadente, come se fosse l'opera di un mangaka alle prime armi (e da quanto ho appreso dalla tua recensione effettivamente è così, è arrivato prima Sailor V).
Nell'ultima saga di Sailor V anch'io pensavo che Minako stesse finalmente affrontato la sua crescita, ma poi il finale mi ha fatto cascare le braccia, ha buttato tutto alle ortiche.
### ATTENZIONE - SPOILERS NELLA PARTE SEGNALATA###########
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Tra il ragionamento dell'ultimo nemico (che ho trovato abbastanza campato in aria) e la reazione di lei dopo l'ultima battaglia il finale di questo manga mi ha proprio deluso. Mi aspettavo sentimenti più complessi e profondi, mi aspettavo che Minako riflettesse sull'accaduto e invece... il giorno dopo era tutto come prima, non è successo niente! =_=
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"Naturalmente io parlo per me, ma non è detto che le cose che penso io le debbano pensare tutti, ci saranno sempre le eccezioni, come per qualsiasi cosa"
Detto così sembra che la maggioranza debba pensarla come te, quelli che sono in disaccordo devono essere per forza delle eccezioni
Sailor V è sì, in parte, precedente a Sailor Moon, ma non è la prima opera dell'autrice, che ne aveva già realizzate un altro paio in precedenza, anche se di genere completamente diverso (anche perchè sennò poi dove starebbe l'innovazione?
Il cambiamento di Minako io l'ho notato, anche perchè comunque non si può valutare da sola la storia di Sailor V ma va integrato con quanto narrato in Sailor Moon e lì si nota bene il cambiamento caratteriale di Minako rispetto al suo manga in solitario (prima non voleva fare niente, in Sailor Moon addirittura accetta di esporsi, in quanto leader delle guerriere, fingendosi la principessa).
Ricordiamoci comunque che si tratta sempre di quattordicenni, e che quindi una parte di loro, per quanto possano essere eroine temprate da battaglie e infausti destini, deve comunque sempre essere un pò sciocchina e frivola, "normale", se vogliamo.
Del resto, la Takeuchi nell'ultima parte del manga di Sailor Moon ha anche fatto cadere l'algida patina di perfezione delle regine di ghiaccio Haruka, Michiru e Setsuna, vuoi che non lo faccia con Minako?
Ovviamente non volevo dire che quello che penso io è il Vangelo che tutti devono seguire, quanto più che ognuno ha la sua testa e le sue idee, che non necessariamente collimeranno
Che in Sailor Moon Minako sia più matura non ci piove, siamo d'accordo tutti, ma secondo me è troppo comodo ricorrere al manga riuscito meglio.
Il punto è che un'esperienza come quella avrebbe dovuto segnarla, avremmo dovuto vedere Minako riflettere sull'accaduto o dire qualcosa che facesse comprendere che per lei era successo qualcosa... questo ancora nel corso di Sailor V se vogliamo dare un degno finale e un significato a questo manga. L'età vuol dire poco in questo caso, ci sono avvenimenti che lasciano il segno a qualunque età.
Magari, avendo già mostrato il personaggio già maturato (il finale di Sailor V è posteriore a quello di Sailor Moon), l'autrice non ha avuto interesse nel mostrare il processo, ma l'ha lasciato intendere coi fatti. Vallo a sapere, io non sono nella sua testa, nè conosco le meccaniche editoriali che stanno dietro a Sailor V e alla sua serializzazione particolare.
A me come fumetto non è dispiaciuto e ritengo sia ben fatto, per il suo target (anzi è più completo questo finale, rispetto a quello di Sailor Moon, secondo me). Poi ovviamente ognuno ha le sue idee come dicevo
La tua ipotesi spiega le motivazioni, ma per me il difetto rimane. La conclusione di Sailor V secondo me è di una superficialità disarmante, che manda purtroppo a monte quella che poteva essere una bella saga.
Un peccato anche per il nemico, che mi stava piacendo, ma è stato trattato come un personaggio filler.
A me di questa storia è proprio piaciuta tanto l'idea che, rispetto a Sailor Moon, Minako sia colei che in realtà è "soltanto" di contorno.. protagonista sì, ma in attesa di tornare a servire la vera principessa. E' un po' anomalo anche questo e non mi è dispiaciuto.
La condivido pressoché in toto. Rimarcherei solamente che il primo volume, pur risultando divertente nei vari episodi, tende ad essere un po' troppo ripetitivo alla lunga. Una strategia in questi casi è di frazionare la lettura in più sessioni e di non fare una tirata con tutto il tankobon.
Molto meglio il secondo volume più vario nel registro e con gli interessanti sviluppi nella storia di Sailor V che la legano alla sua serie madre
La adoro, semplicemente. E comunque la formula in originale era
"Mikazuki Power Tranform" e "Mikazuki Boomerang" ( in giapponese "mikazuki" significa "mezzaluna"), e poi non si tra sformava con la penna (cioè, no si trasforma in altre versioni con la penna, uf come posso spiegare? Mttiamola così:La Penna("V Henshin Pen") le erve (a Minako) per trasformarsi in Sailor V, ma solo in Sailor V mentre il Crescent Compact (il portacipria a forma di mezzaluna) le pernette di assumere alte smbianze).
CONTINUA...
I mie capitoli di Codename Sailor V preferiti sono : i primi due e gli ultimi due. Mi dispiace però che non sia data molta importanza alla polizia. Nel senso: Natsuna-san scopre che Minako è Sailor V, e poi? Un bel niente. Io mi aspettao che Minako tribolasse un po' per evitare che scoprpisero che lei è Sailor V. Ma forse sono io che ho il cervello bacato quindi non fateci troppo caso. Fa anche rima!
Fine (per ora...)
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