
Protagonista della storia è Josuke Higashikata, un teppistello che si ritrova suo malgrado invischiato nelle traversie della famiglia Joestar in maniera del tutto inaspettata. Dotato di uno Stand chiamato Crazy Diamond, capace di "aggiustare" ciò che è rotto o ferito, oltre a possedere le classiche forza e velocità, il giovane Josuke si ritroverà fra capo e collo parecchie grane, poiché la quiete della sua tranquilla cittadina viene d'un tratto interrotta dal ritrovamento di una mistica freccia capace di donare uno Stand a chi ne viene colpito. Per le strade di Morio-cho, dunque, compaiono, giorno dopo giorno, i più svariati e bizzarri individui in possesso di poteri strani, ma la minaccia più grave per Josuke e per la città stessa è quella costituita da un misterioso ed efferato serial killer che, nell'ombra, miete vittime ormai da anni.
La differenza, fra questa Diamond is Unbreakable e la precedente Stardust crusaders, si nota immediatamente. Le due serie, infatti, hanno una struttura simile, poiché entrambe sono composte da una serie di scontri che portano al combattimento risolutivo contro il boss finale, ma differiscono nella forma. Se Stardust Crusaders era un pittoresco viaggio intorno al mondo, Diamond is Unbreakable restringe il suo setting alla sola Morio-cho, dai cui confini i personaggi mai si allontaneranno.
Questo fa sì che la quarta serie di Jojo sia decisamente la meno "manga" fra le quattro sinora ristampate dalla casa editrice Star Comics. Più che quella di un fumetto giapponese, l'atmosfera che si respira fra le sue pagine è infatti piuttosto vicina a un film thriller/horror americano o a serial televisivi made in USA come Twin Peaks (da cui l'autore molto probabilmente è stato ispirato, vista la sua dichiarata passione per il cinema americano), Smallville o Buffy l'ammazzavampiri (che sono successivi a questo manga ma ne condividono diversi elementi).
Avremo una cittadina piccola, apparentemente tranquilla, fatta di ridenti casette, ristoranti, porti, parrucchieri, negozietti, scuole e campi, che il lettore imparerà a conoscere grazie al largo spazio dedicato a scene di vita quotidiana più o meno normali.
Una cittadina che, però, nasconde numerosi segreti e che comincerà man mano a popolarsi di casi umani e gente dai poteri bizzarri e dalle cattive intenzioni che il povero Josuke e i suoi amici si troveranno ad affrontare in scontri assai pericolosi.
La struttura, del resto, è proprio quella di un telefilm americano di questo tipo: si procede per diversi capitoli più o meno autoconclusivi, che mostrano gli scontri con i vari bizzarri abitanti della città, mentre, pian piano, si va costruendo una trama di fondo un po' più articolata che fa da collante a tutta la vicenda portando i personaggi verso uno scontro finale, esattamente come succedeva nelle varie serie della cacciatrice di vampiri Buffy.

L'autore può quindi dar libero sfogo alla sua strabordante fantasia e dotare i nuovi personaggi dei poteri più svariati e particolari. Avremo personaggi capaci di far esplodere ogni cosa che toccheranno; di creare bombe che inseguono il calore o che, quando esplodono, riportano indietro il tempo; di "annullare" lo spazio; di trasformarsi in acqua; di evocare eserciti giocattolo; di trasformare il senso di colpa in un enorme e pesante lucchetto posto sul cuore delle vittime; di trasformare la gente in libri e governarne le azioni mediante la parola scritta; di manovrare i capelli; di creare cibi succulenti; di muoversi attraverso l'elettricità; di cambiare letteralmente i connotati alle persone; di entrare nelle fotografie; di risucchiare gli Stand altrui con partite a morra cinese; di trasformarsi in qualsiasi cosa. Si arriva a toccare punte di assurda genialità nel vedere persone capaci di controllare le onomatopee dei fumetti per trasformarle in armi d'attacco o gatti che, morti, rinascono sotto forma di strambi esseri mezzi gatto e mezzi pianta capaci di comprimere l'aria per mutarla in proiettili o scudi.
Stand e poteri sempre più assurdi e fuori di testa, in taluni casi persino capaci di evolvere e ottenere sempre nuove facoltà, che daranno il via a combattimenti sempre vari, sempre sul filo del rasoio, dove sempre meno conterà la forza dei pugni ma che andranno risolti con astuzia, ingegno, trucchi, strategie e un pizzico di fortuna.

Come nella terza serie, infatti, i vari cattivi minori sono abbastanza anonimi, ma, sfortunatamente, stavolta anche i personaggi più importanti hanno dei problemi.
Nella postfazione contenuta nell'ultimo volume, l'autore ammette che gran parte dei personaggi sono stati dotati appositamente di personalità stupidotte e questo, purtroppo, è palpabilissimo nella lettura. Josuke e gran parte dei suoi amici sono infatti dei bulletti abbastanza sciocchi, che commettono bravate di continuo.
Accanto a personaggi stupidi ve ne sono altri che, invece, sono dei malati di mente psicopatici, menefreghisti o con mille manie stupide.
E' il caso del cattivo finale, che non ha la stessa epicità trash che aveva il precedente Dio Brando. Trash lo è ugualmente (un serial killer fissato con la crescita delle unghie che si porta in giro le mani delle ragazze che uccide come se fossero una borsetta), ma gli manca l'epicità e questa mancanza si riflette sull'intera serie rendendola meno intensa rispetto alla precedente. Il suddetto cattivo è caratterizzato alla perfezione, in maniera molto originale, ma rimane uno psicopatico qualsiasi indegno del suo ruolo, che il lettore faticherà ad accettare come nemesi del gruppo dei buoni.
Ed è, purtroppo, anche il caso del fumettista Rohan Kishibe, personaggio amatissimo dai lettori e dall'autore stesso, che lo ha reso protagonista di diversi spin off, come Rohan au Louvre, (prossimamente in arrivo in Italia per 001 Edizioni). Sebbene sulla carta sia un personaggio positivo, Rohan ha un temperamento asociale e schizofrenico e non è molto chiaro il suo allineamento.
Fortunatamente, qualche eccezione c'è, rappresentata dall'ingenuo Koichi Hirose, un ragazzino timido che nasconde una grande forza interiore e sarà il personaggio che maggiormente crescerà lungo tutto l'arco della vicenda, nonché l'unico in cui il lettore riesce pienamente ad identificarsi.
Dal momento che i personaggi nuovi sono poco interessanti, a imporsi ancora una volta sono i vecchi, ossia Jotaro Kujo, perfettamente a suo agio nel ruolo del saggio mentore, e... Joseph Joestar, sempre lui, inossidabile, che si conferma ancora una volta il miglior personaggio della saga, epico e divertentissimo anche nelle vesti di vecchietto rimbambito alle prese con una buffa bimba invisibile e con scappatelle extraconiugali degne di Zeus.
I nostri personaggi sono un po' sciocchi, strambi, non gli interessa molto far gruppo e si cacciano continuamente nei guai perché fanno stupidaggini o non collaborano fra loro. Fra le pagine di questa storia, dunque, mancano completamente l'eroismo, l'epicità, la predestinazione caratteristici dei grandi shounen manga d'azione e delle precedenti tre serie di Jojo.

Oltre ad essere decisamente poco epica, la trama si sviluppa in maniera molto lenta, quasi in sordina, in mezzo a un esorbitante numero di incontri e scontri a volte trascurabili. Araki è però abile nell'introdurre un paio di interessanti elementi che donano spiegazioni a eventi delle serie precedenti e che, presumibilmente, saranno approfonditi nelle successive, andando ad ampliare la mitologia di questa saga generazionale così stramba e allo stesso tempo così affascinante.
L'autore, ancora una volta, va modificando il suo stile di disegno, rendendo i personaggi molto più magri, lontani dai colossi robusti delle prime serie, con volti tendenti all'efebico in diversi casi, ma sempre con uno stile molto curato e personale.
Rimangono, infatti, tutti i tratti caratteristici del disegno di Araki, come il look pacchiano dei personaggi (certi abiti o accessori sembrano usciti dall'incubo psichedelico di un hippy dopo un cannone) o le pose da contorsionisti.
Intatto è anche, fortunatamente, il gusto dell'autore per le citazioni: al cinema americano (L'esorcista, Misery non deve morire), ai manga (il giovane Koichi Hirose e il suo Stand hanno un debito palese nei confronti di Gohan e Cell di Dragon Ball) e, soprattutto, alla musica (Pink Floyd, Enigma, Queen, Red Hot Chili Peppers, Bob Dylan e molti altri saranno messi al servizio dei vari Stand). Molte delle belle idee escogitate dall'autore saranno poi ritrovate in videogiochi come Phoenix Wright o in manga e anime successivi come One Piece, Bleach, Yu-gi-oh o il recente Saint Seiya Omega.
La quarta avventura della famiglia Joestar, dunque, si rivela essere ancora più bizzarra, decisamente diversa dalle precedenti e, in generale, dallo stile narrativo degli shounen manga.
E' uno shounen manga particolare, a cui mancano le basi di questo tipo di opere, poiché i suoi eroi sono poco eroici. L'autore scrive un manga di solo intrattenimento, che poco si occupa di lasciare insegnamenti positivi ai suoi lettori ma vuole soltanto divertirli e appassionarli con una serie di scontri sempre molto vari, accattivanti, tesi e violenti, più che regalar loro degli amici o degli eroi.
Fra le quattro serie di Jojo sinora ristampate, Diamond is Unbreakable è dunque la più particolare e, in virtù di queste sue caratteristiche un po' strambe, non è quella che mi è rimasta più impressa, per quanto io mi sia appassionato alla risoluzione dei numerosi scontri, al contrario delle storie di Johnathan, Joseph e Jotaro che invece mi hanno regalato anche numerose scene epiche e personaggi che, per quanto ombrosi o tamarri, manifestavano in maniera più palese il loro eroismo.
Rimane un manga molto originale e appassionante, che riesce abilmente a intrattenere il lettore con combattimenti intelligenti e sempre diversi e avvincenti e che ben merita la sua importanza nella storia del genere shounen d'azione in virtù di molte trovate innovative che introduce, ma dietro questa facciata più disimpegnata non presenta temi più profondi o insegnamenti che possano scolpirsi nel cuore di chi legge.
E' uno shounen manga particolare, a cui mancano le basi di questo tipo di opere, poiché i suoi eroi sono poco eroici. L'autore scrive un manga di solo intrattenimento, che poco si occupa di lasciare insegnamenti positivi ai suoi lettori ma vuole soltanto divertirli e appassionarli con una serie di scontri sempre molto vari, accattivanti, tesi e violenti, più che regalar loro degli amici o degli eroi.
Fra le quattro serie di Jojo sinora ristampate, Diamond is Unbreakable è dunque la più particolare e, in virtù di queste sue caratteristiche un po' strambe, non è quella che mi è rimasta più impressa, per quanto io mi sia appassionato alla risoluzione dei numerosi scontri, al contrario delle storie di Johnathan, Joseph e Jotaro che invece mi hanno regalato anche numerose scene epiche e personaggi che, per quanto ombrosi o tamarri, manifestavano in maniera più palese il loro eroismo.
Rimane un manga molto originale e appassionante, che riesce abilmente a intrattenere il lettore con combattimenti intelligenti e sempre diversi e avvincenti e che ben merita la sua importanza nella storia del genere shounen d'azione in virtù di molte trovate innovative che introduce, ma dietro questa facciata più disimpegnata non presenta temi più profondi o insegnamenti che possano scolpirsi nel cuore di chi legge.
Vedendo questo manga ristampato capisco sempre meglio che la qualità che si aveva una volta serve ancor più oggi a dar ossigeno a un panorama in completa crisi di idee valide.
Comunque la mia serie preferita e la terza *^*
riconosco i difetti che sono un'inizio un po' arrancante, fino a quando non appare kira la storia sembra arrancare senza uno scopo ben preciso e il fatto che josuke e altri comprimari siano piuttosto sciocchini come dice kotaro. li vedo come una rappresentazione dello "spirito" degli anni 90 (la quarta serie è stata pubblicata dal 92 al 96) che perde buona parte dell'epicità e dello spirito di eroismo che avevano jotaro e joseph.
Bellissima recensione, COMPLIMENTI!
Questo quarto Jojo semplicemente ha parecchi difetti che a me non sono andati giù.
Spoiler
Spoiler
Spoiler
L'ambientazione è troppo statica. Può essere interessante ambientare tutto il manga in una città, e scoprire i suoi misteri e tutto il resto. Fa molto serie americana, ce ne sono diverse con la stessa impostazione, ma poi semplicemente si perde e il fumetto diventa una serie di scontri (logico che sia così) contro avversari sempre più strambi. Le lotte poi avvengono senza un motivo preciso, questi tipi acquisiscono gli stand e iniziano a fare fesserie. Manca un vero cattivo contro cui indirizzare tutti gli sforzi dei protagonisti, che non hanno appunto un obiettivo. Il cattivo arriva tardi, e anche lui si ritrova a combattere quasi per caso contro i protagonisti.
I buoni sono un gruppo di sole 3 persone, 4 con Rohan ma lui è un po' a parte. Ma fanno gruppo poche volte, tanto che tutta la battaglia finale la fa solo Josuke.
Molte cose si sono perse per strada: l'arco e la freccia, cosa sono? Quando Kira è stato colpito? E alla fine della storia dove sono finiti?
Fine Spoiler
Fine Spoiler
Fine Spoiler
@Kotaro:
Spiegami questa parte della recensione:
"Molte delle belle idee escogitate dall'autore saranno poi ritrovate in videogiochi come Phoenix Wright o in manga e anime successivi come One Piece, Bleach, Yu-gi-oh o il recente Saint Seiya Omega."
Dunque Phoenix Wright, immagino siano i lucchetti sul cuore, ne avevamo già parlato.
Saint Seiya Omega, Ionia e il suo libro.
One Piece, sarebbe il potere di Capone e i mini soldati?
Bleach e Yu-gi-oh non mi vengono in mente.
Complimenti come al solito per la bella recensione.
Questa 4° serie ha secondo me il tratto di disegno migliore, e Yoshikage Kira per me è superiore a Dio Brando come antagonista, ha una psicologia più approfondita, un ottimo Stand ed è uno psicopatico di "spessore". A me Dio Brando è piaciuto, ma non così tanto da idolatrarlo, purtroppo a me non ha affascinato e appassionato come per il 90% dei fan di JoJo.
Anche i protagonisti di DIU non sono affatto male, non caratterizzati come quelli della 1° e 2° serie, ma più approfonditi rispetto a Stardust Crusaders si, in cui erano puro e semplice characters design accompagnato da un pò di "sboraggine" (passatemi il termine), io l'ho trovato abbastanza piatti e non molto carismatici.
Stardust Crusaders è superiore a DIU solo sull'aspetto dall'ambientazione, perchè anche riguardo alla trama viene surclassata, in quanto nella 3° serie era un semplicissimo susseguirsi di scontri (ottimi, nulla di contestare, anzi, probabilmente è la serie che contiene le battaglie strategiche migliori), fino ad arrivare al "boss finale", mentre nella 4° serie Araki tenta finalmente di creare una narrazione un pò più "complessa" e pensata, con qualche buon colpo di scena.
Ma ora basta fare confronti, siate felici e preparatevi, tra poco finalmente inizierà Vento Aureo, la serie migliore di JoJo a mio parere.
P.S. So già che il mio pensiero andrà quasi sicuramente contro quello del 90% dei fan di JoJo, che adorano Stardust Crusaders, perciò sono prepararto per i pollicis rossi xD
Adesso aspetto la quinta
Edit:
@GianniGreed: ormai non ci sono più i salti temporali delle prime saghe, e' probabile che verra' fatta luce sui misteri inrisolti nelle prossime serie U,U
(non e' uno spoiler, le mie sono solo considerazioni, ricordo che e' la prima volta che leggo JoJo)
@GianniGreed:non preoccuparti nelle prossime serie tutto verrà spiegato Araki non lascia niente in sospeso!!!
Come detto nella recensione, io il manga l'ho trovato molto avvincente e mi sono divertito da matti nel vedere l'assurdità degli Stand e degli scontri (quando è apparso il gatto-pianta mi sono alzato ad applaudire a momenti). Tuttavia, dei personaggi così sciocchi, che non hanno il minimo interesse a fare gruppo e che combattono praticamente solo per fare caciara non mi vanno tanto giù, così come non mi vanno giù i personaggi pazzi e malati di mente (Rohan Kishibe ok, il tuo potere è tanto bello e interessante, ma non puoi mangiarti i ragni se poi io leggo, non saremo mai amici io e te!). Ho proprio sentito la mancanza di quell'epicità che c'era nelle serie precedenti, vuoi anche per l'ambientazione più esotica, vuoi per il concetto di saga generazionale con un nemico ancestrale che ritorna attraversando le generazioni per perseguitare una famiglia che è destinata ad abbatterlo e dunque l'eroismo di questi personaggi che combattono, e magari pure muoiono, nel tentativo di fermare questo grande nemico.
Kira ok, è caratterizzato molto bene, ma per me non è assolutamente al livello di Dio Brando: quest'ultimo voleva conquistare il mondo, ha messo a ferro e fuoco l'Egitto, aveva una schiera di numerosissimi sostenitori fra le cui fila c'erano anche due cavalieri leggendari e Jack lo squartatore (non so se mi spiego). Kira invece, per quanto perfettamente caratterizzato (i capitoli narrati col suo punto di vista sono interessanti), è solo un malato di mente qualunque, che ha come unico obbiettivo nella vita quello di collezionare unghie, portarsi a spasso mani di donna e starsene tranquillo nella sua ridicola cittadina che è uno sputo in confronto all'immensità del mondo. In più, praticamente, i personaggi non vi si contrappongono per chissà quale destino eroico, ma praticamente perché ci sono inciampati per caso. Direi che non c'è proprio paragone fra i due
Diciamo che Diamond is unbreakable è, tutto sommato, un bel fumetto d'evasione, scritto molto bene e avvincente, ma alla fine della fiera risulta un po' vuoto e, per quanto ti abbia fatto divertire, non ti rimane molto dentro. A parità di fucina di scontri e di personaggi cazzoni e malati, è un po' come un Bleach dei giorni nostri, con la differenza che Bleach non ha i suoi scontri sempre diversi e folli e quindi, al contrario di Diamond is unbreakable, ti annoia.
Per ora, le prime 3 serie di Jojo sono allo stesso livello per me, avendole apprezzate allo stesso modo, vuoi per un motivo, vuoi per un altro, e questa è un gradino sotto. Vedremo le altre, ma la quinta col protagonista coi bigodini, il fisico femmineo e la tutina a cuoricini non si è mai presentata benissimo, chissà...
@ Giannigreed
Come hai detto, per Phoenix Wright intendevo proprio il lucchetto del cuore (tra l'altro, non conoscendo il gioco, me l'avevi fatto notare tu); per One Piece l'esercito in miniatura di Capone; per Saint Seiya Omega il libro di Ionia. Per Bleach intendevo il tizio cattivo apparso di recente che entra nella memoria delle persone. Non ha un libro, ma ok, il potere è sempre quello di Rohan Kishibe, siamo lì. Per Yu-gi-oh invece intendevo il personaggio di Koichi Hirose, così timido, sottomesso e sfottuto da tutti, che invece rivela una grande forza, ed è facile pensarlo come la base del simile Yugi Muto.
P.S. con tanto di spoiler
So che alcune cose rimaste insolute in questa serie torneranno ad essere narrate nelle successive
Sinceramente come incipit è superiore rispetto alla terza serie e si presenta molto più violenta della precedente, e sembra esserci una trama ( si sembra, anche se al momento gli scontri sono totalmente casuali e privi di alcuna ragion d'essere...).
Il disegno è migliorato rispetto alle precedenti due serie, ma le macchie di sangue Araki ancora non le sa fare...il sangue schizza fuori in una maniera inspiegabile.
Josuke in potenza potrebbe interessare il lettore molto più di Jotaro, che è totalmente anonimo e privo di interesse ( tranne nel volume 10 di SC e nel volume 1 di DIU, ma già nel 2...).
Cmq rimango ancora deluso dagli stand, sinceramente erano molto meglio le onde concentriche delle prime due serie ( che sono nettamente superiori alla terza, inutile girarci intorno). Gli allenamenti sono spariti...
Chissà quando Araki ritornerà al livello delle prime due serie...al momento di The Genius ci vedo ben poco ( ed è limitato alle prime due serie), non sempre l'inventiva corrisponde a saper raccontare una storia...e la terza serie di jojo è lampante, una lunghissima e noiosissima sequela di combattimenti ( belli si), ma alla lunga ripetitivi e stancanti ), e con un finale dai power up saltati fuori dal nulla...
La terza serie è bella solo per:
SPOILER
- Crescita di Polnareff
- Combattimento contro la vecchia Enya
- Combattimento contro il cieco.
- Citazione al film Shining quando Seth spacca la porta con l'ascia ( unica mia citazione capita, poichè le altre fatte nella terza serie, erano tutte citazione di serie Z e di cose sconosciute)
- La partita a carte contro D'Arby
- Partita ai videogame contro l'altro D'Arby
- Morte di Abdul che mostra il pugno a Polnareff e gli fa capire che il ragazzo è maturato diventando un uomo nuovo e pronto ad affrontare l'ultimo ostacolo ( migliore scena della terza serie).
- Parte del combattimento contro Dio Brando ( anche se vi sono power up incoerenti come Jotaro che ferma il tempo...ok, non sei migliore di un Kishimoto che caccia continuamente fuori dal nulla power up e nuove tecniche così a muzzo...cioè Jotaro non ha mai fermato il tempo, e poi guardacaso, contro Dio non solo riesce a fermarlo, ma riesce anche a muoversi!!!!).
FINE SPOILER
Insomma terza serie stra-sopravvalutata, nelle prime due serie i personaggi non solo erano migliori, ma erano molto più caratterizzati e sopratutto c'era una trama.
Comunque proseguo con la lettura della quarta serie, vediamo dove l'autore voglia andare a parare e se troverà un'antagonista all'altezza di Dio Brando...e dicono che più avanti si va, più Jojo peggiorerà...insomma se le premesse sono queste...
La terza serie è valutata il giusto, ossia un manga che ha letteralmente fatto la storia, essendo il primo a presentare, col concetto di Stand, una meccanica che poi in mille altri hanno copiato. Praticamente tutte le storie o i videogiochi dove ad un personaggio corrisponde uno spirito/mostro personale o dove i combattimenti sono raccontati con strategie pazzesche e poteri strani, tipo Shaman King, Blue Dragon, Rabbit, La legge di Ueki, Yu degli spettri/Hunter x Hunter, Yu-gi-oh, Bleach, devono qualcosa di più o meno grande a Stardust Crusaders. Senza contare il design dei personaggi, che è servito d'ispirazione a duemila personaggi di videogiochi (la cresta di Polnareff da sola ha generato un terzo dei personaggi dei picchiaduro
La genialità di Araki sta nel creare queste cose assolutamente folli, questi personaggi schizzatissimi con poteri allucinanti che danno vita a combattimenti imprevedibili e folli. Se anche non brillasse per le trame o per la caratterizzazione psicologica dei personaggi, sopperisce con queste assurde bizzarrie e scontri sempre geniali e differenti che riescono a non annoiare mai, a differenza di altri autori che hanno uno schema e usano sempre quello, con poche variazioni del caso.
@Kotaro: purtroppo è vero, la 5° serie non si presenta al meglio, figurati che io mi fermai proprio a DIU perchè non avevo il coraggio di proseguire vedendo quei disegni effeminati, i bigodini e la tuta con con l'apertura sul petto a cuore, mi disgustava, ed infatti non mi piace affatto lo stile di disegno di Vento Aureo. Ma in seguito su sollecitazioni mi feci coraggio e la iniziai e a quando la conclusi non ci volevo credere, era la migliore tra le 5 che avessi letto, e lo è rimasta tutt'ora.
Perciò il mio consiglio è di tenere i denti streatti e sopportare questo characters design tendente al femminile, bisognerà farci il callo, in quanto attualmente siamo arrivati all' 8° serie e non non ha abbandonato questi tratto
@Kabutomaru: l'idea degli Stand è stata geniale, impossibile non riconoscerglielo, ma purtroppo in parte non li ha saputi gestire bene in quanto, come hai fatto notare tu, spariscono gli allenamentii: i personaggi insieme allo stand ottengono un' intelligenza straordinaria, che gli permette di sfruttarli strategicamente al meglio in combattimento, insieme alla capacità già perfetta di usarli, è come se a prima vista li conoscessero già, come se non fosse nulla di nuovo; insomma, l' espressione "nessuna nasce già imparato" Araki non la conosce affatto, e perciò si sbarazza completamente della componente dell' "esperienza", che ottengono già a prescindere con il loro Stand, sapendolo usare già al 100% sin dall'inizio, come se non avesse nessun segreto per loro.
Quand'è così so già che lo amerò. Salvo rarissime eccezioni non mi trovo granché a mio agio con gli eroi a tutto tondo, mentre tra i "buoni per caso" ci sguazzo che è un piacere - specialmente se sono stupidi, pigri, egoisti e/o socialmente impediti. Mi rendo conto che per gli standard degli shōnen di azione si tratta di un'eresia, ma per me è il paradiso.
Sinceramente alcuni di quei manga, sarebbero nati anche senza gli Stand inventati da Araki...
La partita a poker contro D'Arby per me non influisce minimamente sul manga di Yu Gi oh, che sarebbe sorto spontaneamente...anche se quella partita a carte, mi ha preso di brutto ( anche se di poker non ci capisco molto).
Inutile dire ha fatto scuola, è piena di difetti punto...non c'è una trama, è noiosa e ripetitiva fino allo sfinimento e come se non bastasse allunga il brodo con gli stand Egizi ( utili solo per i fratelli D'Arby)...anche Dio Brando ha una caratterizzazione spessa quanto un foglio di carta in SC, rispetto a PB...eppure l'autore è lo stesso...
La terza serie si basa solo sui combattimenti, più volte mi sono chiesto " e mo questo come lo battono? ", poi finito lo scontro, ti accorgi che non ti è rimasto niente e quindi vai con il prossimo.
Poi questi stand non vi danno una sorta di alienazione ? A me sembra che i protagonisti non combattano con le loro forze, cioè gli stand sono una cosa e loro un'altra...sono due cose separate...dopo un pò ci si abitua però...ancora oggi...
La quarta serie al momento seppur con scontri casuali e messi lì tanto per, sembra avere una trama...e questo è già un buon punto di partenza e mi ha già regalato il primo momento di riflessione con i fratelli Nijimura.
Cmq più che pensare a questa quarte serie, molti dicono che Jojo con la quinta e la sesta serie, scade di brutto...ho letto un pò di pareri e il futuro non è roseo...
SE volessimo dire "chi ha inventato chi" potrei dirti che gli stand esistevano già da anni nei manga solo che nessuno ha avuto la /geniale) idea di Araki di usarli come protagonisti di un manga.
Basti pensare a Lamù , dove in un episodio, Sakurambo e Sakura usano due spiriti protettori.
Poi Araki nei personaggi di Jojo, si è ispirato a quelli di una serie americana di Hanna e Barbera, Johnny Quest
http://www.firstshowing.net/img/jonny-quest-big.jpg
( e dovreste vedere nella serie il dott. Quest col cappello di Indiana Jones, sembra Josef spiccicat!)
mentre per lo stand di Dio si è ispirato a una serie di Osamu Tezuka ( di cui fecero un telefilm live) dove il protagonista fermava il tempo gridando " tempo fermati !" (come fa Dio ).
In arte nulla si crea - e per fortuna - nulla si distrugge.
Personalmente per me è l'incontrario, ho trovato carine le prime 3, ma nulla di speciale, sopratutto Stardust Crusaders che mi ha deluso moltissimo; invece DIU e vento Aureo mi son piaciuto molto di più delle precedenti, sopratutto la 5° che mi ha stupito.
Stone Ocean è purtroppo la pecora nera dell'intera serie, non c'è niente da fare, fa proprio pena, nonostante la parte iniziale sia ottima e piena di potenziale, in seguito si perde totalmente e si aggrappa ad un finale di convenienza per Araki, che ossenò non avrebbe saputo come sfornare altre serie.
Di Steel Ball Run ho letto solo i primi 6 volumi, e sembrava interessante l'incipit della storia, ma si sta svolgendo tutto troppo lentamente, e i combattimenti non sono un granchè, pieni di esagerazioni e strategia al limite del possibile immaginario. Insomma, anche questa 7° serie sembra non avere un brillante futuro a mio parere, al contrario di Jojolion, l'8°, che dai primi 8 capitoli sembra avere una trama molto interessante, anche se ancora caratterizzata di uno sviluppo della narrazione lento; il characters design del protagonista è abbastanza ridicolo per i miei standard, ma il suo Stand non è affatto male, speriamo di veder qualcosa di buono questa volta, magari qualcosa di migliore di Vento Aureo, che per ora reputo l'apice della carriera di Araki (si, faccio parte di quel misero 10% dei fan che va controcorrente xD).
Concordo sul fatto che molti personaggi (Rohan in particolare), pur passando dalla parte dei buoni, non mostrano un adeguato sviluppo del carattere. Personalità davvero scialbe, salvo eccezioni.
L'antagonista principale, però, mi è piaciuto come anatagonista. E' vero, non è Dio Brando e non ha il suo carisma, ma l'ho trovato, non precisamente perchè, insopportabilmente interessante. Probabilmente è anche merito del suo Stand.
In generale, penso che i problemi base della serie si identifichino con un'ambientazione troppo ristretta (non stiamo parlando di Tokyo) per un brodo troppo allungato, e con una trama che non si capisce dove voglia andare a parare: la freccia, che a un certo punto esce completamente dalla scena, è un pretesto per far apparire vari antagonisti di mezzo che poi non c'entrano nulla con un killer spuntato da chissà dove.
Dici che non ce trama,ti stai confondendo con altri manga,dove girano e rigirano idee per allungare il brodo creando un cerchio infinito di trame e sottotrame inutili e combattimenti sempre uguali,Jojo ha una trama concreta e lineare senza perdere tempo con cose inutili.
Non ce più la fase allenamento..certo finchè si parlava di onde concentriche era il personaggio a dover tirare fuori le potenzialità di ciò che aveva imparato per poter usare al meglio quel potere,ma nel caso degli stand e diverso e un potere latente che la famigla Joestar aveva già da generazioni e non e altro che la loro forza vitale e mentale sotto forma concreta,più che allenamento stà al portatore crescere le potenzialità del proprio stand in base al contesto dove si ritrova e nelle serie successive ci sarà modo di vedere come e perchè uno stand cresce in base alla risolutezza del personaggio,per l'arco e la freccia invece e un pò diverso se si viene colpiti, o si muore o se si ha la capacità necessaria di acquisire un potere questo viene fuori in base a come e fatto un personaggio,creando un potere in linea col personaggio.
Un esempio lampante e proprio nella quarta serie dove troviamo un personaggio come Okuyasu che ha uno stand forte e con un potere unico come The hand ma non riesce ad evolverlo e farlo crescere perchè non e risoluto ed e debole mentalmente,invece un personaggio come Koichi forte e risoluto riesce a far evolvere il suo stand al massimo.Non e questione di allenare lo stand e più prenderne atto e cercare di evolverlo in base al potere che si ha e Araki punterà molto su questo aspetto nelle prossime serie.
Infine a mio parere Jojo ha fatto scuola,storia e resta uno dei migliori manga in circolazione da ormai 25 anni
Discorso personaggi: se Josuke in fondo a me e' piaciuto (in fondo e' un bamboccio sedicenne che si comporta come tutti i bambocci sedicenni di questo mondo) e' vero che gli altri due Jojo,specie il sempre mitico Joseph,lo superano come carisma...Rohan Kishibe poi e' un caso a parte: e' evidente che Araki ci ha messo una dose di autoironia creando questo personaggio che fa tanto "rockstar scostante e antipatica" ma forse ha calcato un po troppo la mano.Kira invece va benissimo cosi',dopotutto anche nella vita reale i serial killer non sono certo persone visionarie ma soltanto interessati ai loro macabri scopi.Anzi,secondo me se Araki avesse provato a fare un altro Dio Brando sarebbe stato molto peggio.
Peccato per il combattimento finale pero',l'ho trovato un po anticlimatico.
In conclusione su quattro serie di Jojo lette finora questa la metterei al secondo posto,dietro Battle Tendency e davanti Phantom Blood e Stardust Crusaders.
" Dici che non ce trama,ti stai confondendo con altri manga,dove girano e rigirano idee per allungare il brodo creando un cerchio infinito di trame e sottotrame inutili e combattimenti sempre uguali,Jojo ha una trama concreta e lineare senza perdere tempo con cose inutili."
Senza scomodare gli shonen d'oggi, basta vedere le prime due serie di Jojo che sono state fatte sempre da Araki, e lì c'è una trama...
Nella terza non c'è una trama, vi è una lunga sequela di combattimenti ( ben fatti), ma che alla lunga stancano perchè sono autoconclusivi. los che ma della terza serie è:
-Arrivo in un posto.
-Il cattivone decide di attaccare uno dei 4 ( poi 5) protagonisti
-Il cattivo mostra il suo stand
-Il buono mostra il suo stand
-I due si scontrano per vedere chi dei due è il più forte
-Vittoria e via verso un nuovo posto...
Cioè il 90% della terza serie è così...inutile nascondersi dietro un dito, una trama stra-lineare...senza intrecci o filoni narrativi secondari.
" Infine a mio parere Jojo ha fatto scuola,storia e resta uno dei migliori manga in circolazione da ormai 25 anni"
Certo, meglio un SC di ieri che ben ti sà intrattenere, che un qualsiasi banale battle shonen si oggi.
Però ripeto PB e BT che i fan di jojo tanto bistrattano, le ho trovate molto più coinvolgenti e intriganti.
@ Demonsasuke_93
Io almeno fino alla quinta serie, vorrei arrivarci, poichè è ambientata a napoli per quanto ne so.
" Stone Ocean è purtroppo la pecora nera dell'intera serie, non c'è niente da fare, fa proprio pena, nonostante la parte iniziale sia ottima e piena di potenziale, in seguito si perde totalmente e si aggrappa ad un finale di convenienza per Araki, che ossenò non avrebbe saputo come sfornare altre serie."
Ecco di Stone Ocean ne ho sentito parlare sempre malissimo dal 99% delle persone, sia per il personaggio principale poco caratterizzato, sia per una trama scialba, sia per i disegni incomprensibili...però vorrei leggerla anche se ci sarà da aspettare un anno ancora ed inoltra sto solo al secondo numero di DIU.
Ho letto anch'io pareri negativi o positivi sulla sesta serie,ma va a gusti,magari e quella più sotto tono delle altre ma ci sono certi stand e certi combattimenti splendidi ed e un pezzo fondamentale della storia,che porta a quel capolavoro che e Steel ball run vera ventata di aria fresca dell'intera saga..adesso non vedo l'ora di leggere Jojolion!!!!...per concludere forse io sono un pò di parte visto che sono un fan sfegatato di Araki!XD
E' già da tempo che ho approfondito i "dettagli" sulla serie di Jojo ma, vuoi per mancanza di tempo e per la lunghezza dell'opera, non l'ho ancora cominciata a leggere effettivamente.
Mi sono ripromesso di leggerla prima o poi e con questa recensione mi sa che presto inizio
Vero che JoJo è un pezzo di storia dello shonen e dei manga più in generale. Basta vedere anche come i poteri degli Stand, e il concetto stesso di Stand, siano stati ripresi e abbiano influenzato le produzioni successive.
Mi sono venuti in mente, leggendo i poteri descritti nella recensione, in 666Satan la ragazza che usa le onomatopee come arma o anche il già citato potere di Tsukishima, Book of the End, che è effettivamente molto somigliante a quello di Rohan Kishibe, e tanti altri. Quando l'ho visto in Bleach mi ero detto infatti "Questo potere ha un non so che di JoJo" xD
@Kotaro
Interessante il tuo riferimento a Yu-Gi-Oh.
Sicuramente l'ispirazione principale di Takahashi per il gioco di carte è stato Magic the Gathering e i giochi di ruolo dell'epoca.
Però credo facilmente che quella partita a poker in JoJo in cui scommettono le anime possa avere influenzato Takahashi, che in gran parte delle sfide del manga fa mettere in palio le anime ai contendenti.
Ottimo spunto comunque
Oltre a Magic, Takahashi per creare il personaggio di Yugi si è ispirato ( come lui stesso ha ammesso) a un personaggio di Osamu Tezuka, Sharaku
http://gameinmemory.com/gm-graphic/fc/mitsume-ga-toru/mitsume-ga-toru-box.jpg
dal manga Mitsume ga Toru.
Sharaku come Yugi ha due personalità , una buona e l'altra" cattiva " che prende il sopravvento quando gli appare il terzo occhio sulla fronte ( a Yugi appare un simbolo luminoso a forma di occhio. Se poi la menata terzo occhio / doppia personalità vi ricorda il manga di 3x3 occhi di Yuzo Takada, bè.... si è ispirato pure lui !!!) e porta la divisa scolastica sulle spalle a mò di mantella, proprio come fa Yugi.
Tornando a Jojo le mie serie preferite sono le prime 3, dalla quarta in poi , pur essendo interessante gli stand cominciano a sapere di "già visto" ( vedi lo stand di Angelo che sembra quello di Kakyoin come potteri) e dalla 5a avrebbero dovuto inventarsi una novità eclatante che rinnovasse la serie così come nella terza gli stand sostituirono le onde concentriche.
Ma Jojo dalla 3a serie è diventato popolare quasi come Dragon Ball, e non poteva concludersi facilmente, così hanno fatto la 4a serie con Jotaro come comprimario per fare da traino alle avventure di Josuke e co.
Poi Jojo, come un pò tutti gli shounen d'azione, sono principalmente fumetti d'evasione per ragazzi, non è che gli si deve chiedere di raccontarci le profonde verità della vita. Certo, poi ci sono autori che riescono a metterci qualcosa di più profondo e chi no (come Araki), ma non è una discriminante, di suo.
Sul fatto che i personaggi, con gli Stand, non si allenano più, da un certo punto di vista è vero, ma dall'altro chissene frega, considerando che praticamente tutti i cattivi sono degli sciocchi senza spessore, figurati se possono allenarsi fisicamente e figurati cosa interessa al lettore di sapere come, chessò, l'idiota con due mani sinistre della terza serie abbia imparato a usare il suo Stand.
E' tutta una battaglia di strategie, menti, intuizioni e sfruttamento del proprio potere, che si suppone i personaggi sappiano già usare per i fatti propri senza che il lettore debba per forza vedere come hanno imparato a farlo, visto che poi in combattimento viene usato come viene viene a seconda delle varie situazioni.
Per quanto riguarda il "Eh, ma questi manga sarebbero nati lo stesso" che mi tirate fuori ogni volta che cerco di difendere un manga dicendo che alcune sue idee sono poi state riutilizzate da X, Y e/o Z, probabilmente sì, ma la storia non si fa con i "se" e con i "ma", bensì con quello che si ha davanti gli occhi, ed è palese, ad esempio, che molti dei manga che ho citato devono moltissimo (anche) a Jojo, vuoi per l'uso degli spiriti/Stand in combattimento, vuoi per la strategia delle battaglie che non sono più meri scontri di forza fisica (l'autore stesso ha detto che voleva fare qualcosa di nuovo con gli Stand, nella postfazione in coda alla terza serie).
Che Yu-gi-oh debba moltissimo a Magic, così come a molti dei giochi e dei passatempi che al tempo della pubblicazione erano di moda in Giappone (Tamagotchi, Capsule Monsters, yo yo ecc.) è chiaro a tutti, ma poteva sviluppare queste idee in tutt'altro modo, e invece guardacaso ci sono molte somiglianze con Jojo.
Sono d'accordo con chi dice che bisogna valutare le cose "passate" con occhi "passati", sennò è troppo facile dire "Eh, no, ma è banale", "Eh, no, ma non è sviluppato come dovrebbe (o come lo avrebbe fatto un autore di 20 anni dopo)", "Eh, no, ma ci sono troppi teppisti punk", "Eh, no, ma i combattimenti sono troppo brevi", "Eh, no, ma la struttura è così o colì e non va bene". Bisogna invece cercare di calare le cose nel contesto in cui uscirono ed è piuttosto chiaro come Jojo rappresenti una ventata di novità, coi suoi eroi un pò cinici che, anzichè trarre forza dai loro sentimenti o dall'appoggio dei loro amici (come accade in Saint Seiya, Kenshiro, Dragon Ball ecc.), combattono con le loro sole forze, strategie e una buona dose di fortuna.
@ Sam Hitogami
Mò pure tu ti ci metti, ah ah
Basta, ci rinuncio, non posso più dire "La cosa X del manga Y deriva dal manga Z", perchè poi si scopre che in realtà deriva dal manga W di Tezuka, è sempre così, ah ah, ha già fatto tutto lui, praticamente
Grazie per avermi illuminato su queste cose che non sapevo, non si finisce mai di imparare
Pensa che per gli Stand so cercando ancora una loro ragion d'essere...
SPOILER sulla seconda e terza serie
Viene detto che gli stand si sono manifestati ( nella famiglia Joestar) a causa della venuta di Dio Brando e per questo per proteggere la madre Holly, Jotaro doveva andare in Egitto e fare il culo a Dio brando così lo Stand sarebbe sparito...
Dio Brando morto, lo stand di Holly sparisce, ma non sarebbe dovuto sparire anche a Jotaro? E anche a Joseph?
Poi nella quarta serie viene detto che Josuke per 50 giorni a 4 anni lottò tra la vita e la morte ( come Holly), ucciso Dio brando, lo Stand non sarebbe dovuto sparire?
Lo so ora verranno i soliti che diranno " è un battle shonen che te frega di ste cose"
E invece no, mi frega eccome!!!! Se vi sono battle shonen coerentissimi come HxH e FMA mentre ad altri incierenze del genere, vengono fatte pesare ( naruto...) non vedo eprchè Araki con la scusa che jojo ha 20 anni se la debba cavare...qua non si tratta di vedere se un manga è vecchio o meno, qua si tratta di dire una cosa ed essere coerente con ciò che fai...tutto qui, e non mi pare che si debba essere un genio per fare questo...
In una discussione su Facebook io e te abbiamo discusso sul fatto che Jotaro improvvisamente riusciva non solo a muoversi nel tempo fermo, ma anche a bloccare il tempo!!!!!!
Te una risposta non me l'hai saputa dare ( perchè Araki non lo spiega).
A fare un battle shonen così, con i power up casuali perchè non sai come uscirtene ( hai reso Dio brando una bestia...) ne sono capaci tutti...
Nella seconda serie il colpo di fortuna ci stava, con Joseph che se l'è cavata a culo contro Kars riflettendo il suo colpo finale e provocando un eruzione vulcanica, ma tutto sommato, era coerente la sconfitta del cattivo.
Araki nella terza serie, è crollato in parte nel finale perchè fino a quel momento i combattimenti erano stati coerenti.
FINE SPOILER
Certo indubbiamente senza jojo, molti manga o non sarebbero esistiti, poichè i mangaka non avrebbero avuto degli imput da cui partire, ma i difetti vi sono e vanno ben al di là della vecchiaia del manga...
Alcuni dei tuoi quesiti hanno avuto risposta nella quarta serie. Altri no e, chissà, forse sono davvero delle incoerenze, ma sinceramente gli shounen di lunga durata hanno sempre incoerenze di questo tipo (Ken, Saint Seiya, Dragon Ball...) e nessuno se n'è mai fatto un problema, perchè qualsiasi lettore si è sempre lasciato affascinare, ai tempi, dalle storie, dai personaggi, dagli scontri o dalle emozioni che il manga suscitava. La nuova generazione di lettori invece sta sempre a guardare il capello e che, per una minima incoerenza o difetto, è pronta a voltare le spalle a tutti i pregi di un manga che, oggettivamente e a prescindere dai suoi difetti, ha fatto la storia. Non penso che sia questo ciò che gli autori, che volevano solo divertirli e farli emozionare con belle storie, volevano dai loro lettori e credo che, invece, bisognerebbe approcciarsi alle serie d'azione per ragazzi con uno spirito più easygoing
I meriti di Jojo, già ampiamente esposti nei commenti precedenti, prescindono da piccolezze che eventualmente sono sfuggite di mano all'autore (altrimenti via, tutti a dire che Dragon Ball fa schifo perchè di Super Saiyan ce ne doveva essere uno solo
Personalmente, non ti ho saputo dare risposta perchè come lettore non tendo a farmi mille interrogativi mentre leggo ma mi limito a fruire di quello che mi si dà, e con Jojo ero troppo preso a chiedermi "Oddio, e questo mò come lo battono?" e a stupirmi della risposta per far caso ad altre piccolezze
Ma se per tutto il manga, un personaggio ha avuto un determinato potere, e poi improvvisamente dal nulla più totale, caccia un potere mai mostrato prima...beh una domanda uno dovrebbe porsela...
" La nuova generazione di lettori invece sta sempre a guardare il capello e che, per una minima incoerenza o difetto "
Ok...si scarica sempre la colpa sul lettore...a me quello non pare " un capello fuori posto", ma grazie a quel power up mai mostrato per tutta la serie, il protagonista vince...
Non vedo perchè un battle shonen non debba essere coerente, eppure FMA e Hxh ci sono riusciti benissimo.
"ma sinceramente gli shounen di lunga durata hanno sempre incoerenze di questo tipo (Ken, Saint Seiya, Dragon Ball...) e nessuno se n'è mai fatto un problema"
Ken il guerriero non l'ho letto, ma Saint Seiya si ed è uno dei manga più incoerenti di sempre...l'autore la spara sempre grossa e poi se ne esce boh...disarmante ed imbarazzante, ma la gente lo idolatra lo stesso, ok unisce cultura orientale e occidentale, ma la storia Kurumada non la sa fare punto!
" Alcuni dei tuoi quesiti hanno avuto risposta nella quarta serie. "
Ok, continuerò a leggere.
Come detto, i manga shounen di una volta erano interessati a divertire e ad emozionare, semplicemente. Essere coerenti non gli importava sempre, visto che spesso e volentieri le storie non venivano mai pianificate ma modificate nel corso di anni in mille modi diversi. Che i manga di oggi riescano a pianificare meglio le loro storie (ma mica ci riescono tutti, in molti si reinventano di continuo in base a quello che vogliono gli editor o i fans) non importa, perchè bisogna rapportare un manga col suo contesto e non con quello di venti, trenta, quarant'anni dopo. Uno shonen di lotta ti emoziona? Ti fa esaltare? Ti fa passare quella mezz'ora spensierata? Ti fa scendere la lacrimuccia? Ti lascia degli eroi a cui vorresti assomigliare e che ti ricorderai per sempre? Se sì, allora ha raggiunto il suo scopo, a prescindere dalla trama che può essere più o meno perfetta. Come detto, chiunque ama Dragon Ball, la cui trama è piena di incoerenze, ma quasi tutti si sono appassionati alle battaglie dei Saiyan, così come a quelle di Kenshiro o a quelle dei Saint (che, sì, hanno una trama che ci mette un pò a definirsi e quindi poi deve rattopparsi qua e là, ma le emozioni e l'epicità che c'ha Saint Seiya, e il suo sottotesto culturale, i manga di oggi se li sognano la notte).
"Dio Brando morto, lo stand di Holly sparisce, ma non sarebbe dovuto sparire anche a Jotaro? E anche a Joseph?
Poi nella quarta serie viene detto che Josuke per 50 giorni a 4 anni lottò tra la vita e la morte ( come Holly), ucciso Dio brando, lo Stand non sarebbe dovuto sparire? "
La madre di Jotaro, a differenza dei membri maschi della famiglia Joestar è una donna qualunque che non ha abbastanza forza vitale per controllare il suo stand e ne viene soprafatta. Mentre Jotaro e Joseph riescono a controllare il loro stand e a gestirlo. Morto Dio Brando, la minaccia per la famiglia non esiste, e il suo "spirito" può tornare a riposare.
Invece gli altri hanno imparato a controllarlo, e ora lo usano come vogliono, con o senza Dio Brando.
Che poi il quesito in realtà non si pone: non sono solo i Joestar ad avere gli stand, ci sono anche estranei: gli stessi Polnareff, Kakyoin, e gli altri. Non c'entrano nulla con i Joestar. Sarebbero dovuti sparire anche a loro gli stand? Non gli sarebbero dovuti comparire neanche?
Questo perchè Dio Brando non è la causa scatenante, ma mi fermo. Se continui a leggere ne verrai a capo.
Spirito di critica si, assolutamente, sono il primo ad averlo, ma non esagerato, un manga bisogna anche goderselo e concentrarsi principalmente sui suoi pregi e su quello che riesce a trasmetterti.
@Purtroppo non posso fare spoiler, ma per le tue risposte dovrai aspettare ancora un pochino e proseguire nella lettura e sarai ricompensato (se in modo soddisfacente o no sta poi a te deciderlo), anche se in parte ti ha già risposto GianniGreed, prossimamente avrai maggiori dettagli;)
Le prime due serie di Jojo, erano pianificate, avevano una trama.
La terza serie si vede che è partita senza alcuna pianificazione e senza alcuna idea sul come proseguirla, si vede benissimo che è fatta sul momento con ovvi risultati...
La quarta serie è a metà al momento, Araki le vuole dare una trama, ma al momento alcuni scontri, sono dettati più dal caso che dalla loro effettiva utilità ( Lo scontro contro lo Stand marionetta ne è un esempio...).
Più che altro, io vorrei ritornare con jojo, all'emozione provata nelle prime due serie, il volume 1 di PB, era epico, 7 euro mai spesi così bene, me lo sono stra-goduto, per me la PB che molti fan di jojo bistrattano definendola " ingenua", è epica, per me la prima serie è The Shonen, è la quasi perfezione.
@ Giannigreed @ Demousaki93
Questo conferma la mia tesi, che alcune serie non possano essere lette a se, e per me la Quarta serie si può leggere solo dopo aver letto le precedenti 3 ( specialmente la terza).
Cmq il fatto di Dio Brando e gli stand riguardava solo i joestar, altri come Polnareff gli Stand li avevano fin dalla nascita, ma non erano collegati a Dio Brando, cmq lo scoprirò leggendo...
La quarta serie invece è molto più strana da questo punto di vista, poichè la trama di base ti viene quasi solo accennata all'inizio, ma si sviluppa molto più lentamente, rivelando il suo scopo ultimo (che però è quasi incidentale) solo verso metà serie. Ci sono inoltre alcuni personaggi e/o scontri che non servono a nulla e che, se anche non ci fossero stati, non avrebbero mutato per niente la storia (penso, per chi ha letto tutta la serie, al cuoco Tonio, a Mikitaka, ai topi...). Penso che d'ora in poi (chi ha letto tutte le serie mi confermi o smentisca) anche le serie successive saranno così, con una trama di base che si va sviluppando man mano mentre si passa da uno scontro all'altro, e non necessariamente questo è un problema, finchè la serie diverte e appassiona.
Le altre 5 serie sono tutte ricollegate.
Nein, nein. Saltare Battle Tendency leva tantissimo al carisma di Joseph, che è il miglior Jojo
Vedertelo già adulto, senza sapere com'era da giovane, è una cosa molto meno affascinante.
Per il resto sono d'accordo sul fatto che non abbia senso cominciare a leggere da una serie che non è la prima, perchè i riferimenti ci sono, sia pure minimi, e se conosci tutti i retroscena precedenti ti godi di più le cose.
Per la storia sul potere di fermare il tempo di Star platinum e presto detto,Jotaro a parte un incredibile forza e velocità non aveva nessun potere particolare e solo con il combattimento mortale contro dio che e riuscito ad evolvere il suo stand, e come quello di dio(ovvero lo stand di Johnathan parente di jotaro)anche lui ha il potere di fermare il tempo
"Per la storia sul potere di fermare il tempo di Star platinum e presto detto Jotaro a parte un incredibile forza e velocità non aveva nessun potere particolare e solo con il combattimento mortale contro dio che e riuscito ad evolvere il suo stand "
Il problema è che la tua tesi è smontabile :
- Il potere di Star platinum era quello, velocità perecisione e grande forza.
- Jotaro molte altre volte, prima dello scontro con Dio, ha rischiato di morire, che vi costa ammettere che Araki non sapeva come uscirsene perchè aveva reso Dio brando troppo una bestia rispetto agli altri.
Ho letto varie risposte e tesi, e molte sono strampalate sintomo che la gente non ha capito più di me questa cosa...anche se alcuni ricercano indizi per la loro tesi, con la sesta serie quindi bisogna aspettare...
@ Demonsasuke_93
Contento di non essere 'unico a pensarla così ^^.
Non è Jotaro ad avere lo Stand come quello di Dio, ma è Dio ad averlo come quello di Jotaro. Dio usa il corpo di Jonathan, un Joestar, per quello il suo stand e quello di Jotaro sono simili. Dio aveva sviluppato il sup potere, Jotaro no, e durante il combattimento ci riesce. Non c'è nessuna incoerenza. Possono fermare il tempo emtrambi.
Io sto leggendo la terza serie
In ordine
SPOILER
Phantom Blood ha un'ottima trama e scorre benissimo ma il
protagonista è un po' troppo santarellino (occorre farci l'abitudine)
Battle Tendency migliora come protagonista ed è ottima come serie (nonostante l'assenza di Dio Brando) eccetto lo scontro finale causa autore che da troppi poteri al nemico, non sa come gestirlo e finisce in modo un po' babbione
Stardust Crusaders è una fillerata mostruosa! Da quel che sto vedendo presumo si potrebbero leggere solo i primi due volumi e gli ultimi due saltando tutti gli assassini inutili che ci sono in mezzo e capire tutto lo stesso... Solo che gli assassini inutili son simpatici e i loro poteri sono molto interessanti, il che lo rende piacevole lo stesso
FINE SPOILER
Quello che tu dici di Stardust Crusaders l'han fatto, l'anime condensa tutto in 13 puntate prendendo solo gli episodi più importanti. Però se levi a Stardust Crusaders tutti i suoi folli combattimenti di contorno ti perdi molto.
Bisogna anche aggiungere che il povero Araki doveva inventarsi ogni settimana una qualche idea originale per i combattimenti con gli stand, quindi gli si può perdonare le sue (tante ) incongruenze dovute alla necessità!
E ce ne sono tante, tipo quella di Polnareff che combatte contro Devo nella sua camera d'albergo e questi ammazza un cameriere che aveva portato a Jean Pierre un disinfettante: voglio vedere poi come hanno spiegato alla direzione dell' albergo di un cadavere nella sua camera !
E diciamocelo, Polnareff era il vero protagonista della 3a serie: i combatimenti più belli i li ha fatti tutti lui , ad eccezione dei due d' Arby con Jotaro.
Mi ricordo quando il gruppo si prepara a combattere contro Dio e parte un monologo di Polnareff che lo sembrare il vero e unico protagonista.
@ Kotaro
Dovresti vedere come Araki si sia ispirato, specie dalla 5a serie in poi, ai chiuski di Doraemon : ho visto degli episodi dove Doraemon usa dei dischi estratti dalle teste delle persone che contengono i loro ricordi e pure un altro dove Nobita usa una cintura che cambia il centro della gravità con gli stessi risultati di C-Moon!
Bè poi ci sarebbe quel chiuski libro dove se scrivi che una persona muore in modo, quella crepa davvero così, ma ricorda più Death Note che lo stand di Boingo.....
Sono d'accordo che Polnareff sia il personaggio che spicca di più, fra quelli della terza serie. Mi pare sia quello che affronta il maggior numero di combattimenti e, sicuramente, è quello che matura maggiormente a livello psicologico nel corso dell'avventura. L'ho preferito di gran lunga a Jotaro, che era un pò monolitico per quanto carismatico, ma il mio preferito era (non lo direste mai, eh?) Joseph, che in versione Indiana Jones era divertentissimo e protagonista di combattimenti esilaranti (quello dove gli cresce il bimbo sul braccio o quello dove rimane attaccato ad Abdul, ancora ci rido
Per quanto riguarda il discorso sulla quinta serie, ci si risente fra un anno, visto che io seguo la ristampa
lo stand di dio è quello di copiare gli stand dei membri della famiglia joestar, altrimenti non si può spiegare come mai nel capitolo intitolato verso l'egitto (primo volume della ristampa/ numero 18 vecchia serie) dio sia in grado di utilizzare lo stesso potere di joseph, venendo a conoscenza del loro viaggio alla sua ricerca.
poi non mi pare che star platinum sia incoerente, il suo potere è sempre stato quello di fermare il tempo (e di permettere al possessore di stand di muoversi nel tempo fermato), semplicemente jotaro all'inizio era troppo "scarso" e non potendolo fermare per un lasso di tempo apprezzabile dall'uomo il suo potere veniva scambiato da lui e dai nemici come grande velocità.
Prove a sostegno della tua tesi?
Jotaro sviluppa il suo potere dal nulla, non l'ha mai mostrato in tutto il manga e guarda caso, contro Dio Brando come per magia lo caccia...
@ dany 87
"lo stand di dio è quello di copiare gli stand dei membri della famiglia joestar, altrimenti non si può spiegare come mai nel capitolo intitolato verso l'egitto (primo volume della ristampa/ numero 18 vecchia serie) dio sia in grado di utilizzare lo stesso potere di joseph, venendo a conoscenza del loro viaggio alla sua ricerca."
Prove per la tua tesi? Dove l'hai letta questa cosa? Araki non dice niente di niente.
@ Kotaro
Concordo con te, anche per me Polnareff >>> Jotaro kujo, il quale non dice niente di niente al lettore, inespressivo, imperscrutabile, fighettone e di una piattezza unica.
Polnareff invece, matura durante il viaggio sia a livello di forza e sia interiormente, è il miglior personaggio di tutto Stardust Crusaders.
Ma dove lo trovate uno più figo di Jotaro?
"Prove a sostegno della tua tesi?
Jotaro sviluppa il suo potere dal nulla, non l'ha mai mostrato in tutto il manga e guarda caso, contro Dio Brando come per magia lo caccia..."
Non lo caccia fuori dal nulla, si evolve.
Chiamalo come vuoi, power up o che altro ma il 95 per cento degli shonen funziona a quel modo. Se le cose si mettono male il protagonista grazie alla forza dell'amore/amicizia/disperazione/rabbia/varie ed eventuali, trova la forza per battere il nemico.
Perchè Goku diventa Super Saiyan? Stessa cosa.
ho risposto sulla tua scheda
Jotaro sviluppa il suo potere dal nulla, non l'ha mai mostrato in tutto il manga e guarda caso, contro Dio Brando come per magia lo caccia...
quella è la base praticamente di tutti gli shonen: il protagonista all'inizio è un'incapace, poi si scopre che lui è il prescelto, ha un potere speciale o un enorme potenziale nascosto in qualcosa (tipo quelli sportivi) e alla fine con allenamenti speciali o power up sconfigge il cattivone di turno (o arriva alla finale del koshien)
vogliamo parlare di dragon ball in cui goku bambinetto dopo aver esaurito tutte le energie, con le gambe e un braccio rotti, reggendosi faticosamente in piedi trova le ultime energie per darsi una spinta e uccidere il nemico con un pugno che lo trapassa?
Gne gne
Jotaro sarà figo quanto vuoi te, ma è di una piattezza ed inespressività unica...carisma zero...emerge soltanto in 3 occasioni:
-Contro i due fratelli D'Arby
-Contro Dio Brando
Per il resto nettamente meglio Polnaref, il quale ha un evoluzione niente male.
" Chiamalo come vuoi, power up o che altro ma il 95 per cento degli shonen funziona a quel modo. "
Si, ma se mi hai fatto fino a quel momento Araki mi ha fatto 9 volumi coerenti ed intrisi di strategia, non puoi uscirtene nel finale con un deus ex machina del genere.
Quante volte al protagonista di un film d'azione gli va di culo che al nemico nella sparatoria finale si inceppa la pistola o cose simili?
E' inutile proseguire questo discorso per me.
"
E' inutile proseguire questo discorso per me. "
Da tradurre con un
" Non ho alcun argomento per controbattere e quindi scado nel i luoghi comuni, così sostengo di aver ragione"
Ok, tuo pensiero che rispetto ma non condivido, io mi mantengo sulle mie posizioni a meno che non vi siano affermazioni che sovvertiscano ciò che penso, discussione terminata alla prossima.
" Perchè Goku diventa Super Saiyan? Stessa cosa. "
No, Goku era predestinato a diventarlo. Poi dopo lo diventano tutti e DBZ infatti diventa una schifezza...
Stà di fatto che, anche se spiega come mai Dio avesse all' inizio l'hermit purple di Joseph e poi lo stand per fermare il tempo, si capisce che è un idea avuta più in là nel tempo e messa per dare coerenza ai vari fatti esposti sopra.
Anche perchè all' inizio della 3a serie veniva detto che Dio aveva uno stand perchè impossessatosi del corpo di Jonathan che ha un stella alla base del corpo simbolo dei predestinati ad avere lo stand, mentre nella 4a serie viene detto che Dio ha avuto lo stand grazie all' arco e la freccia.
E non parliamo di Jotaro che nella prima pagina della 3a serie viene dipinto come uno studente modello ( gentile ed educato) quando era piccolo, mentre nel combattimento contro Alexi viene dichiarato che era un teppista pure da bambino.
Per cominciare dico che se della trama un po' più organica poteva fregare a qualcuno all'inizio della saga, visto i precedenti con PB e BT, in SC anche se la stessa é molto semplice, beh, il problema non si pone, visto che é praticamente nobilitata dalla debordante fantasia degli scontri stand, e dalla innovazione dello stand stesso, ad un giusto apripista per qualcosa di davvero grandioso. Continuando, poi, credo che il definire il personaggio di Jotaro come un fihettone senza nulla da dire, non sia molto corretto, visto che la sua personalità mutuata da un cliché noto ( e quindi di spessore per conoscenza acquisita da altre opere), si sposa e viene nobilitato con l'unicità in se del potere stand e dalla grande intelligenza "scaturita" dagli scontri strategici dello stesso. Se é questa una macchietta che ha poco da dire... Stesso discorso vale per Joseph, che, inoltre, però, può agrapparsi al suo passato di avventuriero con un suo particolare carattere, avente a che fare con maschere arcane e gioielli d'altri tempi (un giovane Indiana?) e contare, sull' ottima metafora del passaggio d'età scaturita dal mutare delle onde concentriche (che sembrano brucianti esplosioni dell'anima di un giovane rampante) nel più concreto rovo stand (simbolo di maturazione). La questione dei poteri di Jotaro, poi, non credo sia neanche discutibile più di tanto, visto che al fronte della constatazione che il potere di fermare il tempo arrivi al momento giusto e in maniera singolare, si oppone uno scontro mozzafiato (la calamita, il cuore fermato dallo stesso jotaro e altre chicche assolute), il fatto che il ragazzo sia un bullo dal cuore d'oro che concede anche inconsciamente più chance ai suoi avversari (che gli impedisce, probabilmente, di sviluppare subito i suoi poteri temporali) e una dietrologia (Dio usa hermit purple e il corpo di jonathan) che differisce cmq dal classico power up legato all' aumento isolato di potenza, che fanno del classico espediente legato al tempismo, beh, qualcosa di assolutamente trascurabile.
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