I giorni della sposa cover 1Kaoru Mori, ben nota per Victorian Romance Emma, sicuramente una delle opere storiche più interessanti degli ultimi anni, gioca di nuovo la carta del romanzo storico con I giorni della sposa (Otoyomegatari), ma questa volta con una ambientazione decisamente originale e praticamente inedita: l'Asia Centrale nel XIX secolo, tra i nomadi della steppa, sullo sfondo dei conflitti politici anglo-russi. È un'ambientazione alla Michele Strogoff, per intenderci, ma da un punto di vista completamente femminile.

Il manga narra la storia di Amira, una graziosa ragazza di vent'anni che, in seguito ad un matrimonio combinato, entra a far parte della famiglia di Karluk, un ragazzino di soli dodici anni.
Nonostante la differenza di età, Amira si trova bene con il suo giovane sposo, che assiste con devozione ed amore quasi materno, e la nuova famiglia. Ma il quadretto idilliaco è destinato ad incrinarsi; infatti i genitori di lei intendono tornare sulla loro decisione e darla in sposa ad un feroce capotribù.
A questa vicenda principale si innestano i destini di molti altri personaggi, come il signor Smith, un timido occidentale che svolge studi etnografici sui nomadi dell'Asia Centrale; o la giovane Pariya, energica ragazza che non riesce a trovare marito a causa del suo carattere esuberante. Ed altri interessanti personaggi si aggiungeranno col prosieguo dell'opera.

Il centro d'interesse del manga non è la politica, non è la storia, non è la geografia e neppure il conflitto tra le nazioni e i clan, tutte cose che comunque sono presenti sullo sfondo; l'attenzione è concentrata sulla vita quotidiana dei nomadi e sui prodotti della loro cultura, in primo luogo gli abiti, i tappeti, i ricami, le acconciature.
I giorni della sposa è uno slice of life storico, motivo per cui potete trovare interi capitoli dedicati all'arte del ricamo, alla cucina e alla preparazione del pane. C'è inoltre un'attenzione fortissima alla natura, ai panorami, alla raffigurazione di animali e piante.
La rappresentazione dei personaggi non è certo meno curata: Kaoru Mori continua ad usare il suo stile riconoscibilissimo che deve molto a quello classico dello shojo anni settanta -in particolare a Yumiko Igarashi, di cui si vede l'influenza anche nel gusto maniacale per il dettaglio- pur attualizzandolo mirabilmente. La cura nella raffigurazione di abiti, monili, cappelli e capelli è incredibile. In alcune (rarissime) tavole, la Mori ci delizia persino con dei garbati nudi femminili che nulla hanno a che fare con il grossolano fan service a cui ci hanno abituato i manga odierni.
Non c'è dubbio, infatti, che le opere della Mori siano quanto di più lontano si possa trovare dalle mode contemporanee, visto che tutte le sue opere finora apparse sono decisamente proiettate verso il passato.

I giorni della sposa - Tappeti

Volendo essere fiscali, non sarebbe difficile criticare I giorni della sposa. Per esempio si potrebbe sostenere che i nomadi dell'Asia Centrale non fossero certo così belli, eleganti e puliti come vengono raffigurati nel manga; io personalmente li vedrei più simili ai messicani con i denti marci dei film di Sergio Leone, in coabitazione con capre e cavalli, intenti a cucinare su fuochi alimentati a sterco di cammello. Invece a livello grafico l'esistenza di Amira è a dir poco paradisiaca. Tutti i bambini sono dei cherubini, tutte le donne sono stupende, i giovani uomini sono quasi più belli delle donne, gli uomini maturi sono fascinosi e perfino i vecchi e gli anziani sono interessanti.
Tutti i personaggi di Kaoru Mori sono caratterizzati da un'estrema bellezza e dolcezza dei tratti, anche coloro che dovrebbero essere feroci predoni e magari il lettore si aspetterebbe venissero rappresentati con fattezze vili e grette.
Ma l'autrice non può fare proprio a meno, evidentemente, di permeare di eleganza tutto il suo operato.

A livello caratteriale l'inverosimiglianza è probabilmente ancora più grande che a livello estetico: la famiglia di adozione di Amira sembra composta di santi, vista l'estrema bontà dei suoi componenti. Non esistono invidie femminili e contrasti tra suocera e nuora; Amira è una straniera ma viene accolta subito benissimo, il marito dodicenne è un perfetto gentiluomo piuttosto che un marmocchio indisponente sposato suo malgrado ad una donna con otto anni più di lui.
Le brutture sociali, le vicende vili come la morte delle sorelle di Amira cusata dai maltrettamenti dei mariti, viene soltanto narrata e mai mostrata.
Anche le (poche) scene di violenza sono di grande bellezza, non esistono sangue, sudore e sporcizia nel mondo di Kaoru Mori.

I giorni della sposa - Intarsi

Ma I giorni della sposa è un manga, non un documentario, né un saggio di antropologia. Non ho quindi intenzione di ritenere un vero e proprio difetto questa sorta d'idealizzazione dell'autrice; in fondo i buoni sentimenti e la dolcezza senz'altro esistevano anche nella steppa, assieme ai sentimenti meno nobili.
Personalmente non considero la dolcezza un difetto. Si noti bene che parlo di dolcezza e non di mielosità, che è completamente assente. Nelle opere di Kaoru Mori c'è piuttosto un certo grado di drammaticità, dovuto solitamente alla presenza di storie d'amore contrastate dalla famiglia di appartenenza. Questo è stato il tema portante di Emma, ma è chiaro dalla lettura di questi primi volumi che sarà anche il tema portante di Otoyomegatari. Un tema tradizionale e apparementemente antiquato dello shoujo, eppure un tema inesauribile che Kaoru Mori sa sfruttare alla perfezione.

I giorni della sposa - AmiraIn genere mi sentirei di raccomandare la lettura delle opere di Kaoru Mori a chi ama i personaggi timidi. I giorni della sposa non fa eccezione, e tutti i personaggi principali (la sposa Amira, il marito-bambino Karluk, l'amica espansiva Pariya e l'esploratore Mr. Smith) sono timidissimi; un numero considerevole di tavole viene speso a rappresentare i loro rossori e i loro silenzi; incidentalmente, Kaoru Mori è una delle autrici che sa fare il miglior uso dei silenzi. Il ritmo è lento e può sembrare che succeda poco, ma questo non vuol dire che non ci sia una trama sottostante (c'è) e che non ci sia movimento: ci sono invece varie scene d'azione, tra l'altro disegnate magnificamente.
La storia e il background dei personaggi ci sono e danno anche l'impressione di essere molto solidi, ma gli avvenimenti si svolgono senza concitazione perché questo è il passo richiesto dall'opera, e scopriremo i dettagli poco a poco con il passare dei volumi.

A portare in Italia questa piccola perla è stata J-POP.
Chi abitualmente acquista i manga di questa casa editrice sa che tipo di edizione aspettarsi, il ben noto volume a 6 euro brossurato con carta bianca e liscia che esalta l'ottima qualità di stampa, e quindi gli straordinari disegni di questo manga. Il tutto avvolto in una sovracoperta di cartoncino ruvido non plastificato, un filino meno lussosa quindi rispetto ai soliti standard J-POP.
Certo qualcosina in meno sul prezzo di copertina forse non avrebbe guastato, visto che i volumi non presentano particolari extra come pagine a colori (perchè l'autrice non ne ha realizzate in origine) o redazionali sul contesto storico/sociale.
Nulla da eccepire infine sull'adattamento.

Dopo aver letto i primi quattro volumi di Otoyomegatari non considero più Kaoru Mori come una giovane promessa, ma come la migliore disegnatrice attualmente sulla scena contemporanea.
Auspico che un giorno, a tempo debito, venga tratta una serie anime da questo manga, perché vedere le illustrazioni della Mori a colori, accompagnate da animazioni, giochi di luce ed una musica appropriata, deve essere un'esperienza impagabile. Dico a tempo debito perché sarebbe un gran delitto iniziare l'anime troppo presto e inventarsi un finale ad hoc prima che il manga sia concluso.

In questi primi incantevoli volumi, I giorni della sposa è progredito su un registro piuttosto leggero, eppure ho il sospetto che la serie si incupirà nel futuro e che le storie dei protagonisti prenderanno una piega molto più drammatica nel proseguo dell'opera, che è soltanto all'inizio. Ho anche il sentore che questa sarà un'opera di ampio respiro, in molti volumi, che ci accompagnerà per degli anni. Vedremo se ho ragione.

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