Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.

Oggi ci dedichiamo a volumi unici manga, con Watashitachi no shiawase na jikan, La Luna e il Lago e L'olmo e altri racconti.

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.


Per saperne di più continuate a leggere.


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Oggi, non so perché, ho deciso di farmi del male.

Basta guardare le altre recensioni, sulla mia scheda, per capire che, di solito, i miei passatempi sono di tutt'altro genere. Eppure oggi ho voluto spendere un po' del mio tempo su quest'opera.

Intendiamoci, si capisce forse fin dal primo capitolo dove si andrà a parare. Non potrebbe avere uno svolgimento diverso, né un finale diverso. E' doloroso guardare lo svolgersi della storia, non tanto per il cumulo delle sfortunate vicende toccate ai due protagonisti principali, quanto perché se ne avverte il peso che trascina all'epilogo.

Lo stesso tratto dei disegni suggerisce un'esistenza tragica e travagliata, con volti e figure profondamente segnati dai fatti della vita.

Sono solita giustificare alte votazioni col fatto che l'opera in questione è ottima "per il suo genere". Qui, non ho bisogno di nascondermi dietro un dito: quest'opera è un piccolo capolavoro, un gioiellino. Nel relativamente breve spazio di un volume condensa mirabilmente un percorso che è vita, a maggior ragione perché condotto nel braccio della morte.

Si è soliti dire, quando si legge o si guarda qualcosa che muove alle lacrime, che spinge esageratamente sul pedale del facile sentimentalismo. Non credo sia questo il caso.
E' una storia commovente, di disagi fisici e mentali, ed un percorso di vita. Non tutti i sentieri sono lisci e diritti, ce ne sono molti accidentati, pieni di buche e pietre, e non è escluso che alcuni si perdano nel nulla. Ma, anche queste, sono storie che vanno raccontate.

E, può anche darsi che, in fin dei conti, oggi io abbia deciso di farmi un po' di bene.



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Tra i volumi unici che ho potuto leggere finora questo è sicuramente uno dei migliori. Ho letto anche altre opere della stessa mangaka e nessuna di queste mi ha mai delusa (a parte SOS e Miss ho letto praticamente tutto).

Il volume contiene due storie autoconclusive. La prima dà il nome al volumetto stesso, "La luna ed il lago". Kazuna è la nipote di un famoso scrittore di romanzi, Yusei Ichihara. Alla morte del nonno, la famiglia della piccola Kazuna scopre un romanzo inedito, mai reso noto dall'anziano. Il romanzo narra il presunto adulterio del nonno di Kazuna, consumato con una donna misteriosa, rimasta per anni e anni nell'ombra. La nonna della ragazza rimane scossa dalla notizia ed i media dell'epoca cominciano a tartassarla. Decide così di pubblicare il romanzo ma si rifiuta categoricamente di accettare le richieste di chiarimento dell'amante del marito. Gli anni passano, Kazuna è ormai un'adolescente e la nonna le chiede un favore inaspettato. Le chiede di assistere per qualche giorno proprio l'amante del defunto marito, poiché è stata dimessa dall'ospedale a seguito di problemi di salute. La giovane rimane molto colpita da questa richiesta e si mostra molto titubante. Ma dopo le prime perplessità decide di accettare. Si renderà conto solo successivamente del perché la nonna le avesse fatto quella richiesta e che spesso i malintesi possono creare sofferenze inutili...
Questo racconto è tratto da un libro di Banana Yoshimoto. La trama sicuramente è breve ma non banale. In conclusione regala delle riflessioni profonde e porta dei risvolti inaspettati.

La seconda storia si intitola "Nora di dicembre" e narra la storia di Nacchan e di Sae, due bambine di 6 anni che vivono una profonda amicizia. Le due si conoscono quando la famiglia di Nacchan si trasferisce proprio nel quartiere di Sae. Si istaura tra loro un legame speciale, un legame rafforzato dall'amore per Nora, una piccola gattina nera trovatella che assomiglia proprio alla "Nora" di cui Sae legge le avventure nei suoi libri di favole. La gatta Nora delle favole è una gatta che girovaga a lungo per trovare il suo posto nel mondo, visitando luoghi e città. Nacchan dice spesso di voler seguire le orme di Nora, poichè nella sua casa si sente soffocata da una madre troppo attenta all'apparenza (la obbliga a vestirsi come una bambina dell'800, con pizze e lustrini). Un giorno la casa di Nacchan va a fuoco per un terribile incendio. I genitori della piccola si salvano, ma di Nacchan e della gattina Nora nessuna notizia. Sae rimarrà molto scossa per l'accaduto e continuerà a pensarci fino all'adolescenza quando, per caso, le sembrerà di scorgere, per le vie della città, proprio un gatto simile alla sua Nora. Ma non è l'unica che deciderà di cercare Nora, un misterioso ragazzo sembra avere lo stesso scopo...
La seconda storia mi è piaciuta ancora più della prima. Alla fine del manga mi sono palesemente commossa e ho provato delle bellissime emozioni.

Consiglio questo volume unico a tutti gli appassionati della Ashihara e a tutti coloro che amano i manga fuori dal comune, non banali e superficiali, che spingono a riflettere e pensare. Voto 9.



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Ryuchiro Utsumi scrisse la serie "Gente", dove raccontava delle contraddizioni e dei difetti che si nascondevano dietro l'apparente armonia e compostezza del Giappone moderno. Jiro Taniguchi, cantore del reale e delle piccole cose, chiese a Ryuichiro di trasporre in manga alcuni dei suoi 100 racconti. Dalla selezione Taniguchi ne sceglie 8 che andranno a comporre la raccolta "L'Olmo e altri Racconti". L'opera esaurita in Italia, è stata ristampata nella collana Taniguchi Collection da parte di Planet Manga e presenta pagine bianche con alcune a colori, ottima rilegatura, una copertina cartonata che fa sì che il volume figuri bene nella libreria, al prezzo di 14.90. Il tutto è condito da una prefazione iniziale da parte di Ryuichiro Utsumi, che invita il lettore a conoscere alla realtà Giapponese prima di invidiarla.

Gli 8 racconti sono slegati tra loro, presentano le più disparate situazioni che vanno dall'abbattimento di un albero, a rincontri dopo anni e dalla ricerca di un cucciolo di cane, sino all'accettazione di una donna nella famiglia della madre dello sposo. Le due storie più toccanti sono sicuramente la prima storia, "l'Olmo" che dà il titolo all'intera raccolta e l'ultima riguardante una donna francese trasferitasi in Giappone.
Nel mezzo vi sono storie interessanti, ma alcune di esse si presentano un pò anonime e scialbe poichè la denuncia contro la società non riesce ad emergere per nulla sebbene risultino toccanti. Purtroppo questo motivo fa sì che qualche storia risulti anche a livello tematico un pò slegata dal contesto.

Il tratto di Taniguchi è sempre il solito. I disegni sono curati, ricchi di particolari con delle inquadrature che riescono a far emergere le piccole cose e le emozioni dei personaggi. Seppur in certi momenti rimprovero all'autore una troppa staticità ed immobilità grafica, c'è da dire che sono piene di vitalità. Le ambientazioni sono presentate in modo accurato, con una precisione e una cura quasi fotografica. Purtroppo in certi punti (ovvero nel rappresentare gli ambienti interni), il comparto grafico risulta un pò scarno, incerto e presenta pochi retini, ma si può perdonare questi difetti al maestro, visto che questa raccolta appartiene agli inizi della sua carriera. I personaggi (specialmente quelli maschili) sono un pò simili tra loro, ma presentano lineamenti ben definiti al viso, così che il lettore percepisca ogni loro piccola emozione e turbamento.

Questa raccolta di storie brevi, può essere utile per avvicinarsi a Jiro Taniguchi, poichè vi è rappresentata la sua poetica e molte delle tematiche che abitualmente tratta sono qui raffigurate, seppur in certi punti abbozzati. Però il sottoscritto vi consiglia di iniziare ad avvicinarsi all'autore con volumi unici che presentano una trama come al "Tempo di papà" o "Quartieri lontani".