Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.

Oggi ci dedichiamo a brevi special OVA: Dantalian no Shoka: Ibarahime, Tokyo Babylon e Triangle Heart: Sweet Songs Forever.

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.


Per saperne di più continuate a leggere.


-

Dapprima scandita da ritmi lenti, ripetitivi e autoconclusivi, la serie "Dantalian no Shoka" lancia la sua ultima pietra agli spettatori con l'OVA "Dantalian no Shoka: Ibarahime". Una pietra scagliata in modo esageratamente forte: questa va fin troppo lontano e, scorgendola a tale velocità, si potrebbe in un primo momento pensare che porti con sé raffinatezza o eleganza. Ma non conosco le dinamiche secondo le quali un OVA dovrebbe essere, basandosi su dei criteri a sé stanti, elemento di chiarimento per la trama dell'anime a cui fa riferimento o, più semplicemente, un semplice e delizioso contorno.
Il problema in questo caso è che, purtroppo, confrontandolo in entrambi i casi, il titolo risulterebbe un fallimento; sia chiaro, era partito già zoppicando a causa della sceneggiatura della storia principale: più episodi autoconclusivi, senza nessun nesso logico, mandavano avanti la trama districandosi tra storie forzatamente ricercate che, inevitabilmente, cadevano in uno story-telling noioso e macchinoso.
In questo spezzone - che potremmo definire "episodio tagliato", poiché segue gli stessi ritmi e movimenti degli episodi del titolo a cui è agganciato - veniamo lanciati in un non meglio definito contesto temporale, il quale potrebbe trovarsi in un qualunque periodo di tempo già sorpassato dalla trama seguita nell'anime principale: l'unico indizio che ci viene dato è il ricordo di una tragedia presso la residenza di Mr. Conrad - praticamente, posizionata nel primo episodio della serie animata.

Alle orecchie del protagonista è giunta una voce interessante: sembrerebbe che vi sia stato un incendio, di natura probabilmente dolosa, e che sia stata avvistata una donna con un - letteralmente - fantasmagorico Libro Fantasma. La coppia si mette in viaggio alla ricerca di questo libro, passando attraverso un paese popolato unicamente da persone giovani: non v'è ombra di anziani o bambini. Le indagini li conducono presso la stessa torre colpita esattamente sei mesi prima dall'incendio che ha fatto notizia; lì verrà consumato il resto della storia.

La grafica non si distingue particolarmente, ormai è inutile stupirsi - se non del contrario: in generale gli OVA tendono ad avere un'ottima qualità tecnica, superiore a quella spesso esercitata nel titolo principale o, almeno, curata a dovere e nei dettagli. Il reparto grafico non si distingue, dunque, da quello dell'anime a cui fa riferimento, se non per un miglioramento generale nelle animazioni e nei colori che talvolta rendevano i personaggi 'plasticosi'.

Si poteva sfruttare l'occasione per colmare le enormi lacune presenti nell'anime, e invece no: paghiamo per creare un episodio dalle tinte sinistre e divertenti che si alternano, concludendolo con una lotta mozzafiato che si appoggia sulle righe di una letteratura antica e ricercata, la quale riuscirà a stupire lo spettatore intelligente e/o incuriosire quello ignorante.
In conclusione, è impossibile non valutare sull'orlo della sufficienza "Dantalian no Shoka: Ibarahime". Proprio non ci si riesce. Se non altro, per ciò che potrebbe raggiungere, ciò che non ha: i dialoghi piacevoli, la grafica curata e l'atmosfera evocativa cedono, senza possibilità di rialzarsi, a meno che non siano affiancati a una trama più compatta che, sicuramente, riuscirebbe a posizionare sulla giusta rampa di lancio questa serie animata.



7.0/10
-

Questa serie di OAV è tratta dall'omonimo manga delle CLAMP e si compone di due episodi: "Strawberry Kiss Kiss", in cui il protagonista si trova alle prese con un assassino che sembra protetto dagli spiriti e una misteriosa donna che pratica la magia nera, e "Déjà Vu" che vede i nostri cercare di risolvere il caso di una serie di omicidi in metropolitana, aiutati da una post-veggente.
Protagonista è Subaru Sumeragi, potente onmyouji (più o meno un esorcista) appartenente ad una antichissima famiglia giapponese che da secoli protegge il Paese dagli spiriti maligni. Ad aiutarlo ci saranno la stravagante gemella Hokuto e Seishiro Sakurazuka, veterinario che con Subaru ha un rapporto piuttosto ambiguo (e forse molto più misterioso di quel che sembra).

Prima di passare all'analisi di quest'opera bisogna fare due premesse:
1) gli OAV di "Tokyo Babylon" non continuano in alcun modo la storia del manga, ma alla sua trama si rifanno. In questo senso, non sono una specie di film a sé stante, ma un piacevole riferimento all'opera cartacea, piacevole per chi lo ha visto o, come me, intende leggerlo (a breve);
2) in nessuno degli OAV sono presenti spoiler, per cui potete guardarli tranquillamente senza per questo "bruciarvi" la successiva lettura del manga.

Devo dire che questi due episodi mi sono piaciuti. In particolare il secondo, dai toni più cupi e misteriosi e di conseguenza più accattivante del primo. I disegni, poi, sono molto simili a quelli del manga, segno che l'obiettivo di imitare il più possibile lo stile originale CLAMP dell'epoca è ben riuscito. Certo, ovviamente risalendo quest'anime ai primi anni '90 il passaggio del tempo si vede eccome. Ma bisogna contestualizzare, tenendo conto della tecnologia disponibile all'epoca. Belle anche le musiche, che stavolta ho preferito nel primo OAV. Anche il doppiaggio giapponese è ottimo e si adatta perfettamente ai singoli personaggi.

Va comunque tenuto presente quello che dicevo: questi due OAV non hanno l'ambizione di essere due veri e grandi film, ma semplicemente due episodi che ambiscono a dare al neofita un assaggio del mondo di "Tokyo Babylon" (senza svelargli nulla) e a chi ha già letto il manga suscitare un po' di nostalgia. Quindi non vi aspettate grandi cose, ma se cercate una visione breve e piacevole, senza molto impegno, allora "Tokyo Babylon" è ciò che fa per voi.



-

Nata originariamente come eroge per un pubblico adulto, la saga di Triangle Heart ha goduto di tre incarnazioni videoludiche e di un paio di trasposizioni in OAV, tra cui, per ultima, questa Sweet Songs Forever, composta da quattro episodi. Una saga, a parte la popolarità del momento, che ha goduto di una fortuna "postuma", in quanto in uno dei suoi capitoli fa la sua prima apparizione il personaggio di Nanoha Takamachi, su cui si baserà poi un altro filone, ben più popolare e di ben maggior successo, che prosegue florido ancora oggi.

Questi OAV comunque fanno idealmente da seguito al terzo capitolo della saga.
Le atmosfere sono un po' quelle del film "Guardia del corpo". Ci sono infatti i due fratelli Kyouya e Miyuki Tanamachi, spadaccini in addestramento nello stile della scuola Minami, che devono proteggere la loro amica d'infanzia Fiasse Crystera, ora direttrice di un'accademia canora, da una non meglio identificata minaccia che però sembra essere legata al loro passato. Un compito non semplice, complicato anche dalla presenza di Elise Mc Garren, altra amica di infanzia di Kyouya e ora guardia del corpo professionista, da cui si era separato non troppo bene.

Nel suo ruolo di illustre predecessore, Triangle Heart risulta interessante anche in qualità di prototipo delle future produzioni della Seven Arcs, specialmente nella caratterizzazione dei personaggi. Con un incrocio fra gentilezza, senso del dovere e spirito di sacrificio, i buoni hanno quasi la missione di mantenere una ben definita aura di positiva integrità e le capacità nel combattimento sono quasi più una dannazione, un male minore a cui ricorrere per necessità, piuttosto che una qualità che eleva il personaggio (come potrebbe essere in un odierno shonen manga). Ai malvagi, spesso contorti e quasi grotteschi, dunque, il trovar realizzazione nella mischia. Cosa che soddisfa nell'immediato ma non certo a lungo termine, poiché il trionfo della giustizia incomberà su di loro.
Insospettabilmente, pare proprio questo uno dei limiti principali di questi OAV. Un assetto ancora piuttosto grezzo e non levigato con gli anni, in cui i personaggi non mostrano molto di più del ruolo che gli è stato "assegnato". Probabilmente non aiuta neanche il fatto che l'anime si rivolgesse in origine ai giocatori dei game, i quali potrebbero magari cogliere sfumature non evidenti ad altri. Tra l'altro, chi spera di vedere Nanoha scorrazzare in qualche scena rimarrà, più che parzialmente, deluso.

Non molto più rosea è la situazione sul piano tecnico. Un problema particolarmente sentito, poiché dalle produzioni non televisive di solito ci si aspetta qualcosa in più e, inoltre, si è facilmente visto di meglio anche in produzioni molto antecedenti a questo titolo (2003). Osserviamo infatti sequenze con una qualità dei disegni piuttosto bassa, animazioni alquanto scattose in certe sequenze d'azione che vorrebbero maggiore fluidità, ambientazioni poco varie e non proprio ricche di dettagli.
La parte sonora è messa un po' meglio e sicuramente trae giovamento da varie canzoni, sigle incluse, inserite nell'anime. Quello che invece non mi ha convinto molto è stato il doppiaggio, che non si capisce bene se è stato realizzato apposta con una recitazione "al naturale" e poco costruita, o se è riuscito acerbo a causa del personale impiegato.
In ogni caso il risultato non cambia. Diverse voci interessanti (tra queste un giovane Hikaru Midorikawa) ci sono, ma altre, come quella di Miyuki o del cattivone Zaffa (ma che nome è!?), sono piatte, oltre che monoespressive, e manco tanto belle a sentirsi.

Insomma, non nascondo di aver visto Triangle Heart: Sweet Songs Forever in quanto faceva da precursore animato per Nanoha (sebbene alla fine c'entri poco), e in virtù di ciò non vorrei essere troppo negativo con il giudizio finale. Tuttavia non possiamo neanche negare che la ciambella sia riuscita col buco...
Chi ricerca le origini di Nanoha fa forse meglio a dirigersi sul Lyrical Toy Box (o anche detto appunto, Prototype). Per gli altri... musica e buoni sentimenti.