Se pensiamo alla celebre rivista Shounen Jump e alle sue politiche di pubblicazione dei manga, ci risulta pressoché impossibile credere che sulle sue pagine sia stato pubblicato anche Cat's Eye.
Del resto, è una storia decisamente strana e diversa da quello a cui la rivista Jump ci ha abituati. Non ci sono combattimenti, non ci sono storie d'amore fra liceali, non ci sono tornei di lotta, non ci sono grandi eroi, non ci sono impareggiabili sportivi, non ci sono signori del male, non ci sono protagonisti né giovani né intrepidi né stupidi né soprattutto maschi.
Cat's eye è difatti la storia di tre ragazze, le sorelle Kisugi, di cui peraltro due su tre hanno ampiamente superato l'età "da Jump": Rui, la maggiore, di anni ne ha venti abbondanti, è una donna matura e tranquillamente in età da marito; Hitomi, la vera e propria protagonista della serie, ha circa vent'anni, mentre Ai, la più piccola del trio, è l'unica ad essere "in target", essendo una liceale.
Le tre ragazze, di giorno, gestiscono il bar Cat's Eye, ma quando cala la notte assumono l'identità di "Cat's Eye", una banda di misteriose ladre di opere d'arte, croce e delizia della polizia locale e soprattutto del giovane sbirro Toshio Utsumi che, ohibò, è nientemeno che lo storico fidanzato di Hitomi.
Prendendo in esame l'idea alla base di Cat's Eye, oggi ci appare di una semplicità disarmante, poiché sfruttata da numerose opere successive (si pensi a Kaito Kid, a DNAngel o a Saint Tail), ma bisogna contestualizzare l'opera nel periodo della sua ideazione e sulle pagine della rivista su cui fu pubblicata. Allora, inesorabilmente, apparirà tutto il carattere rivoluzionario di questo fumetto che, su una rivista per ragazzi (maschi), propone una storia con tra protagoniste femminili e dal fascino adulto. Una storia dove non vi sono combattimenti né sport, ma che, sotto la facciata di una vicenda d'azione dal taglio poliziesco, in realtà ci parla soprattutto, e neanche troppo velatamente, d'amore.
Tante, le anime di Cat's Eye.
In primis un'anima d'azione, degna dei migliori episodi di Charlie's Angels o dei migliori film di James Bond, che non manca di affascinare il lettore con rocamboleschi inseguimenti, sfide contro il tempo, fughe all'ultimo secondo, furti compiuti con azioni funamboliche, assembramenti di poliziotti sventati con maestria e trucchi degni del miglior Lupin, rapimenti e riscatti, corse automobilistiche pericolosissime, partite d'azzardo in casinò con bellissime croupier. Tanta, tanta azione da film americano che fa da corollario ad una trama misteriosa, profonda e affascinante, ricca di misteri svelati a poco a poco e che scava nel passato e nei cuori dei personaggi.
Ed è qui che entra in gioco un'altra delle molteplici anime di Cat's Eye, forse quella di maggior fascino, ed è quella sentimentale, che ha come cardine l'amore. Amore narrato nei suoi diversi volti, come quello della relazione tormentatissima fra Hitomi e Toshio, fidanzati di giorno e inconsapevoli rivali di notte, in una spirale di sentimento che porta Toshio a innamorarsi sia di Hitomi sia di "Cat's Eye" (che lui, disconoscendo la vera identità della ladra, vede come due persone distinte) e Hitomi ad essere gelosa di sé stessa.
Ma c'è anche l'amore familiare che lega vicendevolmente le tre sorelle, e quello che le lega al loro misterioso padre scomparso, di cui cercano di ritrovare le tracce furto dopo furto, nonché un amore più "normale" e quotidiano, quello che viene narrato, aldilà della presenza di "Cat's Eye", tra Hitomi e Toshio, e fra gli amici poliziotti di Toshio o vari personaggi di contorno del cast.
Un amore ancor più profondo, e decisamente poetico, lega infine le tre sorelle al gentile signor Nagaishi, che è per le sorelle Kisugi un tutore, un aiutante tuttofare sempre disponibile e un ideale padre, sostituto del loro reale genitore a cui è legato da molti anni da un vincolo di profonda amicizia.
A concludere il quadro, Cat's Eye ha anche un'anima più scanzonata da slice of life, che ci farà fare un tuffo nel passato, in un mondo di ormai trent'anni fa (molto simile per ambientazioni a quello ritratto in Touch di Mitsuru Adachi nato peraltro nello stesso anno di Cat's Eye), presentandoci un gruppo di personaggi intento nelle loro vite, per quanto strampalate, di tutti i giorni, coi loro problemi, sentimenti e vicissitudini varie.
Originale, atipico, profondo, avvincente, Cat's Eye è un manga che indubbiamente, per un motivo, per un altro o per tanti motivi insieme, colpisce. Merito in primis di un cast d'eccezione, a partire dalle tre protagoniste.
Fra l'adulta e matura (ma ogni tanto birichina) Rui, la sbarazzina e allegra Ai e la bellissima e furba Hitomi, è veramente difficilissimo scegliere una sola ragazza a cui affezionarsi. Si finisce, inesorabilmente, per amarle tutte e tre in egual misura (sebbene, per motivi di trama, sia Hitomi quella a cui viene dato più spazio e viene maggiormente approfondita). Tre ragazze slanciate, straordinarie, sensuali, fascinose, scaltre, che imbrigliano alla perfezione quegli indimenticabili anni '80 e le loro eroine di gran fascino (si pensi a Lamù o a Madoka Ayukawa, giusto per fare due nomi), ormai solo un lontano ricordo, in questi tempi dove la concezione di personaggio femminile nelle produzioni giapponesi è radicalmente cambiata.
Impossibile non amarle, non desiderarle, non restare di sasso col cuore a mille nel vedere le loro silhouette sinuose stagliarsi alla luce della luna nella notte. Così come capita a Toshio, il nostro sventurato protagonista maschile, che, ben lungi dall'essere un superuomo, non mancherà di suscitare un'innata simpatia nel lettore.
A completare il cast, un'allegra banda di poliziotti innamorati, di capi iracondi, di colleghi fighetti ma sfigatissimi, di colleghe gelose e sospettose, di ladruncoli guasconi a cui non ne va mai bene una, di ex militari bizzarri, imponenti e dal cuore d'oro. Personaggi, tutti, davvero simpatici, che lasciano il segno nel lettore, il quale si sente davvero "a casa", fra i tavoli del bar Cat's Eye o fra le scrivanie del commissariato, insieme ad un gruppo di amici davvero insostituibile.
Cat's Eye è dunque una storia dalle mille anime: ora un adrenalinico film americano fatto di guardie, di ladre e di colpi di scena, ora un affresco piacevolissimo e spesso spassoso del Giappone dei primi anni '80, ora (ed è questa la chiave di lettura che ho preferito dargli) un viaggio nel cuore umano, alla ricerca dell'amore, di un amore che trascende la morte, la lontananza, i segreti, le separazioni, il passato, la legge, la giustizia, la morale, il destino stesso, che muta forma più e più volte, che va e che viene, che viene messo in dubbio, che arriva all'improvviso, che non è bello se non è litigarello, ma che, dopotutto, è sempre là, ed è il punto di arrivo del nostro viaggio, in un traguardo di un lirismo e di una dolcezza senza pari.
A sostenere il tutto, abbiamo uno stile di disegno in costante evoluzione, che partendo da un livello piuttosto convenzionale per gli anni di pubblicazione va, man mano che avanza la storia, evolvendosi sempre più, raggiungendo livelli di dettaglio impressionanti, soprattutto nella raffigurazione di paesaggi davvero mozzafiato e di personaggi femminili di una bellezza incomparabile.
Disegni splendidi, che impreziosiscono ancor di più una storia che si legge tutto d'un fiato, coinvolgendo al massimo il lettore.
Già pubblicato in Italia fra il 2000 e il 2001 dall'editore Star Comics, Cat's Eye è recentemente stato rieditato da Panini Comics in una nuova edizione di lusso in quindici volumi, di grande formato con sovraccoperta, copertine inedite e tavole a colori, onomatopee lasciate in giapponese senza traduzione, molto simile a quella proposta per City Hunter, il lavoro successivo dell'autore.
Del resto, è una storia decisamente strana e diversa da quello a cui la rivista Jump ci ha abituati. Non ci sono combattimenti, non ci sono storie d'amore fra liceali, non ci sono tornei di lotta, non ci sono grandi eroi, non ci sono impareggiabili sportivi, non ci sono signori del male, non ci sono protagonisti né giovani né intrepidi né stupidi né soprattutto maschi.
Cat's eye è difatti la storia di tre ragazze, le sorelle Kisugi, di cui peraltro due su tre hanno ampiamente superato l'età "da Jump": Rui, la maggiore, di anni ne ha venti abbondanti, è una donna matura e tranquillamente in età da marito; Hitomi, la vera e propria protagonista della serie, ha circa vent'anni, mentre Ai, la più piccola del trio, è l'unica ad essere "in target", essendo una liceale.
Le tre ragazze, di giorno, gestiscono il bar Cat's Eye, ma quando cala la notte assumono l'identità di "Cat's Eye", una banda di misteriose ladre di opere d'arte, croce e delizia della polizia locale e soprattutto del giovane sbirro Toshio Utsumi che, ohibò, è nientemeno che lo storico fidanzato di Hitomi.
Prendendo in esame l'idea alla base di Cat's Eye, oggi ci appare di una semplicità disarmante, poiché sfruttata da numerose opere successive (si pensi a Kaito Kid, a DNAngel o a Saint Tail), ma bisogna contestualizzare l'opera nel periodo della sua ideazione e sulle pagine della rivista su cui fu pubblicata. Allora, inesorabilmente, apparirà tutto il carattere rivoluzionario di questo fumetto che, su una rivista per ragazzi (maschi), propone una storia con tra protagoniste femminili e dal fascino adulto. Una storia dove non vi sono combattimenti né sport, ma che, sotto la facciata di una vicenda d'azione dal taglio poliziesco, in realtà ci parla soprattutto, e neanche troppo velatamente, d'amore.
Tante, le anime di Cat's Eye.
In primis un'anima d'azione, degna dei migliori episodi di Charlie's Angels o dei migliori film di James Bond, che non manca di affascinare il lettore con rocamboleschi inseguimenti, sfide contro il tempo, fughe all'ultimo secondo, furti compiuti con azioni funamboliche, assembramenti di poliziotti sventati con maestria e trucchi degni del miglior Lupin, rapimenti e riscatti, corse automobilistiche pericolosissime, partite d'azzardo in casinò con bellissime croupier. Tanta, tanta azione da film americano che fa da corollario ad una trama misteriosa, profonda e affascinante, ricca di misteri svelati a poco a poco e che scava nel passato e nei cuori dei personaggi.
Ed è qui che entra in gioco un'altra delle molteplici anime di Cat's Eye, forse quella di maggior fascino, ed è quella sentimentale, che ha come cardine l'amore. Amore narrato nei suoi diversi volti, come quello della relazione tormentatissima fra Hitomi e Toshio, fidanzati di giorno e inconsapevoli rivali di notte, in una spirale di sentimento che porta Toshio a innamorarsi sia di Hitomi sia di "Cat's Eye" (che lui, disconoscendo la vera identità della ladra, vede come due persone distinte) e Hitomi ad essere gelosa di sé stessa.
Ma c'è anche l'amore familiare che lega vicendevolmente le tre sorelle, e quello che le lega al loro misterioso padre scomparso, di cui cercano di ritrovare le tracce furto dopo furto, nonché un amore più "normale" e quotidiano, quello che viene narrato, aldilà della presenza di "Cat's Eye", tra Hitomi e Toshio, e fra gli amici poliziotti di Toshio o vari personaggi di contorno del cast.
Un amore ancor più profondo, e decisamente poetico, lega infine le tre sorelle al gentile signor Nagaishi, che è per le sorelle Kisugi un tutore, un aiutante tuttofare sempre disponibile e un ideale padre, sostituto del loro reale genitore a cui è legato da molti anni da un vincolo di profonda amicizia.
A concludere il quadro, Cat's Eye ha anche un'anima più scanzonata da slice of life, che ci farà fare un tuffo nel passato, in un mondo di ormai trent'anni fa (molto simile per ambientazioni a quello ritratto in Touch di Mitsuru Adachi nato peraltro nello stesso anno di Cat's Eye), presentandoci un gruppo di personaggi intento nelle loro vite, per quanto strampalate, di tutti i giorni, coi loro problemi, sentimenti e vicissitudini varie.
Originale, atipico, profondo, avvincente, Cat's Eye è un manga che indubbiamente, per un motivo, per un altro o per tanti motivi insieme, colpisce. Merito in primis di un cast d'eccezione, a partire dalle tre protagoniste.
Fra l'adulta e matura (ma ogni tanto birichina) Rui, la sbarazzina e allegra Ai e la bellissima e furba Hitomi, è veramente difficilissimo scegliere una sola ragazza a cui affezionarsi. Si finisce, inesorabilmente, per amarle tutte e tre in egual misura (sebbene, per motivi di trama, sia Hitomi quella a cui viene dato più spazio e viene maggiormente approfondita). Tre ragazze slanciate, straordinarie, sensuali, fascinose, scaltre, che imbrigliano alla perfezione quegli indimenticabili anni '80 e le loro eroine di gran fascino (si pensi a Lamù o a Madoka Ayukawa, giusto per fare due nomi), ormai solo un lontano ricordo, in questi tempi dove la concezione di personaggio femminile nelle produzioni giapponesi è radicalmente cambiata.
Impossibile non amarle, non desiderarle, non restare di sasso col cuore a mille nel vedere le loro silhouette sinuose stagliarsi alla luce della luna nella notte. Così come capita a Toshio, il nostro sventurato protagonista maschile, che, ben lungi dall'essere un superuomo, non mancherà di suscitare un'innata simpatia nel lettore.
A completare il cast, un'allegra banda di poliziotti innamorati, di capi iracondi, di colleghi fighetti ma sfigatissimi, di colleghe gelose e sospettose, di ladruncoli guasconi a cui non ne va mai bene una, di ex militari bizzarri, imponenti e dal cuore d'oro. Personaggi, tutti, davvero simpatici, che lasciano il segno nel lettore, il quale si sente davvero "a casa", fra i tavoli del bar Cat's Eye o fra le scrivanie del commissariato, insieme ad un gruppo di amici davvero insostituibile.
Cat's Eye è dunque una storia dalle mille anime: ora un adrenalinico film americano fatto di guardie, di ladre e di colpi di scena, ora un affresco piacevolissimo e spesso spassoso del Giappone dei primi anni '80, ora (ed è questa la chiave di lettura che ho preferito dargli) un viaggio nel cuore umano, alla ricerca dell'amore, di un amore che trascende la morte, la lontananza, i segreti, le separazioni, il passato, la legge, la giustizia, la morale, il destino stesso, che muta forma più e più volte, che va e che viene, che viene messo in dubbio, che arriva all'improvviso, che non è bello se non è litigarello, ma che, dopotutto, è sempre là, ed è il punto di arrivo del nostro viaggio, in un traguardo di un lirismo e di una dolcezza senza pari.
A sostenere il tutto, abbiamo uno stile di disegno in costante evoluzione, che partendo da un livello piuttosto convenzionale per gli anni di pubblicazione va, man mano che avanza la storia, evolvendosi sempre più, raggiungendo livelli di dettaglio impressionanti, soprattutto nella raffigurazione di paesaggi davvero mozzafiato e di personaggi femminili di una bellezza incomparabile.
Disegni splendidi, che impreziosiscono ancor di più una storia che si legge tutto d'un fiato, coinvolgendo al massimo il lettore.
Già pubblicato in Italia fra il 2000 e il 2001 dall'editore Star Comics, Cat's Eye è recentemente stato rieditato da Panini Comics in una nuova edizione di lusso in quindici volumi, di grande formato con sovraccoperta, copertine inedite e tavole a colori, onomatopee lasciate in giapponese senza traduzione, molto simile a quella proposta per City Hunter, il lavoro successivo dell'autore.
Mi è capitato fra le mani quasi per caso, per un piacevolissimo scherzo del destino, Cat's Eye, del quale avevo solo sbiaditi ricordi legati ad una serie televisiva che, da bambino piccolissimo qual ero quando la vidi, non potei apprezzare pienamente. E invece mi sono ritrovato a divorarlo, ad amarlo, a desiderare davvero di essere lì, all'inseguimento di quelle tre bellissime ladre, o al tavolo di quel simpaticissimo bar, a bere un caffè preparato dalle fatate mani sulle sue tre bellissime proprietarie.
Un'opera straordinaria, che parla veramente al cuore delle persone e a cui, in virtù di questo straordinario livello di coinvolgimento, possiamo anche perdonare qualche breve momento di calo nella trama dovuto ad una manciata di capitoli poco ispirati fra i tanti o a qualche scelta narrativa che fa storcere un po' il naso o un finale che, per quanto bellissimo e toccante, non soddisfa al 100% il lettore desideroso di averne ancora di più, di storie su queste tre bellissime ragazze e sul loro mondo, passato o futuro che sia.
Da leggere, assolutamente.
Un'opera straordinaria, che parla veramente al cuore delle persone e a cui, in virtù di questo straordinario livello di coinvolgimento, possiamo anche perdonare qualche breve momento di calo nella trama dovuto ad una manciata di capitoli poco ispirati fra i tanti o a qualche scelta narrativa che fa storcere un po' il naso o un finale che, per quanto bellissimo e toccante, non soddisfa al 100% il lettore desideroso di averne ancora di più, di storie su queste tre bellissime ragazze e sul loro mondo, passato o futuro che sia.
Da leggere, assolutamente.
Consigliato a tutti, opera immortale.
Vorrei ringraziare anche per l'ottima recensione, mi è piaciuta molto.
7.90... non so se ridere o piangere, la Planet non si smentisce mai.
Fondamentalmente Tosio e Hitomi sono irritanti ad un certo punto, anzi più che il primo che si evolve un pochino, la seconda resta sempre uguale a sè stessa e si arrabbia per un nonnulla, va bene all'inizio, ma per volumi e volumi diventa stancante, le sorelle sono tratteggiate si, ma in modo molto meno approfondito rispetto ad Hitomi, (perlomeno Ai).
I personaggi di contorno sono delle macchiette sempre fini a sè stesse che non si evolvono mai. I vari poliziotti sono sempre uguali a sè stessi, la Asatani poteva dare molto, ma si perde nella marmaglia di personaggi, la trama principale viene ripresa solo negli ultimi 2 volumi ad un certo punto ed il finale è fatto a convenienza di Hojo per concludere la storia, ma che tutto sommato ho gradito concettualmente.
L'atmosfera è serio-comica, ma . I furti non stanno nè in cielo e nè in terra per la maggior parte e questo in un manga dalle atmosfere più serie rispetto ad altri suoi è un problema. C
Comunque sia, non l'avrei mai detto, City Hunter che sto leggendo (sto al numero 26), al momento lo straccia in tutto e per tutto...
City Hunter parte serio, ma diventa comico, sino ad essere demenziale. L'essere demenziale rispetto a Cat's Eye, fa soprassedere su tante stupidagini e cose assurde, m al contempo, sa essere tremendamente realistico e serio in certi punti. Ryo si evolve, idem Kaori, cosa che non avviene con Hitomi che resta sempre un'isterica, gelosa e intrattabile ragazza. La trama come in Cat's Eye, è più labile (32 volumi contro 15), ma i casi sono di alta qualità e le gag ammazzano di risate e quando non lo fanno, ti scappa qualche sorriso. Hojo azzecca tutti i tempi giusti della battuta, cosa che non avveniva in Cat's Eye e i tocchi e le punte di drammaticità, superano anche quelli di Cat's Eye. A meno che non svacchi nel finale CH >> CE e non l'avrei mai detto sino a qualche mese fa...
Insomma CE è il classico manga anni 80 esaltato dai fanboy di quell'epoca, ed invece è solo un buon manga. Lo status di cult se lo merita ok, ma oltre il 7 non va assolutamente.
City Hunter invece pur non essendo un capolavoro, è un manga anni 80 che merita elogi ed è superiore. Trovo inconcepibile l'esistenza di una corrente di pensiero che dica che CE è superiore a CH.
Comunque l'edizione per il prezzo di 7.90 euro, è ottima e l'ultimo volume offre anche un capitolo extra che è una chicca. Impossibile lamentarsene, a meno che non si faccia sempre una crociata contro la Planet Manga o sia abbiano preconcetti immotivati su un limite basso al prezzo dei fumetti.
Parlo per me che Occhi di gatto lo guardavo su Italia 1 quindici anni fa, quando tuttavia la serie risultava già "antica" senza tuttavia annoiare. Questo per dire che del manga non ne so nulla, ma confido in Hojo. Inevitabili saranno alcune azioni forse monotone o magari già viste e riviste, ma nel complesso mi aspetto un bel prodotto.
L'involucro promette bene, l'ultima edizione mi fa sbavare
Comunque sono l'unico che da piccolo l'anime gli piaceva moltissimo?
@ Kabutomaru
Io faccio parte della corrente di pensiero inconcepibile
Ho trovato molto più godibile e intelligente Cat's Eye rispetto a City Hunter.
Certo, si vede che è un'opera ancora acerba, ma Hojo ha dimostrato la sua maturità in altre opere (Tra i raggi del sole e soprattutto L'estate dell'adolescenza), non in City Hunter dove l'ha usata solo per mostrare dei bei disegni e dove la storia è affossata fra duemila casi dalle dinamiche tutte uguali e dai continui e fastidiosissimi riferimenti sessuali che alla lunga stancano. A parità di storie stiracchiate preferisco Cat's Eye, più breve, più corale (ci sono tantissimi personaggi che vengono esplorati nelle loro varie sfaccettature e non solo due con altri occasionali a far da sfondo qua e là) e meno infantile nelle gags. Il finale di Cat's Eye mi ha lasciato il magone per giorni, quello di City Hunter è arrivato quasi per inerzia e, seppur bello, non mi ha coinvolto quanto speravo.
Né lui né City Hunter sono mai stati manga realistici (solo nei manga Toshio può non riconoscere la ladra che è uguale alla sua ragazza ), come del resto non lo sono mai stati i film o i serial a cui si ispirano, né i manga che a loro si ispireranno (uno su tutti: Saint Tail).
E' giusto quindi prenderli come letture d'evasione (cosa che andrebbe fatta per tutti gli shounen) e non come oggetti da criticare e scardinare nella speranza di trovarci un capolavoro o una schifezza.
Cat's Eye è principalmente una storia d'amore, dicevo ieri sulla mia scheda. Quello dell'azione e dei furti è solo uno dei tanti elementi che lo compongono, ma, stranamente, non è quello principale, che è anzi la rappresentazione dell'amore nelle sue più varie sfaccettature.
Tutti meritati, ci si trova qualcosa di interessante con dei riferimenti anche al panorama cinematografico.
"Io faccio parte della corrente di pensiero inconcepibile"
Mi domando quando concorderemo su qualcosa...almeno anni 80XD.
"Ho trovato molto più godibile e intelligente Cat's Eye rispetto a City Hunter.
Certo, si vede che è un'opera ancora acerba, ma Hojo ha dimostrato la sua maturità in altre opere (Tra i raggi del sole e soprattutto L'estate dell'adolescenza), non in City Hunter dove l'ha usata solo per mostrare dei bei disegni e dove la storia è affossata fra duemila casi dalle dinamiche tutte uguali e dai continui e fastidiosissimi riferimenti sessuali che alla lunga stancano."
Stessa identica cosa in Cat's Eye, solo che in City Hunter i casi durano molti capitoli in più, rispetto a Cat's Eye, dove solo raramente superano la durata di un capitolo. Quindi in Cat's Eye Hojo corre, mentre in City Hunter c'è tutto il tempo di presentare i vari personaggi del caso, che magari non saranno memorabili, ma hanno uno straccio di approfondimento rispetto a quelli di Cat's Eye.
I riferimenti sessuali, non sono per niente fastidiosi e ben si amalgamano nel contesto della storia. CH è demenziale ad un certo punto, quindi quando hai a che fare con un demenziale, puoi piegare il manga alle esigenze che vuoi te trasformandolo in un poliziesco, noir, hard boiled etc...alcune volte anche in soprannaturale, nessuno contesta niente perchè City Hunter è demenziale di base.
" A parità di storie stiracchiate preferisco Cat's Eye, più breve, più corale (ci sono tantissimi personaggi che vengono esplorati nelle loro varie sfaccettature e non solo due con altri occasionali a far da sfondo qua e là) e meno infantile nelle gags. Il finale di Cat's Eye mi ha lasciato il magone per giorni, quello di City Hunter è arrivato quasi per inerzia e, seppur bello, non mi ha coinvolto quanto speravo. "
E' corale si, ma i personaggi sono sempre macchiette e sempre uguali a sè stessi. basta Umibozu (al quale sei spaventosamente ugualeXD, se metti 40 Kg di muscoli, puoi fare il cosplay suo, sei identico te lo giuro, Umibozu è Kotaro fatto manga) per annientarli tutti in caratterizzazione. Anche Miki o Saeko hanno molto più da dire rispetto ai comprimari scialbi di Cat's Eye, da cui solo raramente emerge la Asatani, la quale però negli ultimi volumi viene messa in ombra.
"E' giusto quindi prenderli come letture d'evasione (cosa che andrebbe fatta per tutti gli shounen) e non come oggetti da criticare e scardinare nella speranza di trovarci un capolavoro o una schifezza. "
Appunto, City Hunter è uno dei migliori manga shonen commerciali di sempre (a meno che non svacchi negli ultimi 6 numeri che devo leggere). E lo sai bene su come la penso degli anni 80 e mi stupisco anche io, perchè pensavo avrei elogiato Cat's Eye a discapito di CH...per la serie, i manga vanno letti e non ci si deve basare solo sulle recensioni ^^.
Personalmente ho preferito di gran lunga dei personaggi macchietta che però vedi sempre e quindi ti ci affezioni e impari pian piano a conoscere e ad amare, come succede in Cat's Eye dove anche i capitoli comici sul commissariato risultano molto godibili, che dei personaggi che l'autore si ricorda di far comparire solo quando deve svelare qualcosa di loro un capitolo ogni mille e nel frattempo vengono sommersi da millemila comparse tutte uguali, come succede in City Hunter (Quante volte compare Umibozu e quante volte l'autore si dimentica della sua esistenza per dar spazio alla bonazza del caso di turno, tanto gnocca quanto esteticamente identica alle mille che l'hanno preceduta, e sempre innamorata di Ryo?).
Sì, i personaggi di City Hunter forse hanno delle backstories più tormentate, e i capitoli dove queste vengon fuori sono bellissimi, ma sono troppo diradati in mezzo a mille casi tutti uguali che alla lunga stufano, e questo fatto mi ha abbastanza infastidito, impedendomi di affezionarmici più di tanto. Cat's Eye invece è una storia apparentemente più leggera, che però ti piglia per mano, ti cala nel suo mondo, te lo fa vedere, "vivere" al 100%, e quando lo devi lasciare ci rimani malissimo perché è come lasciare degli amici o svegliarsi da un bellissimo sogno, almeno per me è stato così. Con City Hunter non c'è stata quell'empatia, è stato solo un bel fumetto che ho letto una volta al mese, che a volte mi ha divertito, a volte commosso, a volte strabiliato, a volte annoiato, a volte estenuato con battute sessuali che hanno smesso di farmi ridere quasi subito, a volte deluso perché mi aspettavo altro da lui.
puoi fare il cosplay suo
Già dato
(dal Romics 2012)
È vero che su carta vengono a mancare aspetti come le sigle (bellissime) e le musiche, ma il manga permette di ammirare il tratto di Hojo che va migliorandosi nel corso della serie, e certe illustrazioni sono da sbavo. Immutato inoltre l'affresco urbano tipico delle storie di Hojo.
Bella recensione come sempre.
Hai scritto la "DIVINA COMMEDIA" solo per dire scemenze,Kotaro ti ha risposto molto educatamente per le rime. . .
Recuperato pian piano alle fiere del fumetto più per vedere un finale della storia che non avevo modo di vedere tramite la versione animata che per altri motivi. Poi personalmente a me le tre sorelle non sono mai state troppo simpatiche... niente di grave però a fare i ladri sono tutti bravi se le forze dell'ordine che ti danno la caccia non troverebbero un ubriaco all'Oktorberfest (cit.)
Io l'ho apprezzato più per la componente commedia/slice of life che non per per l'azione o per la storia d'amore in atto anche se, onestamente, il finale l'ho trovato abbastanza tenero e poetico.
Bella la recensione di Kotaro, pure se lui ci ravvisa delle cose profonde che io non ho registrato nella mia lettura. Sensibilità personale suppongo.
Del resto l'ho cambiato per un altra opera meglio disegnata, più divertente e decisamente più nelle mie corde. AH AH!
Kotaro che ho avuto il piacere di incontrare due volte, mi ha risposto educatamente, perchè sa cos'è l'educazione, cosa che evidentemente a te è del tutto sconosciuta.
Sarai il classico fanboy anni 80 con le fette di prosciutto davanti agli occhi e che se tocchi i manga della sua generazione diventa isterico, oramai a smascherarvi e farvi fare una figura barbina ci metto poco.Ed infatti la povertà del tuo commento ci dice tutto.
Indubbiamente un'opera di grande pregio.
Il finale inoltre è estremamente romantico e drammatico.
Insomma un'opera veramente da avere per tutti gli amanti del genere e dei fan di questo mangaka.
City Hunter è indubbiamente un altro manga dove si preferisce dare spazio al pistolero Ryo e a Kaori.
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