Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.

Oggi appuntamento libero, con i manga La fine del mondo e prima dell'alba, L'uomo della tundra e GTO.

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.


Per saperne di più continuate a leggere.



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Primo step.
Chiunque conosca Inio Asano, sa per certo cosa può aspettarsi dalle sue storie: emozioni. Quello che il sensei ci illustra nello splendido volume autoconclusivo, sono dieci storie autoconclusive che lanciano messaggi differenti e vogliono comunicare sensazioni differenti, rimanendo tuttavia saldi ai principi dell'autore che non manca mai di far trapelare, paure, ossessioni e desideri tramite le sue pagine.

Secondo step.
Chiunque conosca il sottoscritto ed abbia avuto modo di disquisire con me, così come leggere le mie recensioni, sa quanto posso adorare Asano, e quindi può chiedersi il perché di un voto sì sopra la sufficienza, ma al di sotto della media con cui di solito mi entusiasmo dinnanzi le sue opere. Il perché è presto detto: trattandosi di storie autoconclusive e a sé stanti, possono figurare in media, alcuni lavori eccellenti, altri buoni ed alcuni per quanto validi, forse sottotono a dispetto dell'aspettativa che si crea nei confronti del lettore, abituato a divorare i contenuti tra sogno e realtà armonizzati dal Maestro.

Come Asano fa notare nella postfazione del volume, è intuibile sia dal chara dei personaggi così come dai ritmi narrativi e le tematiche affrontate, che le storie siano state sceneggiate e disegnate in lassi di tempo ben scanditi e differenti della vita del Mangaka. Lo si deduce da un entusiasmo piuttosto marcato in alcune storyline a dispetto di un cinismo disilluso ma stretto dalla speranza più fugace di conquistarsi un ritaglio di felicità in un mondo marcio e consumato, così come l'influenza dei sentimenti provati dall'uomo - chiave primissima del coinvolgimento che pervade il lettore da capo a piedi focalizzandosi ancor meglio sul cuore, ogni qual volta si avvicina ad una storia del Sensei - nel momento dello sviluppo dell'incipit.

Terzo step.
Disgusto (disagio) anarchico sociale.
L'Hikikomori nell'Anima.
Sesso sporco e inconfessato.

Sono tre delle leggi prime dell'Asano che nei paradossi del degenero umano e alla condanna dell'alienazione, divora ingordo l'evolversi tecnologico invidioso di non averne giovato in gioventù e si lancia in sproloqui che puntano i riflettori sulla masturbazione per assuefazione da timidezza e sfiducia. L'abilite comunicatore contemporaneo regna sovrano nel prolasso delle insicurezze e delle fobie più fugaci come se ogni sua tavola e pensiero così vivido e trascendentale trovi sicurezza pochi attimi dopo nelle piccole cose di tutti i giorni, come se fossero frutto di negatività estremizzata e rappresentata sotto forma di attacchi di panico portando il lettore a chiedersi se Asano sia davvero felice di fare il mangaka o se ad ogni storia, i messaggi lanciati più che consigli e lezioni non siano grida d'aiuto.

Tuttavia ciò che ne vige non è certo una sensazione di claustrofobia opprimente in cui il lettore sofferente ne brama una conclusione, ma lezioni di vita e orizzonti mai sperimentati prima che possono nonostante il già menzionato in precedenza, cinismo di fondo, lanciano la possibilità di poter cambiare le cose, o per lo meno, riuscire a conquistarsi un equilibrio del tutto personale - e a tratti non condivisibile - in una società passiva che s'anima ed ha erezioni solamente dinnanzi allo sporco e proibito.
Concetti che si estraniano dal reale, e in maniera piuttosto comica e nonsense si avvicinano sempre più ad un irreale e fantastico in cui forse Asano ancora crede... o spera.

Quarto step.
Perché dovreste leggere <i>La fine del mondo e prima dell'alba</i>. Perché sono storie di ordinaria follia in cui personaggi snervanti, stressati, logori, disillusi e sognatori tra una sigaretta, una tazza di caffè ed autoerotismo è impossibile non incarnarsi, nell'estremità della delusione e nell'autocelebrazione dei perdenti, la rassicurazione più totale che non esistono veri e propri vincitori, e che a ben vedere, non si è neanche vinti. Perché da una giornata di lavoro, da un momento di crisi, un amore scolastico, un viaggio all'estero, un appuntamento andato male è possibile trascendere la superficialità e scavare a fondo nell'intimità umana dove si celano sì paure ed incertezze, ma che a modo loro trovano nel giro di qualche ora, conforto, con l'arrivo dell'alba.

Nel frattempo?
Potete chiudere gli occhi e dormire, oppure lasciarli aperti e interrogarsi come ha fatto Asano. Tanto prima o poi, l'alba giunge per tutti.

7.5 pieno.




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"L'uomo della tundra" è una raccolta di sei racconti ambientate in vari luoghi della Terra (dall'Alaska al Giappone) e che mostrano il difficile rapporto che lega l'uomo alla natura.

Molto varie le trame e le tematiche: si racconta della difficoltà di convivere con la natura e di "sopravvivere", come nei primi due racconti tratti dalle opere di Jack London (il primo, "Il viaggiatore delle terre ghiacciate", è inedito e riguarda degli appunti trovati in un suo taccuino, il secondo, "La bianca terra desolata", invece è preso dalla prima parte di "Zanna Bianca); oppure si parla di tradizioni e di vendetta di un vecchio giapponese verso un orso che ha ucciso suo figlio, nel terzo racconto "Verso la montagna".

Ma il rapporto tra l'uomo e la natura non è solo negativamente difficile, ma anche sentimentale, come quello che lega una bambina all'isola dove abita e al mare dove nuota ogni giorno ("L'isola di Kayose"), o l'amicizia fra un biologo marino e una balena che lo porterà a rischiare di morire per vedere il cimitero delle balene.

L'unico racconto che non c'entra con il tema della natura è "Shokaro", nome di un'antica pensione dove un aspirante mangaka vive insieme ai suoi strani vicini: questa volta l'Uomo deve vedersela con le antiche tradizioni sopraffatte dall'era moderna. Ma il protagonista, rinchiuso in quella piccola stanza soffocante a disegnare, quando guarda nella finestrella sul soffitto, forse desidera qualcosa di più, la libertà, l'aperto... forse la Natura.

Alla fine l'uomo non deve dimenticare che contrastare e ribellarsi alla Natura non servirà a nulla: convivere e prenderne atto è la soluzione migliore, perchè l'Uomo è egli stesso un animale, un essere vivente nato dalla Natura.

Jiro Taniguchi in questi racconti non fa mai vedere una Natura "cattiva" e "malvagia", ma piuttosto la fa diventare misteriosa, magnifica, stupenda e a volte anche magica, e tutto questo grazie alla sua grafica eccezionale: i disegni sono perfetti e fanno vedere tutta lo splendore "selvaggio" della nostra Terra.

L'edizione della Coconino Press forse è un po' cara, ma il formato grande e la buona stampa fanno apprezzare al massimo i disegni di Taniguchi.

"L'uomo della tundra" è la prima opera che mi ha fatto scoprire Jiro Taniguchi. E ne sono infinitamente felice, perchè questo volume mi ha fatto commuovere più volte: se si è appassionati di fumetto (e non solo giapponese) leggere questo autore è d'obbligo.




10.0/10
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Preciso che, i 13 volumetti letti, sono riferiti all’edizione BIG ristampata da Dynit.
Che dire di GTO, semplicemente uno dei migliori manga, se non il migliore, che abbia letto in vita mia.
Molti non sanno che esso rappresenta il sequel del (purtroppo) meno famoso Shonan Junai Gumi e del volume monografico Bad Company. Infatti, in Great Teacher Onizuka (questo il titolo completo), l’autore Fujisawa incentra tutta la storia principalmente su uno solo dei componenti dell’ex duo teppista Oni-Baku: Eikichi Onizuka! Dopo che l’abbiamo visto scontrarsi, da adolescente, con le bande e i personaggi più duri e imprevedibili che si possa immaginare, Fujisawa decide di far crescere il suo Onizuka, di farlo addirittura laureare nonostante egli abbia sempre fatto a cazzotti prima con la scuola e l’istruzione, e poi coi mototeppisti, e di metterlo come insegnante responsabile in una classe delle medie eccessivamente composta da individui problematici, pur trattandosi di un prestigioso istituto privato giapponese.
La rivoluzione data al personaggio (nemmeno poi tanta, come scopriremo leggendo il manga) risulta strana, tuttavia decisiva e il successo, per questo nuovo capitolo della vita di uno dei personaggi più amati nell’universo di carta, non tarda a farsi attendere.
Come dicevo, trattandosi di un sequel, i riferimenti alle opere precedenti non si riescono nemmeno a calcolare, da eventi semplicemente raccontati, a citazioni di nomi, finanche a comparsate di vecchi personaggi adesso cresciuti. La lettura risulta comunque gradevole e priva di “parti buie” dovute appunto ai riferimenti, i quali non sono indispensabili ai fini della trama, ma sono estremamente piacevoli da leggere e trovare.
GTO, dopo i primi capitoli, non si limita a essere soltanto un semplice manga: si trasforma ben presto in uno specchio della vita e della realtà quotidiana del Giappone dei primi anni 2000. Tutto richiama all’epoca attuale in cui si svolge la storia: la condizione in cui versa l’istruzione e la scuola, la crisi che imperversa in ogni settore, fino ai programmi TV e ai negozi, tutto fa riferimento ad un Giappone modernizzato e ideale per ogni cittadino, tuttavia estremamente corrotto e marcio a partire dai vertici più alti fino all’individuo più umile della popolazione, passando per cariche pubbliche e politiche comprese le forze dell’ordine. Queste citazioni non servono soltanto a rendere più interessante e moderno il manga, ma anche e soprattutto a farci capire cosa si cela e si nasconde nel mondo che ci sta intorno, a volte idealizzato come perfetto, ma in realtà assai meno perbenista di quello che crediamo.
Ben presto, Eikichi Onizuka riuscirà a circondarsi di una miriade di personaggi, senza i quali non sarebbe più lo splendido eroe che è. Sarebbe un peccato definire “secondari” quei personaggi che appaiono meno spesso degli altri, infatti a mio avviso le comparse in GTO hanno tutte un ruolo primario: ognuno di loro ha una storia e un passato ben definito, ognuno ha uno scopo e un fine nella trama, a ognuno spetta un ruolo preciso che può svolgere solo lui; basta un flashback, una vignetta, o anche un semplice ballon per farci scoprire ulteriori notizie a proposito di ciascun comprimario, e questo è un grandissimo punto a favore sia del manga che dell’autore, che riesce e farci conoscere tutti in modo preciso e dettagliato, al punto che tutto il cast potrebbe divenire in futuro protagonista di una propria storia.
Inutile soffermarsi sui disegni di Fujisawa, semplicemente divini: egli, con l’aiuto di un folto gruppo di assistenti, riesce a immortalare, in una fantastica successione di scene, qualsiasi cosa gli passi per la testa, senza risultare mai statico e senza mai annoiare, ma anzi, tenendo col fiato sospeso, grazie ai ritmi e al modo di raccontare, il lettore, perennemente in attesa di leggere con ansia la pagina successiva.
Concludo affermando, senza ombra di dubbio, che posso tranquillamente consigliare GTO (che si conclude in 200 magnifici capitoli) a occhi chiusi a chiunque, senza nemmeno pensarci, anzi, con la certezza che colui che avrà ascoltato il mio consiglio, non potrà che restarne esterrefatto.