Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.

Oggi appuntamento libero, con i manga Solo i fiori sannoMemorie di Iris What a Wonderful World.

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.


Per saperne di più continuate a leggere.




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Arikawa Yōichi frequenta la facoltà di giurisprudenza, è fidanzato e ha diversi amici. Sta chiacchierando tranquillamente con uno di questi quando, nel bel mezzo del cortile dell'ateneo, un ragazzo dall'aria sciupata fa cadere una cassetta di vasi di fiori. Mentre gli tende una mano per aiutarlo scorge una collanina da donna; quasi come fosse stato ipnotizzato da quel ciondolo a forma di fiore che penzola al suo collo, da quel momento inizia a sognare il ragazzo tutte le notti. Egli altri non è che il famoso Misaki Shōta, uno studente di bell'aspetto e dai tratti androgini, che attira a sé le dichiarazioni degli uomini come i fiori con le api.
Il caso vuole che un professore suo conoscente porti Arikawa nel laboratorio microbiologico in cui collabora Misaki. È quindi il destino a piantare il seme di quest'amore omosessuale, sperando che un giorno esso si schiuda.
Edita in Italia dalla Flashbook col titolo Solo i fiori sanno…, questa miniserie in tre volumi di Rihito Takarai venne pubblicata nel 2009 sulla rivista Craft. Nella versione originale il manga si chiama Hana nomi zo shiru (花のみぞ知る), riprendendo l'espressione giapponese "Kami nomi zo shiru", che suona come il titolo di quella famosa canzone dei Beach Boys, e cioè "God only knows". Solo i fiori sanno... cosa avrei voluto sussurrarti quel giorno.

«Stavo per dire qualcosa fuori luogo, di nuovo. Non voglio assolutamente confessare i miei sentimenti ad Arikawa, eppure a volte, quando siamo vicini in quel modo, all'improvviso sorge in me il desiderio che se ne accorga. E poi me ne pento sempre. Perché, pur trattandosi del mio corpo, non riesco con il pensiero a cambiare il genere delle persone di cui mi innamoro? Perché…? Perché sono un uomo?»

Arikawa e Misaki, personaggi dinamici, cambiano molto nel corso della serie. E alla fine dei tre volumi non riesci a non pensare che sarebbe bello poterli vedere ancora evolversi. Misaki, soprattutto nel primo numero, appare scontroso e diffidente, mentre con l'avanzare della storia mostra di sé un lato dolce, affabile, passionale. Assomiglia ad una gemma che, chiusa su sé stessa, sembra urlare al mondo di lasciarla in pace nel suo bocciolo; al contempo, aspetta il momento giusto per tirar fuori la sua splendida corolla. E il momento giusto è solo di fronte a qualcuno che ha le mani adatte per raccogliere il suo fiore. È nell'interazione con Arikawa che Misaki si rende conto di cose di sé stesso alle quali non aveva mai fatto caso, domandandosi quali altri sentimenti gli si leggano in faccia di cui nemmeno lui ha coscienza. Volendo restare nella stessa metafora del bocciolo, Misaki ha bisogno di luce per germogliare e, per sua stessa ammissione, è Arikawa a portarlo verso la luce ogniqualvolta gli tende la mano per farlo rialzare. Come una bouganville, Misaki appoggia lo stelo ad un sostegno per venire fuori dai suoi sepali. Dall'altra parte, Arikawa si presenta superficiale ed istintivo. Frequentando Misaki comprende che per cogliere un bel fiore bisogna agire con delicatezza. Non occorre riversare ciò che proviamo tutto in una volta, con la paura dentro di non fare in tempo a catturare quell'attimo, altrimenti l'altro si spaventa. Eppure è proprio questa impulsività di Arikawa a spianargli la strada. Come gli suggerisce il professore: «Non ti preoccupare. Vai bene così come sei. Misaki è solo spaventato perché non è abituato ad entrare in contatto con le persone così come hai fatto tu finora. Ti basterà aspettare finché lui non si sarà abituato». Da impetuoso e irriverente che era all'inizio, Arikawa diviene capace di adattarsi al ritmo di crescita di Misaki, al punto che lascia a lui la scelta di accelerare quando vuole, o di rallentare quando vuole, il battito della loro storia. Tuttavia, sembra sempre essere un passo avanti al suo partner, ma lo fa inconsapevolmente: agisce solo seguendo il suo desiderio di amare Misaki, di proteggerlo, si fa guidare dai sentimenti e non pensa minimamente che chi ha di fronte è un giovane gay ferito. «Lui non mi ha mai guardato con occhi diversi perché sono omosessuale», urla Misaki addosso al suo primo amore infranto.

Delicato come un fiore. Un manga che sboccia pian pianino nel cuore del lettore. Un manga che sembra accarezzarti il viso con un cuscino di petali. Il punto di forza di Solo i fiori sanno… è la delicatezza, che emerge dalla trama, dai personaggi, dal disegno, ogni parte di questo manga sfiora morbidamente chi sfoglia le sue pagine. La Takarai non ha la pretesa di trattare tematiche imponenti, ma racconta la storia di Misaki ed Arikawa come se essa possa essere realmente accaduta da qualche parte. L'omosessualità è affrontata con semplicità e immediatezza, come qualcosa di naturale. Perché naturali sono i sentimenti che affiorano nel cuore di due ragazzi quando capiscono di volersi più che bene. La nascita di un amore dal suo primo momento fino all'oggi. Dal primo incontro, al primo sguardo, alle prime parole, al primo rossore, al primo sfiorarsi, alla prima mano che intreccia la mano dell'altro, al primo bacio, alla prima notte insieme. «Non è sbagliato?», chiede Misaki. Perché l'amore, in qualsiasi forma esso si manifesti, dovrebbe essere sbagliato? Per tanto tempo la gente è stata convinta che lo fosse, tuttora esistono persone che lo affermano, ma Arikawa è sicuro che non c'è niente di sbagliato nell'amarsi reciprocamente. Non si fa del male a nessuno, né si disonora alcuno se si sceglie di inseguire un certo tipo di feeling. Il fatto che Arikawa sia un eterosessuale rende il discorso inscenato dalla Takarai più convincente, perché l'autrice lascia passare il messaggio che un uomo, sia come sia, può innamorarsi di un altro uomo, senza ordine, senza costrizione, senza dubbi, così con naturalezza. Perché accade. E basta.

C'è una certa gentilezza nel tratto con cui la Takarai ha disegnato questo manga, appoggiando appena il pennino, quasi come se avesse avuto paura di far del male alla carta. Le linee sono morbide e sottili, mostrano una certa cura del dettaglio. La cromia dei grigi è ben orchestrata in un gioco di luci e ombre che rivaluta pienamente il bianco e nero del fumetto giapponese. Molto fine è anche il design dei protagonisti. Azzeccata è stata la scelta di ambientare la storia durante il periodo universitario, perché ha dato respiro alla trama scolastica e ha permesso all'autrice di servirsi di personaggi più maturi e pronti per un certo tipo di approccio al tema dell'omosessualità. Le scene di sesso rappresentano il perfetto coronamento della vicenda, arrivando come una ciliegina sulla torta al termine di questo percorso alla scoperta di sé e dell'altro. Sono infatti inserite con naturalezza alla fine della conoscenza fra Arikawa e Misaki, nel punto esatto in cui anche nella realtà quotidiana due innamorati l'avrebbero fatto.
L'edizione della Flashbook è meritevole come al solito: il volume è flessibile con sovraccoperta, la traduzione è buona. Il prezzo di 6.90€ purtroppo non è accessibile, ma rientra nella tendenza italiana di vendere gli yaoi ad un prezzo maggiorato. Paragonabile ad bel un mazzo di orchidee, Solo i fiori sanno… riesce a regalare la meraviglia di un bouquet di fiori che sbuca dietro l'occhiello della porta di casa, fra le braccia del tuo innamorato. Incantevole e romantico, come un bacio.




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Se dico "Galleria degli Uffizi", "Palazzo Pitti" o "Galleria dell'Accademia" penso che sia chiaro che sto parlando di alcuni dei più importanti musei di Firenze, la mia città natale. Uno dei meno conosciuti è il Museo Stibbert: prende il nome dal collezionista che, alla sua morte, donò alla città la villa dove risiedeva e dove custodiva i suoi cimeli; tra questi i più importanti sono la collezione delle armature e quella dedicata al Giappone, che per numero di pezzi è la più grande esistente al mondo al di fuori del territorio nipponico.
James M. Bradburne, l'allora direttore della Fondazione Palazzo Strozzi (che cura la promozione del Museo Stibbert), ha avuto la geniale idea di fare conoscere al grande pubblico questo museo realizzando una graphic novel strutturata come un manga; il progetto è stato assegnato a Keiko Ichiguchi, che è riuscita a creare un racconto breve ricco di momenti divertenti dove emergono alcuni aspetti tipici della cultura nipponica.

Il protagonista della storia è Wanny di Filippo, un istrionico imprenditore molto conosciuto in Giappone per le sue creazioni nel campo della pelletteria; l'uomo ha realizzato, nella sua villa, un museo dedicato ai bisonti (i suoi animali preferiti) che apre alle persone che desiderino visitarlo. Un giorno, dopo il consueto giro di visite, Wanny incontra un ragazzo che ha perso la <i>tsuba</i> (la guardia) di una spada e desidera ritrovarla più di ogni altra cosa al mondo. Wanny propone al ragazzo di andare a cercarla al Museo Stibbert, e da quel momento i due - grazie al contatto con gli oggetti in mostra - si troveranno a rivivere le storie dei personaggi più o meno famosi che hanno utilizzato i cimeli esposti.

Keiko Ichiguchgi è ben lontana dai livelli toccati con <i>"La promessa dei ciliegi"</i>, ma la storia narrata in questo manga è piacevole. Sui personaggi c'è poco da dire: Wanny è stato reso come il suo alter ego nella vita reale e risulta divertente e appassionato allo stesso tempo; il ragazzo che gli fa da spalla, invece, incarna il personaggio dello spirito che giunge sulla terra per esaudire il suo più grande desiderio. Niente di nuovo (in questo assomiglia a Menma di <i>Ano Hana</i>), ma le sue riflessioni sul fatto che gli oggetti possano custodire le emozioni e le anime dei precedenti proprietari sono profonde e riusciranno a smuovere qualcosa in Wanny.
Disegni che rispettano lo stile della Ichiguchi, molto dettagliati quando si tratta di rappresentare gli oggetti esposti al museo o gli elementi architettonici degli edifici e gli scorci cittadini, quasi a livello di schizzo per rappresentare i personaggi di secondo piano; si rimane un po' spiazzati, ma è uno stile estremamente funzionale. Colpisce il formato del volume, di grandi dimensioni, che permette di gustarsi al meglio i disegni della Ichiguchi.

<i>"Memorie di Iris"</i>, alla fine, è un doppio spot: per il Museo Stibbert e per l'attività di Wanny di Filippo, che ricopre il ruolo di testimonial per il Giappone. Il fine però è, come dice lo stesso Wanny nelle sue osservazioni in chiusura del volume, quello di curare e far conoscere al mondo alcune bellezze della città meno conosciute ma non per questo meno ricche di significato; ben vengano quindi lavori come questo, creati grazie a un inglese, un italiano e una giapponese che si sono impegnati per mostrare uno dei luoghi meno famosi di Firenze.




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19 capitoli autoconclusivi, a prima vista tra loro indipendenti, danno forma alla prima opera importante realizzata da Inio Asano. Capitoli presentanti ciascuno un personaggio diverso, con un proprio background ben definitivo, un inizio, uno svolgimento ed una fine in sé e per sé soddisfacenti; eppure, non è tutto qui. Protagonista vero è la città di Tokyo, sfondo dell'intera vicenda che lega tra loro tutte queste piccole storie, si tratti di un dettaglio di poco conto come un insetto che vola o di connessioni più articolate: il protagonista di una storia può ricomparire come comparsa in un'altra o addirittura essere il fidanzato o l'amico del protagonista di quella successiva, donando un mosaico vivo e articolato della metropoli e arricchendo le singole storie al di là del proprio intrinseco valore individuale.
I vari capitoli sono una concretizzazione delle esperienze personali di Asano nonché un riflesso della sua generazione: una generazione che ha assistito allo scoppio della bolla quando ancora era troppo giovane per capirne il significato e cui la crisi economica derivante ha privato di un futuro lavorativo solido, mettendo in discussione il modello tradizionale del salaryman che sacrifica interamente la propria sfera individuale a favore del bene dell'azienda e della comunità; una generazione priva di obiettivi, cinica e disillusa oppure ferma nell'autocompiacimento di un sogno d'infanzia ma priva dell'impegno per cercare di realizzarlo; una "generazione di freeter", che pensa al presente perché priva di certezze nel futuro. Sebbene Asano non disdegni anche storie incentrate sull'adolescenza e di stampo più scolastico.
Fulcro di (quasi) ogni capitolo è la tematica della "scelta": si tratti di accettare un lavoro, vivere insieme alla persona amata, traslocare od anche se continuare a vivere o meno, i personaggi di Asano sono chiamati a scegliere, a smettere di accettare passivamente la vita per rendersi parte attiva, consapevoli di sé e di quello che vogliono ottenere nell'immediato futuro. Il fine ultimo è il raggiungimento di una dimensione di serenità, che sia con se stessi o con gli amici, col partner o con la società, che permetta ai vari personaggi di andare avanti, anche a piccoli passi, con una determinazione nuova.
Da segnalare il capitolo What a Wonderful World pubblicato nella raccolta La fine del mondo e prima dell'alba: ambientato cinque anni dopo le vicende della serie, è incentrato sui (soli) personaggi di Tae e Tamotsu.