Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.

Oggi appuntamento libero, con gli anime Kaitou Joker e Hibike! Euphonium e il manga Shaman King.

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.


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7.0/10
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<b>Sostituita da una nuova versione</b>

Carino, colorato e divertente. Queste sono le prime tre parole che mi erano venute in mente guardando il primo episodio, e sono anche le tre parole che riescono a descrivere perfettamente tutta la serie di "Kaitou Joker", anime di cui venni a sapere completamente a caso vagando su Animeclick.it e che si è rivelato essere una buona visione.

Scrivere la storia di "Kaitou Joker" non è semplice, dal momento che una vera e propria storia non c'è. Gli episodi, in cui si vedono le avventure del nostro ladro, sempre alla ricerca di tesori da rubare, sono per la maggior parte autoconclusivi. Ad arricchire queste avventure ci saranno sempre nuovi personaggi che interagiranno con il protagonista. Viene presentato addirittura un antagonista, il malvagio professor Clover, il quale vuole rubare qualcosa che nessun ladro ha mai osato rubare. Cosa sia questa cosa non si saprà fino alla fine della stagione.

Bisogna considerare innanzitutto a quale pubblico si voglia indirizzare la serie, ossia un pubblico che comprende l'infanzia e la preadolescenza. "Kaitou Joker" è un prodotto molto fedele al suo target e non vuole presentare dei personaggi dalla psicologia molto complessa oppure chissà quali dialoghi colmi di filosofia. Non è quello che si può definire una serie innovativa, e non sarebbe neanche tra i primi dieci anime che consiglierei alle persone. Eppure, cosa si può apprezzare in "Kaitou Joker" tanto da potergli dare un 7? In poche parole, sono tornata bambina.
Vedere Joker che ruba oggetti, mostra i suoi più improbabili strumenti per fuggire, come gomme da masticare o carte da gioco, e che scappa dai poliziotti prendendo giro il povero ispettore Oniyama ha ridestato in me un senso di nostalgia. Mi ha fatto ripensare a "Lupin III", a Kaitou Kid del "Detective Conan", a "Sonic X". Insomma, molti anime della mia infanzia.

Oltre a questa cosa prettamente soggettiva, ci sono altri fattori che rendono la serie di buon livello: i colpi che organizza Joker assieme ad altri suoi amici ladri sono molto interessanti, tanto da far stupire lo spettatore, anche quello un po' più grande d'età.
Vengono inserite anche delle piccole curiosità scientifiche, come il principio del magnetismo o quello del sottovuoto e anche un riferimento alla mitologia greca col personaggio di Medusa, che apparirà verso gli episodi finali. Tali curiosità le ho trovate molto azzeccate, perché sta a significare che la serie non vuole insegnare ai bambini solo dei semplici valori morali, ma comunque fondamentali come l'importanza dell'amicizia, ma anche quelle piccole nozioni che spesso sentirsele dire dalla maestra a scuola non trasmette lo stesso entusiasmo.

Un appunto non proprio positivo va fatto sulla sceneggiatura: la struttura degli episodi non è molto complessa, eppure certe volte si cade in vere e proprie banalità. Ad esempio, in un episodio ad un certo punto Joker e il suo aiutante Hachi vengono ammanettati insieme e non si possono separare l'uno dall'altro. E allora perché due minuti dopo li ritroviamo senza manette? Come hanno fatto a liberarsene? Probabilmente sono io che mi fisso troppo su certi dettagli.

Sui personaggi non ho molto da dire: in questa prima stagione si è visto molto poco, sia riguardo alla trama sia riguardo ai personaggi. Per questo motivo, la loro scrittura è ancora oserei dire "incompleta". Tuttavia, la loro caratterizzazione è risultata abbastanza sufficiente da riuscire a farmeli piacere. Tra i miei preferiti in assoluto ci sono il protagonista Joker, carismatico sin da subito, i suoi due rivali Spade e Queen, strambo il primo e dal passato controverso la seconda. Infine, da citare il personaggio che tutti i bambini, me compresa, hanno sicuramente amato: Shadow the Hedgehog... ehm, volevo dire Shadow Joker, ossia il "badass" della situazione.

Parlando dell'apparato tecnico, invece, si può dire che è stato fatto un ottimo lavoro. Buone animazioni, ma soprattutto dei disegni molto belli e secondo me anche più curati rispetto a quelli del manga. Sono stati i disegni, infatti, assieme a tutti quei colori brillanti, a convincermi a iniziare "Kaitou Joker". Non c'è un OST che mi ricordi in particolare, ma l'opening e l'ending sono molto carine e riescono a presentare benissimo la natura spensierata della serie.

Per concludere, "Kaitou Joker" non è sicuramente l'anime dell'anno, ma è una serie che mi sento comunque di consigliare. Semmai qualche rete televisiva italiana ne comprerà le licenze, sarò ben felice di riguardarla. E adesso mi aspetta la seconda stagione.




4.0/10
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Yoh Asakura sembra essere un ragazzo come gli altri solo più strano, un po' apatico e svogliato. In realtà è l'ultimo discendente di una antica famiglia di sciamani, persone in grado non solo di comunicare con gli spiriti, ma anche di interagire con essi ed usarli per vari scopi... anche combattere.
Infatti è ormai alle porte lo Shaman Fight, un torneo tenuto ogni 5 secoli fra gli sciamani di tutto il mondo che designerà il vincitore come lo Shaman King, a cui sarà destinato un potere tale da poter realizzare qualunque sua volontà.
Ovviamente anche Yoh sarà della partita assieme all'amico Manta (anche detto da me “lo gnomo”), alla dispotica “fidanzata” Anna e alla sua squadra di sciamani amici/rivali Ren, Ryo, Choco Love e Faust.

Shaman King è dunque uno shonen con tutte le caratteristiche proprie del genere: combattimenti, mosse e colpi spettacolari, trama avventurosa e frequenti colpi di scena. Lo stile di disegno è particolare: più che spigoloso lo definirei “geometrico”. Non mi è dispiaciuto ma neanche mi ha fatto fare i salti di gioia.
Per i primi numeri il tutto si mantiene su un buon ritmo con anche delle trovate originali prima fra tutte quella delle creature (gli spiriti in questo caso) che si trasformano in armi e che farà poi scuola in diversi altri manga (su tutti Soul Eater e Elemental Gerad) ed anime di recente produzione. Tutto bene finché non iniziano a entrare in scena i nemici e in particolare Hao uno sciamano identico a Yoh nell'aspetto (e a lui evidentemente legato) dai poteri pressoché illimitati e che per tutta la storia sarà “una montagna troppo alta da scalare” (come diceva il cantore).
Fatto sta che all'inizio del torneo ci sono a combattersi diversi gruppi contrapposti, uno potrebbe dire “bene, botte da orbi!”, invece tutto si ingolfa complici dei lunghi dialoghi con i balloon che a volte occupano gran parte della pagina e flash-back (di cui uno che occupa un intero volume) che allungano il brodo e spezzano il ritmo.
Procedendo con la storia il tutto si riduce a una serie di power-up, rientri/uscite di personaggi, resurrezioni a volte con power-up annesso (un po' in stile sayan per dire...) l'autore tenta di mettere ordine inserendo parametri e livelli di combattimento fallendo clamorosamente nell'intento.
Si potrebbe anche passare sopra questi difetti perché alla fine la storia si fa seguire e si vuole vederne la conclusione. E qui casca l'asino! Shaman King di fatto NON finisce: mentre si è lì lì per avviarsi allo scontro finale, il manga ha termine. Alla fine si ha un ultimo capitolo in cui ci ritroviamo alcuni anni dopo la battaglia e in cui dovremo “intuire” come è andata realmente a finire. E' anche vero che nell'edizione italiane era anche indicato il numero totale di volumi, cioè 32, e se verso il 29 si capisce che ancora c'è molto da dire allora c'è da temere il peggio. Secondo me semplicemente non si fa così.

Shaman King insomma era partito abbastanza bene, ma alla fine è stato decisamente deludente. In pratica la gioia più grande che mi ha dato è stato quando l'ho venduto realizzando una discreta sommetta.
In Giappone ne è uscita una perfect edition in cui, a quanto pare, il finale è stato riveduto e corretto ma ciò non sarebbe comunque sufficiente a farmi sperare per il meglio e magari rivalutare quest'opera.
Shaman King è un manga prolisso e colpevolmente incompleto, che personalmente non mi sento di consigliare a nessuno.




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Come gli amanti delle storie tra i banchi di scuola sanno benissimo, il genere "scolastico" ha da sempre prodotto una grandissima quantità di titoli basati sulle attività dei club. Ciò che rende questi ultimi particolarmente adatti alle esigenze del mangaka moderno è la loro apparente infinita versatilità: basta, infatti, avere un numero sufficiente di membri ed è possibile creare un club per qualsiasi cavolata possa passare per la testa di un gruppo qualsiasi di studenti. Così, dopo il grande successo ottenuto con "K-On!", la Kyoto Animation ha deciso di continuare a cavalcare l'onda e di riprovarci nuovamente con un altro anime basato sulle attività di un club musicale. Però con alcune sostanziali differenze.

Non avendo né la voglia né un motivo valido per spingermi in una distinzione più articolata, mi limiterò a dire che è mia opinione che i club scolastici giapponesi possano dividersi sostanzialmente in due categorie: quelli da competizione e quelli da 'cazzeggio'. Se in "K-On!" si era optato per il secondo tipo, per questo "Hibike! Yūfoniamu" si è deciso di cambiare rotta e di proporre la prima tipologia, una categoria, cioè, fatta di competizioni musicali e il classico sogno di accedere al concorso giovanile nazionale. E' questa una scelta che, in termini narrativi, è molto più rilevante di quanto si possa pensare, in quanto influenzerà in modo decisivo il clima che si respirerà all'interno dell'anime: niente più pause a base di the e torte, dunque, ma un ambiente molto più pesante in cui si alterneranno speranze e paure, aspettative e duro lavoro.
Un'altra importante differenza sta nel tipo di club che viene scelto: la banda musicale. Descrivere le dinamiche di un piccolo gruppo è molto più semplice rispetto alla gestione di un gruppo decisamente più folto. E così inevitabilmente cominciano ad apparire una serie di tematiche del tutto inedite o che raramente sono state rappresentate in passato: non c'è più, infatti, solo il singolo individuo che si confronta con un altro singolo individuo, ma anche interi gruppi di persone che si contrappongono e spesso si scontrano con altri gruppi di persone. E fattori come l'anzianità o il talento fanno nascere rivendicazioni o invidie che si diffonderanno a macchia d'olio tra i componenti dei vari gruppi, rendendo oltremodo difficile riportare tutto alla normalità.
Un altro elemento di differenziazione rispetto al passato, che io ho gradito molto, sta nell'acquisita consapevolezza che per descrivere una storia tra ragazze non è necessario far scomparire i maschietti dalla faccia della Terra. In "K-On!", ma anche in altri titoli tra cui il celeberrimo "Love Live", la componente maschile era completamente assente e ciò rendeva il tutto molto innaturale; in questo anime, invece, dei personaggi maschili ci sono e, sebbene siano pochi e facciano solo da sfondo, la differenza in termini di realismo è palpabile.

Il risultato finale di questa nuova impostazione è sicuramente apprezzabile: la trama non spicca per originalità, ma si lascia seguire, e di tanto in tanto appassiona; i personaggi sono caratterizzati abbastanza bene e hanno una personalità meno banale rispetto alla media del genere. La grafica, poi, è da urlo: i disegni, i colori, gli sfondi lasceranno lo spettatore a bocca aperta; e, sebbene gli occhi gialli credevo li avessero i gatti ma non gli esseri umani, alcuni personaggi sono di una bellezza unica: tra questi spicca Reina, una ragazza di un'avvenenza disarmante.

Peccato che un lavoro così ambizioso, ben impostato e con tutti i pregi elencati finora non riesca a raggiungere l'eccellenza per la presenza di alcuni difetti che ne limitano nettamente il valore finale. In primo luogo la narrazione spesso è troppo lenta, e alla lunga ciò finisce per annoiare; alcuni episodi sembrano davvero interminabili, per diversi minuti non succede praticamente nulla di veramente rilevante, quando invece di cose da raccontare ce ne sarebbero eccome. In secondo luogo molti episodi si basano su temi che avranno pure una loro logica, tenendo conto delle dinamiche all'interno dei gruppi di cui si parlava prima, ma che rendono troppo pesante la narrazione, in quanto basati su questioni futili e comunque sterili dal punto di vista dell'intrattenimento dello spettatore.

Per questi motivi, pur avendo apprezzato questo anime, non me la sento di spingermi troppo in là con la valutazione. Si è trattato di un esperimento che va sicuramente ripetuto e a cui possono essere apportate diverse migliorie; ma allo stato attuale, a mio avviso, questo progetto non è ancora maturo per poter essere additato come uno degli anime migliori in circolazione.