La vita che ruota attorno a un Love Hotel giapponese può essere ben meno rosea di ciò che sembra, e un interessante spaccato in questo senso ce l'offre la pellicola Tokyo Love Hotel di Ryūichi Hiroki e Haruhiko Arai, in arrivo nei cinema italiani dal prossimo 30 giugno 2016.
 
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Il film narra la giornata in un love hotel di Tokyo, dove si incrociano, a volte sfiorandosi e a volte scontrandosi, le vite di tutta una serie di personaggi, tra clienti e inservienti: Toru (Shota Sometani), la sua ragazza Saya (Atsuko Maeda), la donna delle pulizie (Kaho Minami) e suo marito (Yutaka Matsushige), un produttore musicale (Nao Omori), un salaryman (Jun Murakami), una prostituta e il manager di una call girl.
Toru sognava di lavorare in un hotel a 5 stelle, ma si ritrova a gestire niente più che un Love Hotel nel quartiere di Kabukicho a Tokyo, mentre la sua ragazza Saya aspira a diventare una musicista famosa: ben presto i due si stancano di vivere assieme.


Il film, in originale Sayonara Kabukichoera giunto per la prima volta nel nostro Paese lo scorso anno, attraverso la proiezione al Far East Film Festival di Udine, dal quale abbiamo riportato le nostre impressioni.
La Tucker Film ha da poco rilasciato i nomi relativi allo staff tecnico e al cast di doppiaggio italiano, che vi riportiamo di seguito unitamente al trailer con i sottotitoli inglesi del film e la nostra recensione.
 


Staff Tecnico:
Studio: Safe & Sound s.r.l.
Adattamento dialoghi: Renato Cecchetto
Direzione doppiaggio: Valeria Vidali
Assistente doppiaggio: Federica Livio
Fonico di doppiaggio: Federico Dottori
Fonico di mix: Mauro Lopez

Cast di doppiaggio:
Toru Takahashi: Shōta Sometani - Emanuele Ruzza
Saya Iijima: Atsuko Maeda - Joy Saltarelli
Heya: Lee Eun-woo - Gaia Bolognesi
Chong-su: Son Il-kwon - Francesco Venditti
Satomi Suzuki: Kaho Minami - Fabrizia Castagnoli
Yasuo Ikezawa: Yutaka Matsushige - Giovanni Bersanetti
Kagehisa Amemiya: Jun Murakami - Riccardo Scarafoni
Masaya Hayase: Shūgo Oshinari - Daniele Giuliani
Hinako Fukumoto: Miwako Wagatsuma - Eva Padoan
Rikako Fujita: Aoba Kawai - Nicola Marcucci
Ryūhei Shinjo: Tomu Miyazaki - Antonella Baldini
Miyu Takahashi: Asuka Hinoi - Giulia Tarquini
Altre voci: Alessandro Budroni
 
Tokyo Love Hotel ~ Trailer italiano
 



Recensione di Bob71
 
Hiroki Ryuichi ha esordito negli anni '80 facendosi un nome nell'ambiente dei pinku eiga (softcore giapponese) ed è diventato famoso a livello internazionale per drammi intimisti come "Vibrator" (2003) e "It's Only Talk" (2005), rivelandosi in seguito brillante regista di film romantici più vicini al gusto mainstream.
"Tokyo Love Hotel" segna un gradito ritorno alle sue radici indipendenti, anche se a confronto con i suoi film del passato, che erano più audaci, ora sembra aver trovato un compromesso fra le sue due anime. Il film è un dramma corale che richiama a grandi linee la struttura di "Grand Hotel" (1932) ed è ambientato per la maggior parte del tempo in un love hotel nel quartiere a luci rosse di Kabukicho, cuore del distretto di Shinjuku, dove si incrociano, a volte sfiorandosi, a volte scontrandosi, le vicende di una serie di personaggi, tra clienti e impiegati. 

La storia ruota attorno al giovane direttore d'albergo, Toru (Sometani Shota), che odia il suo lavoro e lo considera come una temporanea caduta in disgrazia. Come ricorda continuamente a tutti, lui un tempo lavorava in un hotel a cinque stelle prima del terremoto e ci ritornerà di nuovo. Prima, però, deve passare attraverso un percorso di cambiamento e una notte densa di eventi. Di cattivo umore, dal momento che ha litigato con la fidanzata musicista, Saya (Maeda Atsuko), che è al punto di svolta e sta per firmare con una casa discografica, Toru è comprensibilmente preoccupato di finire anche lui nel mucchio di rifiuti da gettare nella spazzatura. Ma il dovere chiama, a cominciare dalle riprese di un film porno da girare in una stanza dell'albergo che richiedono urgentemente la sua attenzione, dato che l'attrice protagonista (Hinoi Asuka) si rivela la sua "innocente" sorellina. La mazzata finale arriva quando scopre che la sua ragazza ha dormito nell'hotel con un produttore musicale in cambio della promessa di un contratto. Nel frattempo, Heya (Lee Eun-woo), una delivery girl coreana, è al suo ultimo giorno di lavoro all'hotel. L'indomani lascerà il Giappone per tornare a casa. La cosa sconvolge il suo fidanzato Chong-su (Roy della band musicale pop 5tion, alias Son Il-kwon), fino ad allora inconsapevole della sua doppia vita, mentre quel "brav'uomo" del suo agente (Taguchi Tomorowo) è più comprensivo. Anche la diligente inserviente dell'hotel (Minami Kaho) ha delle ragioni per festeggiare, infatti il suo compagno (Matsushige Yutaka), che lei aiuta a nascondersi dalla giustizia, sarà presto affrancato da un crimine commesso anni prima che andrà in prescrizione. Sfortunatamente la donna incappa proprio nella caparbia detective (Kawai Aoba) che segue da tempo le loro tracce, ma si dà il caso che quest'ultima sia venuta in albergo come ospite e non come poliziotto, e per di più col fine di un incontro galante e fedifrago con un suo collega. Infine, un giovane "talent scout" senza scrupoli (Oshinari Shugo) attira all'hotel un'adolescente di provincia scappata di casa (Wagatsuma Miwako) con l'intento di aggiungerla alla propria scuderia di minorenni adescatrici, ma la ragazza, che inizialmente sembra un obiettivo fin troppo facile, finisce per intenerirlo raccontandogli la sua storia.

Partendo da una sceneggiatura di Nakano Futoshi e Arai Haruhiko, il secondo dei quali ha anche scritto "Vibrator" e" It's Only Talk" dello stesso regista, Hiroki dipinge le sue scene con tocchi di umorismo asciutto e intenso, privo del benché minimo sentimentalismo, ma senza per questo trasformare il film in una commedia frenetica e svitata. Al contrario si sofferma delicatamente con la sua telecamera sui frequentatori dell'hotel, personale o ospiti che siano, ritraendoli affettuosamente nella loro singolare umanità. Il suo approccio può sembrare smorzato, pacato, quasi in punta di piedi in confronto alla preparazione meticolosa di prammatica, ma in definitiva entra nel cuore dello spettatore che versa un paio di lacrime per ogni risata.

Da vero esperto di film erotici, Hiroki non esita a presentare molti incontri sessuali in modo ardito, esplicito e realistico, non si tira indietro quando si tratta di spogliare un corpo allo stesso modo in cui mette a nudo i sentimenti. Ma ad elevare l'opera dalla pornografia è proprio l'attenzione estrema alle dinamiche dell'amore e della lussuria. La macchina da presa si muove timidamente all'interno dell'hotel ricercando inquadrature improbabili e originali, spesso con punti di vista dal basso e con grandangoli che ritraggano l'albergo come un luogo multiforme, in cui possono accadere eventi miracolosi e inattesi così come brutture e abiezioni morali della peggior specie.

Hiroki gestisce a meraviglia i personaggi femminili, ponendoli al centro della scena. La Maeda, che fin qui ha interpretato soprattutto ruoli di ragazze carine a piacenti in linea col suo personaggio legato alla pop band femminile AKB48, viene fuori da questa immagine ovattata attraverso una scena arrischiata che poteva facilmente apparire imbarazzante e che invece diventa inopinatamente toccante. Alla fine del film risulta il personaggio più negativo per la sua scelta di barattare l'amore con la carriera. Altrettanto brava, ma in modo decisamente diverso, è Lee, che rivela l'isolamento e l'ordinaria umanità del suo personaggio con una trasparenza che affascina e brucia, liberandosi dal cliché dell'adescatrice dal cuore d'oro. Nella parte del protagonista, Sometani recita il ruolo (a lui molto familiare) del tipo stanco di tutto, le sue trovate comiche rendono il suo direttore simpaticamente autoilluso anziché semplicemente annoiato, ma le vicissitudini e le personalità di chi gli sta intorno sono decisamente più interessanti. Guardare "Tokyo Love Hotel" per credere.
 


 
Conversando con Hiroki Ryuichi (intervista di Mark Schilling tratta dal catalogo del Far East Film Festival edizione n°17)


Per girare Tokyo Love Hotel hai fatto buon uso della tua lunga militanza nel mondo del softcore?
H. R.: Quell’esperienza è preziosissima, soprattutto quando lavoro con tempi molto stretti: due settimane, in questo caso. I pink eiga venivano realizzati in tre o quattro giorni al massimo e giravamo sempre nella stanza di un love hotel, dal momento che c’erano molte scene di sesso.

Ti è mai venuto il dubbio che i personaggi potessero essere troppi?
H. R.: Certo che mi è venuto! Se avessi dato lo stesso numero di scene a tutto il cast, Tokyo Love Hotel sarebbe diventato una specie di kolossal [ride], per cui ho fatto vari tagli in post-produzione.

Lee Eun-woo, quand’è arrivata in Giappone dalla Corea del Sud, non masticava nemmeno una parola di giapponese: hai avuto problemi?
H. R.: No, ha fatto davvero un ottimo lavoro! Sul set avevamo un interprete e Lee, comunque, era molto preparata, così non ho dovuto faticare per farle capire le cose. Quello che l’angosciava, invece, erano le scene di nudo: non le ha accettate immediatamente. Se un’attrice coreana va in Giappone a interpretare un ruolo per cui deve spogliarsi, cosa diranno quando fa ritorno a casa?
Del resto, accadrebbe lo stesso se un’attrice giapponese andasse a lavorare in Corea e dovesse togliersi i vestiti! Quando abbiamo presentato il film al Festival di Busan, però, tutti si sono complimentati con lei.


Il nome più famoso del cast, per il pubblico giapponese, è quello di Maeda Atsuko, ex idol della girl band AKB48. L’hai scritturata personalmente?
H. R.: Sì, le ho detto che Saya doveva essere lei! Da quando ha lavorato con Yamashita Nobuhiro, per Tamako in Moratorium, e Kurosawa Kiyoshi, per Seventh Code, è diventata un’attrice davvero interessante.

Con lei hai girato una straordinaria scena di pianto. È il tuo marchio di fabbrica, quello delle attrici che scoppiano in lacrime!
H. R.: Ah sì? Non va bene, non va bene. Bisogna proprio che giri un film... asciutto! Detto questo, ho valutato diversi espedienti per far piangere Atsuko, ma lei ci riusciva solo quando mangiava un hamburger al kimchi. Ecco a chi va il merito! [Ride]

A proposito di attori molto amati dal pubblico giapponese: anche Sometani Shota sta attraversando un buon momento.
H. R.: Un buonissimo momento, direi, e non solo in Giappone. Chi ha visto i due Parasyte lo sa: è un attore straordinario.

Tornando a Tokyo Love Hotel, devo aggiungere che sono rimasto davvero colpito dall’umorismo che ci hai messo dentro. Non che fosse assente nei tuoi lavori precedenti, anzi, solo che qui ce n’è davvero tanto.
H. R.: L’intenzione era questa, sì, ma non sono stato coraggioso fino in fondo: avrei dovuto intitolarlo Mia sorella è un’attrice porno! [Ride]

La Presidente del Far East Film Festival di Udine, Sabrina Baracetti, mi ha raccontato che Tokyo Love Hotel le ha lasciato una grande energia addosso. A me è accaduta la stessa cosa. 
H. R.: Bene! Così almeno siete in due!


 
Presentazione di Hiroki Ryuichi e Atsuko Maeda per l'Italia
 



AGGIORNAMENTO - Inseriamo qui l'elenco delle sale che proietteranno il film:
 
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Fonte consultata:
Cartella stampa Far East Film Festival
Live Action Blu Ray blogspot