Secondo episodio con le cronache di Pokémon Go, il nuovo videogioco per smartphone che in un batter d'occhio si è trasformato in un vero e proprio fenomeno virale, trasformandoci tutti (OK, OK, non tutti!) in cacciatori delle adorabili bestioline Nintendo nella vita reale.
 
L'app del momento tuttavia ha attualmente qualche problema ai server e non funziona al 100%, provocando le prime crisi di astinenza ai milioni di allenatori del globo desiderosi di nuovi esemplari da aggiungere alla propria scuderia. In attesa che il gioco torni completamente fruibile online, diamo un'occhiata ad alcuni dei più curiosi episodi che hanno visto protagonisti i giocatori di tutto il mondo.

 
Una passione eterna
 
In Olanda, il ventunenne Robin Reijers è uno dei tanti che ha deciso di provare l'applicazione sul suo smartphone e andare a caccia di pokémon, di cui suo fratello maggiore, Michael, scomparso purtroppo a soli tredici anni per una malformazione cardiaca, era un vero appassionato. All'epoca Robin aveva sei anni.

Qualche giorno fa, il ragazzo si reca sulla tomba del fratello e, improvvisamente, sente vibrare il proprio cellulare: l'app lo sta avvisando che nei paraggi c'è un pokémon da catturare. Robin prende in mano il telefonino e scopre che davanti a lui, proprio sulla tomba di Michael, di fianco alla statua di Pikachu fatta costruire da suo padre, si trova un Pikachu "reale" da catturare.

Il ragazzo ha scattato e postato una foto per provare la sua storia e ha aggiunto: "Abbiamo sempre giocato a Pokémon assieme, da bambini, sul Gameboy Color. Spero che mi stia guardando giocare anche adesso. Lui era più bravo di me e mi batteva sempre". Una coincidenza da pelle d'oca o un segnale dall'Aldilà da parte di Michael?
 
Il Pikachu sulla tomba del piccolo Michael, in Olanda
 
 
Gotta catch 'em all!

Tom Currie, neozelandese di 25 anni quasi compiuti, abbandona il suo impiego in un bar di Auckland per diventare un cacciatore a tempo pieno e catturare tutti i pokémon col suo smartphone. Ma solo per due mesi (così almeno si ripropone). Tom ha prenotato venti viaggi in autobus per tutta la Nuova Zelanda e, in meno di una settimana, ha già visitato sei città dell'Isola del Sud, facendo bottino di pokémon a ogni fermata. Il giovane ha fatto incetta così di oltre la metà dei mostricciattoli presenti nel gioco: 90 sul totale di 151!
 
"Volevo un'avventura", dice Tom, "Ho lavorato per sei anni e mi serviva disperatamente una pausa. I pokémon mi hanno dato l'occasione di vivere questo sogno. Penso che l'esperienza più eccitante sia stata a Sumner (sobborgo costiero di Christchurch), che si è trasformato in un vero punto caldo per i cacciatori di pokémon: c'erano circa un centinaio di persone là. E molte di queste se ne stanno solitamente rintanate in casa isolate. La ricerca dei pokémon le ha finalmente condotte nel mondo reale".

L'avventura di Tom è fatta con pochi mezzi, zaino in spalla e dormite sui divani di amici o nei dormitori, ma il suo viaggio ha destato l'interesse della nazione ed è stato sostenuto da diverse compagnie di trasporto che gli hanno offerto passaggi per le più lontane regioni del paese a caccia di pokémon rari. Il ragazzo ha inoltre ricevuto molti messaggi di supporto da tutto il mondo, dall'Irlanda all'India, dal Canada agli Stati Uniti. Sua madre, Tania, lo sostiene al 100%: "Tom è sempre stato un ragazzo indipendente, che parte in quarta quando decide qualcosa. Io e la nonna non capiamo il gioco, ma ricordo che ne è sempre stato appassionato fin da bambino. Sono veramente contenta che si stia divertendo e che possa vedere molti posti nuovi grazie al suo viaggio".
 
Tom Currie a caccia di pokémon
 
 
E' proibito dallʼIslam, è come lʼalcol!

Pokémon Go è invece demonizzato da Abbas Shouman, esponente della massima autorità islamica sunnita in Egitto: "E' proibito dallʼIslam, è come lʼalcol!". Il vicecapo e assistente dell'imam di Al Azhar condanna l'applicazione: "La tecnologia dovrebbe essere utilizzata solo per permettere all'uomo di risparmiare tempo e fatica, non per semplice diletto, con il rischio di trasformare così il telefono cellulare in un'ossessione, distogliendo le persone dalla preghiera. Per questo, il videogioco "influenza la mente in modo negativo e fa male al giocatore e agli altri senza che ve ne sia consapevolezza".

Gli imam turchi e il centro Al Azhar del Cairo sono scesi in campo lanciando anatemi contro l'uso e l'abuso del videogioco, chiedendo di proibirlo perché "blasfemo" e "contro l'Islam". In Turchia, migliaia di persone si sono riversate nelle strade a caccia di pokémom, in alcuni casi fin dentro alle moschee.  Mehmet Bayaraktutar, a capo della Diyanet-Sen, l'unione degli imam locali, ha detto: "Questo mina l'importanza e il significato delle moschee, che sono i più bei luoghi di preghiera dell'Islam. Voglio che sia vietato in Turchia". Al momento Pokemon Go non è ancora disponibile ufficialmente in Egitto.
 
L'Islam contro Pokémon Go
 
 
Cercano un Jigglypuff e salvano un cane ferito grazie a "L'uomo delle pizze"

Il 9 luglio, nel profondo Texas dell'Est, nella cittadina di Lufkin, due giocatrici di Pokémon Go si muovono nei dintorni di Chamber's Park in cerca di animaletti da catturare, quando ricevono segnalazione dal gioco della presenza, nei paraggi, di un Jigglypuff.

Seguendo il radar, invece, le due ragazze si trovano di fronte a un cagnolino ferito: "Il cuggiolo era disteso vicino a un albero e a un sacco della spazzatura, la sua bocca era piena di sangue, sembrava non riuscire a muoversi. Aveva le gengive pallide e bluastre, così come le sue orecchie. Sembrava proprio che stesse soffrendo. Guardandolo meglio ci siamo accorte che una delle sue zampe posteriori era rotta".

Kaitlin e Tiffany si preoccupano per l'animale e cominciano a chiedere informazioni in zona, ma nessuno sembra sapere da dove provenga. Contemporaneamente, le due ricevono una chiamata dal fattorino della pizzeria da cui hanno ordinato prima di uscire, che si offre di aspettarle. Quando le amiche fanno ritorno a casa, non sono ancora riuscite a trovare il proprietario del cane. Miracolosamente, Skyler Jerke non è solo "l'uomo delle pizze", ma anche un paramedico certificato con kit di soccorso appresso. Il cucciolo viene salvato e trasportato alla clinica vetrinaria Lone Star. Pokey, il nome con cui è stato chiamato, sarà operato alla zampa e successivamente affidato alle cure di uno dei volontari del centro.
 

Fonti consultate:
Dailymail Online
theguardian

Tgcom24
abc9KTRE