La scorsa edizione del Bgeek di Bari è stata l’occasione per noi di AnimeClick.it di incontrare di nuovamente Francesco Chiatante, autore di AnimeLand, già protagonista su questi schermi di una interessante intervista durante la premiere romana del documentario, attualmente impegnato in giro per l’Italia a promuovere il suo film nell’ambito di festival e fiere di settore. Abbiamo avuto modo di rinnovare i complimenti e di scambiare ancora quattro chiacchiere in merito al suo documentario, proiettato durante la rassegna barese. Di seguito riportiamo il video e il testo dell’intervista.
 


Un saluto agli utenti di AnimeClick.it! Siamo al BGeek di Bari in compagnia del regista documentarista Francesco Chiatante, nativo di Taranto ma trapiantato a Roma, città cinematografica per eccellenza. Cominciamo col chiedere com’è avvenuto questo trasferimento: per studio o per lavoro?

Francesco Chiatante: ho sempre sognato di poter lavorare nel mondo degli audiovisivi. Un giorno mi è capitata l'occasione di frequentare a Roma un master in effetti speciali per il cinema e questa cosa mi ha dato il la per cominciare a lavorare su tante cose in questo campo, un po' di cose le facevo anche prima per studio e un po' per lavoro, in giro per festival facevo interviste, riprese per eventi, un po' tutto quello che capitava. Questo passaggio nella realtà romana è stato l'inizio della svolta per certi versi, comunque l'inizio di tante altre cose belle.

Qui al BGeek abbiamo appena visionato il tuo documentario AnimeLand, un film basato su testimonianze davvero interessanti e con la presenza di molti ospiti illustri, addetti ai lavori, personaggi vari del mondo dello spettacolo e studiosi del settore: come è avvenuta la genesi di questo progetto?

Francesco Chiatante: Ho sempre voluto in qualche maniera dare il mio contributo al mondo di manga, anime e cosplay, avendolo sempre amato mi sembrava il minimo. Siccome io mi occupo di audiovisivi, backstage di film, documentari e tante altre cose, un giorno e mi è venuta l'idea e un po' per gioco mi sono messo a realizzarla. all’inizio non sapevo come procedere su chi intervistare e chi bisognava provare a coinvolgere. E’ stato come quando si è al bar ci si chiede: quasi quasi farei una cosa del genere, un film sugli anime... Allora c'era questo amico, che poi è l’ufficio stampa del documentario, Carlo Dutto, che mi disse: “ma se questa cosa non la fai tu chi vuoi che la faccia?" All'inizio non l'ho preso troppo seriamente, invece alla fine mi ha convinto e l'ho realizzato davvero. Tre anni di lavoro abbondanti hanno portato i loro frutti, un lavoro stratosferico di ricerca, non solo su internet ma anche fisica perché le persone coinvolte le ho dovute cercare in ogni luogo, alla fine sono contento del risultato ottenuto, non era affatto scontato.

Ti faccio i complimenti per l'ottimo lavoro. Ricordiamo che nel filmato appaiono di persona nomi come Luca Raffaelli, Maurizio Nichetti, Vincenzo Mollica, Paola Cortellesi, Valerio Mastandrea, Fausto Brizzi, Caparezza, Michel Gondry, Shinya Tsukamoto, Masami Suda e tanti altri, sia italiani che giapponesi, una serie di personaggi che testimoniano il loro amore e la loro passione per questo mondo. Volevo chiederti se ti sei avvalso di collaboratori per la realizzazione del documentario o se invece hai fatto tutto da solo?

Francesco Chiatante: La maggior parte del lavoro a livello tecnico e gestionale l'ho seguita quasi da solo per mille motivi, innanzitutto perché non c'era dietro il film una casa di produzione, all'atto pratico sono io stesso il produttore perché ho semplicemente trovato da me il sistema per realizzarlo. Ci sono alcune cose però per cui mi sono dovuto rivolgere ad altre persone, amici, esperti professionisti del settore, per varie cose dalle piccole alle grandi, anche soltanto per riguardare il prodotto insieme, perché dopo aver lavorato tanto sul girato, sul montato etc. si perde un po' di lucidità e si ha bisogno di una voce esterna, per quello ci sono stati un po' di amici che sono stati fondamentali: l'ufficio stampa Carlo Dutto ha collaborato alle interviste a tutto tondo, a partire dalla ricerca degli intervistati; Simone Martino è il musicista del film, ha fatto una colonna sonora che ogni volta che l'ascolto mi emoziono sempre, e anche questo non era scontato che venisse; Giovanni Ricco è l'artista che ha realizzato i manifesti, la locandina e ha realizzato alcune tavole illustrate degli eventi che ci sono all'interno del film, il logo animato e altri piccoli accorgimenti, piccoli grandi supporti forniti da professionisti, gente che lavora nel campo ad alto livello.
 
AnimeLand di Francesco Chiatante, BGeek 2016, Photo by AnimeClick.it (4).jpg


Il film è stato presentato anche al Far East Film Festival di Udine. In generale dove stai presentando il film? che tipo di accoglienza stai ricevendo come giudichi la reazione degli spettatori al documentario?

Francesco Chiatante: Personalmente sono felicissimo perché in realtà è una reazione ottima, lo apprezzano molto, ne sono incuriositi, alcuni entrano in totale sintonia e non si tratta necessariamente amanti di anime e fumetti giapponesi. Questo è molto bello perché vuol dire che effettivamente il documentario è in grado di raccontare qualcosa. Partendo da certi argomenti riuscire a raccontare questo fenomeno a tutto tondo è stato molto bello, così come presentarlo a un sacco di eventi. La prima mondiale l'abbiamo fatta al RomaFictionFest, al cinema Adriano, lo scorso novembre, sono ancora emozionato al solo pensiero, lì ci hanno trattato come delle star, c'erano oltre 300 persone in sala con un’accoglienza straordinaria, mi aspettavo cose belle, diciamo così, ma abbiamo superato ogni nostra immaginazione, favoloso! Poi abbiamo fatto il Festival dell'Oriente, un evento a Firenze che si chiama Nemoland, dedicato all'animazione, dove tra l'altro c'era come ospite Masami Suda, il character designer di Ken il Guerriero, che è anche presente nel documentario, l'ha visto anche lui ed è rimasto molto colpito. Soprattutto quando ti relazioni con persone di altre culture così lontane come i giapponesi a volte non sai neanche che aspettarti circa l'impressione che possono ricevere, non so cosa aspettarmi esattamente dalla loro percezione, magari quello che per te è bellissimo a loro risulta il contrario. Stiamo facendo molti giri e sono abbastanza contento, la prossima tappa sarà Etna Comics a Catania, la settimana prossima e va bene così, continuiamo ad andare avanti per ora.

Come giovane documentarista c'è qualche autore di riferimento, qualche regista a cui ti sei ispirato?

Francesco Chiatante: In Italia abbiamo un'ottima scuola di documentaristi, molti però lavorano per lo più all'estero, in realtà io ho fatto un'operazione di tipo pop, non sono un tipico documentarista, sono un po' anomalo sotto questo punto di vista. Il documentario AnimeLand è più simile a una chiacchierata tra amici, più che un documentario vero e proprio è più in viaggio nella memoria, nell'infanzia, e in tante altre cose del nostro vissuto che non ci sono più. C'era la voglia di far rivivere quelle stesse emozioni e atmosfere che ormai sono purtroppo perdute. Come punti di riferimento devo dire, anche se non è un documentarista ed è anche presente nel film, Shinya Tsukamoto (Tokyo Fist, Tetsuo) che è sempre stato un regista che ho apprezzato tantissimo, sia per via dei suoi film a grosso budget che per i film indipendenti. Alcuni anni fa vinse una sezione al Festival di Venezia con un film di cui lui si era occupato praticamente di tutto, dalla scrittura al montaggio, un fuori di testa per certi versi ma da apprezzare, forse se non avessi visto un personaggio come lui che si è fatto un film anche da solo probabilmente non avrei neanch'io mai pensato di fare un film, a prescindere dal fatto che ci siano o non ci siano i soldi o che ci siano più o meno collaboratori, o dal trovare un produttore che ci permette di realizzarlo o meno, ho deciso che il film lo avrei fatto e un po' alla volta mi sono messo e l'ho fatto, a costo di dover imparare chissà quanti altri lavori e di cercare di coinvolgere persone con accordi presenti, passati e futuri... andava fatto.

Francesco Chiatante, BGeek 2016, Photo by AnimeClick.it (2).JPG

Quanto è durato nel complesso il lavoro di ricerca, della produzione e post produzione del film?

Francesco Chiatante: il lavoro è durato poco più di tre anni, i sogni sono iniziati anni prima ma è come se dicessi: se non avessi avuto certe esperienze certe qualità tecniche o anche certe doti artistiche non mi sarei neanche mai sognato di fare queste cose. Qualche anno fa abbiamo fatto anche dei backstage di film, avevo curato una serie di filmati a livello di riprese e montaggio, una serie di documentari prodotti da Franco Zeffirelli che erano cose che derivavano dal cinema, dal teatro e dalla lirica. L’ho messo in pratica nel film e hanno formato quello che ora sono e che probabilmente sarò. Forse nessuno si sarebbe aspettato di vedere realizzate delle tecniche più raffinate per un documentario, ma ho visto durante la proiezione che abbiamo tenuto al alla Rainbow, l'azienda delle Winx, Monster Allergy etc., e sono rimasti folgorati dal risultato ottenuto per essere un auto produzione, è stato veramente incredibile e un grande piacere anche quello.

Confermo che il film scorre che è una meraviglia, sarà per il fatto che sono io stesso appassionato di anime, ma i 90 minuti passano veloci e non ti sembra di assistere a un classico documentario proprio per la scorrevolezza e la piacevolezza della fusione tra immagini, testimonianze e musica. Volevo chiedere, dal momento che il film ha uno sguardo retrospettivo e un po' nostalgico rispetto alla scena dell'animazione giapponese, se c'è qualche titolo, qualche anime preferito che ricordi con particolare affetto?

Francesco Chiatante: ce ne sono tantissimi ma le due serie che mi porto avanti da molto tempo forse perché all’epoca erano quelle un po' più adulte sia come tematiche che come immagini e che magari da piccolo non apprezzavo neanche al 100% per questo stesso motivo, direi Lupin III e Ken il Guerriero. Fra l'altro l'autore di Lupin, Monkey Punch, per una serie di situazioni l'ho incontrato nel 2001, era a un edizione del Romics. In quell’occasione c’era come ospite anche il character designer dell’anime Ken il Guerriero, Masami Suda, l'ho voluto assolutamente inserire nel documentario, sono stato veramente felice, ho combattuto per averlo, nella vita e nei sogni bisogna sempre combattere per ottenere qualcosa.

Il film è un documentario sebbene ci sia nella scena finale una linea narrativa, se vogliamo, anche molto poetica, senza fare spoiler, com’è nata l'idea di far intervenire Totoro in persona all'interno del film? dov'è stato ambientato il finale?

Francesco Chiatante: in effetti c'è una specie di scena aggiunta alla fine del film, la considero una licenza poetica e un omaggio al mondo di Hayao Miyazaki e alla sua animazione, e poi Totoro è uno dei personaggi più amati al mondo per quanto riguarda l'animazione giapponese. Quella scena è stata girata durante il Festival di Venezia dove io ero andato qualche anno fa quando dovevano presentare il film Si alza il vento di Miyazaki, l'ultimo suo film. Si vociferava che sarebbe intervenuto di persona alla mostra. In realtà Miyazaki non venne quell'anno. L'idea era che se ci fosse stato Miyazaki avrei voluto farci un'intervista, una ripresa o qualcosa di simile, dal momento che non c’era volevo comunque girare qualcosa di legato a Venezia, a Miyazaki e al suo mondo: gli unici due eventi in cui è stato presente in Italia è stato al Festival di Venezia del 2005, quello del Leone d'oro alla carriera, e nel 2008, per la presentazione di Ponyo, quindi era un po' doveroso questo omaggio. Dunque c'è Totoro che gira per il Festival di Venezia di quell'anno cercando il suo papà, una cosa del genere, in totale libertà.
 
Francesco Chiatante, BGeek 2016, Photo by AnimeClick.it (3).jpg


Infine volevo chiedere qualcosa circa un aneddoto all'interno del film: a un certo punto assistiamo al regista Michel Gondry che letteralmente disegna un tuo ritratto. Come sono andate le cose? La scena è molto simpatica!

Francesco Chiatante: Le interviste sono nate quasi tutte con una grande idea di gioco, anche i personaggi più seriosi, ad esempio Luca Raffaelli, parte da esperto, molto inquadrato, da critico, e un po' alla volta si scioglie finendo scherzando e ridendo. Tutte le interviste sono volutamente giocose, non aveva senso fare questo documentario in maniera seriosa, c'era sempre un momento in cui ho chiesto di firmare un autografo o c'era un oggetto particolare di cui parlare. Anche a Vincenzo Mollica ho proposto di disegnare qualcosa e anche lui ha fatto un disegno. Alla fine dell'intervista a Gondry anziché giocarmi l’ultima domanda gli ho chiesto se gli andasse di fare un disegno, a lui è piaciuta molto quest'idea, tutto è nato da una delle mie tante battute fondamentali, non perché faccio il comico ma per innescare certi meccanismi all'interno del intervistato. C'è un momento nel documentario in cui qualcuno canticchia qualche frammento di qualche sigla, ad esempio Paola Cortellesi, e lo stesso Caparezza fa lo stesso, sono cose che fanno parte di questo immaginario e in questo gioco dei ricordi sulle sigle che più ci hanno colpito da piccoli, da lì nascevano altre dieci battute. La vera marcia del documentario, ciò che lo porta avanti è questa voglia di vivere una specie di trip, un viaggio, un revaival di quel mondo di tanti anni fa, fatto con la stessa spontaneità e innocenza con cui una volta si facevano tante cose. Io mi ricordo che da bambino per imparare una canzone di una sigla spesso e volentieri ero obbligato a registrare con nastri magnetici direttamente dalla tv, sperando che lì intorno nessuno facesse rumore e che funzionasse tutto alla perfezione, perché all’epoca molte sigle non erano incise su vinile o su musicassetta. Oggi con internet sono direttamente disponibili tutti i contenuti possibili immediatamente, ma all'epoca era diverso, i film e le serie venivano trasmessi una sola volta in Tv e per rivederli sarebbero passati anni. Oggi puoi rivederti l'episodio in maniera immediata su internet o tramite dvd, hai una serie di possibilità che una volta non c'erano, anche per seguire gli episodi di una serie, se ne perdevi qualcuno non lo recuperavi più.

Rinnoviamo i complimenti a Francesco Chiatante per il suo film AnimeLand e mandiamo un saluto agli utenti di AnimeClick.it!

Francesco Chiatante: Grazie per l'intervista a grazie ad Animeclick.it che è sempre fantastica con me, mi trattano sempre troppo bene e mi auguro di potervi rivedere tutti al più presto per fare altre interviste su racconti e su tante altre cose, Ciao!
 
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Segue un estratto della conferenza introduttiva alla proiezione di AnimeLand presso il BGeek di Bari.