Per i più giovani potrà essere una follia leggerlo ma nei tempi della prima grande invasione dei ( violentissimi) Cartoni Animati giapponesi nelle TV italiane, si diffuse, argomentata e ampiamente riproposta, la vulgata (oggi la chiameremmo bufala), per cui i Giapponesi "realizzano i cartoni animati con i computer". Possenti, magici Computer, nascosti in chissà quale grattacielo di Tokyo che sfornavano cartoni a ciclo continuo. Lo ricorda Luca Raffaelli, nel suo seminale Le Anime Disegnate, ( 1° edizione 1994 - e rieditato 2005, Minimum Fax), parlando della sua visita al Quartier Generale della Toei Animation. Lo Studio che aveva prodotto Mazinga! All'epoca del viaggio, nel 1985, la Toei Animation, realizzava le sue produzioni in due palazzine di tre piani, in legno, cemento scrostato e ferro arruginito, situate nel quartiere di Higashi -Ohizumi. La prima palazzina era il vero e proprio centro di produzione, diviso  in grandi stanzoni pieni di disegnatori, intercalatori, coloriste, animatori, e tantissima carta. Il computer, l'unico compuer esistente, era sistemato in una stanza, a parte, un pò impolverato. Veniva usato soprattutto come archivio per la conservazione degli sfondi.

Oggi i computer sono entrati a pieno titolo negli studi di animazione. Sollevando qualche protesta. Lunghe discussioni sul rapporto fra animazione in 3D e animazione in 2D che potrebbero tenerci impegnati per decenni. Siamo però all'alba di una rivoluzione che potrebbe far presto dimenticare queste discussioni, e far diventare concreta realtà quella vecchia bufala: i giapponesi fanno i cartoni animati con i computer. E non si tratta delle profezie di un MAD Doktor. O di un qualche "Illuminato".. ma delle serie e motivate riflessioni proposte da Keisuke Iwata, presidente del network televisivo AT-X, durante un incontro con gli studenti della Tokyo Digital Hollywood University, parlando dei possibili impieghi e sviluppi dell'Intelligenza Artificiale ( AI) nella produzione di anime.

"È assolutamente immaginabile che in futuro i processi di produzione degli anime possano essere completamente realizzati utilizzando solo delle AI."

Keisuke Iwata non è certamente un novellino del settore dell'animazione. Entrato nel 1979 in AT-X, all'epoca si chiamava ancora Tokyo Channel 12, ha una lunga ed importante carriera nel settore della produzione televisiva degli anime. Ha seguito la realizzazione di serie come i Pokémon, il Principe del Tennis, Shaman King, e di numerosi film dedicati alla saga di Naruto Shippuden. Come tale ha una vera conoscenza dell'impegno, della fatica che occorrono per dare forma a quei sogni che da sempre ci affascinano. La sua affermazione che delle intelligenze artificiali potranno in futuro sostituire completamente gli umani nella creazione degli anime, non semplicemente integrarne o aiutarne il lavoro, vanno lucidamente considerate.
 

Si ritiene, di solito, che la creatività umana sia un elemento essenziale per la realizzazione di un anime. Una sua componente sostanziale. E' il genio degli autori, a dare forza, consistenza, bellezza, a storie francamente dozzinali, ripetitive. Eppure il successo che le moderne AI, combinate alla potenza attuale del Web, stanno ottenendo nei diversi campi - da quello medico a quello legale - in cui sono applicate, potrebbe davvero portare a profondi cambiamenti anche nel campo dell'animazione edell'arte.

Lo scorso anno, diverse aziende come Microsoft e il gruppo olandese ING hanno collaborato per dare vita al progetto Rembrandt AI. Nell'ambito di questo progetto un'AI ha analizzato 346 dipinti di Rembrandt per poter arrivare a riprodurre lo stile del grande pittore olandese del 17° secolo. E questo lavoro, seppure un pò enfatizzato, non può liquidarsi come un mero esperimento. Nel video potete vedere il modo in cui è stato realizzato il progetto.

 

In futuro, una tecnologia simile potrebbe essere utilizzato per analizzare le opere di Hideaki Anno, quali Punta al Top Gunbuster, Neon Genesis Evangelion, oppure Godzilla Resurgence. Le AI potrebbero creare una perfetta imitazione dell'arte di Hideaki Anno. Iwata ritiene certo che le AI potranno competere con gli esseri umani nell'ambito di quello che è considerato da sempre il loro regno: la creatività.

" Le A.I. stanno già cominciando a invadere l'area della creazione. Sembra che le A.I. saranno in grado di realizzare sia il character design, che lo storyboard, art design, sfondi, produzione del suono, e l'impostazione del colore."

Unica possibilità che il producer vede, è data dalla plasticità e dalle particolari caratteristiche della mente umana. Capace di migliorarsi nel tempo e dunque, grazie all'impegno e all'autodisciplina, affrontare e non perdere la sfida della creatività con le AI.


Ma tutto questo, comporta, inevitabilmente, la necessità di un grande investimento, morale, intellettuale, fisico, economico, da parte di ogni singolo addetto al mondo dell'animazione. Sacrifici che oggi non vengono assolutamente ricompensati. La realtà dell'attuale situazione degli animatori nipponici, più volte denunciata è fatta da stipendi assolutamente ridicoli, ritmi di lavoro massacranti, assoluta incertezza contrattuale. La gran parte degli animatori deve correre da un incarico all'altro, da uno studio all'altro, per racimolare uno stipendio accettabile che gli consenta quantomeno un tetto sulla testa. C'è da stupirsi che così tanti ragazzi ancora scelgono di entrare nel "magico mondo" dell'industria dell'animazione.
 

Da tempo ci si chiede come farà l'animazione nipponica a sopravvivere se non riuscirà a dare condizioni di lavoro salariale e umano ai suoi artefici. Non ci si arricchisce lavorando nell' animazione. E sicuramente a spingere un giovane a intraprendere questa carriera non è certamente la sete di guadagni.

Ricordiamo che un animatore all'inizio della sua carriera, quando la sua attività, nella maggior parte dei casi, si limita alla creazione dei douga (disegni intercalari), guadagna circa 200 yen (circa 1,64€) a frame. Come è stato denunciato, sono condizioni simili a quelle che si avevano negli anni Ottanta del secolo scorso. Ma lo stile d'animazione moderno, che richiede molta più attenzione a dettagli delicati, non consente ai principianti, appena entrati nel mondo della produzione "industriale", di produrre ad un ritmo abbastanza veloce da potersi permettere uno stile di vita decente. Se va bene un esordiente realizzerà dai 200 ai 300 frame al mese, guadagnando meno di 500€ al mese. Non casualmente sono sorte varie iniziative di solidarietà a favore dei giovani animatori.

Nè va meglio agli animatori con maggiore esperienza. La Japan Animation Creators Association (Janica) ha pubblicato un rapporto nel 2015, in cui indicava in soli 28.000 dollari la media dei compensi degli animatori nipponici nel 2013. Dallo studio si scopre anche che il livello base degli  stipendi degli animatori si aggirava intorno ai 9.200 dollari all'anno. 

Keisuke Iwata con le sue parole ci ha posto di fronte ad un possibile futuro, un probabile futuro, che non potrà a lungo essere ignorato. Occorre che si sviluppi al più presto una risposta politica e culturale alle esigenze degli animatori nipponici che con il loro lavoro rappresentano una fonte non ignorabile del PIL giapponese. Una risposta che tenga conto sia dello sviluppo economico, che delle esigenze tecniche dell'industria che delle esigenze umane delle persone.

Quell'umanità, quella sensibilità, che Hayao Miyazaki, uomo di cui è noto il carattere burbero e complicato, ci ha recentemente ricordato essere la base dell'Arte. I progressi delle AI cambiarenno questa situazione ? Le AI entreranno nei Team degli studi di animazione? Sarà il tempo a dircelo.

Fonte consultata:
Anime News Network