Che la definizione di manga sia in una fase di continua evoluzione non è di certo una sorpresa, noi su AnimeClick ci facciamo da sempre promotori di questa nuova concezione di manga, abbiamo presentato quasi 100 autori italiani in questi anni e non solo, difatti è ormai celebre il caso di Tony Valente che è stato pubblicato in Giappone oltre il fatto che le stesse case editrici giapponesi cercano sempre più prepotentemente nuovi autori da paesi lontani. Ed oggi abbiamo il grandissimo piacere di parlare di un'autrice dalla Svezia che si è fatta strada con i denti e con la sua perseveranza, coadiuvata dalla sua innata abilità che l'ha resa una delle autrici japstyle di punta non solo del suo paese, ma di tutto il continente.

Sword Princess Amaltea è un manga suddiviso in tre volumi curato da Natalia Batista, giovane autrice svedese che ormai da molti anni vive esclusivamente per realizzare il suo grande sogno di diventare una fumettista. Autrice che può vantare pubblicazioni in Germania, grazie alla casa editrice Tokyopop che ha puntato alla sua opera Ein Lied für Elise, il quale fu un tassello importante per il suo cammino. Adesso è arrivata anche in Italia, grazie alla casa editrice italiana Kasaobake che ha puntato su di lei.
 

Amaltea è una principessa in un mondo ben diverso da quello che potremmo mai aspettarci dal classico canovaccio delle opere fantasy, difatti in questo manga entriamo in una realtà dove vige il matriarcato, nella quale sono le donne a dominare anche sottomettendo gli uomini con la forza; un mondo nel quale le principesse devono salvare i principi, nel quale sono loro a sconfiggere i draghi.

Una scelta, quella di Natalia che potremo comprendere più profondamente nell'intervista che ci ha concesso, e che rende questa opera fantasy medievaleggiante più interessante offrendo al lettore nuovi spunti di riflessione nonostante l'opera chiaramente non rinvenuti un genere. Amaltea incarna perfettamente questo spirito, una ragazza tanto bella quanto audace, non particolarmente incline a dover reggere le responsabilità della corona mostrando quanto possa esser forte il suo carattere. Il primo volume, che potrete trovare a Lucca Comics nello stand della Kasaobake, è divertente e sicuramente particolare, impossibile non pensare come la storia sia stata influenzata anche dalla cultura del nord Europa, dove le donne hanno indubbiamente un ruolo più centrale rispetto alla nostra.

I disegni sono esattamente come ce li potremmo aspettare, perfettamente in linea con i canoni del genere riuscendo a trovare quel mix essenziale tra fumetto giapponese e stile personale capace di discostarsi e dare una propria identità al tratto capace di rafforzare la forza comunicativa del manga, lo scambio di ruoli che è alla base della trama. L’autrice volente o nolente trasmette un messaggio di eguaglianza, un fantasy atipico dove il fulcro non va ricercato nello scontro con un drago o un regno da salvare, ma con la semplice voglia di mescolare le carte per cercare di offrire dei punti di vista ancora fin troppo sottovalutati… e se nel frattempo si riesce a fare tutto questo divertendo ed intrattenendo con maestria il lettore, cosa c’è di meglio?

Il fumetto viene pubblicato oltre che in Europa anche negli Stati Uniti, le auguriamo che presto possa avvenire lo sbarco in Giappone.
 

Intervista con l’autrice:

Ciao Natalia! Prima di tutto dicci com'è nato il tuo manga

Dopo che il mio manga Ein Lied FUR Elisa è stato pubblicato dalla Tokyopop in Germania, mi è stato chiesto dal mio editore di proporre un nuovo fumetto. Volevo creare un fumetto fantasy pieno di azione ma comunque divertente e romantico con un'eroina femminile. La mia ispirazione arriva dalle opere fantasy, principalmente dal Trono di Spade e le opere di Tolkien, ma ero assolutamente stufa di vedere solo opere con protagonisti maschili: uomini che parlano con altri uomini, uomini che lottano con altri uomini per conquistare il cuore di una donna. Perché nel mondo del fantasy sono più normali draghi ed elfi del matriarcato? Ciò mi faceva arrabbiare. Ricordo di aver letto questo libro norvegese da bambina "Egalia's Daughter", scritto da Gerd Brantenberg. Ambientato negli anni '30 parla di un mondo dove sono le donne a dominare ed opprimere gli uomini, i quali si vedono costretti a creare un partito politico per lottare certe ingiustizie e richiedere il diritto al voto. Il libro è di almeno 50 anni fa, quindi la mia idea era quella di creare una nuova versione che i ragazzini di oggi avrebbero potuto apprezzare, che gli avrebbe aperto gli occhi proprio come quel libro fece con me. Ho lavorato 2 anni alla sceneggiatura, facendo varie ricerche e sketch e nel 2012 avevo pronte le 40 tavole del primo capitolo (il quale successivamente divenne il secondo). Questa bozza venne inviata a diversi autori, la Tokyopop la rifiutò ma l'editore svedese Kolik invece mi prese sotto contratto. Da qui mi sono ritrovata a disegnare tre volumi, tra il 2012 al 2015.

Pensi che la nostra società o l'Europa, in genere, sarebbe migliore se venisse governata da donne?

Hahaha no. Credo nell'equità e nel rispetto reciproco. Ed il mio manga non mostra assolutamente un mondo perfetto, nonostante sia governato da donne! Del resto mostro un mondo dove gli uomini sono oppressi. Il mio obiettivo era quello di creare una fiaba satirica che potesse far riflettere su come vediamo i ruoli nel nostro mondo.

Voglio precisare che il femminismo intersezionale ha come ideale quello di rendere le donne, la comunità LGBTQ e gli uomini di colore rispettati quanto i maschi bianchi CIS (coloro che si identificano nel loro genere sessuale), non ha come scopo quello di far dominare le donne ma di creare un mondo dove tutti abbiano le stesse opportunità, a prescindere dal tuo genere, colore della pelle eccetera. E se dovessimo riflettere su questa definizione credo che quasi tutti siano d'accordo col femminismo intersezionale.


Quali sono le più grandi differenze tra Svezia ed Italia per quanto riguarda il mondo dei fumetti?

Dal mio punto di vista le più grandi differenze, oltre il fatto che la vostra industria dei fumetti sia ben più grande della nostra, riguardano la presenza in Svezia di molte più opere a tema femminista, con fumetti satirici di autrici, mentre i fumetti per i più giovani rappresentano una nicchia davvero striminzita. In Italia non vi sono poche opere a tema femminista o comunque non sono particolarmente famose come il genere lo è in Svezia, ma vi è una larga scelta per quanto riguarda i fumetti per i ragazzini! Lo amo!! Credo che i giovani lettori sono coloro che possono tenere viva questa industria e sono triste che in Svezia questo non sia stato ancora compreso.

Cosa viene vissuto il manga in Svezia?

Beh, ci sono tanti lettori e loro vogliono sempre più lettori. Il mio primo manga, Mjau!, è stato pubblicato nel 2010 in Svezia ed è andato esaurito proprio quest'anno con più di 10.000 copie venduta, tutt'ora ricevo mail di fan che mi chiedono quando vi sarà una ristampa. Sono costretta a stamparlo da me dato che l'editore non si prodiga nel farlo per qualche ragione. Questo è il più grande problema: ci sono tanti lettori di manga che urlano dalla voglia di averne ancora di più ma gli editori non li ascoltano, loro non sono stati capaci di comprendere la nuova generazione e non comprendono i fan. Loro non viaggiano da fiera in fiera come me ed i miei amici del Nosebleed Studio. Siamo uno studio di artisti manga che tutt'ora rappresenta l'unica realtà in Svezia che pubblica manga. Al momento siamo uno studio piccolo che può permettersi di pubblicare solo le nostre stesse opere. Nessun altro editore sembri voler puntare sugli artisti manga svedesi. La più grande casa editrice svedese mi ha anche rifiutato asserendo che i manga non vendessero, nonostante i dati delle mie stesse vendite mostrano il contrario. Credo vi sia un muro generazionale e posso solo sperare che tutto ciò cambierà presto così da poter ricevere il rispetto meritato.

Quali sono i tuoi autori preferiti? Qual è la tua più grande ispirazione?

Direi che mi ispira la gente appassionata che vive per i propri sogni, a prescindere da quale sia a patto però che essi siano basati sulla creatività e sull'empatia. Non ho un solo autore preferito, i miei gusti variano di anno in anno, stando sempre alla ricerca di nuove ispirazioni. Alcuni di loro sono autori di manga horror come Junji Ito ed Hideshi Hino, seinen come Naoki Urusatwa e Takeshi Obata o shojo, come Miwa Ueda o la fantastica Kaoru Mori. Amo inoltre i libri di autori distopici come George Orwell (1984), Karin Boye (Kallocain) ed Aldous Huxley (Brave New World). Ed ovviamente il già citato Gerd Brantenberg.

Sei una delle più importanti autrici japstyle in Europa e sicuramente hai dimostrato un grandissimo coraggio, quanto è difficile essere un'autrice di successo?

Wow, grazie per queste tue parole. Io non sono ancora nessuno per molti ma sto cercando di creare un network che possa connettere grandi autori manga in tutta Europa. Ciò che è difficile è aver a che fare con persone che non rispettando il manga non ti prendono seriamente. Ma poi penso sempre a tutti gli amici fantastici e talentuosissimi che ho in tutto il mondo e mi dimentico immediatamente degli haters! Noi siamo il futuro, loro sono il passato ed il manga è già accettato come forma d'arte. Devono solo imparare a rispettarci!

Il tuo amore per i manga è incredibile, la tua bravura è seconda solo alla tua audacia, hai però mai pensato di mollare tutto?

Grazie mille. Sinceramente, sì, l'ho pensato, ma solo quando ricevo commenti pieni di pregiudizi e senza alcun rispetto da altri che fanno parte del mondo del fumetto svedese. Oppure quando vengo trascurata, ignorata o dimenticata da loro stessi per determinati progetti. Non ho mai vinto alcun premio in Svezia, nonostante io sia stata una delle autrici più produttive e di successo degli ultimi 10 anni, considerando le opere per un pubblico giovane. Sono stata trascurata o dimenticata nella creazione di alcune antologie, pure quando fui stata io la promulgatrice di una di esse. Per certuni il mio stile non era abbastanza artistico, quindi venni allontanata. Questo è successo più e più volte. Ho pensato più volte "Perché continuo a lottare in questo modo? Non importa quanto io duramente m'impegni dato che nel mio stesso paese non vengo rispettata da alcuni dei miei stessi colleghi. Tutte queste volte allora volgo il mio pensiero verso i miei amici appassionati ed i fan che mi danno modo di poter ancora creare e leggere manga, è per loro che continuo a lottare e a lavorare. Ed inoltre io AMO fare manga, quindi anche se fossi bloccata in un deserto sono certa che continuerei a fare fumetti anche solo per me stessa haha!