Se siete già stati in Giappone e volete vedere qualcosa di diverso e di nuovo, ma anche se è la prima volta che sbarcate nel Sol Levante ma la vostra indole vi porta fuori dagli itinerari classici brulicanti di turisti e preferite posti meno conosciuti ma altrettanto belli e caratteristici, questo è il viaggio che fa per voi: Estate Plus 2018, il viaggio organizzato da Animeclick che affiancherà il tour Classico (ormai pieno...) ma se ne discosterà per 4 giorni per visitare la zona intorno a Okayama.
E che cosa ci sarà mai da vedere, per cui valga la pena partire, vi starete chiedendo? C'è la vostra Hachi qui apposta per illustrarvi le meraviglie che risiedono in queste località: Okayama, appunto ma anche Kurashiki, Naoshima e Tottori.

 
Okayama

Partiamo con Okayama, che essendo posta a metà strada fra Osaka e Hiroshima, sarà il nostro punto di appoggio dove soggiornare per visitare la zona. Ma non crediate che sia stata scelta solo per questo!
In realtà ci sono due ottime ragioni per visitare Okayama. Questa città che si affaccia sul mare, antica residenza signorile, è infatti molto famosa sia per il Koraku-en (uno dei 3 più bei giardini dell'arcipelago assieme al Kairaku-en di Mito e al Kenroku-en di Kanazawa) che per il suo castello nero U-jo.
Vantaggio da tenere in considerazione: il giardino e il castello sono situati uno di fronte all'altro, il che li rende facili da visitare e meravigliosi da fotografare.
 


Il Koraku-en è stato costruito fra il 1687 e il 1700 ad opera di Ikeda Tsunamasa, il feudatario dell'epoca in questa zona, per poterne godere insieme alla sua famiglia. Il suo nome vuol dire "Il giardino per lo svago dopo" e deriva da un proverbio cinese che recita: "Il signore deve mostrarsi afflitto di fronte alla gente e divertirsi alle sue spalle".
Nel 1884 divenne proprietà della prefettura e fu così aperto al pubblico. Questo giardino è stato progettato intorno ad un grande specchio d'acqua e concepito per le passeggiate. Se amate il verde e la tranquillità, la meditazione e la contemplazione della natura, non potete mancare la sua visita.
 

Presenta distese di erba, una foresta di bambù, un palco per il teatro No, il Palazzo Ryuten dove si tenevano gare di poesia, lo Yatsu-Hashi un ponte a zig zag, una risaia e una piantagione di tè; al suo interno c'è anche un angolo dedicato al tiro con l'arco.
Molto spazioso, è imperdibile in ogni stagione ma con i suoi 280 sakura di varietà yoshino e i suoi splendidi aceri, è particolarmente apprezzato in primavera e in autunno. Ma anche d'estate, il silenzio, lo splendore e la serenità che ispira, lo rendono un luogo magico dove ritemprare lo spirito affaticato dal caldo.
Se volete averne una visione d'insieme, potete osservarlo dall'alto del Castello di Okayama, situato giusto sull'altra sponda del fiume Asahi.
 

Quest'ultimo, completato nel 1597, è facilmente riconoscibile per il suo colore nero, a cui si deve il soprannome di "Castello del corvo".
Pare che la sua straordinaria tonalità di nero sia stata voluta dal daimyo dell'epoca come contrapposizione (e si dice anche per fare un "dispetto") al Castello dell'Airone Bianco di Himeji.
Alto sette piani, prima di visitarne gli interni, è consigliabile passeggiare lungo i suoi bastioni, per godere di una bellissima vista dei dintorni. L'edificio principale è denominato U-jo: distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale (l'unica parte sopravvissuta ai bombardamenti è la tsukima yagura, cioè la romantica torretta per l'osservazione della luna), è stato restaurato nel 1966 ed è caratteristico il contrasto fra il nero delle pareti e l'oro delle finiture.
All'interno un ascensore vi condurrà fino in cima: tradizione unita al comfort della modernità.
 

Okayama poi è anche il luogo perfetto se amate il folklore nipponico: si dice infatti che sia nata qui la leggenda di Momotaro, famosissima in tutto il Giappone.
Per chi non la conoscesse, si narra che Momotaro uscì dal nocciolo di una pesca e con l'aiuto di una scimmia, un fagiano e un cane riuscì a sconfiggere un demone con tre occhi che divorava le persone. Per questo motivo la strada principale della città porta il suo nome e vicino alla stazione ferroviaria potrete vedere diverse statue che lo raffigurano.

 
Kurashiki

Una volta esplorata Okayama, è la volta di muoversi verso le zone vicine. A pochi kilometri di distanza, c'è una piccola perla di questa prefettura: Kurashiki, chiamata anche la piccola Kyoto dei canali. Cosa meglio di un video per immergervi in atmosfere risalenti all'epoca Edo?
 


Kurashiki era un importante porto dedicato al commercio del riso e di quell'epoca d'oro commerciale ora rimangono i canali su cui si affacciano gli antichi magazzini che oggi ospitano negozi e musei.
Per fare in modo che i visitatori potessero vivere appieno l'esperienza di trovarsi non solo in un altro luogo ma anche in un altro tempo storico, le varie amministrazioni hanno lavorato a lungo per interrare tutti i fili elettrici (che normalmente sono invece in bella vista) e preservare così al massimo l'architettura originale degli edifici.
 

Il quartiere centrale di Kurashiki si chiama Bikan ed è qui che potrete ammirare gli edifici più belli ma non solo.
Per immaginare di essere un commerciante che arrivava con le sue merci lungo il canale, è possibile salire su una delle imbarcazioni che solcano l'acqua e godersi una piccola crociera di una ventina di minuti durante i quali si passa sotto ad un ponte costruito con un unico blocco di pietra e si viene accarezzati dalle fronde dei ciliegi piantati lungo l'argine.
Non amate le attività troppo turistiche? Niente paura! Basta lasciare la strada principale e inoltrarsi in una delle vie laterali per trovare case antiche non trasformate in negozi e un'atmosfera rarefatta.
 

Ma non solo: a Kurashiki potete trovare anche il Museo delle Belle Arti Ohara (dal nome della famiglia di collezionisti che lo ha aperto). In un edificio costruito prendendo il Partenone greco come riferimento potrete ammirare le opere di El Greco, Corot, Rodin, Gauguin, Picasso e molti altri artisti occidentali del secolo scorso in un contrasto davvero insolito.
Nel corso del tempo, alle collezioni originali si sono aggiunte moderne pitture giapponesi, ma anche arti tradizionali giapponesi e antichità orientali. E poi ci sono anche il Museo dell'Arte popolare (con esposti ceramiche, oggetti in legno, in bambù, tessili, ecc.), il Museo del Cotone e il Museo del giocattolo tradizionale giapponese.
 

Se amate lo shopping andate a Ivy Square: un'antica fabbrica di tessuti è stata convertita in centro commerciale, con tanto di hotel.
E per gli amanti dei manga una piccola perla: l'Igarashi Yumiko Museum, dedicato all'omonima celebre autrice.
Il museo avrebbe dovuto chiamarsi "I Love Candy Museum", ma dopo le dispute legali con Kyoko Mizuki, l'altra autrice di Candy Candy, i responsabili hanno deciso di cambiare nome in quello attualmente in uso. E sempre per lo stesso motivo, potrete ammirare molti disegni dell'autrice ma nessuno che raffiguri la celebre orfanella.
 


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Fonte consultata:
Kanpai
Kanpai2