Oggi compie 40 anni un'altra serie storica, molto amata dalle fanciulle. La celebriamo con la recensione di Twinkle
 
Si è pronti a prostrarsi dinnanzi a "Mademoiselle Anne", trasposizione anime del noto e storico manga di Waki Yamato "Haikara-san ga Tōru" (conosciuto come "Passa la Ragazza alla Moda" a grandi linee, ma "Haikara" si tradurrebbe in "collo lungo", simbolo appunto di modernità, vallo a capire), datata 1978, ma qualcosa è andato storto. L'anime è stato maltrattato nella sua parte finale, vomitandoci una maldestra e affrettata conclusione causa scarso successo in patria, e quando accadono di queste cose a una serie di tale caratura il cultore consapevole prima si fa male, e dopo impreca ai quattro venti.

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Tagli della storia a parte, "Mademoiselle Anne" rimane una piacevolissima visione, merito della sua vulcanica protagonista Benio Hanamura (diventata Anne in italiano), un modello, prima ancora di un personaggio. La storia si svolge nell'era Taishō (1912-1926), ovvero in un Giappone a metà tra le innovazioni portate dalla precedente era Meiji e la militarizzazione del paese tra le due guerre che sfocerà nell'era Shōwa, influenzato dalla cultura occidentale senza però che essa prenda il sopravvento sulla società come sui costumi, ancora tradizionali. Benio, in questo, è avanti, lei è l'esatto contrario della tipica ragazza giapponese servizievole, Benio risponde agli uomini (sia mai!), è cafona, manesca e davvero poco consona al suo rango sociale (figlia di un maggiore dell'esercito), con tanto di sbronze ogni tanto che, predestinata a un sottotenente ancor prima della sua nascita, si ribella in ogni modo tentando di rompere così il fidanzamento con tale Shinobu Ijuin, ma poi finisce per innamorarsene. Come tradizione shōjo old style vuole, però, il coronamento del suo amore è destinato a subire una brusca frenata con la chiamata al fronte del suo lui.

Il trailer della recente edizione BD/DVD uscita in Giappone
 


La serie in realtà si distingue da molti dei suoi coevi grazie a una puntuale comicità in linea con l'esuberanza anticonformista della sua protagonista, che strappa più di una risata con le sue cretinate, ma allo stesso tempo ci farà commuovere come da tradizione: un personaggio a 360 gradi di grande carisma e umanità impossibile da disprezzare. A lei si aggiungono altri soggetti di indubbio interesse come Ranmaru, attore di teatro Kabuki, l'amica Tamaki, la geisha Kichiji e via discorrendo, tutti perfettamente in sintonia con l'affresco del periodo.
Sul piano puramente tecnico il tempo non è stato granché clemente con "Mademoiselle Anne": i disegni tendono a peggiorare in alcuni episodi, segnale di una produzione non proprio esemplare e tranquilla, per quanto si salvi nel complesso grazie a simpatiche trovate espressive sui personaggi come se ne vedranno altrove (Ransie), tra stelline negli occhi e altri effetti visivi di mira comica; l'accompagnamento sonoro si dimostra invece di buona qualità nella sua interezza.

Trasmesso in Italia nella seconda metà degli anni '80 fino alla fine dei '90 su varie tv private, il doppiaggio nostrano, pur contando pochi interpreti, è stranamente di buona qualità e anche l'adattamento supera la media del periodo, con tanto di "nomi esatti" giapponesi su buona parte dei personaggi. Menzione d'onore la merita la sigla italiana, cantata dal gruppetto "Mele Verdi", delicata e vivace allo stesso tempo con la voce solista della brava Stefania Mantelli.

In definitiva, nonostante il difetto della parte finale, "Mademoiselle Anne" ha carisma e intrattiene come serie storica, sentimentale, sit-com, con il suo personaggio femminista e indipendente in un paese dove la condizione della donna era (ed è) tra le peggiori del mondo industrializzato. Anne si prefigge lo scopo di abbattere muri socioculturali ormai vetusti, e di percorrere così il suo cammino verso la realizzazione di un sentimento personale, e di un percorso di vita, che nessuno oltre a lei deve stabilire.
 
A proposito della sigla 

Il testo è di Mitzi Amoroso, la musica e gli arrangiamenti sono di Massimo Spinosa e Silvio Pozzoli; quest’ultimo è presente anche nei cori. La voce solista è di Stefania Mantelli. Mademoiselle Anne è una delle sigle più belle e più amate delle Mele Verdi, realizzata dopo diverse attente revisioni: all’inizio Mitzi scrisse il testo e i musicisti realizzarono il provino che però venne ritenuto troppo sofisticato per delle bambine; quindi Spinosa e Pozzoli ricominciarono daccapo e scrissero una nuova musica, ma il testo non si adattava più a livello metrico; pertanto venne modificato anche quello e così si ottenne la versione definitiva. A quel punto la sigla era pronta per essere incisa; le Mele Verdi registrarono il coro ma saltò fuori un altro problema; mancava la parte solista che doveva essere interpretata da Stefania Mantelli; proprio in quel periodo, i suoi genitori non volevano più che la figlia cantasse. Fortunatamente le insistenze di Mitzi convinsero i genitori della sua allieva a cambiare idea e, dal momento che i tempi stringevano, l'incisione avvenne di sera. Stefania conserva un bellissimo ricordo di quella esperienza, come spiegato ai microfoni di RadioAnimati [video]. Mademoiselle Anne è stata pubblicata per la prima volta sul lato A di un 45 giri edito dalla RCA nel 1984, il cui lato B contiene la sigla Coccinella dei Cavalieri del Re. Il secondo provino cantato da Silvio Pozzoli col testo originale è stato pubblicato sul cd Al tempo delle Mele Verdi, KBL Sigletv.net, 2007.

Rara esibizione televisiva delle Mele Verdi che interpretano la sigla di "Mademoiselle Anne" guidate dalla graziosissima Stefania Mantelli
 


Ricordiamo che il manga fu pubblicato per la prima volta nella rivista di Kodansha, Shoujo Friend nel 1975 e finì nel 1977, anno in cui vinse il primo Kodansha Manga Award per la categoria shōjo. Successivamente l'editore ha anche pubblicato il manga in 8 volumi che contenevano tutti i capitoli usciti su Shoujo Friend. In Italia è arrivato grazie a Star Comics

Oltre alla serie anime di 42 episodi, prodotto dallo studio di animazione Nippon Animation e che andò in onda dal 1978 e nel 1979, abbiamo anche un film, una serie TV e due speciali per la televisione in live-action. Per i quarant'anni della serie sono stati realizzati due lungometraggi che fanno da remake, con un nuovo character design più moderno e il vero finale del manga questa volta mantenuto.


Fonte consultata:
Le mele verdi