Sabato 3 novembre, alle ore 11.00, presso il complesso architettonico della Chiesa dei Servi, si è tenuta la lezione informale di Shintaro Kago, virtuoso maestro dell'erotico-grottesco, famoso per la verve dissacrante dei suoi racconti e per la totale libertà nella costruzione della tavola.

Fra le sue opere più rappresentative ricordiamo: Fraction, Diari di Massacri, Anamorphosis, Gli strani avvenimenti del feudo di Tengai, Tecniche di assassinio attraverso i secoli (Hikari), Day of the Flying Head, Industrial revolution and world war (Hollow Press); La formidabile invasione mongola (Goen).

Un’ottima occasione, per una ristretta cerchia fra fumettisti, studenti di grafica e professionisti del settore, per osservare un mangaka innovativo all'opera e interagire con lui con domande e curiosità sulla sua peculiare tecnica grafica e narrativa, dalla vivisezione del corpo umano all’esplosione della struttura stessa delle pagine. Relatore e interprete: Juan Scassa
 

Shintaro Kago: Grazie a tutti per essere intervenuti a questo seminario. Mi dedicherò in parte al disegno e in parte a rispondere alle vostre domande. Non ho ancora deciso che tipo di disegno realizzerò oggi e vorrei che mi forniste degli spunti, partendo dalle mie opere pubblicate in Italia. (Il maestro mette a disposizione del pubblico un campionario di volumi fra le sue pubblicazioni)

Ultimamente molti artisti sono passati esclusivamente alla tecnica digitale, abbandonando del tutto l’analogico, qual’è il suo metodo di lavoro?

Shintaro Kago: Personalmente uso il digitale solo per colorare, ma non sempre, in genere uso molto la tecnica ad acquerello.

Quali sono gli artisti che lo hanno ispirato nelle sue opere?

Shintaro Kago: Principalmente Katsuhiro Otomo e Masamune Shirow.

Qual’è il suo approccio alla prima bozza della tavola? In che modo sceglie le pose e le inquadrature da usare?

Shintaro Kago: Dipende dai casi, può capitare che per ottenere uno stile più realistico debba prima scattare delle foto a dei modelli da usare come riferimento.

Si serve di assistenti nella lavorazione delle sue tavole?

Shintaro Kago: Ora come ora direi di no, però in passato mi è capitato di servirmi degli assistenti. I fumettisti italiani hanno assistenti? In Giappone chi disegna per riviste famose, come Shonen Jump etc., se non avesse gli assistenti non ce la farebbe a terminare il lavoro entro i pressanti tempi di consegna.

Quando deve approcciarsi a una nuova storia, c’è una fase iniziale di scrittura o parte direttamente dai disegni?

Shintaro Kago: Generalmente realizzo degli storyboard molto schematici (mostra un esempio) che in Giappone chiamiamo name. Sono molto importanti perché in questa fase si può già studiare la posizione dei balloon, che possono sembrare secondari ma sono determinanti nella costruzione della tavola e nello stabilire i tempi e i ritmi di lettura.
 

Quanto hanno inciso Picasso e il Cubismo nel discorso di destrutturazione della tavola?

Shintaro Kago: Non sono stato particolarmente influenzato da Picasso, se dovessi citare qualche artista del passato direi Dalì. Da bambino ricordo di essere stato colpito da un libro illustrato su quel pittore, quindi direi il Surrealismo piuttosto che il Cubismo come fonte di ispirazione.

In questo caso particolare sto usando un pennino a base olio, ma in genere quando lavoro sulle mie tavole professionali uso il classico G-pen.


Per sviluppare il suo stile e acquisire una certa sicurezza nel tratto, ha seguito un corso di studi specifici? Quanto tempo ci ha messo per raggiungere questo livello?

Shintaro Kago: Non ho seguito studi particolari, ho solo disegnato tanto sin da bambino. Voi avete degli autori di ero-guro di riferimento?

Vengono citati Junji Ito, Suehiro Maruo, Usamaru Furuya.

C’è qualche regista cinematografico che ha influenzato il suo lavoro?

Shintaro Kago: Il cinema muto americano mi ha molto influenzato, in particolare Charlie Chaplin e il black humor di Stanlio e Ollio. Ma più di tutti l’umorismo corporale dei Monty Python. Piuttosto che dai film horror sono stato influenzato dalle commedie nere, dalle situazioni grottesche che nascono dal black humor di quei film, ad esempio, quando qualcuno muore e questo risulta divertente piuttosto che spaventoso.

Cosa pensa del fenomeno dei gaijin manga?

Shintaro Kago: Non conosco bene il fenomeno del manga straniero. In generale gli artisti stranieri che fanno manga sono molto bravi. Anche nelle riviste importanti come Shonen Jump, all’inizio non era tanto importante saper disegnare bene, se una storia era interessante veniva pubblicata.

Segue manga mainstream come One Piece o Naruto?

Shintaro Kago: Non li ho letti, io sono della generazione di Kenshiro.

Di recente in Italia abbiamo avuto lo spostamento dei fumetti dalle edicole/fumetterie alle librerie, in un ceto senso il fumetto è stato sdoganato. Dal momento che in Giappone la stragrande maggioranza dei fumetti nasce su rivista, c’è anche lì un mercato dei fumetti da libreria?

Shintaro Kago: In Giappone i fumetti sono venduti o nelle librerie o nei conbini (convenience store) che sono un po il corrispettivo delle nostre edicole.
 

I mangaka devono necessariamente passare dalle riviste o c’è la possibilità di pubblicare diversamente?

Shintaro Kago: In linea generale possono esserci dei fumettisti che non passano dalla rivista per la serializzazione ma non sono molto frequenti.

Conosce Issei Sagawa? (famoso psicopatico giapponese, che a Parigi uccise una ragazza e ne mangiò poi il corpo, n.d.r.). Sapeva che ha disegnato un manga?

Shintaro Kago: Sì, lo conosco, mi sono anche incontrato con lui, ma non ne sono stato influenzato in alcun modo.

Come sono andati questi incontri? Cosa vi siete detti?

Shintaro Kago: Sembra un signore normalissimo. Non è tanto bravo a disegnare, ma non è un fumettista professionista. Il grafico che ha curato il suo libro è un mio amico. 

In Italia ultimamente c’è stata una scoperta di autori poco noti, come i fratelli Tsuge e Yoshihiro Tatsumi, che per noi sono una novità, anche se hanno pubblicato molto in patria. Cosa pensa di questi autori?

Shintaro Kago: Ho avuto modo di conoscere e apprezzare l’opera soprattutto di Tsuge Yoshiharu. In effetti un autore come Tatsumi è più conosciuto all’estero che in Giappone, a differenza di Tsuge Yoshiharu che invece è molto noto ed ancora molto letto.

Signora giapponese (ex mangaka) presente fra il pubblico: Posso aggiungere, avendo vissuto in quell’epoca, che le grandi case editrici come Shueisha e Kodansha, pubblicavano per lo più opere destinate ad un target infantile. Quando sono usciti autori come Tsuge e Tatsumi, etichettati come gekiga, hanno avuto un effetto scioccante con la proposizione di tematiche adulte, realiste, che toccavano argomenti tabù fino ad allora nel fumetto, anche se non erano molto commerciali. La loro diffusione era legata al mercato dei fumetti a noleggio, in un periodo di difficoltà economica per molti, dovuta alla ricostruzione post bellica. Non si guadagnava molto con questo sistema, ma gli autori gekiga ci credevano, avevano tanta voglia di raccontare. Poi è stata fondata una rivista storica come Garo, che è stata un punto di riferimento fondamentale per chiunque amasse il fumetto non commerciale. Purtroppo adesso non c’è più, ma per tanti anni ha dato l’opportunità a moltissimi autori di lavorare e di esprimere la loro poetica.

Juan Scassa: Oggi c’è AX, che ha preso un po il posto di Garo, in cui vi si ospitano autori fra i più diversi, sia nello stile grafico che narrativo.
 

Molti mangaka hanno degli editor che controllano e gestiscono le loro storie. Anche il maestro ha un editor di riferimento per le sue storie così estrose e nonsense?

Shintaro Kago: Naturalmente c’è sempre un editor che si interfaccia fra l’autore e la casa editrice, e controlla tutto ciò che viene pubblicato. Ovviamente anch’io ne ho uno.

Qual’è il suo rapporto con l’editor?

Shintaro Kago: Dipende da persona a persona, ci sono alcuni con cui ho avuto delle ottime relazioni, altri meno. Gli editor che preferisco sono quelli che non mi fanno modificare troppo le mie storie e i disegni.

Durante la sua formazione ha avuto modo di confrontarsi con autori stranieri (come è avvenuto per Taiyo Matsumoto con Moebius)?

Shintaro Kago: Sono stato influenzato da Otomo, che a sua volta è stato influenzato da Moebius. Quindi di riflesso Moebius vale anche per me.

Ho sentito che sta collaborando con la Bonelli, per tramite di Hikari, per un progetto nuovo intitolato Il confine. Come si sta relazionando con gli editori italiani?

Shintaro Kago: In effetti è Hikari che si sta occupando delle relazioni con Bonelli, quindi dovreste chiedere direttamente a loro.

Ha mai avuto problemi con la censura nel suo paese o all’estero? 

Shintaro Kago: Sì, è capitato molto spesso. In Shine, per esempio, i sessi sono normalmente censurati. In realtà li disegno sempre comunque, ma siccome per legge non possono essere rappresentati, la casa editrice opera sistematicamente le censure.

I cinefili giapponesi conoscono molto bene il cinema horror italiano, soprattutto Dario Argento, Lucio Fulci, Mario Bava e Ruggero Deodato, il regista di Cannibal Holocaust. In effetti mi interessa molto il cannibalismo e cerco di rappresentarlo molto nei miei fumetti, in tutte le sue forme. Una persona che mangia un’altra persona è uno dei tabù più ingombranti che si possano trattare.

Il fatto di poter trattare questi tabù, che sia in un fumetto o in un film, lo trovo molto interessante di per sé. Queste cose nella realtà non si possono fare e ciò probabilmente rende più divertente o interessante leggerle nei fumetti o guardarle al cinema. Quando nostra madre ci proibiva qualcosa, la tentazione più irresistibile era proprio quella di sfidare quel divieto. Il ruolo di queste opere consiste proprio nello sfatare questi tabù, almeno nella finzione, e le mie opere vanno in questa direzione.

La prima opera che ho letto del maestro è stata una serie breve in cui una ragazza viene tagliata in due parti uguali da un raggio laser, e queste due parti cominciano una loro esistenza autonoma come due entità separate. Questo tema dello sdoppiamento del corpo in Italia ha un precedente nel racconto Il visconte dimezzato di Italo Calvino. Conosce questo titolo?

Shintaro Kago: Non c’è nessun collegamento con il libro di Calvino, non lo conosco.

All’inizio della sua carriera si è dedicato da subito a questo genere particolare o ha avuto modo di sperimentare qualcos'altro?

Shintaro Kago: Sin dall’inizio ho disegnato ero-guro, dal mio primo fumetto ad oggi non ho mai cambiato genere.

Da lettore ha apprezzato qualche autore occidentale?

Shintaro Kago: Non conosco molto il fumetto occidentale. Piuttosto ho ricevuto molta ispirazione dai film di Fellini. Per esempio 8 e ½ mi ha appassionato e influenzato moltissimo. In particolare il fatto che la realtà e la fantasia si mescolano creativamente, c’è quest’incontro proficuo tra il reale e il magico.
Le mie letture preferite sono: parlando di ero-guro Maruo, parlando di horror Junji Ito.


Al termine del colloquio Il sensei Kago ha visionato le opere degli autori presenti in sala, fra i quali si è distinto un giovane fumettista che ha presentato un fumetto di ispirazione nipponica, rilegato a fisarmonica, alla maniera in cui venivano pubblicati i libri in Giappone nel periodo Edo, prima delle innovazioni in campo editoriale.
 
 
Shintaro Kago, classe ’69, è un fumettista giapponese ascrivibile al sottogenere ero guro, definito anche fashionable paranoia. Artista affermato a livello internazionale, le sue opere sono pubblicate ed esposte in tutto il mondo nelle più prestigiose gallerie underground. Tra le sue più importanti collaborazioni, ha curato copertina e illustrazioni interne dell'LP del celebre gruppo musicale Flying Lotus. A Lucca Comics & Games 2014 ha vinto il prestigoso premio Gran Guinigi come miglior fumetto breve. Dal 2015 ha iniziato a pubblicare i suoi nuovi lavori in esclusiva per Hollow Press e in occasione di Lucca Comics & Games 2018 torna ancora come ospite per presentare il quarto ed ultimo volume della sua nuova serie Day of the Flying Head.

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