Benvenuti a tutti quanti con il secondo appuntamento con lo Yaruki 2019 - Italian Japstyle Comics Award, il contest di AnimeClick per le opere italiane con forti influenze manga. Nel corso dei prossimi due mesi vi presenteremo 15 opere PRO, mentre dopo l'estate sarà il turno delle opere indie. Ricordate di contattare [email protected] per ogni informazione sul contest e per candidare le vostre opere indie!

Oggi degli autori e un'opera che ben conosciamo e apprezzati dovunque: La Calaca de Azùcar di Lelecat & Kokoro.

Yaruki 2019
 
Cristina Kokoro nasce a Torino ed è il disegnatore e colorista dell'opera. Già dall'infanzia inizia a disegnare, ma è alle medie che diventa cruciale la matita nella sua mano. Si sa, le medie non sono un periodo luminoso per tutti. Con le tematiche cupe e negative che ricreava non riceveva il riscontro sperato spesso e volentieri: le sue aspirazioni artistiche perseguono portandolo a intraprendere un vero e proprio percorso fumettistico, partecipando a vari concorsi. Negli anni successivi, pubblica una storia a capitoli su Mondo Japan "Il teppista+Giulietta" e disegna il suo primo fumetto a tematica yaoi, "Cherry" per la Teke Editori. Si fa conoscere grazie anche alle doujinshi di APHetalia.
Conosce su internet altri fumettisti coi quali partecipa a vari collettivi e artbook: inizia con "Taboo!" (prima "Fattore Manga"); collabora con il "LevelUp! Project" di Tenaga; fino ad arrivare a collettivi più recenti come il Granadilla Lab, con "Cyrcus"; e con il Collettivo Lamia. Nel 2017 vince allo Yaruki di Animeclick Miglior Sceneggiatura e Miglior Opera Indie con "Past", una raccolta di storie autoconclusive. Nel 2018 fa uscire il primo volume di una sua nuova trilogia, "Gorgonia", ispirato al mito di Perseo e Medusa.

Si appassiona di webcomics ed è in questi anni che conosce Eleonora, con la quale ha tentato più volte di crearne uno assieme. Intraprendono una strada tortuosa ma ricca di aspettative, perseverando nonostante gli insuccessi dei primi due webcomics nati dalla collaborazione ("SH-Lock" e "Bloodycious").


Eleonora Gatta, in arte "Lelecat", è nata a Torino ed è la sceneggiatrice dell'opera. Frequenta il liceo artistico, con l'ingenuo sogno di poter diventare un'artista, uscendone solo col rimpianto. Ma il liceo è stata la scintilla per molte cose che, altrimenti, non sarebbero avvenute: in questi anni conosce Cristian; la sua passione del disegno si arresta in qualcosa di poco più di un hobby saltuario; ed è a crescere quella della scrittura, seppur, ironicamente: lettere era la materia nella quale andava peggio.

La prima storia la finisce di scrivere alle medie, giungendo a farne una ad episodi negli anni del liceo. E pur avendo finito un vero e proprio romanzo, dark fantasy, proprio quest'anno, non si decide a tentare qualcosa di più, preferendo concentrarsi sull'opera in comune con Cristian, ovvero "La Calaca de Azùcar".

Con la terza partecipazione su tre edizioni (considerando l'IICA) e una vittoria come Miglior Opera Indie nello Yaruki 2017, oggi abbiamo il piacere immenso di ritrovare con noi autori sinonimo di garanzia, insieme ad un'opera che avevamo già imparato ad apprezzare durante l'IICA e che adesso ha visto la luce dopo un processo lungo e travagliato. Con Past avevamo potuto vedere Koko al centro del progetto, con La Calaca invece è facile ammirare un progetto ancora più maturo che è un piacere presentarvi finalmente.
 
La storia è ambientata in New Mexico, USA, e ha inizio l'1 novembre del 2011, circa un anno prima della fine del mondo del calendario Azteco. Mordecai, il protagonista di quest'avventura, deve dare un esame all'università che si trova a Dallas, ma durante il tragitto in jeep un temporale lo porta ad una deviazione di percorso, finendo così dentro la città di Esqueleto, dalla quale non riuscirà più a ritrovare l'uscita per continuare il suo viaggio. La volontà di ottenere la libertà lo porterà a fare qualsiasi cosa, anche mettersi contro ad una divinità azteca, Emanuel, un ragazzo particolarmente eccentrico che giusto prima dell'arrivo di Mordecai è stato privato di un medaglione dai poteri misteriosi al quale pare essere attaccato in maniera morbosa. La divinità pare controllare tutti gli abitanti con una potente maledizione che li costringe a perdere metà della loro anima per venir sostituita con una metà animale, di cui sarà vittima anche Mordecai stesso. Il ragazzo si ritroverà così a muoversi fra i fili di un gioco ordito da più di una divinità rinchiusa in quella cittadina dalle tinte messicane, e grazie a nuovi inaspettati incontri prenderà coscienza dei suoi abitanti, della magia che vive in loro, del loro passato e della maledizione della quale sono schiavi...

Una delle più belle soddisfazioni che si possono avere portando avanti certi progetti è poter seguire attivamente la crescita di certi artisti. Come detto più volte, La Calaca de Azùcar non è una sorpresa, ma all'epoca era niente di più di un progetto embrionale che tutti i giudici apprezzarono enormemente, ma che non poterono giudicare con la giusta cognizione di causa, dato che la conclusione del primo volume era ancora troppo lontana. Oggi abbiamo tra le mani un fumetto che finalmente ha raggiunto la sua maturità artistica e che ha rispettato tutte le aspettative che gli erano state riposte. Un'opera che prima di tutto nasce da continui studi da parte di Koko (come avrete modo di scoprire meglio nell'intervista), ma che grazie alla scrittura di Lele ci dona quel qualcosa in più che magari mancava ancora in Past, un duo che senza dubbio riesce a completarsi ed è un'informazione doverosa se siete tra coloro che nella prima edizione avevano apprezzato l'opera vincitrice.

Come potrete facilmente notare, la colorazione è sicuramente l'elemento che più facilmente può risaltare, che chiama direttamente uno stile artistico strettamente connesso all'opera diventando l'anima vera e propria della stessa. Koko ha dovuto mettersi in gioco e superare i suoi limiti per riuscire ad arrivare a questi livelli, mostrandoci anche cosa voglia dire dare qualcosa di sé e di personale nella creazione di un'opera, senza curarsi particolarmente di etichette e categorie. Nello Yaruki non cerchiamo solo opere che possano non avere alcuna differenza con un manga, ma anche fumetti che possano mostrare la propria natura anche se lo stile sia una sorta di ibridismo tra oriente e occidente, proprio come La Calaca che ci fa comprendere col proprio stile dove possa arrivare l'influenza dettata dai manga.

La storia non solo è un'interessantissima rivisitazione chiave pop-moderna della cultura azteca (rendendolo un fumetto assolutamente imperdibile per gli amanti del genere) ma non manca nemmeno di spunti: azione, commedia ma anche tematiche vicine al mondo LGBT, elemento che l'ha aiutata ad entrare nella neonata Mizar, la collana di Cosmo per i fumetti vicini a questo genere. Del resto le ragazze non avranno di che lamentarsi dato che è un'opera che perlopiù ha personaggi maschili e dove pare vivere una certa libertà emotiva a livello di preferenza sessuale; ma la storia non si basa su relazioni d'amore o su occhiatine lascive, il nostro protagonista è un ragazzo che conosceremo anche solo a malapena in questo volume, ma che nasconde qualcosa che probabilmente neanche lui conosce, rendendo decisamente interessante in che modo continuerà la sua sfida con la Divinità e come potrà crescere, magari comprendendo davvero la sua natura. Poco da dire, c'è ancora tantissimo da vedere e che può accadere in un fumetto che in tanti aspettavano da una vita.
 
yaruki 2019


Intervista agli autori:

Ormai è una bellissima consuetudine trovarvi tra di noi, per la terza edizione di fila: siete pronte?

Prontissime! Vai!


Com'è nata la vostra opera?

Ormai non ci perdiamo d'animo quando si tratta di Calaca, ritentiamo perché la prima volta avremmo potuto fare di più. La Calaca nasce quasi casualmente. Una serie di fattori si sono uniti in un momento specifico, aiutandoci nella creazione di qualcosa che ha preso questa forma.

Era una giornata estiva, a casa di Lele, e dopo aver comprato dei quaderni con delle Calavera sopra -sempre per caso-, Koko esordisce con "QUESTA È LA STORIA GIUSTA!". Ovviamente la storia iniziale non ha nulla a che vedere con ciò che avete potuto leggere. Partendo dal fatto che avrebbe dovuto chiamarsi "Cursed", semplicemente. E la base di tutto ciò, era una città nella quale avevamo inserito tutti quei personaggi creati nelle piattaforme web dei GDR che avevano avuto un finale inadeguato. Abbiamo deciso di salvarli, concedendogli un'altra possibilità, entrando a far parte di qualcosa di ancora più grande. 

Abbiamo iniziato con il pensiero di un semplice webcomic, pubblicando le tavole online una volta a settimana. Era il nostro terzo tentativo di webcomic ma, sorprendentemente, Calaca ha ricevuto un riscontro meraviglioso! Fin dal principio c'era interesse ed entusiasmo, dando senso alle parole urlate da Koko quella magica estate ad Avigliana. 



Quanto sentite vicina la vostra opera al mondo dei manga? Il concetto di Japstyle richiama un'ispirazione, un richiamo al mondo del fumetto giapponese, voi dove vi collocate?

Credo che possiamo collocarci nel mezzo, dove comunque c'è una impaginazione che rimanda ai manga giapponesi ma non troppo, allo stile che può rimandare ma non è completamente tale. Alla fine lo stile di Koko è una miscela di tante cose e ha uno stile proprio, ma non è né troppo cartoon nè troppo manga, anche perché il disegnatore non vuole togliersi determinate libertà o scelta di stile o inquadrature solo seguendo un concetto che, alla fine, può essere una base.  


Quali sono le vostre maggiori ispirazioni artistiche?

Per Koko: È una continua ricerca di riferimenti, fra autori su internet e quelli italiani, ma ultimamente sono particolarmente innamorato di alcuni autori che seguo su Instagram e non che ricreano il più delle volte ragazzi effeminati *ahah*, usano la size difference senza rimorsi e utilizzano un tratto minimal.

Per Lele: Se si parla di disegno, a parte Masashi Kishimoto, seguo per lo più artisti stranieri su Instagram. Quasi tutti russi... Fra gli autori di riferimento, per quanto riguarda la scrittura, ci sono senz'altro: Rick Riordan, Oscar Wilde, Edgar Allan Poe. Autori che definiscono particolarmente le sfumature dei miei scritti, gettando qualche indizio anche in Calaca.



Ricordate a tutti quanti quanto lavoro ci sia dietro la creazione de La Calaca, partendo dagli studi fatti.

Koko ha una passione sfrenata per gli approfondimenti storici e di questo possiamo averne un assaggio pure in "Gorgonia". Estrapola la qualsiasi, scavando fino nel profondo. 
Preparare una storia come Calaca, con la mitologia Azteca non è stato facile.
Si tratta di una cultura un po' nebulosa, associata spesso e volentieri ai Maya e gli Incas a scuola seppur siano di epoche completamente diverse. Gli Aztechi sono molto più moderni e hanno una mitologia essenzialmente diversa, difficile da associare a quella Maya, partendo dalla complessità dei nomi (che ora pronunciamo come se dicessimo i nostri, ma son anni che studiamo). 
In Italiano c'è poco e niente a riguardo, a parte grossi libroni sulla cultura del popolo e sulla loro storia in sé, ma mancando grandemente tutta la parte che avrebbe interessato a noi... Infatti, benedetti siano tutti quei siti web inglesi, spagnoli, portoghesi... E sì, pure nello stesso nahuatl (la lingua azteca). Abbiamo trascorso nottate intere, alcune insonni, a prendere appunti e crearci le nostre personali mappe divine o concependo una storia che, sì, sarà molto ampia. 

Ancora adesso scopriamo cose nuove, perché chiaramente i siti si aggiornano e qualcuno approfondisce i propri studi, quindi fondiamo le nuove informazioni con le vecchie. E nonostante ciò, ci teniamo a specificare che ci saranno parecchie libertà di interpretazione sui vari miti o sarebbe stato uno studio della mitologia Azteca, non un fumetto.



L'anima di quest'opera è senza dubbio la colorazione, che strumenti sono stati usati?

Koko: Tutta la mia pazienza innanzitutto *ahah*. Inizialmente, uno dei miei grandi problemi era la colorazione, l'abbinamento dei colori e il modo di usarli. Quando abbiamo iniziato Calaca mi sono messo molto in gioco in tal senso, volevo incrementare le mie skills non partendo proprio dal basso ma, forse per la prima volta, ho puntato in alto. Per le tavole faccio tutto a mano, a partire dagli sketch e dalla rifinitura a matita, poi scannerizzo e passo alla colorazione a Photoshop. Per quanto siano solo colori piatti, talvolta abbinarli non è affatto facile, ma spero che la resa valga tutta la fatica.


Quanti volumi durerà La Calaca?

La Calaca de Azùcar dovrebbe durare almeno 7 volumi, o 5, a seconda di quanto spessi verranno. È un lavoro molto lungo, fra i disegni e la colorazione dei quali si occupa principalmente e unicamente Koko. E vorremmo evitare di essere troppo "sintetici", rischiando di far perdere il senso e il gusto delle cose.


La Calaca fa parte di Mizar, potete spiegare meglio di cosa si tratta?

Mizar è una collana di Editoriale Cosmo che tratterà fumetti con tematiche LGBT.
È chiaro che per tutti La Calaca ha una forta carica omoerotica (come ci è stato detto), nonostante avessimo ribadito che sì, poteva essere, ma la tematica principale non sarebbe stata questa. Infatti, non è la storia sentimentale quella a capo di tutto il fumetto, bensì l'avventura, il magico, la mitologia. Però sì, ci sono coppie di tutti i gusti e Mordecai ha più pretendenti che macchie sul viso.



Avete lottato tantissimo per La Calaca. Come giudicate il vostro percorso fin qui? Probabilmente rispecchiate perfettamente il concetto di Yaruki, la volontà che deve aiutare gli autori a farsi strada.

Giusto per citare le biografie: "tortuoso". 
La Calaca è il progetto che amiamo, che continuiamo a coltivare senza farlo mai sfiorire. Ma è stato difficile, lo sarà sempre, supponiamo. Dai vari ritardi di pubblicazione perché la vita decide di andare storta, dai piccoli scivoloni che portano a un velato malcontento ad un'apparente arresto come se Calaca si avvicinasse già ai precedenti due Webcomic.
Per fortuna, però, abbiamo avuto vicino persone che ci hanno sorpreso. A volte la vita va storta ed altre volte ti sorprende, tirandoti schiaffi in faccia, positivamente parlando, mostrandoti qualcosa che ti fa ricredere su tutto: non aspettarsi nulla da determinate situazioni e poi rimanerne sconcertati. 
In questa giostra di alti e bassi, La Calaca de Azùcar riprende piede con una nuova versione del primo volume che uscirà per la Mizar e si continuerà da qui, con un secondo volume fiammante in uscita per quest'anno. 
Cosa buffa, poi, Mizar è la stella binaria che Koko ha studiato, perché collegata pure al suo nuovo fumetto "Gorgonia". Sembrava un segno del destino.



Adesso, mi raccomando, concludete salutando i vostri tanti fan!

Vi vogliamo bene, Calaveritas! <3 Grazie per continuare a sostenerci e interessarvi, a seguirci nelle fiere anche solo per un saluto! A prestissimo con il secondo volume!

 


Link Utili:
La Calaca de Azùcar
Cristina Kokoro
Lelecat's Drawer