Sebbene la popolarità degli anime a livello mondiale sia arrivata a picchi mai raggiunti prima, l'industria dell'animazione giapponese è in crisi: i salari sono bassi, le ore di lavoro sono troppe e c'è penuria di artisti.
Yoshiaki Nishimura, produttore de La storia della principessa splendente, elenca fra i problemi dell'industria "la mancanza di animatori, le pessime condizioni di lavoro e forse anche la mancanza di creatività" da parte delle nuove generazioni di artisti.
Secondo Nishimura, il fatto che l'industria sia in un pessimo stato è dovuto "all'accumularsi di problemi nel corso degli ultimi 5-10 anni", affermando tuttavia che il suo studio d'animazione (Studio Ponoc) sta cercando di cambiare le cose.

I suoi colleghi si lamentano allo stesso modo delle paghe da miseria, della scarsità di nuovi talenti emergenti e dell'esaurimento nervoso dovuto al troppo lavoro a cui gli animatori sono sottoposti, con turni di lavoro giornalieri che vanno dalle 12 alle 18 ore.
Il regista e sceneggiatore Keiichi Hara, autore di Birthday Wonderland e Miss Hokusai, teme per il futuro dell'animazione giapponese. "Forse il più grande problema è che non ci sono più giovani animatori", spiega.
Anche Ayumu Watanabe, regista di Children of the Sea teme la “standardizzazione” e la mancanza di originalità nell'industria dell'animazione giapponese; il fatto che "sempre meno animatori siano in grado di disegnare bene a mano" è un altro punto a sfavore.
Watanabe spiega inoltre che l'industria si è divisa in due estremi: "le grandi produzioni che possono contare su un incredibile numero di animatori e, dall'altro lato, progetti di maggior valore artistico con un budget molto inferiori".

Anche i più grandi esponenti dell'industria, come Mamoru Hosoda, autore di Wolf Children, The Boy and the Beast e La ragazza che saltava nel tempo, sono costretti a lunghe ed estenuanti giornate di lavoro all'interno di gruppi relativamente ridotti.
L'anno scorso Hosoda ha infatti dichiarato che il suo ultimo lungometraggio Mirai è stato ispirato a sua moglie, diceva di sentirsi una "vedova", accusandolo anche di averla lasciata da sola a crescere il loro figlio.

Secondo Amel Lacombe, proprietaria della compagnia francese Eurozoom, i problemi dell'industria dell'animazione sono dovuti alla sua rapida crescita. "Adesso ci troviamo in un periodo di assestamento", afferma la Lacombe.
La Lacombe è inoltre convinta che le autorità giapponesi si stiano rendendo conto dell'importanza dell'animazione e del suo appeal globale, una risorsa da sfruttare a livello di esportazione.
Fonte consultata:
Japan Times
Yoshiaki Nishimura, produttore de La storia della principessa splendente, elenca fra i problemi dell'industria "la mancanza di animatori, le pessime condizioni di lavoro e forse anche la mancanza di creatività" da parte delle nuove generazioni di artisti.
Secondo Nishimura, il fatto che l'industria sia in un pessimo stato è dovuto "all'accumularsi di problemi nel corso degli ultimi 5-10 anni", affermando tuttavia che il suo studio d'animazione (Studio Ponoc) sta cercando di cambiare le cose.

I suoi colleghi si lamentano allo stesso modo delle paghe da miseria, della scarsità di nuovi talenti emergenti e dell'esaurimento nervoso dovuto al troppo lavoro a cui gli animatori sono sottoposti, con turni di lavoro giornalieri che vanno dalle 12 alle 18 ore.
Il regista e sceneggiatore Keiichi Hara, autore di Birthday Wonderland e Miss Hokusai, teme per il futuro dell'animazione giapponese. "Forse il più grande problema è che non ci sono più giovani animatori", spiega.
Anche Ayumu Watanabe, regista di Children of the Sea teme la “standardizzazione” e la mancanza di originalità nell'industria dell'animazione giapponese; il fatto che "sempre meno animatori siano in grado di disegnare bene a mano" è un altro punto a sfavore.
Watanabe spiega inoltre che l'industria si è divisa in due estremi: "le grandi produzioni che possono contare su un incredibile numero di animatori e, dall'altro lato, progetti di maggior valore artistico con un budget molto inferiori".

Anche i più grandi esponenti dell'industria, come Mamoru Hosoda, autore di Wolf Children, The Boy and the Beast e La ragazza che saltava nel tempo, sono costretti a lunghe ed estenuanti giornate di lavoro all'interno di gruppi relativamente ridotti.
L'anno scorso Hosoda ha infatti dichiarato che il suo ultimo lungometraggio Mirai è stato ispirato a sua moglie, diceva di sentirsi una "vedova", accusandolo anche di averla lasciata da sola a crescere il loro figlio.

Secondo Amel Lacombe, proprietaria della compagnia francese Eurozoom, i problemi dell'industria dell'animazione sono dovuti alla sua rapida crescita. "Adesso ci troviamo in un periodo di assestamento", afferma la Lacombe.
La Lacombe è inoltre convinta che le autorità giapponesi si stiano rendendo conto dell'importanza dell'animazione e del suo appeal globale, una risorsa da sfruttare a livello di esportazione.
Fonte consultata:
Japan Times
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Per gli altri due, devono capire se il sistema paese sta preparando le figure professionali di cui hanno bisogno oppure no.
A meno che non ci abbiano detto tutto, per esempio nessuno ha parlato di guadagni.
Non ci sono animatori? Perché non ci sono? i giovani non la trovano un opportunità attraente? Vi sono pochi interessati? Cosa ne pensa chi è nell'età lavorativa di questo lavoro? Che credenziali sono richieste (soglia di sbarramento data da conoscenze pregresse alta o bassa)? Che possibilità di carriera vi sono?
Ecco che solo queste questioni che già in altri ottimi articoli di animeclick erano già venute fuori (non rammento chi li ha scritte né i nomi ma lode a voi, come chi riporta queste notizie <3 ) fanno venire fuori un quadro ben poco positivo, mi pare di capire che solo gli estremi appassionati di disegno e dell'animazione vogliano proseguire questa carriera fatta di turni massacranti, bassa rendita, precarietà, scarse possibilità di carriera (basata solo sull'anzianità)... tutti problemi comuni in altri lavori in Giappone ma che qua mi sembrano essere portate all'estremo.
E questo era solo in merito al problema di mancanza di manodopera... per non parlare l'assenza di innovatività, nuove tecnologie, corsi di addestramento e aggiornamento, etc...
La mancanza di originalità esiste dall'alba dei tempi, se i nostri gusti sono fossilizzati tutto il nuovo parrà brutto.
Però ormai mi sono stufato, ogni 4 mesi si ricordano che la situazione è al limite ma continuano a vivere come se niente fosse
Mi sembra esagerato dire che la animazione nipponica manchi di originalità quando scavando qualche opera di buona qualità la puoi trovare,
quanto ai bassi salari e alle troppe ore di lavoro si può arrivare ad un accordo di tipo sindacale
Magari se iniziassero a proporre stipendi decenti e orari umani qualche animatore in più lo troverebbero, senza contare che se sia ha la sicurezza del posto di lavoro si tende a essere più sereni e a lavorare meglio..
I sindacati in Giappone hanno pochissima voce in capitolo. Sono malvisti come in America.
Non chiuderanno mai e nemmeno andranno ad assumere personale straniero, piuttosto delocalizzano tutto in Cina e Corea.
1) Mancanza di animatori: il perché ne manchino sia di nuovi che di attuali direi che una risposta in parte l'abbiano: le condizioni di lavoro. Se non erro molte di queste persone fanno avanti e indietro continuo da uno studio d'animazione all'altro e magari da un'altra parte devono fare il tirplo del lavoro perché manca appunto il personale.
Quest'ultimi penso siano anche i primi a lamentarsi della cosa, nonostante ciò, i tempi di oggi per una produzione (di massa, quasi da fretta e furia specialmente per le case piccole con poco budget) sono micidiali. Se non viene dato un equilibrio di lavoro/vita a queste persone qualcuno molla.
2) Sulle condizioni di lavoro c'è poco da dire... se non che effettivamente un'altro problema che vorrei far notare è anche la fama del prodotto. Oggi gli anime globalmente hanno un successo più grande che in passato si, ma penso che questo fattore sia si un pregio ma anche un difetto perché porta pressione ulteriore.
3) Sulla creatività che bisogna dire? Di original work a quanto ne so non ne sbucano moltissimi oramai e vengono adattati manga/light novel appena sfornati ove dopo una sola stagione le probabilità di farne un'altra nell'80% dei casi è un terno al lotto. Poi sul fatto se l'opera sia di buona qualità o meno, beh.... si, difficile trovarne una di veramente buona fattura ma non impossibile.
Il problema secondo me non è tanto il cosa creare, di opere nuove ne scono ogni giorno ma se bisogna subito correre a produrne un anime di 12 episodi quando dell'opera originale sono usciti tipo 5 volumi, per me è un po un "suicidio" cosa che ironicamente per i lavoratori lo è visto che devono correre.
Io non so, ma da quando è successo il terribile incidente alla Kyoto continuo a pensare che bisognerebbe effettivamente agire davvero sul come riorganizzarsi...
Da esseri umani (anche se passano più per macchine che altro) hanno diritto di stare con la propria famiglia coi tempi giusti e tutto.
L'episodio di Kyoto è un incubo, ma al tempo stesso lo è anche per questi lavoratori che per il troppo lavoro per l'appunto muoiono letteralmente di fatica. Andando avanti cosi secondo me i numeri di gravissimi casi aumenteranno...
Non l'ho toccata piano me ne rendo conto, ma con tutto quello che è successo non riesco a non pensare che se sanno quali sono i problemi, devono applicarsi al più presto.
il problema e' che i vecchi anime erano fatti da autori che guardavano fuori dalla loro finestra, Cyborg 009 era figlio della fantascienza occidentale e della guerra fredda, come Tezuka, che attraverso i suoi anime anche per piu' piccoli dava spesso un' occhio critico alla societa'.
Ma oggi sembra che le serie si copino una con l'altra, l'animazione giapponese e' diventata incredibilmente autoreferenziale, non credo che sia una mancanza reale di idee, ma semplicemente non si ha piu' la voglia di rischiare ma ti andare sul cavallo sicuro.
Per quanto riguarda prettamente l'articolo ormai abbiamo capito che i giapponesi non guardano troppo al futuro, non è molto nella loro mentalità...secondo me ci sono anche troppi studi d'animazione in cui questi animatori sono "smaltiti", se si riuscisse a lavorare con uno staff interno e far meno uso di freelancer, se non in alcuni rari casi, già sarebbe un traguardo. Ma ogni studio produce più serie ed è a sua volta diviso in più sezioni. Tempo fa avevo detto che la diminuzione di serie non avrebbe giovato troppo alla qualità generale e le condizioni di lavoro sarebbero rimaste le stesse (se lavorano così tanto il problema è il salario non la quantità), ma almeno gli studi più importanti potrebbero adottare sistemi più simili a quelli KyoAni, mi piacerebbe sapere per esempio un animatore di Bones quanto viene pagato (Masahiko nell'ultima intervista ha detto che hanno un salario più alto). Altra realtà che deve cambiare è la scuola d'animazione...e insegnatela sta animazione digitale così magari gli studi decidono anche di investirci un minimo, e c'è un risparmio di tempo enorme in proporzione!
Pensieri miei ovviamente
Non vale citare Tezuka o simili, gettare le basi è diverso dall'essere originali
Si ma il totale era comunque maggiore grazie allo streaming mi sembra, e comunque il problema li era la pirateria...ecco perché dico di non capire quel che si vuole, stiamo parlando delle condizioni di lavoro, originalità, salario, formazione dei giovani...chi ha parlato dei guadagni?
È le perdite continua, su animenn hanno mostrato che anche nel primo semestre del 2019 siamo tipo al -2,1, cioè praticamente meno 16% in 3 anni e mezzo.
Che ci sia qualcosa che non va è evidente.
Si ma nulla c'entra. Anche perché la roba meno originale in pratica è quella che vende di più. Non venitemi a dire che la crisi è colpa degli isekai o dei battle shounen...
Ma infatti è semplicemente un settore in crisi.
Bisognerebbe che i Giapponesi facessero un indagine accurata e in base ad essa lavorare per risolverla.
Sé continua così a fine 2019 arriveremo a quasi 20% in meno del mercato dvd e bluray
Come ho già detto:
1) Non si sta parlando di questo, brutto da dire ma le condizioni di lavoro sono forse inversamente proporzionali al guadagno;
2) Il mercato HV è in crisi dal 2005 circa a causa di internet e della pirateria.
No, sono risolvibili tutti migliorando le condizioni di lavoro. Perché uno dovrebbe fare l'animatore per una paga da fame? Tanto vale fare l'impiegato che almeno pure se sfruttato ha un salario ragionevole. La creatività non può esimersi dal tempo, basti pensare ai manga dove allungano le situauzioni all'inverosimile perche giustamente il mangaka non può pensare a tutta la sceneggiatura in un giorno perché poi deve disegnare per i restanti 6. E allora vai di allungamento per darsi più tempo.
Ma le produzioni cinesi ( e coreane ) sono da sempre una schifezza : se vengono decenti a lavoro finito e perché i disegni vengono corretti da studi nipponici .
Sai perchè il Giappone, un Paese piccolo e senza risorse, fa cartoni mille volti meglio di quelli americani che costano milioni di dollari ?
Perché appunto gli animatori vengono pagati una miseria e grazie al talento e passione di questi ultimi, si sono fatti per anni capolavori a prezzi contenuti.
SE ora, giustamente , aumentassero i salari e pagassero gli straordinari agli animatori , gli anime costerebbero uno sproposito e non riuscirebbero più a rientrare nei costi.
E chiuderebbero definitivamente.
A voi la scelta .
La soluzione è allora rivoluzionare il settore,per esempio cercare nuovi talenti,investire su tecnologie moderne ed economiche,rendere più appetibile il lavoro di animatore
Inoltre, il Giappone risulta molto retrogrado per quanto concerne l'internalizzazione.
È anche vero che un mercato non può sempre crescere, crescere, crescere... come un bambù.
Dare inoltre la colpa dei mancati incassi alla pirateria (locale) è ridicolo visto che i problemi più grandi sono ben altri.
Infatti come dicono anche certi addetti ai lavori, gli anime ormai sono sempre più fatti da otaku per otaku. Certo, ci sono le eccezioni e titoli degni di nota, ma per la maggior parte noto un crescente appiattimento contenutistico.
Beh, se si parla dell'Home Video il problema E' quello, mica le condizioni di lavoro su.
Per cui nessuno compra i dvd
Se invece si sono resi conto che l'animazione può essere "una risorsa da sfruttare" (ma ci credo poco) allora agiscano di conseguenza.
Il fatto è che oggi nessuno ha più voglia di sbattersi a lavorare duro per pochi euro: questo perché oggi ci sono mercati più remunerativi ( tipo i VG ) dove uno bravo a disegnare può fare bei soldoni .
Tutti gli animatori, una volta diventati famosi, o creano studi di animazione e diventano imprenditori ( SHinkai, Miyazaki, Araki ) o vanno a fare altro, dove si guadagna di più ( tipo Mikimoto )
ma lo volete capire che non possono aumentare i salari, altrimenti poi non rientrano più nelle spese ?
Ma sapete qualcosa del mercato di animazione ?
30 anni fa la media era di 52 ep a serie, poi sceso a 26, a 12/13... e ora escono anche serie di 10 episodi con durata anche mezza (14/15 min a episodio).
In pratica più serie escono, più ridotti nel numero di episodi, e inferiori in durata.
Di questo passo fra 10 anni escono serie da 8 episodi e durano meno di 10 minuti.
Le miniserie esistono da sempre. Io son d'accordo sul fatto che bisogni puntare almeno sui 2 cour, ma 52 episodi sono veramente troppi, meglio spezzare come in MHA o simili almeno che tu non ti chiami Ashita no Joe o Fullmetal Alchemist.
Tra l'altro vorrei fare un'osservazione: un Key Frame viene pagato sui 30€, se ne fai uno al giorno guadagni 900€ al mese...mi son perso qualcosa? Domanda seria eh, mi è appena sorto questo dubbio...
Non diciamo baggianate senza saper bene le cose per favore. In Cina gli animatori sono tanti e vengono pagati più che bene. Non è che ogni lavoratore cinese non hanno diritto e vengono pagati una miseria. Semplicemente in Cina c'è molto differenza tra una classe e un'altra, tutto ormai dipende molto dall'istruzione. Se è la classe operaio/contadino sono d'accordo sul fatto che c'è poco diritto sul lavoro e una bustapaga da miseria , ma se invece parliamo di animatori , per quanto il loro livello non sia ancora avvicinabile a quello dei giapponesi , ti posso assicurare che è tutta gente con un ottima istruzione, avuto fino dalla tenera età e che sono arrivati dove sono perché è gente con del talento. (Se non avessero avuto un ottima istruzione non farebbero gli animatori). E questo te lo dico da cinese che in Cina ci è andato e ci è vissuto.
A questo si aggiunge un mutato contesto di consumo del prodotto finale, causato dall’aumento di opere e dalla diminuzione del pubblico domestico (meno spettatori giovani a causa del calo demografico, invecchiamento di quelli già fidelizzati, salari stagnanti) dall’aumento di quello estero, che però va a toccare un altro punto, quello dei diritti che immagino impattino in modo diverso sui profitti.
E’ chiaro che serve un cambiamento, pena l’effettiva crisi del settore e la delocalizzazione, cosa quest’ultima che sta già avvenendo. Le soluzioni quindi sono o una rinegoziazione del tipo di contratti a livello di filiera (cosa possibile, visto che come ha dimostrato Sraffa nel 1960 la teoria del valore lavoro è falsa, quindi se il salario è un minus-profitto, anche il profitto è un minus-salario), oppure adottare formule alternative, come fa la Kyoto Animation che assicura uno stipendio fisso ai suoi dipendenti. Se questo non verrà dai sindacati, cosa molto probabile visto il loro scarso potere contrattuale e considerazione, probabilmente si arriverà a un punto di rottura tale per cui bisognerà per forza fare qualcosa.
Figuriamoci. Lo sanno tutti che giapponesi e americani subappaltano dove costa meno. Quando la manodopera cinese diventerà costosa loro andranno nelle Filippine, e dopo in Cambogia, e se anche lì i costi aumentassero non ci penserebbero due volte ad aprire filiali in Brunei o Myanmar. Di recente OLM ha aperto uno studio in Malesia. Studio Bihou in Thailandia e Vietnam. E non certo per filantropia.
E a proposito di originalità vorrei mettere giù due righe: negli ultimi 15 anni siamo rimasti ancorati ad una serie di storie, generi e stereotipi dalle quali non pare vi sia una via di fuga.
Nel 2019 stiamo ancora con queste storielle del cavolo scolastico/sentimentali/harem/ecchi strapiene di triangoli amorosi in cui il protagonista maschile è un totale idiota e le protagoniste femminili racchiudono SEMPRE i soliti stramaledettissimi stereotipi caratteriali.
Nel 2019 stiamo ancora con questi "fetish" dell'appoggiarsi sulle cosce di una ragazza mentre questa ci pulisce le orecchie, il bacio indiretto tramite bottiglia, "ahhhh che buon profumo ha TIZIA" (manco fossero cani), entrate nel bagno con tizie che si stanno spogliando o sono già nude, orecchie da gatto, scivolate con liquidi di dubbia provenienza che finiscono indosso alle donzelle... ammetto che per le prime due volte, tutte queste... robe ci potevano stare, ma sono ANNI che sono sempre le solite trashate/porcate.
Nel 2019 stiamo ancora con un setting ad episodi FISSO: episodio a scuola, episodio alle terme, episodio in spiaggia, episodio in cui uno dei protagonisti si ammala (solitamente la ragazza), episodio natalizio, episodio di San Valentino... personalmente ne ho le scatole piene.
Tutte queste caratteristiche, oramai divenute la base secondo gli studi di produzione, hanno stancato, sono vecchie e fin troppo abusate. Secondo questi signori basta sganciare il classico scolastico/sentimentale per tirare avanti ma non è cosi, non più.
Ogni nuova stagione escono, per fare un'esempio, 20 nuove serie. Di queste 20 giusto la metà possono risultare interessanti (nel senso che gli si dà un'occasione), si finisce col guardarne poi solo 5 ma si e no 2-3 si salvano alla fine per qualità complessiva superiore agli altri. Questa è una media che mi faccio da anni e finora ha sempre funzionato.
Insomma secondo me non è semplicemente una questione di animatori mal pagati ma è un'insieme di tante problematiche per le quali non si sta cercando una soluzione perché tanto "finché la barca va...".
Inoltre credo bisognerebbe anche ascoltare più campane, non dico che la situazione non sia grave in generale, ma mi piacerebbe capire la differenza tra un animatore in Diomedéa o in Trigger, che poi sappiamo tutti come va in Madhouse, perlomeno oggi. Hosoda è un regista famosissimo e sicuramente non ha lo stipendio e le responsabilità di un animatore. Lo dico solo perché come ho scritto prima "un Key Frame viene pagato sui 30€, se ne fai uno al giorno guadagni 900€ al mese", magari la cosa non è così semplice "basta aumentare il salario", ma dipende anche da come lo studio e il regista riescono a spenderlo e chissà quanti altri fattori.
Allora sicuramente ciò che hai detto non è falso, ma secondo me non hai azzeccato la radice del problema. Ciò che sta dietro ogni business sono il guadagno e si adattano i propri prodotti alle esigenze del mercato, per ora ciò che ha influenzato maggiormente gli studi di animazione giapponese è effettivamente la richiesta da parte del pubblico pagante. Se ci pensi, il modo in cui la maggior parte di serie viene finanziata è attraverso la compravendita del merchandise del e dei blu-ray di una certa serie, in particolare questi ultimi, certamente siti streaming come VVVVID, Crunchyrol e Netflix forniscono una parte dei guadagni ma non è sicuramente paragonabile al ricavato arrivato dalla vendita delle prime due... e ora il problema... secondo te quanti fan occidentali effettivamente pagano ogni stagione per prendere i Bluray e il merchandise delle serie che hanno aprezzato delle stagioni scorsi... Non credo molti... Ad esempio questa stagioni le serie che per il pubblico si sono rivelate le piu interessanti per la maggior parte del pubblico occidentale sono vinland saga, fire force e Dr Stone... e ora ripeto la domanda,secondo te di quante persone effettivamente interessate a queste serie compreranno i Bluray? E mi ripeto nella risposta... Non molti. E qua sta la chiave, se effettivamente vogliamo che escano piu serie di alta qualità e originali (perchè a essere sincero, sono anch'io stufo di questi isekai della m.nchia) dovremmo darci da fare noi di persona e finanziare a nostri costi ciò che consideriamo di alta qualità e farci sentire dalle compagnie giapponesi... altrimenti stare qua a lamentarsi di come l'industria non produce nulla di nuovo e' come parlare di aria fritta... Che sia chiaro io non intendo dire che l'industria effettivamente non stia avendo una crisi di idee, ma onestamente mi sta seriamente su c.glioni che a parlare sono spesso le persone che non fanno niente per migliorare l'industria (spero che non prendi questo commento come un attacco personale perchè anche se l'ho usato per rispondere direttamente a te, era riferito piu' in generale che altro)
Perfettamente d'accordo con ciò che hai detto, naturalmente tutto gira attorno al business e alla richiesta che c'è dietro, ma va anche detto che con tutto il trashume che gira da svariati anni a questa parte nell'industria dell'animazione giapponese ti viene ben poca voglia di acquistare qualcosa.
Io nel mio piccolo acquisto le serie, se vengono importate e tradotte ovviamente, idem per manga e merchandise. Ho acquistato molte cose proprio ad Akihabara oltretutto, ma posso parlare per me e non per tutta l'utenza.
Io acquisto per collezionismo e per supportare questo tipo di intrattenimento ma va detto che le aziende fanno ben poco per invogliarti (da un lato è anche meglio cosi sennò non arriverei a fine mese).
(e tranquillo ho capito ciò che vuoi dire)
Allora, non credo che hai capito molto bene il discorso che stavo facendo, nel mio messaggio non ho detto nulla che riguardasse aumenti di salari, il punto che volevo fare era piu' sulle motivazioni per cui in parte non vengono prodotte molte serie "di alta qualità" (sempre che sta frase abbia un senso visto che il godimento di una serie è puramente soggettivo), è ovvio che la scomparsa di isekai non centra nulla, ciò che stavo cercando di sottointendere con quell'affermazione era piu' il fatto che nemmeno io sono molto contento per comè lo stato attuale dell'industria (per quanto io personalmente non mi definisco neanche parte di quei fan ossessionati con il classico "gli anime di oggi fanno tutti schifo, invece ai miei tempi quando c'era ... sì che l'industria era nel suo splendore") ma lo stesso non sto molto a lamentarmi della cosa perchè onestamente non ho molta voce in capitolo (nonostante io effettivamente cerco solitamente di prendere i BD) come praticamente tutta la parte occidentale del fandom.
Ok, ma siamo arrivati a parlare di isekai (che sono alla fine 5/7 su 30) che è appunto un fattore che non c'entra nulla. Il discorso è partito da chi ha letto "industria in crisi", neanche ha letto l'articolo e se n'è uscito con "eh ci credo con tutti gli isekai ed ecchi harem di oggi".
Ok, ma siamo arrivati a parlare di isekai (che sono alla fine 5/7 su 30) che è appunto un fattore che non c'entra nulla. Il discorso è partito da chi ha letto "industria in crisi", neanche ha letto l'articolo e se n'è uscito con "eh ci credo con tutti gli isekai ed ecchi harem di oggi".
Siamo arrivati a parlarne perché anche il fattore originalità fa parte dei problemi di questa crisi. La gente non compra merchandise di serie scadenti messe in onda "tanto per" sulle quali magari vengono spesi budget enormi. L'articolo parla di una parte del problema ma se l'industria è in crisi non è solo a causa degli stipendi da fame degli animatori/disegnatori ma anche dell'impegno pari a zero da parte degli studi di produzione nel creare opere REALMENTE di valore e che lascino il segno.
E' inutile avere ogni stagione 300 anime se poi 298 sono le solite porcate perché:1 la maggior parte della gente li dropperà al primo episodio 2 come conseguenza del punto primo nessuno si sognerà di acquistare alcunché di quelle serie = risultato: una perdita di tempo/forza lavoro/soldi gigantesca per le aziende e chi ci lavora e quindi relativo fallimento dell'industria dell'animazione.
PS. non paragonatemi le serie che ho citato a Tezuka, Tomino o simili, fondare un genere o un filone è diverso dall'essere originali, dopo un po' è normale che le idee si assestino.
Evangelion è un capolavoro? Beh guarda per quanto mi riguarda è sopravvalutato (pur rimanendo un'ottimo anime) al di là del successo che ha avuto, ma hai ragione sul dire che è uscito al momento giusto e forse proprio per questo ha avuto quel tipo di successo. Ma non voglio entrare nella discussione "eh ma come ti salta in mente! Evangelion è questo e quell'altro..." rimaniamo in-topic.
Qui poi non parliamo del fatto che gli isekai debbano esserci o meno ma del fatto che tutte le serie con l'elemento isekai hanno, per forza di cose, gli stessi identici elementi ai quali vengono aggiunti personaggi diversi, punto. Stesso identico discorso vale per gli scolastico/sentimentali/harem, tutti dannatamente uguali. Diamine se non su questo sito fatevi un giro anche altrove per appurare il fatto che la gente è stufa della solita minestra riscaldata. A nessuno piace vedere tutti sti isekai né tutti questi harem ed ecchi, le situazioni che si vengono a creare oramai sono state sfruttate fin troppo.
Se non dai novità VERE al pubblico è normale che quel determinato settore vada in crisi e fa ben poca differenza che una stagione su 30 anime che escono ce ne siano un pò di più di rilievo perché il numero di quelle create giusto "per fare numero" sarà sempre soverchiante ed è proprio questa la strada che stanno intraprendendo verso un futuro tutt'altro che roseo.
Ho citato anche i sequel e El-melloi apposta, non contiamoli allora. Comunque se continuiamo a fare selezione "questo è yaoi", "questo è un semplice Mahou Shoujo (niente di più falso)" allora non si va da nessuna parte e si rimane col paraocchi. Gente stufa degli Isekai? Non ne può più? Ma chi vi obbliga a vederli? Vi intasano l'anichart? 5 su 30? Sulle commedie scolastiche o sentimentali pure non son d'accordo, è un genere semplice ma molto malleabile. Hai detto che quelle serie son gocce...sono le gocce a fare il mare, non i rifiuti.
Da quando SAO ha tirato fuori dalla cantina il genere "isekai", creato da Hack molti anni prima, tutti appresso a lui a copiare come pecorelle e naturalmente tutti con similitudini di fondo. Io come migliaia di altre persone, fatti un giro per il web, ne hanno le scatole piene ed è un dato di fatto.
Non si tratta di obbligarci a visionarli ma senza dubbio limitano il ventaglio di scelta ad ogni stagione, e già le serie in media non sono sto granché come già detto in precedenza.
Il genere scolastico/sentimentale è stato abusato fino all'estremo, non c'è situazione narrativa che non sia già stata scritta, oramai cambiano a malapena i nomi e lo stile grafico. Pochissime sono le eccezioni che da sole comunque non fanno la differenza.
Riguardo alla questione "gocce"... beh se a te piace ogni serie che ti passa sotto il naso buon per te, lo dico sinceramente. Ma non siamo tutti come te.
La mia buona volontà nel dare un'occasione a tutte le serie viene quasi sempre a scontrarsi con quelli che a primo avviso potrebbero sembrare pregiudizi... eppure ci azzecco 9 volte su 10 (cosa che non mi rende felice tra l'altro).
Riguardo ad Araburu, se hai notato, non ho detto nulla perché è una delle eccezioni di questa stagione, pur rimanendo ancorata al genere scolastico.
Io non pretendo nulla dall'industria dell'animazione, ma se poi quella stessa industria va in malora perché ciò che mi passano è la solita porcheria moe/ecchi... che non si lamentino loro.
Che poi se proprio vuoi saperlo io preferirei SEMPRE 2-3 titoli a stagioni fatti col cuore piuttosto che 30 fatti col culo (perdona il francesismo).
Per prima cosa noi non abbiamo il diritto di fare queste discussioni. È giusto che ci siano articoli a riguardo ma come ho già scritto un animatore prende mediamente 30€ a key frame, con 1 al giorno son 900€ al mese. Quindi gli animatori sono bugiardi e sono in realtà tutti ricchi? No, i problemi ci sono e si sa, ma i conti non tornano, e se un conto non torna c'è bisogno di fermarsi un attimo e analizzare la situazione..evidentemente i problemi sono ben altri probabilmente al di fuori delle nostre informazioni attuali, sminuire il tutto con un "colpa degli isekai" gli farebbe drizzare i capelli...oltre tutto nell'articolo viene detto che le opere più artistiche hanno meno animatori e budget inferiori. Che lavorare con staff piccoli è meglio lo sappiamo, ma come sono le condizioni di lavoro nel caso? Perché diamo per scontato che dietro Dragon Ball Super o l'isekai di turno ci siano condizioni peggiori rispetto ad un Dororo o Fire Force? Per il punto sull'originalità delle serie di oggi se la pensi così c'è poco da fare. Evidentemente c'è chi non riesce ad ignorare anche solo l'esistenza di certe serie, mentalità per me assurda dal momento che non ti fanno nulla di male. Paragoni stupidi posso farli? Mio padre si guarda spesso i film americani con il tizio ex poliziotto o simili a cui hanno rapito moglie e figlia e deve trovarle tra sparatorie e inseguimenti...a me fanno schifo perché son tutti identici e fatti malissimo, ma che diritto ho di dirgli cosa guardare se a lui piacciono? Perché dobbiamo pensare al fan di Isekai come uno sfigato otaku la cui opinione non conta? Son 5 a stagione cavolo...
Dirigere un anime non significa solo ricopiare un manga
Bisogna scegliere ost che conquistano il pubblico e diventano vere e proprie colonne sonore che qualsiasi fan sa canticchiarti, inquadrature accattivanti, scene che intrattengono e restano nella storia dell'animazione, centinaia di frame ripetuti ad alta velocità durante i combattimenti, invece spesso è tutto molto piatto con primi piani spammati
Penso si possano contare sul palmo di mano le opere che in quanto emozioni superano il manga, cosa che dovrebbero fare di default avendo a disposizione molti più mezzi
Poi non pretendo il capolavoro ma già stare sul livello di un anime come fairy tail, fma brotherhood o hxh 2011 che reputo ottime trasposizioni con ost fantastiche e molte molte scene iconiche andrebbe più che bene ed iniziare a scartare prodotti come l'anime di one piece o boruto dove dimostrano l'incapacità di chi lavora di saper allungare il brodo in modo quantomeno guardabile perchè il problema dei filler o delle scene inedite non è la non canonicità ma i seri problemi di scrittura di chi le fa
Se invece andiamo sugli anime original spesso le trame sono banali e monotone pochi sorprendono veramente l'ultimo che mi viene in mente è stato madoka magica
Sicuramente la mancanza di figure professionali adeguatamente stimolate e formate influisce molto
Certo se il giappone si aprisse ai servizi di streaming in simulcast (senza ridicoli vincoli sul passaggio televisivo) già una buona parte del budget rientrerebbe dai diritti
Se con gli altri mi son trovato in disaccordo su molti punti, questo commento è semplicemente off topic...qui si tratta di non aver neanche letto l'articolo...
Se giorni fa non capivo a cosa volessi intendere con questa affermazione, ora leggendo di veloce gli ultimi commenti forse ho capito.
Questi sono gli articoli che sono riuscita a scovare dal sito
https://www.animeclick.it/news/30209-quanto-costa-produrre-un-episodio-anime/0
https://www.animeclick.it/news/50810-poveri-mangaka-la-magra-busta-paga-di-un-animatore-medio-giapponese
Li chiamiamo tutti animatori ed effettivamente lo sono, ma quando si addentra nel settore, come si vede anche dai credits, ci sono quelli che disegnano key frames e quelli che fanno le intercalari, sia i primi che i secondi a volte ce li troviamo suddivisi in genga-genga2 e douga-douga2. Coloro che disegnano key frames mi pare che prendano più o meno la cifrà che dici, ma, quelli che fanno intercalatori invece, prendono sui 2€ a frames.
C'era anche un articolo, che non sono riuscita a scovare non ricordando nè titolo nè parole chiave, dove un veterano diceva che la paga per il key frame è aumentato ora rispetto al passato, se non erro 4 volte, ma di contro, l'aumento per il douga frame non era proporzionale.
Perché sono ditte contoterziste che lavorano in subappalto (OEM). È come l'indotto delle industrie automobilistiche. Tu vedi il marchio Fiat o Opel, ma in realtà il veicolo è fatto di pezzi assemblati da altre ditte, magari con sede in qualche paese dell'Est. L'industria dell'animazione altri non è che una catena di montaggio.
Avevo fatto una lista degli studi cinesi:
https://www.animeclick.it/blog/734212/guida-agli-studi-coreani-e-cinesi-come-riconoscerli
Ok ma anche se fosse queste dichiarazioni arrivano un po' da tutti e se ne parla in generale. Purtroppo non abbiamo ancora il quadro generale.
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