È infine partita lo scorso 26 giugno la ventiduesima edizione del Far East Film Festival di Udine, che si svolgerà sino al prossimo 4 luglio, completamente online sul portale MYmovies.it.
 

 
Ricordiamo le modalità di accredito, mentre di seguito troverete le nostre impressioni (nei colori verde, giallo e rosso come per il semaforo) sui film che abbiamo già passato in rassegna: per chi non avesse ancora aderito all'iniziativa, dunque, c'è ancora tempo e svariati motivi per farlo: buona visione a tutti!

I pass virtuali sono stati pensati su misura per il web, divisi in tre categorie che giocano affettuosamente con l’immaginario asiatico: Silver Ninja (€ 9,90), per i curiosi, Golden Samurai (€ 49), per gli appassionati, Platinum Shogun (€ 100), per i “fareastiani militanti”.
 
 
Tra i benefit per gli accreditati, da notare anche l’accesso a Far East Film Online (già definito come il Netflix del cinema asiatico), la nuovissima piattaforma di fruizione dei film progettata dal Festival, che inizierà il proprio viaggio sabato 1° agosto con una cinquantina di titoli (evergreen e novità). La library verrà poi aggiornata periodicamente.
 
 
I FILM IN PROGRAMMA

Con l'eccezione di quattro titoli, tutti i film rimangono disponibili on demand per l’intera durata del festival. Alcuni saranno disponibili in tutto il mondo, altri solo in Europa, altri solo in Italia. GALA indica i film disponibili una sola volta, mentre (*) indica i film di registi esordienti al festival (Gelso bianco):

HONG KONG

Chasing Dream, Johnnie TO, songs! fights! love!, Hong Kong/China 2020, International Premiere – WORLDWIDE
 
Johnny To spiazza il pubblico del Far East presentando un inedita combinazione di musical e arti marziali. Confezione di prim'ordine per questa movimentata commedia romantica che unisce inopinatamente le atmosfere patinate da talent show e le botte da orbi sul ring della MMA (Arti Marziali Miste), con i due protagonisti mattatori che spadroneggiano rubandosi la scena a vicenda. La parte musical è abbastanza piacevole e regala anche alcuni brillanti momenti comici, vi si può apprezzare tutta la versatilità performativa di Keru Wang nei panni della prima donna: Cuckoo Du. Da par suo Jacky Heung/Tiger sfodera un fisico d’acciaio e considerevoli doti da stuntman, in onore alla vecchia scuola di Hong Kong di cui Johnny To è un maestro indiscusso.


Ip Man 4, The Finale, Wilson YIP, a-hero-never-dies, Hong Kong 2019, European Festival Premiere – ITALY ONLY

Line Walker 2: Invisible Spy, Jazz BOON, “break your neck” action story, Hong Kong 2019, International Festival Premiere – ITALY ONLY

My Prince Edward, Norris WONG, “my two husbands” dramedy, Hong Kong 2019, European Premiere – ITALY ONLY* GALA
 
My_Prince_Edward
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Alla sua opera prima Norris Wong (che firma anche la sceneggiatura) dirige una commedia disincantata e non troppo romantica che scava nei sentimenti irrisolti dei personaggi interrogandosi sul senso e sui rituali (spesso vuoti) dell'istituto matrimoniale. Non a caso il film è ambientato in un famoso centro commerciale di Hong Kong interamente dedicato alle merci e ai servizi per matrimoni dove la protagonista femminile (interpretata da una brava Stephy Tang) lavora. Questa deve sbrogliare un complicato rebus relazionale tra il suo marito legale (sposato solo per questioni di cittadinanza e da cui vorrebbe divorziare) e il suo attuale fidanzato con cui vorrebbe convolare a nozze “per amore”.
 
Fong sta insieme a Edward da più di 7 anni, ma quando finalmente i due decidono di sposarsi salta fuori un imprevisto: il suo divorzio non è mai stato notificato e quindi lei risulta essere formalmente sposata con un altro uomo.
Se inizialmente questo imprevisto sembra scombussolare la vita di Fong, col procedere della storia si rivelerà essere una fonte di riflessione sulle decisioni che la giovane ha preso in passato, sul ruolo delle donne nella società honkongese come in quella cinese, e sugli stereotipi che sono sempre duri a morire.
Un matrimonio da organizzare… un divorzio da formalizzare… Sembra che la vita di Fong abbia senso solo se rapportata a un uomo.“Senza matrimonio non c’è felicità”. Credo che l’essenza di questo film si possa riassumente in questa semplice frase pronunciata da Edward, il fidanzato di Fong, e penso che, nonostante la semplicità della storia, il film abbia raggiunto il suo intento.
 
Tra un omaggio e l'altro al cinema (segnalo in particolare un omaggio a Playtime di Jacques Tati), la bizzarra storia di una donna di Hong Kong che non può sposarsi con l'attuale fidanzato asfissiante, mammone e possessivo, in quanto risulta ancora sposata con un ragazzo cinese col quale aveva fatto un matrimonio di convenienza dieci anni prima. Sarà forse il destino? Una specie di "Green card" in salsa orientale, con uno sviluppo non del tutto prevedibile. Un film abbastanza buono, ma non particolarmente memorabile.


Suk Suk, Ray YEUNG, Hong Kong 2019, Hong Kong gay drama, 2019 Italian Premiere – ITALY ONLY

The White Storm 2: Drug Lords, Herman YAU, anti-drug-action gangster epic, Hong Kong 2019, Italian Premiere – ITALY ONLY
 
Herman Yau è una vecchia conoscenza del Far East Film Festival, nelle passate edizioni a Udine aveva già presentato il film di stampo femminista Sara. Il versatile regista torna con un trucido gangster movie nella migliore tradizione action del cinema di Hong Kong, mettendo in mostra tutto l’armamentario tipico del genere: fra sparatorie fino all’ultimo proiettile, arti marziali e inseguimenti automobilistici a rotta di collo, in questo film gli stunt fanno gli straordinari! Il titolo potrebbe suggerire un sequel di The white storm, in realtà gli unici punti in comune sono il mercato delle droghe pesanti e il co-protagonista Louis Koo (uno dei signori della droga del titolo), per il resto è un film fruibile a sé. L’altro protagonista è il pluri premiato Andy Lau (da non confondere con il regista di The Captain, Andrew Lau), nei panni di un magnate della finanza dal passato non proprio immacolato.
 

CHINA

Better Days, Derek Kwok-cheung TSANG, school bullying drama, China 2019, Italian Premiere – ITALY ONLY CLOSING FILM GALA

The Captain, Andrew LAU, China’s answer to “Sully”, China 2019, Italian Premiere – WORLDWIDE (EXCEPT CHINA PRC)
 
Presentato come la risposta cinese a Sully di Clint Eastwood, questo disaster movie non lo ricorda nemmeno lontanamente e da nessun punto di vista. Nonostante si ispiri a un disastro aereo realmente accaduto il regista Andrew Lau non si sforza neanche di mantenere un minimo di credibilità e ci presenta un’apologia dei personaggi coinvolti (l’intero equipaggio del volo accidentato) del tutto sterile e fine a sé stessa, condita da una sceneggiatura oltremodo piatta e prevedibile. Il risultato è un polpettone infarcito di effetti speciali e retorica nazionalistica, dal regista di Infernal affairs ci si aspettava molto di più.


Changfeng Town, WANG Jing, vintage charming story, China 2019, Italian Premiere – WORLDWIDE
 
La cineasta Wang Jing scrive e dirige (e monta) un film poetico e malinconico. Ambientato in un passato indefinito e in una cittadina immaginata (ma del tutto verosimile), immersa in un aura di nostalgia e di realismo magico, con i suoi scorci di paesaggi cadenti e consumati dal tempo e con la sua galleria di personaggi pittoreschi le cui vicende tragicomiche (a volte beffarde e crudeli) ruotano guarda caso intorno a un cinema (come in Nuovo Cinema Paradiso). Molte le citazioni e gli omaggi ai grandi maestri del cinema europeo da Truffaut a Fellini.
 
Uno dei film sui quali avevo le aspettative più alte. E invece, sarò io che forse non capisco il cinema cinese, ma sono rimasto molto deluso. L'unico elemento che ho trovato interessante è stata l'ambientazione, e di conseguenza l'atmosfera, in questo paesello della campagna cinese, con le case diroccate, gli abitanti rassegnati alla povertà e alla mediocrità, e le loro storie che si intrecciano. Ma secondo me il problema dei questo film sono proprio i personaggi e le loro storie. Mi aspettavo un Truffaut cinese, e invece i personaggi non bucano lo schermo, sono poco interessanti così come le loro storie. La regista non è riuscita ad osare, alla fine la cosa più intensa è stata la scena del cane e ho fatto molta fatica ad arrivare fino alla fine. Peccato!


An Insignificant Affair, NING Yuanyuan, “never give up” love story, China 2020, World Premiere – WORLDWIDE*
 

INDONESIA

Gundala, Joko ANWAR, modern superhero saga, Indonesia 2019, Italian Premiere – WORLDWIDE

Impetigore, Joko ANWAR, everyday horror, Indonesia 2019, Italian Premiere – ITALY ONLY
 
Ogni volta che decido di guardare un film horror parto sempre in punta di piedi, essendo facilmente impressionabile, di conseguenza ho guardato Impetigore con questo spirito. Ebbene, più che un horror vero e proprio, a me è sembrato un film dai tratti soprannaturali con parecchia suspense e un bel po’ di splatter.
Il film è ambientato in un villaggio rurale dell’Indonesia, cui Maya fa ritorno insieme alla sua migliore amica per svelare una serie di misteri legati alla sua infanzia. Tra magia nera, maledizioni e folklore, il ritmo della narrazione è piuttosto incalzante e tiene alta l’attenzione dello spettatore.
Purtroppo il finale non mi ha convinta, ma devo dire di aver apprezzato molto le rappresentazioni del teatro delle marionette, sia come forma d’arte a sé stante che come stratagemma utilizzato per rappresentare le scene di flashback e alcuni dei momenti più cruenti del film. 


 

JAPAN 

Colorless



#HandballStrive, MATSUI Daigo, sport comedy with smartphone, Japan 2020, World Premiere – WORLDWIDE

A Beloved Wife, ADACHI Shin, quirky marriage story, Japan 2020, International Premiere – WORLDWIDE
 
Commedia matrimoniale dolceamara (più amara che dolce) di stampo semi autobiografico. Con la voce off del protagonista, il film narra le vicende e le vicissitudini di Gota, sceneggiatore cinematografico in attesa dell’occasione buona che sembra non arrivare mai, frustrato sessualmente e schiavizzato da una moglie arcigna e velenosa che lo tratta continuamente come uno zerbino. Nel tentativo di risollevare le sue sorti professionali e coniugali, Gota ha l’infelice idea di trascinare moglie e figlia in un disastroso viaggio sull’isola di Shikoku, nella Prefettura di Kagawa, in cerca di ispirazione per il suo lavoro. Il film è tutto imperniato sull’umorismo caustico dei dialoghi al vetriolo e sull’esasperante rapporto di coppia fra i due protagonisti, in perenne equilibrio instabile che sembra dover esplodere da un momento all’altro. Il viaggio (che ci fa godere degli scorci turistici affacciati sul Mare interno di Seto) diventa così un percorso di iniziazione, una prova a ostacoli da superare per recuperare un matrimonio alla deriva, la cui salvezza dipende dalle sorti di una sceneggiatura e in definitiva dagli umori del produttore di turno.


Colorless, KOYAMA Takashi, forbidden-colors youth drama, Japan 2019, European Premiere – EUROPE ONLY*
 
Disillusa e un po' cinica questa commedia romantica, sfuggente come i suoi protagonisti dal carattere fragile e insicuro. Opera prima per Takashi Koyama che firma anche lo script, ruota intorno a una ragazza di provincia che sbarca nella grande città con tante aspettative ma che si scontra con una realtà più complicata del previsto. Il topos è un classico ma lo sguardo del regista è moderno e disincantato, distaccato nel non giudicare troppo i suoi personaggi, nemmeno i più “negativi”. Lo stile registico è molto sicuro di sé, con il racconto che si divide in segmenti non lineari a seconda dei punti di vista dei personaggi, l’uso disinvolto della cinepresa e anche un certo coraggio nelle scene più osé. Buona l’interpretazione dei giovani protagonisti nei panni dei millennials un po’ alla deriva.


Dance with Me, YAGUCHI Shinobu, compulsive dance musical, Japan 2019, Italian Premiere – ITALY ONLY
 
Intrattiene e diverte con leggerezza questo stralunato film che strizza l’occhio al pubblico femminile, un frizzante mix di commedia e musical con tanti personaggi e situazioni esilaranti. All’inizio non convince del tutto, i numeri musicali sembrano forzati e non si capisce bene dove vuole andare a parare. Nella seconda parte sembra trovare una sua dimensione, diventa praticamente un road movie e il racconto ingrana inanellando una serie di scene comiche più o meno imprevedibili fino al finale scoppiettante. Il numeroso cast di attori se cava egregiamente sia nei ruoli comici (con una recitazione volutamente calcata ed eccessiva) che nei numeri di danza.


Minori, on the Brink, NINOMIYA Ryutaro, female power drama, Japan 2019, Italian Premiere – WORLDWIDE (EXCEPT JAPAN)

My Sweet Grappa Remedies, OHKU Akiko, life, love and a sip of grappa, Japan 2019, Italian Premiere – WORLDWIDE (EXCEPT JAPAN, CHINA, TAIWAN, USA)
 
Uno slice-of-life con la S maiuscola magistralmente diretto dalla regista Akiko Ohku; innamoratasi della grappa italiana (ebbene sì!) dopo averla assaggiata due anni fa proprio a Udine, la Ohku ha inteso fare dell'italico liquore il centro delle pulsioni della protagonista del suo film, in una pellicola che parte molto lentamente (a tratti forse troppo) e che si rivela incredibilmente delicata, rilassante e divertente. Uno sguardo tenero e introspettivo per una storia dai temi piuttosto seri, eppur leggera. Bravissimo il trio d'attori, da Yasuko Matsuyuki sulla protagonista ad Haru Kuroki e Hiroya Shimizu sui due dolcissimi comprimari.


One Night, SHIRAISHI Kazuya, powerful family drama, Japan 2019, European Premiere – ITALY ONLY
 
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In una famiglia lacerata dalla violenza domestica, una madre compie un gesto estremo per salvare il futuro dei propri figli, senza sapere che proprio quel tempo per i prossimi quindici anni per loro non scorrerà mai. Attriti, fallimenti e incapacità personali, rancore, la necessità di affogare tutto o quasi nell'alcool, nel sesso, nelle parole di un articolo mai del tutto terminato. Fino al momento in cui il timore di perdere ancora qualcos'altro non fa crollare tutto, e venire alla luce le paure.
Una prova attoriale splendida da parte di Takeru Sato, Ryohei Suzuki, Mayu Matsuoka e Kuranosuke Sasaki; un film che non si risparmia in nulla, che non manca di far riflettere, che pecca forse in eccesso di melodramma, regalando tuttavia una conclusione molto buona. Come di un'onda che lava via i tanti, troppi detriti lasciati lì da quindici anni di tempeste predenti.
 
Nel 2004 Koharu uccide il marito violento per dare ai loro tre figli la possibilità di vivere liberamente la propria vita, senza un padre che dia loro addosso al minimo accenno di ribellione. Prima di costituirsi alla polizia, promette ai ragazzi di ricongiungersi con loro una volta trascorsi quindici anni.
Siamo nel 2019 e le vite di Daiki, Yuji e Sonoko sono sì andate avanti, ma in qualche modo sono rimaste cristallizzate, ancorate ai fatti accaduti quindici anni prima. Daiki ha messo su famiglia, ma continua a essere balbuziente e, pur avendo la nomea di persona che vuol sempre far la pace, inizia a mostrare attacchi di violenza nei confronti della moglie. Yuji si è trasferito ed è riuscito in qualche modo a entrare nel mondo dell’editoria, sfruttando le vicende familiari per farsi un nome. Sonoko, la minore dei tre, ha abbandonato il sogno di diventare parrucchiera per affogare nell’alcol il suo dolore e cercare così di dimenticare il passato.
Il precario equilibrio che i tre giovani avevano raggiunto viene infranto dal ritorno di Koharu nelle loro vite. Il film segue le vicende di questa famiglia disfunzionale che cerca di scrollarsi di dosso il dolore causato dalle violenze inferte dal padre e dalle conseguenze del suo omicidio. Più di una volta lo spettatore viene messo di fronte al giudizio dei figli e a quello impietoso della comunità: Koharu è una martire che ha sacrificato la sua libertà per donarla ai propri figli, oppure è un’assassina come tanti altri? 
Tra scene di grande delicatezza e altre dai toni un po’ troppo melodrammatici, allo spettatore non viene chiesto di giudicare le azioni di Koharu, ma di accompagnare lei, Daiki, Yuji e Sonoko nel loro percorso di crescita per fare i conti col passato e costruire un nuovo futuro.


Romance Doll, TANADA Yuki, he, she and the sex doll, Japan 2020, European Premiere – ITALY ONLY

 
Wotakoi Far East Film Festival line-up


WOTAKOI - Love is Hard for Otaku, otaku sparkling musical, FUKUDA Yuichi, Japan 2020, International Festival Premiere – ITALY ONLY
 
Film che non va confrontato con l'anime perché inevitabilmente ci perde. Condensare in meno di due ore tutta una serie densa come Wotakoi non era facile. Hanno avuto il coraggio di staccarsene facendo un'opera molto diversa. Il tocco musical rende il tutto ancora più surreale. Più divertente la prima metà. Carino ma solo per veri otaku.
 
Bisogna essere onesti, ammettendo come gli eventi siano stati stravolti rispetto alla storia originale, pertanto di aderenza all'opera proprio non si può parlare; allo stesso tempo però il film rimane un omaggio affettuosissimo alla sub-cultura otaku in chiave musical, con un ottimo tono da commedia e gag che divertono. Inoltre, proprio tanti degli aspetti che nell'anime mi avevano fatto storcere il naso, qui trovano invece una collocazione più sensata.
Bravissimi gli attori, su tutti Mitsuki Takahata che nel ruolo di Narumi fa incredibilmente meglio della sua controparte animata!
 
Per quanto il film abbia adattato gran parte degli eventi del primo volume del manga, c'è da dire che questa versione di Wotakoi l'ho apprezzata meno di quella animata e cartacea. Sarà stata la "mancanza" dei miei amati Bakakura e Hanako, forse la presenza di un po' troppe canzoni (perchè sì, è un mezzo musical), ma la storia non mi ha preso come avrei voluto. Nulla da dire sugli attori: Kento Yamazaki con la sua monoespressione è perfetto nei panni di Hirotaka, mentre Narumi è stata dolcissima e assurda nei panni della fujoshi. Menzione d'onore alla bellissima Nanao, che avrei preferito apparisse un po' di più.
Un film da vedere se si è amato Wotakoi, ma forse per apprezzare ancor di più le sue altre due versioni.
 

MALAYSIA

Soul, Emir EZWAN, folk tradition horror, Malaysia 2020, European Premiere – EUROPE ONLY*

Victim(s), Layla JI, hidden truth drama, Malaysia 2020, World Premiere – WORLDWIDE*
 

THE PHILIPPINES

Edward, Thop NAZARENO, coming-of-age story, The Philippines 2019, European Premiere – WORLDWIDE

Sunod, Carlo LEDESMA, ghost in the office building, The Philippines 2019, International Premiere – WORLDWIDE (EXCEPT THE PHILIPPINES)
 

SOUTH KOREA

Ashfall, KIM Byung-seo, LEE Hae-jun, North/South, friends/enemies disaster action, South Korea 2019, International Festival
Premiere – EUROPE ONLY OPENING FILM
 
Ashfall
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Non sono una patita dei film d'azione, tanto meno coreani, eppure questo titolo mi ha gradevolmente intrattenuta: i cliché sono tanti e tutti evidenti, le esagerazioni non mancano, ma il film è ben costruito e il bel duo dell'eroe/antieroe è lo scheletro che sorregge il tutto. Addirittura, mi ha divertito.
 
Blockbuster catastrofico coreano, ben fatto ed avvincente. È stato proposto nel Festival come una delle produzioni ad alto budget di punta, ma in fin dei conti altro non è che bel "popcorn movie" da gustarsi per un po' di relax, magari dopo la visione di un film dai contenuti più pesanti... e intelligenti. Interessante soprattutto la parte più "politica" della trama, in particolare l'onnipresente ingerenza degli Stati Uniti, che riescono a palesarsi anche in un'americanata non americana. Per il resto, una via di mezzo tra un disaster movie e un road movie, con tante sparatorie e un po' di scene (pre)apocalittiche che male non fanno. Forse più adatto come film in prima serata su Italia Uno piuttosto che a un Festival del Cinema.


Beasts Clawing at Straws, KIM Young-Hoon, sexy-crime-thriller, South Korea 2020, Italian Premiere – ITALY ONLY*
 
Un sanguinario gangster, una torbida dark lady, una borsa piena di soldi che passa di mano in mano, una galleria di personaggi sbandati di stampo coheniano: ci sono tutti gli ingredienti per un noir coi controfiocchi in questo Beasts clawing at straws, opera prima di Kim Young-hoon. Se poi ci aggiungiamo una trama circolare alla Pulp Fiction e qualche eccesso di ordinaria violenza, il gioco è fatto e il film mantiene tutte le aspettative regalando agli spettatori del Far East quasi due ore di sana tensione e una girandola di colpi di scena. Il tutto incorniciato da una confezione di prim’ordine: fotografia ineccepibile, ritmo sostenuto, colonna sonora suggestiva, sceneggiatura imprevedibile a incastri perfetti. Insomma, nessun dettaglio lasciato al caso e il grande cinema coreano è servito.


The Closet, KIM Kwang-bin, jumpscares horror, South Korea 2020, International Premiere – ITALY ONLY*

Crazy Romance, KIM Han-gyul, drunken love story, South Korea 2020, World Festival Premiere – WORLDWIDE*

Exit, LEE Sang-geun, Toxic Gas Attacks Daegu!! action comedy, South Korea 2019, Italian Premiere – ITALY ONLY
 
Un "popcorn movie" coreano, un action con qualche venatura comica che farà sudare freddo chiunque soffra di vertigini! In realtà non il genere di film che mi aspetterei da una rassegna cinematografica internazionale, ma si è lasciato guardare con piacere, con scene ad alto budget che riescono nel loro dovere di intrattenimento, ma senza dare niente di più.


The House of Us, YOON Ga-eun, life’s-not-a-fairy-tale children story, South Korea 2019, Italian Premiere – EUROPE ONLY
 
Tre bimbe appartenenti a due famiglie diverse, ma con qualcosa di tristemente in comune: l'attenzione dei genitori che manca e lo sguardo rivolto altrove, non per colpa ma per frenesia, si potrebbe dire. Si tratta di due famiglie che le necessità lavorative portano fisicamente o psicologicamente lontano dai figli, il cui pigolio giunge solo ovattato.
Il film denuncia con schiettezza una situazione che induce le tre ragazzine a trovare conforto nell'amicizia l'una nell'altra, ma il loro grido rimane tale, fino alla fine. 
 
The_House_of_Us
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La regista coreana Yoon Ga-eun, aveva già incantato il pubblico del Far East Film Festival con un'opera prima intensa ed emozionante quale The world of us, tutta coniugata al femminile e incentrata su una quotidianità infantile tanto "piccola" e ingenua quanto poetica e struggente. Quest’anno presenta una nuova opera nuova, The house of us, che prosegue quel discorso e continua a indagare quel mondo con la stessa innata capacità di trattare le piccole attrici, in grado sempre di conservare quella freschezza e quella spontaneità nella recitazione. Ne viene fuori un film bello ed emozionante, un vivido e realistico ritratto di gruppo che ci trasporta con delicatezza nella dimensione infantile e ci invita a riflettere sulle responsabilità degli adulti. A questo punto ci si aspetta una trilogia.


Kim Ji-young: Born 1982, KIM Do-young, #Metoo family drama, South Korea 2019, European Premiere – ITALY ONLY*

Lucky Chan-sil, KIM Cho-hee, cinephile romantic drama, South Korea 2020, European Premiere – ITALY ONLY*
 
Deliziosa e originale questa commedia coreana semi autobiografica incentrata sulla crisi professionale ed esistenziale di una donna di mezza età. Citando Yasujiro Ozu già dai titoli di testa (girati in 4:3 e con lo sfondo telato) la regista Kim Kyoung Hee dichiara subito la sua ascendenza cinefila, ed è proprio il cinema a fare da sfondo al racconto, dal momento che la protagonista è una produttrice la cui carriera si è arenata dopo la morte del suo regista di riferimento. Così come il fantasma di Humphrey Bogart si era intrufolato nelle scene di Provaci ancora Sam, qui è il personaggio di Leslie Cheung (divo del cinema di Hong Kong divenuto leggenda dopo il suo suicidio nel 2003) a fare da consigliere spirituale nelle visioni oniriche della protagonista, che saprà risollevarsi e trovare una direzione anche grazie alle persone che le sono a fianco.


The Man Standing Next, WOO Min-ho, chilling political drama, South Korea 2020, International Festival Premiere – ITALY ONLY

Vertigo, JEON Gye-soo, love on the top floor, South Korea 2019, Italian Premiere – EUROPE ONLY
 

TAIWAN

 
detention

Detention, John HSU, political psycho-horror, Taiwan 2019, Italian Premiere – ITALY ONLY*
 
I roghi dei libri sono sempre un orrore, ce lo ricorda questo cruento film rievocando il periodo del Terrore Bianco a Taiwan, un’epoca di leggi marziali in cui chiunque fosse sospettato di essere un dissidente politico poteva rischiare la vita. Il soggetto è tratto da un videogioco, ispirato a sua volta a una serie di episodi realmente accaduti (siamo nel 1962) e il film si struttura non diversamente da un horror convenzionale con tutti i topoi classici del genere, la suspense e gli effetti speciali. Il racconto ricrea un opprimente clima di sospetto e paranoia, seguendo il doppio binario incubo/realtà, con la realtà che può rivelarsi più agghiacciante dei peggiori incubi. Significativa la scena in cui i ragazzi copiano i libri proibiti, che rimanda direttamente a Fahreneit 451. Quel che rimane alla fine del film è comunque una lezione di storia che fa riflettere anche sul presente.
 
Ambientato nei primi anni 60 a Taiwan, durante la dittatura militare del Kuomintang, quando la polizia militare arrestava, torturava e uccideva chiunque fosse sospettato di diffondere la propaganda comunista o antigovernativa. Due giovani studenti si risvegliano di notte nella loro scuola, all'apparenza abbandonata e diroccata, e un orrendo essere inizia a dare loro la caccia. Le atmosfere alla Silent Hill (il film è tratto infatti da un videogioco horror) rivelano mano a mano la vera storia dei due giovani. Se avete amato come me il film "Il labirinto del fauno", col quale questo film ha moltissimi punti in comune sia di stile narrativo che di contenuto, non potete perdervi Detention, che ci ricorda come l'orrore causato da immaginarie creature non sia neanche lontanamente paragonabile all'orrore reale provocato dalla crudeltà umana.


I WeirDO, LIAO Mingyi, smartphone-made madcap couple story, Taiwan 2020, World Premiere – ITALY ONLY * GALA
 
La storia di due ragazzi affetti da DOC – disturbo ossessivo compulsivo – che, forti della loro particolare condizione, decidono di diventare prima compagni di viaggio e poi compagni nella vita per affrontare insieme il mondo dei “normali”.
Il film ha una prospettiva prettamente soggettiva: i dialoghi, le luci, le inquadrature, tutto fa sì che lo spettatore possa provare empatia per la giovane coppia. Così, risulta naturale condividere il loro entusiasmo nei confronti della nuova relazione e, allo stesso modo, è inevitabile simpatizzare con loro man mano che il dramma si insinua nelle loro vite.
Una storia d’amore, di sofferenza, di accettazione di sé e dell’altro; divertente e drammatico allo stesso tempo, questo film offre molti spunti di riflessione e credo proprio non deluderà le aspettative degli spettatori.


We Are Champions, Jung-Chi CHANG, The Basket Brothers - Taiwan 2019, European Premiere – ITALY ONLY
 
Molto carino questo coming of age incentrato sulla rivalità sportiva tra due fratelli, uno dei quali afflitto da un handicap uditivo. Legati a due differenti squadre scolastiche, una più forte, titolata e da battere, l’altra di un istituto che non dispone del budget sufficiente a tenerla in piedi, i due cercheranno un riscatto da una condizione di vita non facile. Così si sviluppa questo racconto di formazione che esalta i valori della famiglia, dell’amicizia, del sacrificio e del lavoro di gruppo. L'ambientazione nel mondo delle squadre scolastiche sul modello del basket americano fa pensare a uno Slam Dunk in salsa Taiwanese, magari i fan del manga potrebbero apprezzare.

  
We_Are_Champions


FILM FUORI CONCORSO


SPECIAL SCREENING 

Labyrinth of Cinema, OBAYASHI Nobuhiko, psychedelic-eccentric-mystic tale - Japan 2019, Italian Premiere – EUROPE ONLY (EXCEPT UK)
 
Un ritorno allo sperimentalismo visionario delle origini per Obayashi, che si rivolge soprattutto ai giovani nel raccontare con dovizia di particolari alcuni episodi salienti del passato militarista nipponico, dagli ultimi giorni del feudalesimo alla bomba di Hiroshima. Ambientato in un cinema surreale nella città di Onomichi, alcuni giovani vengono catapultati a vivere nelle storie che stanno visionando. Si tratta di un film eccessivo, carico, debordante, fluviale nelle sue tre ore che scorrono al ritmo di un montaggio frenetico e dei dialoghi serrati. Di forte impatto visivo con la sua fotografia dai cromatismi saturi, e disinvolto nella commistione di generi, il racconto porta avanti un’istanza etica oltre che estetica. A tratti potrebbe risultare un po’ lungo ed estenuante da seguire ma ne vale assolutamente la pena, almeno per chi cerca un approccio insolitamente visionario alla storia del Giappone, guidati dalle liriche potenti del nume tutelare Chūya Nakahara.


DOCUMENTARI

I-Documentary of the Journalist, MORI Tatsuya, the power of free speech, Japan 2019, Italian Premiere – EUROPE ONLY
 
Documentario che segue passo passo alcuni mesi di lavoro di Isoko Mochizuki, la tenace reporter investigativa che ha provocato l’irritazione del governo conservatore nipponico diffondendo notizie scomode sui più scottanti scandali che lo hanno coinvolto, dallo spostamento della base aerea Futenma dei marine statunitensi a Okinawa, allo scandalo Moritomo Gakuen. Il regista Tatsuya Mori, si concentra soprattutto sulla censura, sulla libertà di stampa e sull’ostruzionismo nei confronti dei media, filmando implacabilmente il trattamento che viene riservato alla Mochizuki durante le conferenze stampa ufficiali. Da vedere.
 
Giornalisti messi in difficoltà dal governo e dalle testate per cui lavorano, politici che abusano del loro potere, cittadini che pretendono di avere risposte dal governo tramite chi, per lavoro, dovrebbe informarli. Questo documentario mostra molto più delle difficoltà quotidiane a cui è sottoposta Isoko Mochizuki, protagonista della pellicola; dà, invece, l’opportunità di farsi un’idea su quale sia lo stato attuale dei mezzi d’informazione giapponesi.
Seguendo la Mochizuki durante le sue giornate lavorative, la frustrazione provata dalla giornalista è palpabile proprio perché è evidente il senso del dovere che lei, come tanti altri giornalisti, mostra nel suo lavoro e, allo stesso modo, è innegabile il boicottaggio a cui è sottoposta. È quindi inevitabile solidarizzare con i giornalisti messi in difficoltà, ma anche con tutti quei cittadini che pretendono un’informazione seria dai mezzi d’informazione. 
Il regista del documentario, che ha un ruolo attivo nel film, mostra in modo chiaro il suo punto di vista. Che si sia d’accordo con lui o meno, “I – Documentary of the Journalist” offre l’occasione per riflettere su una questione che, purtroppo, è sempre attuale.
 
I_Documentary_of_the_Journalist



RESTORED CLASSICS

Cheerful Wind, HOU Hsiao-Hsien, classic romantic drama, Taiwan 1982/restored version 2019, International Premiere –– WORLDWIDE


INFO SCREENINGS

The President's Last Bang, IM sang-soo, real life political drama, South Korea 2005/restored version 2019 – ITALY ONLY
 

SPECIAL TRIBUTE

WATANABE HIROBUMI, COMIC POET OF THE EVERYDAY


I'm Really Good, WATANABE Hirobumi, wacky children comedy, Japan 2020, World Premiere – WORLDWIDE
 
Un giorno qualsiasi nella vita di Riko, bambina della provincia rurale giapponese, di suo fratello e della sua amica, scrutati dall'occhio discreto della telecamera di Hirobumi Watanabe. Dietro l’approccio un po' anarchico e un po' documentaristico delle riprese, si intravede un certo studio: la durata inconsueta, un accenno di sceneggiatura, un impianto sonoro semplice che detta i toni, il siparietto comico con protagonista lo stesso regista nei panni di un goffo venditore di libri, la poesia del bianco e nero. Il tutto maneggiato con il fare anticonvenzionale del regista che riesce a catturare il quotidiano in un opera minimale eppure in qualche modo compiuta.  

Cry, WATANABE Hirobumi, offbeat slice of life, International Premiere, Japan 2019 – WORLDWIDE
 
Continua con Cry il viaggio nel cinema di Hirobumi Watanabe, che mantiene un approccio più vicino al cinema del reale che al cinema di finzione. Rispetto a I'm really good, il film dura per più di una giornata, con una struttura più rigorosa e le scene che si ripetono in modo sistematico e prevedibile con rari intermezzi a spezzare la monotonia narrativa (come l’incursione nella sala cinematografica dove il regista cita autoironicamente i suoi stessi film). Inoltre la base musicale del fratello Yuji Watanabe sembra avere più personalità. Mettendosi al centro delle inquadrature e imponendo la sua forte presenza scenica nei panni di un laconico e solitario allevatore di maiali, il regista sembra dichiarare con questo film un personale manifesto poetico.


Life Finds A Way, WATANABE Hirobumi, a most unconventional film director, International Premiere, Japan 2018 – WORLDWIDE

Party ‘Round the Globe, WATANABE Hirobumi, ordinary lives of two Beatles’ fans, International Premiere, Japan 2017 – WORLDWIDE

  

Fonti consultate:
Far East Film Festival