Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Se volete farne parte anche voi... rimboccatevi le maniche e recensite!

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.

Per saperne di più continuate a leggere.

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"Kaguya-sama wa Kokurasetai - Tensai-tachi no Renai Zunousen" è un manga, tuttora in corso (2018), che narra le quotidiane vicende del consiglio studentesco della facoltosa scuola superiore "Shuichiin", in particolare di due membri: Kaguya, appartenente a una delle famiglie più importanti e ricche del Giappone, e Miyuki, presidente del consiglio rispettato da tutti poiché studente con il voto massimo in classifica, anche se condizionato dal continuo complesso d'inferiorità, abilmente tenuto da lui nascosto a tutti, causato dall'essere membro di una famiglia molto povera mantenuta da un padre nullafacente.

Quest'opera si è rivelata per me come una sorta di sorpresa piacevole che non ti aspetteresti. Come se mi fossi trovato in un deserto formato da dune di pura noia e poi, con lei, avessi scoperto un'oasi divertente. Sì, perché con "Kaguya-sama" non si può fare a meno di ridere, perché l'autore riesce a narrare attraverso le varie tavole situazioni assurde, senza sfociare, però, nell'idiozia. Tutto è mantenuto in piedi dai personaggi e dai gravi, anzi, rettifico, gravissimi problemi che hanno nel rapportarsi con gli altri e che li porta a riempirsi di ridicolo, per poi salvarsi la faccia "in extremis".

L'ambientazione è sempre la stessa, questo è ciò che colpisce soprattutto l'utente saturo dei soliti manga di tipo "scolastico", che si svolgono sempre negli stessi ambienti: la sala del consiglio. Un luogo grande ma non troppo, che si dimostra tutte le volte più che adatto per ambientare le simpatiche e divertenti vicende (e "seghe mentali") dei protagonisti.
Una narrazione sull'amore che non è come le altre, una narrazione sulla vita scolastica che non rientra nella norma e, soprattutto, una serie di eventi in cui sicuramente, almeno in parte, tutti noi abbiamo possibilità d'immedesimarci (almeno con me è successo).
Risate ma anche momenti tristi. Cinque personaggi come protagonisti e una premessa sull'amore abbastanza cinica, ma con la quale si può essere d'accordo. Un piccolo capolavoro a fumetti che intrattiene, diverte e, quando occorre, può far anche versare qualche lacrima (anche interiormente).

Davvero, quest'opera la gradisco molto, tant'è che la considero, adesso, una delle opere manga da me preferite. In più ha un pregio che altre opere (non solo manga e anime) non hanno, cioè quello di non lasciar delusi quando finisce. Infatti, seppur l'opera mentre sto scrivendo è ancora in corso, sono sicuro che mi sentirò soddisfatto quando vedrò questi due sciocchi quanto geniali ragazzi vivere rapportandosi come vogliono davvero, senza sentire il bisogno di leggere altro.
In definitiva, consiglio la lettura di questo manga a chiunque, soprattutto se si vuole passare qualche ora (i capitoli sono corti, però, essendo tanti e siccome so che rimarrete con gli occhi fissi sulle tavole finché non cala il sole e anche oltre, scrivere "ora" non è esagerato), divertendosi con un'opera semplice ma con uno stile proprio.

8.0/10
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L'opinione più ricorrente, quando si parla di “Tsuki Ga Kirei”, è quella secondo cui si tratta di un anime molto bello ma che necessita di un'altissima tolleranza agli zuccheri per poter essere davvero apprezzato, dato che la trama è molto, forse troppo, sdolcinata.
Col senno di poi non posso che confermare il giudizio positivo espresso dagli altri; e anche la presenza di parti troppo “smielate” è senza dubbio un dato di fatto. A mio avviso, però, “Tsuki Ga Kirei” non può essere considerato come un anime creato ad uso e consumo degli “estremisti del romanticismo”: non era questa l'intenzione dell'autore e non è questo il risultato che ha ottenuto, nemmeno involontariamente.
Si tratta, infatti, di un anime “sentimentale”, ma non di una favola; è, invece, il racconto, realistico anche se molto romanzato, di uno dei momenti più significativi nella vita di ogni essere umano: quello del primo amore e dei primi goffi tentativi di approcciarsi a quella che Mao Tse Tung chiamava “l'altra metà del cielo” (se ve lo state chiedendo... no, non è un anime sul Comunismo).

Un veloce incrocio di sguardi scambiato nell'atrio di una scuola media è tutto ciò che serve ai quindicenni Akane e Kotaro per “notarsi a vicenda”. Inizialmente i due non sembrano essere molto compatibili: lei è la giovane promessa del club di atletica; lui è un aspirante scrittore fissato con Osamu Dazai e poco interessato alla vita scolastica. In apparenza sembrano avere una sola cosa in comune: la grande timidezza. Ma questo non fa altro che aumentare la distanza che li divide.
Durante una lunga fase di corteggiamento reciproco, fatta più di lunghi silenzi e di piccoli gesti piuttosto che di decisioni clamorose o di dichiarazioni roboanti, entrambi si troveranno ad affrontare tanti piccoli-grandi ostacoli e potranno superarli solo tirando fuori degli aspetti di sé che nessuno si aspettava. E a questo punto anche lo spettatore non potrà che ammettere ciò che i due ragazzi avevano capito sin dal loro primo sguardo: Akane e Kotaro sono complementari l'uno per l'altro.
“E' stato il mio primo amore. Non sapevo niente. Ero così nervoso. Come tenersi per mano, come baciarsi. Non l'abbiamo nemmeno mai detto ai nostri amici. Era così imbarazzante. Non sapevo mai cosa fare. Ma, quel giorno, ha trovato il coraggio di parlarmi. Ho potuto credere che avremmo sempre camminato insieme. Il fatto che la persona che amo ricambi i miei sentimenti... ho pensato dovesse essere un miracolo.”

Non importa se siete timidi o estroversi, se con le donne (o con gli uomini) “ci sapete fare” o se siete degli eterni insicuri: tutti noi sappiamo bene che questi pensieri non appartengono solo ai due protagonisti di questo anime ma alla totalità degli adolescenti che si avvicinano all'amore per la prima volta. Con questo non voglio certo dire che tutti abbiano percorso, stiano percorrendo o percorreranno lo stesso lungo e impacciato percorso di Akane e Kotaro; però credo che le loro paure, le loro insicurezze, la loro inesperienza siano un ostacolo che chiunque abbia quell'età debba affrontare, indipendentemente dal tempo che poi impiegheranno a superarlo; ed è proprio questo il motivo per cui questo “Tsuki Ga Kirei” risulta così piacevole da seguire, e ciò nonostante la sua lentezza narrativa, i lunghi silenzi e una serie di situazioni forse un po' troppo infantili anche per dei ragazzi delle scuole medie.
Ciò che mi ha particolarmente impressionato è la grande attenzione posta nella descrizione della “crescita” dei due personaggi. Inizialmente Akane e Kotaro fanno fatica anche solo a parlarsi, poi cominciano ad aprirsi l'un l'altro e, infine, dando la giusta importanza ad ogni singolo mattone, riescono a buttare giù quel muro di timidezza e d'inesperienza che li divideva. Ma è soprattutto la percezione che hanno di sé stessi a cambiare: se la persona che ti sta accanto è davvero importante, allora le tue priorità si modificano e si trasformano; in certi casi, anzi, vengono completamente stravolte. Ma questo non è un qualcosa che può accadere in un singolo istante, ma deve essere il frutto di una lenta evoluzione interiore; e da questo punto di vista la scelta dei tempi narrativi è stata davvero perfetta. Inizialmente l'anime è molto lento, dopo un po' assume un passo più regolare e alla fine preme il piede sull'acceleratore: in questo modo la velocità della trama segue le varie fasi del cambiamento dell'animo umano e non il contrario. Il risultato ottenuto è che, se analizziamo le figure di Akane e Kotaro prima all'inizio e poi alla fine dell'anime, notiamo facilmente quanto siano cambiate; ma sono cambiate senza che noi nemmeno ce ne accorgessimo.

Un altro aspetto molto interessante trattato da “Tsuki Ga Kirei” è il modo in cui i nuovi mezzi di comunicazione stanno cambiando il nostro modo di relazionarci con gli altri. Il giudizio che questo anime dà su questo aspetto è positivo: senza “Line” probabilmente i due ragazzi avrebbero avuto poche possibilità di stare insieme, a causa delle loro grandi difficoltà comunicative. Personalmente mi sento di condividere questo giudizio, in quanto credo che la scrittura sia un ottimo espediente per superare le proprie insicurezze; devo però anche aggiungere che il mondo “social” di “Tsuki Ga Kirei” sembra assomigliare più a quello proprio dell'era degli sms e delle prime chat che a quello di Facebook e di Instagram; i social, cioè, non sono previsti nel disegno dell'opera, per cui il giudizio che si può trarre da ciò che questo anime propone lascia un po' il tempo che trova.

Vorrei porre l'attenzione, infine, sui tanti punti di contatto tra “Tsuki Ga Kirei” e “5 cm Per Second”. Entrambe le opere, infatti, si aprono in un modo simile, con due adolescenti che si innamorano in un contesto che non rende facile il loro rapporto e che li pone di fronte alla necessità di prendere delle decisioni; ma, mentre “5 cm Per Second” adotta un approccio pessimistico, con un protagonista che non riesce ad affrontare le difficoltà e si lascia andare all'immobilismo e all'autocommiserazione, “Tsuki Ga Kirei” propone un approccio diametralmente opposto. Al contrario di Takaki, infatti, Kotaro non si lascia abbattere dai problemi (cosa inaspettata, se teniamo conto dell'idea che avevamo di lui all'inizio), ma li affronta in un modo impulsivo ma razionale al tempo stesso. Non riuscirà a risolverli tutti; ma almeno ci proverà sempre. Quindi in entrambi gli anime troviamo una stessa situazione che poi viene affrontata in due modi completamente diversi; e, dovendo scegliere, il modo di agire di Kotaro potrà sembrare meno tormentato e struggente, per me nettamente più realistico. Ma, a giudicare dal tipo di rapporto che si instaura tra i personaggi di “Your Name.”, anche Shinkai sembra aver ormai imboccato una strada più ottimistica.

In definitiva, il mio parere su “Tsuki Ga Kirei” è molto positivo. A volergli trovare un difetto si potrebbe dire che l'apparato grafico andava gestito meglio, senza quelle fastidiose “aureole bianche” e con corpi un po' meno tozzi e squadrati; ma sono particolari a cui ci si abitua facilmente, perché, se non è esattamente una delizia gli occhi, questo anime è una deliziosa bufera di emozioni e ricordi che non può lasciare indifferente lo spettatore.
Dategli una possibilità; vi innamorerete di lui con la stessa velocità con cui Kotaro si è innamorato della sua bella Akane: al primo sguardo.

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"Il segreto di Ai-Chan" è una commedia scolastica di 15 volumi edita dalla GP Manga. È la commedia romantica che stavate aspettando se siete stanchi di aspettare il 9° volume perché accada uno scambio di affetto concreto tra i protagonisti. "Il segreto di Ai-chan" credo che non deluda da nessun punto di vista: un humor frizzante e un modo realistico di raccontare la relazione d'amore matura tra due liceali.

Aiko e Leo sono entrambi talentuosi membri del club scolastico di basket, rispettivamente iscritti a quello femminile e a quello maschile. Nonostante Aiko sia una ragazza, la sua energia e il suo fascino mascolino attirano un elevato numero di ammiratrici. Aiko però è costretta a dividere il suo trono con Leo - il ragazzo più bello e affascinante della scuola. Aiko prova verso Leo una forma di competizione, desidera batterlo nello sport e non lascia incompiuti dei siparietti in cui gli lancia delle sfide che coinvolgono i loro supporters e la scuola intera. Fino a questo punto, nulla che non è stato già visto in altre serie [Es. "Special A"].
La storia diventa interessante quando il fratello di Aiko, gestore di un Maid-Café, le chiederà di supportarlo a lavoro nei panni di una Maid. La sportiva Aiko abbandonerà le scarpe da ginnastica per indossare i panni (e i tacchi) della dolce Mai. Non solo questo, il temperamento turbolento e competitivo di Aiko lascia il posto alla femminilità e alla dedizione al servizio di Mai verso i clienti del locale. Il caso vuole che il suo rivale Leo passi dal locale e...si senta attratto da Mai. "Il segreto di Ai-Chan" con Leo durerà meno di un paragrafo. Già nel primo volume, infatti, Leo riconosce Aiko nei panni di Mai.

"Il segreto di Ai-chan" è in realtà la storia della complicità di Aiko e di Leo e della loro straordinaria capacità di gestire 1) la "dualità" di Aiko-Mai 2) la relazione all'interno della scuola. Credo che la storia porti dei bei contributi al panorama shoujo scolastico per due motivi:
- La protagonista femminile Ai-Chan: un personaggio che impara a sbocciare, a entrare in sintonia con la sua femminilità. È interessante per me il modo in cui evolve nel corso della storia questa ragazzetta un po' maschiaccio perché lo fa senza snaturare sé stessa. La protagonista Aiko vive l'amore come un motivo di misurazione con il contesto e come una leva per migliorare. Se quindi leggendo le recensioni il profilo di Aiko sembra simile a quello di tante eroine shoujo, cambierete idea dopo aver letto le prime dieci pagine.
- La relazione tra Aiko e Leo è caratterizzata da una dose equilibrata di romance, ironia e intimità. Con "Il segreto di Ai-chan" finalmente leggo una storia dove sentimento e intimità hanno lo stesso sapore, si incontrano senza mai sprofondare nella volgarità. Qui l'intimità di coppia non è vissuta come un tabù e la relazione è quella tra liceali maturi, non contornati - come in altri shoujo - da filtri romance che rendono i protagonisti più studenti delle elementari/medie. Parliamo qui di protagonisti con degli impulsi fisiologici e consueti, governati dal "rispetto di coppia reciproco" [Non aspettatevi le scene esplicite o il vocabolario di Honey & Honey Drops, per intenderci].

In quindici volumi di storia accadono molti fatti che hanno mantenuto sempre alto il mio livello di attenzione alla lettura. I personaggi secondari sono stati curati e offrono dei bei contributi alla storia. Mi piace che l'autrice dedichi a loro dei paragrafi alla fine di ciascun volume. In questo modo approfondisce la loro conoscenza e arricchisce lo spessore caratteriale, senza perdere di vista la narrazione incentrata sui personaggi principali.

Dal punto di vista grafico, i disegni dei volti li ho trovati particolareggiati ed estremamente espressivi. Non ho apprezzato tanto le figure intere, le gambe davvero molto magre, ma nel complesso i disegni sono belli.
L'unico aspetto che non mi è piaciuto è l'edizione GP con copertina rigida, che avrei proposto con sovraccoperta e con costine a tinta unica. Per il resto un gran bel fumetto, sono contenta che sia arrivato in Italia. Nel panorama delle commedie liceali secondo me occorrono meno perbenismo, sbilanciamento al romance, e più autenticità. A proposito di questo ultimo punto, "Il segreto di Ai-chan" dimostra ampiamente che ciò è possibile anche in uno shoujo.