Periodo tremendo quello che stiamo vivendo, in sequenza ci stanno lasciando tantissimi personaggi a cui era legata la nostra infanzia. Ieri abbiamo detto addio al Maestro Luigi Albertelli, autore di più di 1.000 canzoni scritte per i più importanti interpreti della canzone italiana degli anni '70, '80, '90 e del testo di tantissime sigle a cui siamo legati, da Furia a Goldrake, da Capitan Harlock a Remì, dalle sigle di Hazard a Daitan 3, da Anna dai Capelli Rossi a Hello!Spank
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Lo voglio ricordare con l'intervista che gli feci qualche anno fa in occasione della sua presenza al Salone del Libro di Torino. Una intervista che fa capire la semplicità ma anche il carattere determinato dell'artista che ci ha lasciati.

AnimeclickMaestro Albertelli, il nostro sito è frequentato maggiormente dai più giovani ma c'è anche una nutrita pattuglia di trenta/quarantenni (io stesso sono classe '74) cresciuti con le sue sigle. Come si presenta normalmente però a chi non la conosce?

Albertelli:Con la storia della mia vita faccio capire chi sono gli autori, queste bestie oggi sconosciute.

A: Lei ha scritto tante canzoni entrate nella storia della musica italiana, ha vinto Sanremo e collaborato con grandi cantanti. Quali sono le canzoni a cui è più legato e secondo lei quali sono le grandi differenze tra la musica italiana di ieri (70/80) e oggi?

Albertelli: Non confondiamo il successo con la memoria! Oramai siete abituati a conoscere solo i successi e non conoscete i pezzi veramente forti che ho scritto tra mille.
A Tortona, mia città natale, i miei stessi concittadini non sanno che certe canzoni le ho scritte io.
A questi pezzi non conosciuti dal pubblico sono particolarmente legato personalmente perché sono state esperienze di vita magnifiche.
Oggi la differenza nella musica è sostanziale: sono cambiati i tempi anche se di cose nuove ne ho sentite pochissime, per colpa dell’adeguamento internazionale. Il web ha modificato i gusti e ampliato anche le possibilità di tutti, infatti abbiamo visto trionfare all’Eurofestival una canzone in portoghese. Tutto è cambiato, come è giusto che sia. Purtroppo in Italia più in peggio che in meglio.


A: Veniamo alle sigle. So che ha iniziato con Furia, il mitico cavallo del West. Ricordo che il testo era davvero molto particolare con questo cavallo che "beveva solo caffè e si lavava i denti con il seltz". Ci può raccontare come andò e il perché di questo testo stravagante?

Albertelli: Non era un testo stravagante, è un testo originale, dettato dalla necessità di inventarsi qualcosa su un soggetto che ignoravo completamente, eccetto per il fatto che fosse un cavallo nero. Evviva la creatività!

Il 1978 è segnato a fuoco dalla mia generazione. Arriva Goldrake e ne siamo stati tutti rapiti. Lei ha scritto le canzoni delle sigle. Quella iniziale era anche questa piuttosto stravagante tra "insalate di matematica" e "pulsanti magici". Da quanto so scrisse questo testo sapendo pochissimo del cartone, è vero? Ci racconta qualche aneddoto su questa sigla famosissima?

Albertelli: L’aneddoto è questo: Ufo Robot, fatto di corsa all’ultimo istante, con Ares Tavolazzi e Vince Tempera, doveva essere il lato B e fui io a dire “No, questo è il lato A perché è fortissimo e diventerà un successo.”
 
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La prima sigla di chiusura "Shooting Star" resta una delle mie favorite di sempre. Come mai la scelta del testo inglese in questo caso?

Albertelli: Perché non sapevamo un piffero di cosa fossero quei cartoni, al di là del nome, e preferii fare il testo in inglese per dare un’aria internazionale al brano.

A: Goldrake fu un successo mediatico incredibile, come lo avete vissuto voi musicisti?

Albertelli: Se noti tra gli autori c’è un famoso compositore e chitarrista, prediletto da Battisti, che è Massimo Luca. E quasi mai le sigle avevano un cantante solista ma solo cori di gente che poi è durata in questo mondo. Era un bel gruppo innovativo che ha preso sul serio le sigle, quindi era un successo già scritto, ce lo aspettavamo.
 


A: L'anno dopo altro grande successo e altra sigla scritta da Luigi Albertelli: Capitan Harlock. La canzone ci fece davvero volare tra le stelle eppure so che ebbe qualche problemino con la Rai. A distanza di anni ne possiamo parlare?

Albertelli: Basta andare su Wikipedia che ne abbiamo già parlato abbastanza.

A: Nello stesso anno arriva il telefilm Mork & Mindy con la mitica "Nano Nano”: qui credo che in po' di più rispetto a Goldrake e Furia lo sapeva. Ci racconta come fu ispirato per questo che divenne un vero tormentone?

Albertelli: Semplicissimo. Per la gestualità che accompagnava il brano e per la grandezza di Robin Williams.

A: Altra canzone famosissima firmata con il Maestro Vince Tempera (e cantata dai Balestra) è la sigla di Daitan 3. Anche qui un inno alla libertà e all'avventura che ha cresciuto un'intera generazione. Se ne rendeva conto mentre scriveva questa o altre sigle, o erano solo "canzoni per cartoni”?

Albertelli: Ribadisco per l’ennesima, e spero per l’ultima volta, che la parola libertà era impegnativa e una forma espressiva da me sentita al massimo: non era un messaggio per bambini ma per l’umanità. E per l’ultima volta, mai scritto canzoni per bambini in vita mia.
 
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A: Il periodo delle sigle è concentrato quasi del tutto tra la fine degli anni ’70 e l'inizio degli ’80. Come mai?

Albertelli: Perché dopo ci siamo rotti le balle. Almeno io, vista l’usura a cui era stato sottoposto il nostro mondo da persone non all’altezza. Cristina d’Avena per esempio non è mai stata nostra rivale: lei è una seria professionista delle sigle per bambini, e non me ne voglia l’amico Fasano, con cui peraltro sto uscendo con la sigla di Benjamin, ma il clan che ruotava intorno alle nostre sigle era come la settimana enigmistica, una serie infinita di imitatori ma nessuno potrà mai eguagliarci.

A: La sigla a cui oggi è più legato?

Albertelli: L’ultima è la migliore, si dice per altre cose, no?
E quindi ti dico Benjamin, scritta con Fasano, e anche questa ha la sua originalità e il suo perché: non solo sarà un disco di Mal, ma questo progetto sarà affiancato da un cartone animato con il nostro come protagonista, dove lui sarà un istruttore di cavalli in una fattoria in mezzo a tanti bambini. Benjamin è il nome del puledrino nipote di Furia, solo che qui appunto sarà un cartone animato prodotto dalla Gertie e sceneggiato con l’aiuto dei bambini che vorranno partecipare al concorso interattivo, diventando così parte in causa dell’andamento delle storie.
Luigi Albertelli con Go Nagai e Vince Tempera al Romics
 
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A: Nel 2011 come fu l'esperienza "Goldrake Generation" con il concerto live a Etna Comics prima, e a Lucca Comics poi, insieme a Vince Tempera che vi portò a saggiare dal vivo l'affetto dei fan?

Albertelli: Il contatto col pubblico è sempre una cosa straordinaria, sentire che ancora adesso tantissimi ricordano cose fatte più di 30 anni fa vuol dire che abbiamo fatto bene, anzi benissimo, e fa piacere soprattutto oggi che le canzoni durano due giorni. Mi piace stare in mezzo ai giovani e non vedo l’ora di rifare questa esperienza adrenalinica… Cazzo perché non l’ho fatto prima?

Nel salutarla (e nel ricordare a tutti che potranno salutarla al salone del libro di Torino il 20 maggio in compagnia degli amici dell'Associazione L. Matsumoto) vorremmo sapere quali sono i suoi attuali progetti. La vediamo ancora molto attivo!

Albertelli: Vi ringrazio per l’ancora, brutti stronzi, ma io sono attivo da sempre.
I miei ultimi progetti riguardano la produzione di una talentuosa cantastorie milanese - Furia - che presenterò anche al Salone del Libro sabato 20 maggio, anche qui con un’idea nuova di cui sentirete parlare nel panorama musicale italiano.
E poi c’è la mia ultima sigla, Benjamin, assieme a Gianfranco Fasano e a Mal.