Nel boom generale che sta vivendo il manga nel nostro Paese, sia a livello di vendite che di interesse, mi rende davvero felice vedere che uno dei miei artisti preferiti, Naoki Urasawa, stia facendo la parte del leone. Planet Manga ha dovuto ristampare tutti i suoi masterpiece a furor di popolo e così tanti nuovi lettori stanno scoprendo, o scopriranno a breve, titoli del livello di 20th Century Boys, Monster e Pluto. La fame di manga e di autori però sembra non finire mai in questo particolare momento dell'editoria nostrana. Questo perché, se le ristampe vanno incontro ai nuovi fan, i vecchi vogliono scoprire ancora molto di questo autore.
 
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Ed ecco quindi che l'editore cerca nuovamente di accontentarli. Kushami (Etciù) raccoglie 8 storie brevi realizzate da Naoki Urasawa tra il 1995 e il 2018. I generi e i temi affrontati in questi racconti sono molto diversi tra loro e fondamentalmente vanno a comporre quel puzzle di interessi pop che hanno caratterizzato la poetica di questo autore da sempre. Dalla tv alla musica, dall'animazione al fumetto stesso, Urasawa continua a solcare i sentieri della nostalgia e del tempo con il suo tipico tratto molto occidentale, che lo hanno reso tanto amato anche in Europa.
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Fin dalla prima storia abbiamo un sapore di già visto in stile Stranger Things: Damiyan (citazione già nel titolo, vedi The Omen N.d.r.) narra le vicende di un malavitoso che cerca di barcamenarsi tra una famiglia che non accetta il suo "lavoro" e i cambiamenti che stanno maturando in suo sfavore nel clan. Non potrà che rivolgersi a uno scombinato duo di nerd, uno dei quali ha degli straordinari poteri...

La seconda storia è stata concepita per il numero speciale di Mook, uscito per il decimo anniversario del premio culturale Osamu Tezuka, e riporta Urasawa a collaborare con Takashi Nagasaki alla sceneggiatura, esattamente come successo per Pluto. Ne nasce un racconto tipico di questo autore, che parte da una situazione di estremo realismo (giornalista della rubrica necologi in una redazione di provincia) per virare poi nell'azione e nel sovrannaturale. Poche pagine che a mio avviso fanno capire in pieno i motivi del perché questo autore piaccia anche a chi, magari più giovane, subisce meno il luccichio nostalgico dei tanti omaggi pop con cui il mangaka infarcisce le sue opere.
 
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Non mancheranno i momenti in cui Urasawa ci mostra l'amore incondizionato per l'altra sua grande passione: la musica. La band degli Anzianotti e It's a beautiful days trasudano nostalgia e voglia di raccontare quanto i grandi artisti della musica pop/folk costituiscano una parte fondamentale di quello che oggi noi tutti siamo. Il mangaka racconta i suoi pellegrinaggi in America, la voglia di confrontarsi con la musica occidentale, dai Beatles a Dylan, ma anche il rispetto e l'affetto per la musica folk giapponese, in particolare per quella con Kenji Endo, soprannominato Enken.

In Henry e Charles scopriamo un Urasawa diverso che ancora una volta riesce a stupirci. È un racconto per bambini, dove si narrano le traversie di due topolini per cercare di accaparrarsi una torta. Si vedono tutte le influenze occidentali assorbite un tempo dal piccolo Naoki, dai Looney Tunes ad Hanna & Barbera passando per le vecchie Sit Com americane. Un tratto e un mood al solito perfetti nel loro essere nostalgici ma anche estremamente comici, tanto da far pensare come sarebbe bello vedere un cartone animato ideato da lui e indirizzato a un target di bambini/ragazzi. Ve la vedete una accoppiata Urasawa/Don Bluth?

Il regno dei Kaiju ritorna sull'amore che ancora oggi prova il mangaka per quegli eroi e quei mostri che andavano in tv negli anni 70. I kaiju d'altronde sono ormai stati sdoganati a livello mondiale e Urasawa gioca proprio su questo strappandoci un sorriso. In un momento in cui un nuovo film di Godzilla sta per fare i milioni al botteghino, veniamo trasportati in una Tokyo alternativa, in cui questi mostri preistorici giganteschi esistono davvero e le loro imprese di distruzione rappresentano la maggior attrazione turistica giapponese. Perché non c'è nessuno più otaku degli otaku dei Kaiju!

Se, come dicevamo, Urasawa è davvero molto conosciuto e apprezzato in Europa, con i nostri cugini d'Oltralpe però c'è un legame piuttosto particolare. Non a caso il protagonista della storia precedente era un francese e l'ultimo breve fumetto, Solo Mission, è stato pubblicato in Francia (infatti si legge da sinistra) per il quarantesimo anniversario della casa editrice "Humanoids". Urasawa anche in queste poche pagine ci mostra tutta la sua verve artistica, puntando alla moda attuale dei supereroi con superproblemi, calandola in chiave supersentai e chiudendola in modo ironico e surreale come solo la sua mente geniale può fare.

 
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Il volume è disponibile da un mese in fumetteria, libreria, on line e Planet Manga ce l'ha portato in versione bella grande 15x21 brossurato con elegante sovraccoperta. Sono 200 pagine con intere storie totalmente a colori. Il prezzo non è economico, 15 euro, e quindi mi fa consigliare questo volume in primis a chi è già stato stregato da Naoki Urasawa e lo voglia approfondire. Chi è invece ancora a digiuno di questo imprescindibile mangaka, corra in fumetteria dove le ristampe delle sue opere più famose stanno tornando a riempire gli scaffali!