Animeclick.it è lieta di continuare la collaborazione che unisce cibo e anime/manga!
Eccoci di nuovo con la food blogger Laura che ci parlerà di alcuni aspetti della cultura giapponese strettamente legati alla cucina e di come riproporre sulla nostra tavola piatti visti in anime e manga!
 
Laura nasce nel 1984, cresce con Occhi di Gatto, Prendi il mondo e vai, Hilary, È quasi magia Johnny e Il Mistero della Pietra Azzurra. Poi si innamora di Sailor Moon e a 11 anni acquista il suo primo manga. Nel 2016 visita il Giappone dove torna anche nel 2017 e nel 2019; rimane così impressionata dai loro cafè da desiderare che esistessero anche in Italia.
Da questa idea nasce il suo sito Dolce Salato in Forno che unisce le sue due passioni, i manga e la cucina, con l’obiettivo di portare l’atmosfera dei cafè giapponesi a casa propria. Potete seguirla su Facebook, Instagram, YouTube e TikTok sempre come dolcesalatoinforno e sul suo sito: DolceSalatoInForno.


Family restaurant giapponesi: la nascita della cucina “per famiglie”

Guardando gli anime, avrai sicuramente visto i protagonisti rifugiarsi in ristoranti simili alle tavole calde americane, ma cosa sono questi locali e come si sono diffusi in Giappone?
I family restaurant, o famiresu, sono ristoranti economici e informali, per lo più appartenenti a catene, che si trovano un po’ ovunque. A metà strada tra i fast food e il ristorante, si chiamano così in quanto nati per rivolgersi alle famiglie, ma grazie ai loro prezzi ragionevoli e menù vari, sono riusciti ad attirare anche altri tipi di clientela. Infatti, i family restaurant sono il luogo perfetto per consumare qualcosa di veloce o incontrarsi con gli amici a qualsiasi ora della giornata (molti forniscono un servizio aperto 24 ore su 24).
 

Negli anni ‘50, in Giappone, in seguito alla guerra di Corea, ci fu un boom economico che portò un aumento del reddito nazionale senza una pari crescita dei prezzi, e questo agevolò l’espansione del mercato della ristorazione. Infatti, fu proprio in questo periodo che Kyoichi Egashira, ispirandosi alla sua esperienza come cuoco in una base militare statunitense, fondò a Fukuoka quello che è considerato il prototipo di ristorante a conduzione familiare.
Successivamente, in occasione dell'Expo di Osaka del 1970, Egashira collaborò con Howard Johnson per aprire quattro locali di cucina americana ottenendo un successo insperato. Quello fu un chiaro segnale che i giapponesi stavano iniziando ad interessarsi ai piatti occidentali.
Nello stesso periodo, a Kunitachi, Tokyo, aprì il primo punto vendita di quella che è diventata una famosa catena che ha dato il nome ai family restaurant, Skylark.
 

Skylark fu fondata dai quattro fratelli Yokokawa che gestivano già un negozio di alimentari con discreto successo. Purtroppo, nella seconda metà degli anni ‘60, aprì nelle loro vicinanze una grossa catena di supermercati e questo incise negativamente sulle loro vendite. Indecisi se lottare o avviare un altro tipo di attività, i fratelli si recarono in America su invito di un gruppo di ricerca nel settore della distribuzione. Durante il viaggio, i quattro restarono affascinati dalle catene di ristoranti e si interessarono ai McDonald’s, ma rinunciarono subito quando si resero conto che sarebbero stati necessari 300 milioni di yen per acquistarne i diritti. Così rivolsero la loro attenzione alle tavole calde come il Denny’s, Big Boy e Howard Johnson che, proprio in quel periodo, stavano acquisendo popolarità e decisero di avviare un’attività simile in Giappone.
Skylark chiamò il locale dapprima “Caffetteria”, ma si rese presto conto che questa parola non era adatta, così nacque il termine “Family restaurant”.
 

Mentre nel 1971 Egashira aprì il primo Royal Host, l’anno successivo Skylark estese il suo servizio 24 ore su 24, e il numero dei suoi locali aumentò rapidamente. Sulla scia di questi successi aprirono altre catene come il Denny’s, il Friendly e il Joyful, facendo raggiungere al settore l’apice del successo negli anni ‘80.
Tuttavia, quando negli anni ‘90 scoppiò la “bolla economica”, l’ondata di recessione colpì anche i family restaurant che dovettero ridurre i prezzi medi del menù da 1000 yen a piatto a 380-500 yen e tagliare sul personale, introducendo il pulsante di chiamata al tavolo.
Negli ultimi anni, con il calo delle nascite, sono sempre meno le famiglie che frequentano i family restaurant dando spazio a clienti single, anziani o turisti, ponendo così a questo tipo di ristoranti un'altra difficile sfida.
 

Se visitate un family restaurant durante un viaggio in Giappone, sappiate che non è necessaria la prenotazione. Se al vostro arrivo il locale è pieno, vi basterà fare annotare il vostro nome in lista di attesa, e sarete chiamati non appena sarà il vostro turno. Ci penserà poi il cameriere ad accompagnarvi al tavolo, offrendovi un bicchiere d’acqua e una salvietta umida (oshibori) per le mani. Quando sarete pronti per ordinare, vi basterà premere il pulsante che troverete sul tavolo per chiamare il personale. I menù hanno le fotografie, per cui è facile ordinare anche se non si conosce il giapponese.
 

Un aspetto popolare dei family restaurant è il “drink bar”, dove per appena 200-400 yen è possibile consumare liberamente varie bevande analcoliche.
I family restaurant, salvo quelli specializzati in cucine particolari, servono una combinazione di piatti giapponesi e occidentali come hamburger, insalata, carne alla griglia, pasta, pizza, udon, riso al curry e donburi e come dolci parfait, gelati, cheesecake e pancakes. Particolarità dei family restaurant sono i menù per bambini, piatti composti da bevanda, dolcetto, omurice, spaghetti naporitan, hamburger, decorati con personaggi degli anime o bandierine (memorabili i capricci di Manjiro “Mikey” Sano in Tokyo Revengers quando gli servono il menù per bambini senza bandierina!).
 

Se parliamo di family restaurant ed anime, impossibile non citare Come dopo la pioggia (Koi wa Ameagari no You ni) di Jun Mayuzuki. La maggior parte della storia si svolge nel Caffè Giardino, un family restaurant dove Akira Tachibana lavora part-time poiché innamorata del direttore Masami Kondo, un 45enne divorziato e trasandato.
Una curiosità: lo sapevate che Hirohiko Araki si incontrava spesso in uno dei ristoranti della catena Jonathan’s con il suo redattore? Araki ha affermato che il nome di Jonathan Joestar, protagonista della serie “Le Bizzarre Avventure di JoJo: Phantom Blood”, è stato “preso” proprio da questo locale.
 

Per rievocare l’atmosfera dei family restaurant, prepariamo insieme l’hamburger al formaggio servito al Caffè Giardino.

Ingredienti per 3 persone:
450 gr. di macinato misto
2 cucchiai di cipolla tritata
6 cucchiai di pangrattato
1 uovo
sale
pepe
noce moscata (opzionale)
olio
3 fette di formaggio cheddar
prezzemolo
2 cucchiai di vino rosso
3 cucchiai di ketchup
1 cucchiaino e mezzo di salsa di soia
10 gr. di burro
1 cucchiaino e mezzo di salsa Worcestershire
prezzemolo fresco

Preparate la salsa dell’hamburger versando il vino in una casseruola e portandolo a bollore. Aggiungete il ketchup, la salsa di soia, la salsa Worcestershire, burro, sale e pepe e continuate a cuocere per qualche minuto.
Versate un filo di olio in una padella e fate soffriggere la cipolla. Spegnete il fuoco e lasciate raffreddare.
In una ciotola versate il macinato, la cipolla soffritta, il pangrattato, l’uovo, il sale, il pepe e la noce moscata. Mescolate e dividete il composto in 3 parti uguali, dando una forma ovale.

Scaldate un filo di olio in una padella e mettete a cuocere a fuoco alto gli hamburger circa un minuto per lato. Abbassate poi la fiamma al minimo, coprite con un coperchio e fate cuocere per altri 6-8 minuti.
Controllate la cottura infilando uno spiedino al centro degli hamburger, se esce del liquido trasparente sono cotti, altrimenti sarà necessario proseguire la cottura.
Disporre le fette di formaggio sugli hamburger e coprire la padella con il coperchio finché non sarà sciolto.
Disponete la salsa sul fondo del piatto e adagiatevi sopra l’hamburger. Cospargete con del prezzemolo fresco e servite.