Scena iniziale: retrobottega di un locale che offre sushi a Tokyo. Due uova si schiudono. Da una esce un giallo pulcino molto arzillo, dall'altra invece... un tuorletto carinissimo ma che da subito si rivela essere pigro e molto indolente, commentando buona parte di ciò che gli succede al suono di "Che disdetta".
No, non sto dando i numeri! Sto semplicemente parlando della nuova serie targata Sanrio "Gudetama: un nuovo viaggio" (più ironicamente "Eggcellent Adventure" in lingua inglese), ovvero le avventure di questa improbabile coppia (il tuorletto Gudetama e il pulcino Shakipiyo) disponibili su Netflix dal 13 dicembre 2022 per un totale di 10 puntate dalla durata di 15 minuti circa l'una.
 
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Per chi non lo conoscesse, Gudetama è un personaggio creato nel 2013 dall'allora 26enne Amy (nome d'arte di Emi Nagashima), designer della Sanrio, azienda giapponese nota per brandizzare personaggi originali molto carini, basti pensare ad Hello Kitty. Anche se il suo aspetto simile a un blob sembra l'antitesi di ciò che è l'emblema del kawaii, l'ovetto noto per la sua pigrizia ha incontrato il favore del pubblico.
L'ispirazione per Gudetama non poteva che arrivare dai fornelli, mentre Emi si preparava un uovo per cena dopo una lunga giornata di lavoro, rimanendo affascinata dall'immagine decadente del tuorlo dentro la padella. Da lì alla similitudine con i giovani di oggi, stanchi della vita, il passo è stato breve!
 

Nacque così questo tuorlo con piedi, braccia e un sedere tondo spesso in bella vista, immortalato quasi sempre in posizione distesa a cullarsi nella sua pigrizia. La sua prima comparsa ufficiale fu ad un concorso a base di cibo indetto dalla Sanrio per ispirare i suoi designer e testare nuovi personaggi. Gudetama arrivò secondo, perdendo contro un allegro filetto di salmone di nome Kirimichan, ma il successo era solo rimandato di poco, visto che l'ovetto conquistò un suo programma tv l'anno dopo, entrando subito nel cuore di grandi e piccini. Sono stati creati anche videogiochi e fumetti basati sul personaggio; aeroplani e treni sono stati decorati a tema Gudetama, così come i piatti a base di uova di alcuni ristoranti. Gudetama iniziò quindi ad apparire anche su una grande varietà di prodotti, diventando nel 2019 il terzo personaggio più redditizio dell'Azienda. 

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Ciò che distingue Gudetama dal resto dei personaggi della  Sanrio è il legame personale che molti dei suoi fan provano verso di lui, in quel suo essere perennemente stanco e svogliato. Questa creatura (non fecondata e quindi senza un sesso, secondo le spiegazioni della stessa Sanrio) è troppo stanca per starnutire, troppo stanca per farsi mangiare, troppo stanca per essere fritta e, molte volte, troppo stanca per uscire letteralmente dal suo guscio. Usa strisce di pancetta come coperte e bistecche come cuscini.
La vita per Gudetama, che consiste principalmente nello sdraiarsi su un piatto, è in gran parte fatta di apatia totale.
Qualsiasi sforzo è sinonimo di dolore. L'unica cosa peggiore dello sforzo è lo sforzo richiesto per lamentarsi di detto sforzo. Gudetama è il vero motivatore del non fare nulla e il suo motto può essere riassunto in: puoi essere pigro in tutto, se ti impegni a farlo!

Il nome "Gudetama" stesso deriva dall'unione di due parole che racchiudono in sè tutto il suo essere: la prima è gude gude (giapponese:ぐ で ぐ で), che è usato come onomatopea per evocare l'impressione di qualcosa di pigro e privo di energia. La seconda parte deriva dalla parola giapponese tamago (giapponese:た ま ご) che significa uovo. Pertanto, Gudetama può essere tradotto letteralmente come "uovo pigro".
Nella sua riluttanza a fare qualsiasi cosa, Gudetama ha messo insieme una personalità ben definita grazie alla sua perseverante e applicatissima inattività. Personalità in cui si ritrovano parecchi dei suoi fan che empatizzano con la sua teatrale depressione, che lo porta a lamentarsi costantemente della sua "vita difficile".


In questa breve ma intensa serie però, il suo carattere indolente sarà seriamente messo in discussione e anche a dura prova a seguito dell'incontro/scontro con Shakipiyo, che da subito vuole mettersi alla ricerca della propria madre. Un'avventura ma anche uno scopo di vita da compiere in compagnia di Gudetama con cui pensa di condividere il genitore poiché sono caduti dallo stesso vassoio. La strana coppia finisce per lasciare il frigorifero e dirigersi verso il resto del mondo a loro sconosciuto. 
Due creature diametralmente opposte che finiranno per incappare in ogni sorta di contrattempi e personaggi, finendo per arrivare anche davanti al Primo Ministro! Il tutto con un Gudetama 
a dire il vero non molto convinto e letteralmente trascinato in giro per il Giappone grazie ad una specie di carrozzina che il pulcino Shakipiyo tira fuori dal suo guscio, novello erede di Eta Beta!


Ma i momenti davvero divertenti sono però quando Shakipiyo e Gudetama incontrano altri derivati delle uova a uso culinario: uova sode, frittate, involtini, omelette, ma anche uova di pesce. Ne nascono discorsi surreali sulla vita, su cosa vuol dire essere uova, sullo scopo finale di un uovo, sull'unicità dell'essere. Approcci dunque molto filosofici che si infrangono contro il nostro tuorlino sempre al centro della discussione con la sua filosofia molto "meh". 

Purtroppo a "rompere le uova nel paniere" ci si mette un'atroce scoperta: Gudetama rischia di marcire se passa troppo tempo all'aria aperta. Per evitare ciò i due finiscono trascinati in un mondo criminale guidato da una gigantesca Omurice in una sarabanda di citazionionismo delirante che va da Il Padrino a Star Wars.

Dopo tante avventure e aver scoperto la verità sulle proprie origini, Gudetama deciderà finalmente cosa vuole fare della sua vita, accettando con una certa serenità il suo destino di diventare un uovo crudo su una ciotola di riso fumante.

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Alla fine di ogni episodio ci si interroga su cosa si è visto: la sceneggiatura è talmente delirante che viene da chiedersi se chi l'ha scritta fosse sotto effetto di allucinogeni o magari in preda alle visioni dopo un'intossicazione alimentare magari causata proprio da uova andate a male! Eppure puntata dopo puntata, al grido di "O mio Pio!", ci si ritrova a fare il tifo per quel povero pulcino che non demorde mai, a stupirsi di come le uova possano essere declinate in molte forme, tante quante sono gli esseri umani, ma soprattutto ad affezionarsi all'incrollabile fede del dolce far niente unita ad una buona dose di accidia del nostro Gudetama (ebbene sì, il nostro ovetto sarebbe il testimonial perfetto per spiegare il peccato capitale meno conosciuto).   
Un mix di pessimismo, celebrazione dell'amicizia e senso di fatalità pervade tutta la serie, facendola apprezzare anche agli adulti, nonostante il target di riferimento siano palesemente i più piccoli. Gudetama non è solo pigro: è uno sconfitto. Guarda il nostro mondo, con tutte le sue complicazioni e si chiede perché farsi venire il mal di testa per risolverle: meglio non far nulla! Quanti di noi, anche solo inconsciamente e attraversando un periodo molto negativo, non potrebbero che dargli un minimo di ragione?

 


Alto impatto di immedesimazione che arriva anche grazie all'eccellente aspetto tecnico gestito da OLM con l'aiuto di L'Espace Film, che riesce a regalarci un mix tra animazione 3D dei personaggi e mondo reale che interagiscono perfettamente. Gudetama e Shakipiyo si inseriscono senza sforzo in quello che appare come un vero e proprio live action, senza perdere quel fascino magico e trasportante che solo un'opera di fantasia sa regalare. 
Il resto lo fanno i bravissimi doppiatori. Sia Seiran Fukushima che presta la voce a Shakipiyo donandogli un'anima allegra e ingenua, che soprattutto Shunsuke Takeuchi, che dà la voce a ben 24 personaggi (in pratica tutte le uova presenti) tra cui Gudetama, fanno un lavoro strepitoso.

Tirando le somme, perché vedere Gudetama? Perché sebbene l'ozio sia il padre di tutti i vizi, a volte prendersi una pausa, o  anche più di una, ci permette di riflettere sul senso della vita, di porci domande esistenziali, di ascoltare le riflessioni altrui sull'argomento e poi di alzare le spallucce, tirarci su bene la coperta (che sia una fetta di bacon è un particolare trascurabile) e fregarcene beatamente del resto del mondo, almeno ancora per un po'. E magari di accettare il nostro destino, fosse anche quello di finire mangiati crudi come accompagnamento ad una ciotola di riso, perché in fin dei conti che può fare un uovo crudo?
Che poi per arrivare a  questo epilogo nel frattempo, soprattutto grazie agli altri, si sia vissuti un'esistenza piena di avventure, fra primi ministri, giornalisti d'assalto, galline, agricoltori, mafiosi, ecc ecc, beh questa è un'altra storia....