Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Se volete farne parte anche voi... rimboccatevi le maniche e recensite!

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.

Per saperne di più continuate a leggere.

7.5/10
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Oh ragazzi: da giocatore, veterano del gioco in questione, potrei dire mille cose diverse riguardo Arknights e questo suo adattamento animato, ma cercherò di limitarmi alle cose più importanti.

Arknights è stato, a mio parere, il primissimo gacha da mobile a dare una seria importanza alla trama e ai personaggi, infatti adattare tutto in forma animata è un lavoro estremamente difficile, perché con tutto il materiale che la scrittura presenta potresti trasporlo, senza problemi, in una serie di romanzi belli grossi se non vuoi perdere la complessità di ciò che accade, ma come prima serie, devo dire, hanno fatto un buon lavoro fino ad adesso, contando che l'anime copre a malapena i primi 3 capitoli della storia principale.

La storia ci catapulta nel mondo di Terra, luogo estremamente pericoloso dove imperversano dei fenomeni distruttivi chiamati ''Catastrofi''. Per ovviare a questi cataclismi, le città si sono sviluppate in maniera da essere semoventi, per spostarsi all'occorrenza ed evitare la distruzione. Una di queste città, Chernobog, viene presa d'assalto da un gruppo paramilitare denominato ''Reunion'', formato interamente da persone contagiate da una malattia conosciuta come ''Oripatia''. Gli infetti con tale malattia sono trattati dalla società alla stregua di pericolose bestie, ed è proprio questo ostracismo la causa della creazione di Reunion, che mira a cambiare la situazione tramite la violenza.
Tuttavia, c'è un'organizzazione che è l'altra faccia della medaglia: Rhode Island, una compagnia farmaceutica che mira a migliorare la condizione degli infetti tramite la diplomazia e con l'ultimo obiettivo di trovare una cura per l'Oripatia. Rhode Island è la casa della protagonista della storia: Amiya, una giovane ragazza coniglio dalla personalità molto sensibile e buona. Ella è accompagnata dal misterioso ''Dottore'', che nel gioco per mobile è l'avatar del giocatore, e da altri intriganti personaggi come la scienziata Kalt'sit.

Premetto col dire che la storia, nel gioco, è parecchio lenta a muoversi e densa di tantissimi particolari e di temi, che vengono via via aggiunti con side stories che aiutano a chiarificare alcuni eventi che avvengono nella storia principale. La mia paura era che avrebbero finito per dover tagliare parecchie parti per far scorrere la trama, paura dovuta anche ai soli 8 episodi invece dei canonici 12-13 per serie, ma a dire la verità il colpo dei tagli non lo si accusa più di tanto, difatti la storia nel gioco ingrana davvero solo a partire dal capitolo 5 e le parti precedenti sono più un'introduzione al mondo di Terra, le sue regole, i suoi temi e i personaggi. Questa prima serie, infatti, ci mostra proprio ciò: ci introduce al mondo di Arknights e ai suoi personaggi in maniera buona.

Cos'è che però contribuisce ad alzare il mio voto? Il lato tecnico. I disegni e le animazioni sono sublimi, ma sublimi veramente, cosa che davvero non mi sarei aspettato. I personaggi sono di un'espressività fantastica e i doppiatori hanno fatto un lavoro altrettanto impeccabile. Perfino i personaggi generici vengono trattati all'altezza. Peccato solamente per le musiche che, visto il meme della compagnia che produce Arknights, definita una ''Casa discografica mascherata da software house'' data l'altissima qualità delle sue OST, sono stranamente un po' anonime. Decenti le opening e le ending.

Che dire. Siamo solamente all'inizio di un'ottima storia con momenti da pelle d'oca. Consigliata a chi vuole un buonissimo anime tratto da un altrettanto buonissimo gioco.

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«L’organo genocida», lungometraggio del 2017, è uno dei film che compongono la trilogia di Project Itoh. La regia e la sceneggiatura sono ad opera di Shukō Murase (sua la regia di «Ergo Proxy» e «Gangsta»).

Il romanzo di Project Itoh fa partire la narrazione, ambientata in un presente alternativo fra il 2015 e il 2022, dalla città di Sarajevo, che è devastata dall’esplosione di un ordigno atomico artigianale. Questo attentato è motore di cambiamenti geopolitici su scala mondiale: da un lato i Paesi ricchi e democratici aumentano sempre più la sorveglianza e il controllo sui cittadini per arrivare a una ideale "sicurezza totale", dall’altro Stati poveri che diventano sempre più instabili e scivolano, l’uno dopo l’altro, in sanguinosissime guerre civili.

L’idea, veramente suggestiva, alla base della storia (e a cui fa riferimento il titolo) è che nel cervello umano risieda una sorta di “organo” o “grammatica” dei genocidi, meccanismo che può essere innescato da una sorta di “molla” linguistica: è chiaro che il punto di partenza siano le ipotesi di Noam Chomsky della “grammatica innata”. Il pretesto è inaspettato ed estremamente efficace come espediente narrativo (e il fatto che, ad anni dalla prima formulazione, l’idea di Chomsky sembri essere considerata unanimemente errata dagli esperti del settore, non intacca la bellezza dello spunto).

I personaggi fondamentali sono tre, due uomini e una donna. Una sorta di triangolo. Il protagonista è Clavis Shepard, agente dell'intelligence americana, mentre l’antagonista è un misterioso uomo, John Paul, che sembra essere implicato nell’aumento delle guerre civili su scala mondiale. Il protagonista fa il suo compito, ma è l’antagonista che ho apprezzato di più: John Paul è poco efficace nelle sue analisi geopolitiche, nel prevedere le conseguenze delle sue azioni, stolido nella sua “lotta”. È un cattivo “perché sì”, ma è così efficace nel disgustare che mi è piaciuto!
E poi c’è Lucia Škroupova, personaggio che non ho ben compreso: sembra un po’ fuori luogo e si interroga sulle cose sbagliate.

Il chara design di Red Juice è meno efficace che in «Harmony», e meno accattivante.
Qui la bellezza è soprattutto negli oggetti tecnologici che prendono spunto dai viventi, ad esempio ci sono dei mezzi militari, quasi delle “bare volanti” che, se cadono in acqua, nuotano come cetacei!

«L’organo genocida» è quello che ho più apprezzato nella trilogia: se non è il più bello esteticamente, è decisamente il più interessante a livello di contenuti, il voto finale è un 8,5.

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«Lockdown X School» (originalmente “Gakuen x Fuusa”) è un manga, scritto dai Michio Yazu e disegnato da Nykken, dalle buone idee ma confuso nella realizzazione.

È una tranquilla giornata pacifica quella che si svolge in una scuola come tante. Compagni di classe che scherzano e giocano, amici di vecchia data che discutono su quale sia la ragazza più interessante della classe. Spesso si vivono quei giorni annoiandosi senza rendersi conto che i cambiamenti non sono sempre positivi.
Un gruppo di terroristi penetra nella scuola occupandola. Il loro capo ha una ferita mortale, per salvarla c’è solo una possibilità: iniettarle un virus sconosciuto che il gruppo aveva sottratto da poco. Gli effetti sono sconosciuti e pericolosi, basta, come nel classico film di zombie, un leggero morso per venire infettati e chiunque venga a contatto con il virus rimane vittima di un’insana fame di carne umana. L’intera grande struttura viene circondata da uomini in divisa, non vi sono vie di fuga, per i terroristi, ma sembra anche per gli ostaggi.

“In che cosa siamo diversi io e te? Tu sei convinto che per salvare molte persone sarebbe stato giusto uccidere me.”
Molto bizzarro il capo dei criminali, Hozuki, da sempre accompagnata da una bambola che parla al suo posto, nutre una grande passione: giocare, solo che ai suoi giochi difficilmente si esce vivi. Lei e i suoi compagni sono soldati addestrati, questo coerentemente comporta che normalmente dei semplici studenti non abbiano alcuna speranza di ribellarsi. Inermi di fronte ad atti di violenza più volte durante la lettura potremmo essere disgustati o arrabbiati o entrambi, quando la troppa realtà fa male.

“Tra un po’ in questa scuola inizierà una guerra.”
Un miscuglio confusionario quello che esce fra minaccia degli zombie, giochi mortali, atti criminali, doppiogiochisti e altro, tutto insieme. La sensazione è quella di trovarsi in un ristorante dove si ordinano a caso piatti dal nome esotico, mai sentiti prima e che ci vengano serviti in una volta sola tutti i piatti ordinati, il senso di smarrimento è lo stesso. La parte difficile della lettura è proprio quella iniziale, superati i primi volumi risulterà più godibile.

Fra i personaggi più interessanti segnalo Junji Takeyasu, Tsubasa Tazawa e soprattutto Kuon Kanzaki che con le loro strategie e capacità fisiche riusciranno, in parte, a opporsi alla follia divagante.
Fra i personaggi secondari, e più riusciti, ritroviamo anche l’otaku Akimasa Noguchi e la responsabile Aoi Murakami. Interessante cosa nascondono i vari sottoposti del gruppo dei terroristi, una grande antipatia susciterà Kaneishi, fra i secondari Haru è la ragazza che saprà farsi maggiormente apprezzare. Tutti i personaggi risultano ottimamente caratterizzati, nel bene e nel male.

Presenti molte scene di fan service, molte di queste evitabili, inquadrature particolari, scene di nudo che sembrano essere state messe a caso. Il tratto è ben definito ma alcuni personaggi risulteranno troppo simili tra loro nella realizzazione. Piacevole alla vista, le scene di azione sono ottimamente realizzate, come quella presente nel sesto numero. Molte le scene splatter tipiche dei manga con gli zombie, anche se chi apprezza il genere potrebbe rimanere deluso dal loro “utilizzo” reso marginale all’interno della storia principale.

L’edizione è molto scura rispetto a quella originale, alcune tavole, per fortuna poche, sono al limite della comprensibilità. Buona l’idea nascosta nelle sovracopertine di elencare i vari personaggi, da una parte gli studenti della classe principale, dall’altra insegnati, criminali e altri.

La storia presente un finale soddisfacente che si rivelerà molto crudele verso alcuni personaggi, mentre sarà troppo compassionevole nei riguardi di altri. Un peccato non scoprire il destino di alcuni sopravvissuti, tanto che sarà più facile considerarli morti. Alcune ragazze in particolare sembrano scomparse a un certo punto dalla storia. Di alcuni sapremo il nome, ma non un volto a cui associarli. Una maggiore cura avrebbe giovato alla storia.

Una storia che paga anche troppo il suo inizio confusionario e quella sensazione di vedere scomparire nel nulla alcuni personaggi, superate queste difficoltà risulta una lettura piacevole. Consigliato a chi, sapendo dei difetti presenti, piace l'azione e le storie di genere horror. Voto 5,5 che arrotondo a 6 in questo caso.