Sempre un grande orgoglio quando un'artista italiana riesce a farsi avanti nel difficile mondo dei manga in Giappone e siamo felici di notare come Elena Vitagliano ci stia abituando bene.

Dopo aver vinto il Grand Prix del Silent Manga Audition, infatti ha vinto il Magic Manga Contest, premio organizzato dalla Shiburuya Productions e dalla Shueisha nella quale si invia un one-shot di 30 pagine e chi vince ha la possibilità di vedere pubblicata la propria opera su Shonen Jump+.
 

 
elena vitagliano


Di seguito una breve intervista, attendendo il fumetto:


Allora Elena, com'è stata questa esperienza?

Onestamente, ancora non mi rendo conto, quasi non ci credo. Posso dire che per me e’ un grande onore. E’, sicuramente, un riconoscimento importante che mi comunica che sto lavorando nel modo giusto.


Qual è la trama dell'opera e com'è nata?

Miriam, la protagonista, e’ la giovane custode e guida del Cimitero delle Fontanelle (si tratta di un ossario di Napoli, realmente esistente). Si prende cura dei teschi che sono li, di cui conosce le storie e con cui, talvolta, sembra anche parlare. Con un piede nel mondo dei vivi e un altro in quello dei morti, Miriam vuole che queste “anime abbandonate” che non hanno mai ricevuto degna sepoltura possano trovare il rispetto e la devozione dei visitatori. Ho visitato alcuni anni fa questo cimitero e ne sono rimasta affascinata ed è per questo che ho deciso di fare delle ricerche e poi di ambientarvi una storia. Napoli e’ spesso conosciuta per il suo lato gioioso… ma ha anche dei lati oscuri ed esoterici estremamente interessanti di cui mi piace parlare.


Ci puoi dire di più come sei diventata una partecipante di questo premio?

Ho letto di questo concorso online e ho deciso di parteciparvi. E’ organizzato dalla Shibuya Production insieme con Shueisha Inc. Si mandano dei one shot di almeno una trentina di pagine e poi ci sono delle fasi eliminatorie: dieci finalisti, 5 finalisti e poi un primo ed un secondo premio. Questa era la terza volta che partecipavo. Le altre due volte sono comunque arrivate tra gli ultimi 5 finalisti.


In questi anni quanto sei migliorata grazie al contatto con gli editor giapponesi, come la vivi tuttora questa esperienza? 

Si, lavorando con gli editor si imparano molte cose. Mi ritengo fortunata ad aver avuto queste possibilità e credo, ormai, di avere un solido training sullo storytelling manga, sull’impostazione delle tavole e su come coinvolgere il lettore (poi, le buone idee sono un’altra cosa!), il che, in occidente, e’ una cosa alquanto rara, al momento. Tanto e’ vero che, con altri colleghi, altrettanto competenti, abbiamo deciso di formare uno Studio, lo Studio B4, che offra proprio questo tipo di consulenze.

Confrontarsi con un editor, che si e’ il tuo primo lettore, ma un lettore competente, ed e’ anche il tuo primo sbarramento (quasi mai qualcosa arriva alla rivista se non piace prima a questa figura) e’ molto formativo. Impari anche a prendere parecchi no. Per me, l’editor e’ importante. E il rapporto con l 'editor e’ altrettanto importante. Dovrebbe prendersi cura di far fiorire il tuo talento, interessarsi un po’ di te anche sotto il profilo umano, proprio per capire cosa puoi essere bravo a creare - anche quello non lo sanno fare tutti - e ho avuto anche qualche esperienza non positiva. Ma pure da questo si impara. Alla Golden boy, io mi dico “Imparo, imparo imparo!”



Pensi che il Giappone sia pronto per questa ondata di artisti internazionali?

Non so se si possa considerare “un’ondata” di artisti internazionali. Sul gran numero di pubblicazioni che si fanno in Giappone, gli artisti non giapponesi e specificamente quelli occidentali e europei sono davvero pochi. Il fatto che, pero’, molte piattaforme online importanti, come appunto quella di Shonen jump e quella di Manga Plus siano anche in inglese, credo che, pian piano, potrebbe portare al successo anche opere fatte, si’, con tecniche manga, ma non per forza con "mentalità" nipponica.