Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Se volete farne parte anche voi... rimboccatevi le maniche e recensite!

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.

Per saperne di più continuate a leggere.

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Incuriosito dal leit motiv della trama (ben riassunto nel titolo), ho iniziato a guardare la serie per l'argomento trattato e per l'ambientazione della rom-com non più liceale ma universitaria, sperando che la storia potesse dimostrare dei contenuti "un pochino" più adulti e introspettivi.

Il successo del manga e della sua trasposizione animata mi hanno definitivamente convinto a cercare di capire un fenomeno che, a quanto pare, in Giappone (e forse anche in altre parti del mondo) è lecito: "noleggiare" una ragazza tramite delle apposite app e portali per una determinata tariffa oraria. L'oggetto del "contratto" consiste nel trascorrere delle ore con il cliente, che comunque dovrà attenersi a un rigido protocollo a tutela delle ragazze selezionabili da un elenco in cui vengono illustrati i pregi e le caratteristiche. L'utilizzo classico sarebbe quello di pagare una ragazza per sentirsi il più possibile a proprio agio e trascorrere assieme dei momenti positivi, simulando sebbene per un periodo ridotto di tempo una relazione, proprio come se fosse una vera fidanzata.
Lungi da me qualsiasi giudizio di natura legale, morale ed etica di tale pratica (e gli eventuali rischi...): sono convinto che, se le persone sono tutte "consenzienti" e si comportano secondo le regole concordate, non ravviso alcun problema a che un uomo affitti una donna e viceversa.

Il fatto è che, nell'anime in questione, il tema delle ragazze in affitto diventa solo il pretesto e lo strumento per costruire una storia inizialmente comica (ma anche estremamente puerile) in cui il protagonista Kazuya utilizza questo servizio per cercare di dimenticare la sua ex (Mami) e superare la solitudine. Sceglie una ragazza di nome Chizuru e inizia a richiederne i servigi, finendo in un loop infinito di situazioni grottesche in cui, per appagare il suo ego e superare le sue frustrazioni, la presenta come fidanzata sia agli amici sia soprattutto alla insopportabile e "dominante" nonna, che lo vorrebbe vedere crescere e sistemarsi per potergli affidare l'attività di famiglia.
Così la trama è perlopiù incentrata sul tema dell'inganno che Kazuya mette in atto e le conseguenze che gli si ritorcono contro, piuttosto che sull'approfondimento dei personaggi e dei temi sottesi alla pratica di affittare una ragazza per trascorre dei lieti momenti con lei.
Ovviamente, Kazuya finirà con l'innamorarsi di Chizuru come Dante con Beatrice o Petrarca con Laura: un'infatuazione a senso unico, infantile, dove Chizuru viene rappresentata come l'ideale femminile della ragazza perfetta (che in realtà non è...), e le puntate trascorrono su questo binario in cui lei pian piano (ma molto piano) comincia a considerare Kazuya qualcosa di più di un cliente, anche alla luce degli intrecci familiari che si instaurano.

Per non farci mancare nulla, l'autrice introduce progressivamente anche l'harem... Passi che la ex fidanzata Mami si possa ricredere (o meglio ingelosire) su Kazuya, ma introdurre poi Ruka e Sumi (a loro volta ragazze in affitto) che si innamorano di Kazuya è stato l'escamotage per allungare senza fine la storia, facendola scadere nel banale, già visto, tanto più che, per come si comportano i protagonisti e gli amici, piuttosto che studenti universitari, sembrano adolescenti in età puberale...
La storia così si trascina per ventiquattro episodi con pochissimi cenni di avanzamento dei personaggi: tutto piuttosto prevedibile e alla lunga affaticante, proprio per la ripetitività e superficialità delle situazioni.
Purtroppo, da quanto ho potuto appurare, il manga al quale si ispira la serie animata denota gli stessi limiti, con l'aggravante che sembra aver sfondato abbondantemente i duecento capitoli, senza che nella trama si siano verificati degli accadimenti che abbiano fatto progredire il rapporto tra i due.

A peggiorare la valutazione dell'anime, contribuisce in modo determinante il protagonista Kazuya: il classico "uomo zattera" sempre in balia delle correnti, incapace di prendere una decisione in autonomia e sempre alla mercé della ragazza di turno. In una recensione precedente è stato definito "inetto", e non posso fare altro che concordare al 100%: non basta caratterizzarlo come un buono, onesto e generoso (caratteristiche apprezzate da tutti), se poi risulta così insopportabilmente indeciso e contorto al limite del reale, senza un minimo di scopo nella sua esistenza e verso il futuro.
Chizuru riceve invece un ben altro trattamento e, soprattutto nella seconda parte degli episodi, si capiranno alcuni aspetti del suo passato e della sua famiglia, tanto da renderla molto più “umana” rispetto alla ragazza "ideale", perfetta e professionale dei primi episodi.
Proprio scavando il fondo del barile, Kazuya e Chizuru hanno un aspetto in comune: l'essere oppressi dalle aspettative che, o dall'esterno o si sono posti loro stessi, li opprimono e li costringono a trovare una mediazione per continuare a vivere. In Kazuya è evidente il contrasto tra quanto si aspetta la nonna e la sua incapacità di rispondere ai suoi standard. In Chizuru, il sogno di diventare attrice si scontra con la dura realtà del mondo dello spettacolo, nonostante l'impegno e la dedizione profusi... il duro passaggio dall'adolescenza all'età adulta.
Su Mami, Ruka e Sumi, ma anche sulle nonne di Kazuya e Chizuru, non ci spenderei troppe parole: più che personaggi a tutto tondo, sono delle macchiette caratterizzate. Mami è utile sono per il suo "bipolarismo" (buono e cattivo), per ravvivare ciclicamente l'incedere "stanco" della trama.

Il punto di forza dell'opera sembra essere il comparto tecnico. Il character design mi è sembrato molto simile a quello del manga, rendendo l’opera gradevole da visionare. Sulle musiche ritengo che siano nulla di eccezionale, ma in linea con lo spirito del manga (comico, romantico e demenziale).

Insomma, "Rent-a-Girlfriend" è un anime che deve essere considerato come mero intrattenimento: una rom-com harem che prende spunto da un fenomeno interessante (e delicato) come le "fidanzate a noleggio", per poi virare immediatamente e superficialmente sul "leggero" e comico: un po' poco per un’opera che vedrà ricevere anche una terza stagione...

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Vi siete mai chiesti cosa sarebbe successo se il Power Ranger rosso si fosse innamorato del cattivo principale della vostra serie sentai preferita? Probabilmente no, ma quest’anime vi può dare una risposta, mostrando una storia d’amore dolce ma, soprattutto, divertente. “Love After World Domination” si mostra sin dal primo episodio come una caricatura delle serie sentai ma non solo, infatti si trovano citazioni anche a serie del più vasto genere “cattivo della settimana”. Così, se il protagonista maschile fa parte di un gruppo di eroi vestiti in tutina colorata chiamato Gelato 5, la ragazza di cui è innamorato presenta una forte somiglianza, nel vestiario e nelle forme sensuali del corpo, a Doronjo di “Yattaman”. Proprio come nelle serie da cui traggono ispirazione, i buoni sono nettamente superiori ai cattivi, e Desumi, la protagonista, deve guidare un gruppo di malviventi dalla dubbia serietà, condannata a perdere ogni singolo scontro.

Di certo non sono i combattimenti il vero problema della ragazza, che in fondo mostra un potere pari agli eroi, bensì dover nascondere la sua relazione con Fudo, il capo dei Gelato 5. Entrambi, infatti, sono visti dai media come i nemici simbolici all’interno dello scontro tra la squadra del Professor Big Gelato e della malvagia organizzazione Gecko. I due novelli Romeo e Giulietta hanno, di certo, molta più pressione addosso rispetto ai loro corrispettivi shakespeariani, dopotutto lui deve essere il forte e irreprensibile Fudo, lei la spietata e letale Demisu, ma sotto quelle maschere, letterali e spirituali, nascondono un ragazzo che non pensa solo ad allenarsi tutto il giorno e una ragazza che vuole coltivare la sua femminilità.

È proprio lei il personaggio con cui possiamo provare maggiore empatia, infatti, oltre a dover nascondere la sua bontà, con la mazza chiodata in mano, deve reprimere il desiderio di trovare qualcuno che la ami per ciò che è, che vada oltre le apparenze e riesca a comprenderla con tutti i suoi pregi e difetti. Sembrerà paradossale dirlo, ma il suo principe azzurro lo trova, nell’iper-pompato Red Gelato, che non mostra una caratterizzazione molto complessa, limitandosi ad essere, nel corso della serie, “il ragazzo perdutamente innamorato”, ma che è in grado di comprendere i sentimenti della “Principessa Mietitrice”. L’anime, infatti, sembrerebbe porre l’accento su Desumi, dando spazio anche alle sue colleghe (sì, i cattivi sono stipendiati), che riescono a maturare grazie alla protagonista che si fa promotrice degli effetti benefici dell’amore.

La relazione, sin dal primo episodio, si sviluppa attraverso una serie di goffe azioni da parte di entrambi che, nonostante la grande esperienza sul campo di battaglia, si trovano alle prime armi dal punto di vista amoroso. La serie rientra così nei canoni comici delle commedie romantiche degli ultimi anni, con la sola differenza, oltre alle assurde premesse, che i protagonisti hanno superato ancor prima dell’inizio della serie la “dura” fase della dichiarazione. I due faranno di tutto per cercare di non farsi riconoscere durante i propri appuntamenti o le loro chiacchierate in mezzo agli scontri, ma a lungo andare le situazioni si fanno sempre più assurde, fino a far pensare allo spettatore che i due protagonisti vogliano quasi essere beccati. Infatti non mancheranno appuntamenti alla luce del giorno, in spiaggia, al festival della scuola, dove i due, per qualche miracolo comico, riusciranno a non essere scoperti. Ad intromettersi nella loro relazione, vi saranno i soliti personaggi secondari innamorati di uno dei protagonisti, ma, a dirla tutta, ciò non creerà alcun problema alla coppia, e tantomeno si mostrano problematiche le due associazioni che hanno alle spalle. Forse si trova proprio qui il forte punto debole della serie che, a quanto pare, vuole troppo bene ai suoi protagonisti. Inutile dirlo, l’assenza di grandi difficoltà riduce la comicità di molte scene, ma a compensare vi sono flashback di personaggi secondari che riescono a far ridere e anche a far conoscere meglio il passato di Desumi. La serie conferma così di porre le proprie attenzioni verso la giovane ragazza, attenzioni più che meritate, vista la buona caratterizzazione che ci viene mostrata sin dalla tenera età alla sua adolescenza.

I combattimenti che ci vengono mostrati tra i Gelato 5 e la squadra della Principessa Mietitrice sono ben animati, facendoci vedere buone mosse da parte dei vari eroi, i quali impugnano le proprie armi personalizzate, come i tirapugni al gusto pistacchio di Green Gelato. I più nostalgici troveranno piacere nel notare le numerose citazioni alle serie anni ’70 - ‘80, tra cui laboratori di ricerca con la classica antenna ruotante sul tetto, tane dei cattivi con teschi all’ingresso e il capo dell’organizzazione criminale a guidare un’orda di mostri, oltre che la squadra di “principesse” di cui Desumi fa parte. Ovviamente, i nemici esplodono in una nube di fumo in pieno stile “Yattaman2, anche se le uscite sono sicuramente meno teatrali.

Con una buona protagonista, che fornisce anche gli elementi fanservice della serie, scene d’azione ben animate seppur brevi, musiche che rimandano al genere a cui si ispira ed eroi fissati con il bodybuilding, “Love After World Domination” può sicuramente essere ricordata come una delle romcom più assurde degli ultimi tempi.

Non posso che aggiungere come Blue Gelato, Hayato Ojino, sia una chiara citazione ad Hayato Jin di “Getter Robot”, mecha nagaiano. Entrambi simboleggiano il numero due, il colore blu, e nei combattimenti utilizzano mosse basate sulla velocità. Addirittura, entrambi si presentano come dei dongiovanni, anche se, ovviamente, Ojino lo mostra in una maniera più comica.

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Il re demone decide di rapire la principessa Sya, con lo scopo di attendere al varco l’eroe, non prima di avergli imposto i suoi scagnozzi di vario livello, per fiaccarlo e gioire delle sue sconfitte. Purtroppo non tiene conto di un fatto: anche la principessa è un vero “demone”!
La dolce donzella ha un solo chiodo fisso, farsi una bella dormita, ma al castello del re dei demoni le comodità mica abbondano, anzi (cuscino e coperte sono di un deprimente livello 0)... per fortuna la nostra principessa ha dalla sua la determinazione, inventiva e i mezzi (procacciati in vari modi), per garantirsi il successo delle sue “quest”! A farne le spese sono i poveri demoni, tra cui i poveracci demoni lenzuolo la cui consistenza piace troppo nel letto alla principessa. E per fortuna c’è il demone prete che fa risorgere tutti! Lei compresa, quando dorme in posti pericolosi o fa l’imprudente (favolosa è l’apparizione di una lapide dove muore, tipo videogiochi).

Può sembrare una trama che ripete le stesse tematiche, ma la genialità della principessa per cercare di dormire meglio e le situazioni che si creano attorno portano avanti, malgrado questi apparenti limiti, una narrazione che dà risalto a divertenti co-protagonisti, tra cui l’”eroe”.
Il re dei demoni e i suoi scagnozzi vengono “torturati” e “schiavizzati” dalla presenza della principessa, che, in barba ad oscuri pronostici, cominceranno ad apprezzare così com’è, anche se la ragazza è un po’ spigolosetta e fissata col suo unico obbiettivo!

I personaggi secondari hanno, anche se alcuni sono mere apparizioni come il minotauro o lo zombie, una loro aura colorata e riconoscibile. I meglio riusciti sono di sicuro i luogotenenti del re dei demoni e il re demone stesso, rappresentato con dubbi, incertezze e una dose di tenerezza che lo sdogana dal ruolo di “cattivo”, che viene adottato da un improbabile eroe, la cui beata sete di giustizia e la disarmante (e cieca, signori, straordinariamente cieca!) innocenza, unite a piccole abilità che mancano e che dovrebbe avere, lo faranno apparire in una luce condivisibilmente non rosata. Per chi ha visto eroi fulgidi di ideali e di gloria, il nostro D-qualcosa (e il nome ha senso!) è la perfetta parodia.

Si alternano scene esilaranti, momenti di dolcezza e di vera ‘pucciosità’ (gli orsetti demone e le fochette... kawaii!), e anche discorsi seri e un po’ tristi.
C’è un bel finale che svela alcune cose e riconferma come questo anime sia stato in grado di costruire una trama tenera, divertente, poco impegnativa, ma così ben fatta da riuscire a fare il tifo per un bell’happy ending.

Il personaggio principale regge questa trama improbabile e forse già vista con uno slancio (un poco assonnato, sì) perfetto. La grafica è ottima per gli interni e gli esterni (teatro delle fughe della principessa...), quella dei personaggi è davvero ben fatta. La nostra Sya risalta davvero, con quelle stelline negli occhi e super-deformed è carina e divertente, seppure un pelo inquietante.
L’opening è carinissima e orecchiabile, l’ending è carina e ‘pucciosa’, vedere per credere.

Consiglio vivamente questo anime sia per la dolcezza sia per la ‘pucciosità’ sia per la delicata vena ironica che c‘è dietro e che richiama le favole arcinote, che sboccia episodio dopo episodio.