Ripensando alla connotazione che il mese di giugno riveste nell'ambito della comunità LGBTQIA+, AnimeClick.it propone una panoramica di alcuni titoli che trattano tematiche a essa inerenti: possiamo così apprezzare e scoprire -o, perché no, ri-scoprire appieno- opere che possono contribuire ad avvicinare universi che un tempo sembravano forse inconciliabili. Per tendersi la mano, verso un mondo che possa essere contraddistinto dal rispetto nei confronti dei sentimenti di ogni possibile colore.
Dedichiamo questo speciale appuntamento, in particolare, ad alcuni titoli del database di AnimeClick.it che propongono tematiche e personaggi LGBTQIA+ e ne affrontano le complesse sfaccettature a vario titolo.

Ricordiamo che l'articolo non pretende di essere esaustivo nell'offrire tutto lo scibile realizzato in merito nel Paese del Sol Levante, bensì piuttosto un modo per rinvenire alcuni titoli perlopiù disponibili nel nostro Paese che possono fungere da interessante approccio o approfondimento su tali argomenti.
Confidiamo, allo stesso tempo, che forniscano spunti interessanti per la nascita di discussioni, riflessioni e pensieri nell'ambito dell'utenza.
The story of me, daddy and daddy
Tematiche: famiglia, amore omosessuale, convivenza, rapporto genitori/figli, stigma sociale, crescita caratteriale
Editore: Flashbook

Nato come volume unico, ma proseguito qualche anno dopo, il manga di Roji si concentra inizialmente sulla difficoltà di essere genitori, tra un cambio di pannolino e una notte insonne. L'idillio non è tale a causa dei pregiudizi che vigono ancora nella società, che seppur abbia approvato legalmente il matrimonio omosessuale, resta ancorata a vecchi stereotipi che non vedono di buon occhio tutto ciò che non si conforma a una presupposta "normalità".
Il primo volume è molto incentrato sul concetto di famiglia, la quale comprende non solo i due papà e il loro bimbo ma anche i nonni. Il focus sul passato di Nao cattura l'attenzione, ma la breve durata del volume non permette all'autrice di esprimersi pienamente.
Il secondo volume cambia in tal senso le carte in tavola, riuscendo ad approfondire il tema della "famiglia arcobaleno" grazie a una nuova prospettiva, quella di Hiro, che leggermente cresciuto rispetto al volume 1, riesce a esprimere con forza il suo punto di vista diventando parte attiva della narrazione.
Grazie agli occhi di Hiro vediamo anche il punto di vista dei piccoli che, ancora totalmente dipendenti dagli adulti di riferimento, assorbono ogni insegnamento o anche solo un sentito dire che aleggia per la casa in cui vivono. La famiglia di Hiro è considerata "strana" dalla compagnetta Riri, poiché non esiste una mamma. Hiro non capisce di cosa sia stato "accusato", Riri non comprende davvero le parole rivolte all'amico; entrambi però sperimentano un sentimento di frustrazione e tristezza per essersi feriti e allontanati.
Il modo in cui The story of me, daddy and daddy spiega le dinamiche verbali e fisiche tra adulti, e come esse incidano sulla vita emotiva dei bambini, è talmente naturale e incredibilmente realistico che non si può fare a meno di emozionarsi davanti alle sfide che tutti i personaggi di questa storia affrontano, guidati dall'amore, dal rispetto e dalla capacità dialogare per conoscersi e capirsi.
Tutto ciò potrà sembrare utopico, ma ci fa capire quanto sia importante il ruolo degli adulti nella vita dei bambini, e come questo possa, a piccolissimi passi, contribuire a creare un mondo in cui esistono tanti tipi diversi di famiglie, e nessuna di esse dovrebbe essere considerata "strana". Riesce a capirlo un bimbo piccolo come Hiro, possiamo farcela anche noi adulti.
New York New York
Tematiche: amore omosessuale, psicologico, omofobia, stigma sociale, anni '90, conflitti interiori, coming out
Editore: Planet Manga - Panini
QUI la nostra recensione

Nonostante il Boys' Love abbia ormai da molti anni sue riviste dedicate, è nato all'interno dello shojo manga e non lo ha mai lasciato, coerentemente con il fatto che si rivolga a un pubblico femminile e nasca per mano di autrici donne. Non sorprende quindi che New York New York, uno dei manga a tematica BL più famosi della storia, sia nato e abbia trovato il successo su una rivista shojo, rivolta quindi a un pubblico di ragazze e giovani donne.
Kain, un poliziotto newyorkese che tiene ben nascosta la sua omosessualità, incontra per caso il bel Mel, un giovane che non ha problemi a vivere la sua omosessualità. Scatta subito la scintilla, ma la storia d'amore tra i due protagonisti è parecchio combattuta e controversa, nonché ammantata di tratti più o meno tossici. Kain è un gay represso e frustrato che tratta il compagno in maniera ingiusta e spesso crudele, rigettando su di lui tutti i suoi conflitti interiori irrisolti. Dal canto suo, Mel condona e perdona ogni azione di Kain, forse in virtù di uno spasmodico bisogno di non sentirsi, ancora una volta, abbandonato.
I comportamenti di Kain non sono affatto giustificabili ma sono almeno in parte comprensibili in virtù del contesto spazio-temporale in cui la storia è ambientata e dei tanti elementi che fanno da perno alla vita di un ragazzo della New York di inizio anni '90. Ci troviamo in un periodo in cui lo stigma dell'omosessualità è ancora fortissimo, senza contare gli strascichi della "pandemia di AIDS" che aveva fortemente colpito gli Stati Uniti negli anni '80. Chiamata in maniera malevola "Gay compromise sindrome", "Gay-related immune deficiency", o peggio, "cancro dei gay", la malattia trovò il suo capro espiatorio nella comunità gay. Basti inoltre pensare che fino a prima del 1990 il DSM (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) considerava l'omosessualità come un disturbo psichiatrico, inserito nella sfera dei "disturbi sociopatici della personalità".
Per un personaggio come Kain, che soffre fortemente l'idea dello stigma sociale, non è facile riuscire ad affrontare tutto questo, a maggior ragione essendo lui un poliziotto avvolto quindi in un clima di machismo non indifferente. Fino a un certo punto della storia Kain non è una persona sana ed equilibrata, da qui il suo comportamento incoerente e crudele nei confronti di Mel; ma dopotutto, da una persona incatenata ai suoi stessi pregiudizi e alle sue paure, possiamo aspettarci un sano equilibrio? No, motivo per cui il personaggio di Kain, che matura e cresce in questo senso per tutta la durata della storia, è tristemente credibile nei suoi atteggiamenti sbagliati.
Una volta letto New York New York è impossibile non capire perché sia diventato una pietra miliare dello shojo manga ma anche del Boys' Love. Nei suoi 4 volumi l'opera tratta moltissimi argomenti, e nonostante non lo faccia sempre nella maniera migliore, è innegabile che Marimo Ragawa abbia scritto qualcosa di molto "avanti" per quelli che erano i tempi correnti: parlare di omosessualità in maniera analitica cercando di sviscerarne le componenti non solo sentimentali e romantiche ma anche sociali, mostrare esplicitamente scene di sesso (tra uomini) in un manga per ragazze, parlare di stupro, prostituzione, abusi minorili e genitorialità non solo in chiave prettamente narrativa, utile quindi all'andazzo della storia, ma proponendo anche una riflessione su quello che era il pensiero della società dell'epoca.
Un incontro casuale
Tematiche: convivenza queer, amicizia, crescita personale
Editore: Toshokan
Un incontro casuale, come dice anche il titolo, che porta Takeda e Arita a incontrarsi nuovamente dopo che si erano persi di vista finito il liceo. Nonostante non fossero molto in confidenza, a quei tempi si conoscevano comunque di vista e avevano scambiato alcune parole. Ma quindi cosa li ha spinti ad andare a convivere?
Una vecchia gatta randagia d'accudire. Questo è il motore scatenante di questo riavvicinamento.
Fumiya Hayashi, l'autore, affronta con gentilezza e attenzione i primi passi di questa "atipica" convivenza.
Pagina dopo pagina notiamo i dubbi interiori che i due ragazzi si fanno: siamo troppo vecchi per una convivenza tra "amici"?
Come giustificare questa coabitazione?
Come devo presentare il mio coinquilino?
E se ci scambiassero per una coppia?
Sì, perché almeno in questo primo volume non si parla di un'effettiva coppia omosessuale, c'è una vaga intuizione che forse i due personaggi omettano qualcosa di loro stessi, ma al momento nulla di più.
E non serve altro, in verità: perché dover attribuire necessariamente una "etichetta di riconoscimento" per identificare una relazione, dopotutto?
Ciò che conta, ciò che è davvero importante, è che la loro convivenza li fa star bene. Tutto il resto è solo un di più.
La mia senpai è un ragazzo
Tematiche: crossdress, orientamento sessuale, accettazione di sè stessi, crescita caratteriale, rapporto genitori/figli
Correlati: manga edito da J-Pop e anime (2024) disponibile per Crunchyroll
QUI le nostre impressioni sul manga

L’opera vede come protagonista Saki Aoi, una ragazza al primo anno delle superiori che si innamora della sua senpai, Makoto Hanaoka. Al momento della sua dichiarazione, scopre in realtà che la senpai è un ragazzo che si veste da ragazza solo a scuola. Questo non la fa comunque arrendere e fa amicizia anche con l’amico d’infanzia della nostra senpai, Ryuji Taiga.
I tre ragazzi inizieranno ad uscire insieme, facendo emergere pian piano le varie situazioni familiari -e non- di ciascuno di loro.
La serie fa leva su diversi aspetti che possono ascriversi alla comunità LGBTQI+, tra cui l’accettazione del proprio orientamento sessuale, passando da una fase di negazione all’inevitabile constatazione dei fatti. Vediamo il dramma familiare che deriva dall’essere diverso, dal non rientrare nei canoni di genere e il timore di ferire le persone care a causa di ciò che si è. Nonostante non venga etichettata, viene affrontata anche la questione dell’anaffettività, nel caso specifico probabilmente dovuta alla carenza affettiva fin dalla tenera età, con conseguente trauma di “people pleasing” (ovvero il comportamento che vede la persona cercare di assecondare il più possibile il bisogno degli altri, andando spesso contro alle proprie necessità, con lo scopo di venir apprezzati, ndr) e l’odio verso se stessi per non riuscire a provare emozioni forti “come tutte le altre persone”.
La mia Senpai è un ragazzo vuole insomma affrontare tematiche molto delicate che scaturiscono in una fase complessa come è l’adolescenza, concentrandosi più sul rapporto con la famiglia e gli amici che con la società.
L’opera ha ricevuto un adattamento anime nella stagione estiva 2024 e un film sequel rilasciato in Giappone il 14 febbraio scorso.
È quindi possibile usufruire di entrambi i media, il primo tramite la pubblicazione della casa editrice J-Pop Manga e l’altro sulla piattaforma online di Crunchyroll.
Midnight Swan
Tematiche: figura transgender, famiglia atipica, rapporto genitori/figli, identità di genere, maternità
Correlati: film (2020)
Editore: AtmosfereLibri, in edicola anche con La Gazzetta dello Sport
QUI la nostra recensione

Nell'arte e nella letteratura del Giappone tradizionale ci sono numerosi riferimenti all'amore omosessuale, il nanshoku, e non sono rare le forme d'identità queer, perlomeno nell'aspetto esteriore: si pensi ai chigo, giovani che frequentavano i monasteri per allietare i monaci più anziani e ai quali era concesso di truccarsi e indossare vestiti femminili, o all'onnagata del teatro kabuki, l'attore che interpretava i ruoli femminili - massima espressione dell'ideale di bellezza androgina -, o all'abitudine dei samurai di accompagnarsi a giovanissimi dall'aspetto femmineo.
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Fino agli anni '70 - e in alcuni casi tuttora, come emerge da Midnight Swan - non c'era particolare distinzione tra uomini gay, transgender e crossdresser, etichettati tutti in modo indiscriminato come okama (che in traduzione si è scelto di rendere come frocia/o), termine che affonda le radici nell'epoca Tokugawa per indicare l'omosessuale passivo, e che rimane in uso tuttora.
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Nei primi anni ottanta inizia a diffondersi il neologismo New Half che sta per "metà uomo e metà donna", come spiega Nagisa, per indicare chi ha intrapreso un percorso di transizione fisica attraverso terapie ormonali e/o interventi chirurgici, dalla ricostruzione del seno alla riassegnazione del sesso.
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Nel 1997 la società giapponese di psichiatria e neurologia pubblica le linee guida per la diagnosi il trattamento del "disturbo dell'identità di genere". Il termine utilizzato in giapponese è seidōitsusei shigai, dove shogai è lo stesso termine impiegato per indicare le disabilità di vario genere e dunque carico di una valenza stigmatizzante, come afferma Mizuki: «si parla di 'disturbo', ma noi mica siamo malate...»
Nonostante le linee guida riconducano la disforia di genere nell'ambito delle patologie, contribuiscono a sensibilizzare l'opinione pubblica e nel 1998 viene effettuato il primo intervento chirurgico di riassegnazione del sesso in Giappone dopo che la pratica era caduta in disuso per decenni.
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La legge citata nel romanzo che regola l'adeguamento di genere entra in vigore in Giappone nel 2004 [...] ma la formulazione della legge risulta alquanto problematica in quanto riconduce la pluralità identitaria delle persone transgender a un binarismo di genere cisnormativo: uomo o donna, dentro e fuori.
[...]
Nel 2012 l'American Psychiatric association ha rimosso la disforia di genere dalla lista dei disturbi mentali e nel 2018 l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha seguito l'esempio. Diversi Paesi hanno reso i loro processi di adeguamento legale meno restrittivi, rimuovendo la necessità dell'intervento chirurgico. Di conseguenza la comunità transgender giapponese e internazionale chiede a gran voce una revisione della legge per abolire il requisito fisico, affinché il riconoscimento dell'identità di generi si basi sull'autodeterminazione.
La postfazione che vi abbiamo qui sopra in parte riportato è un ottimo aiuto per destreggiarsi nel mondo di Midnight Swan, almeno a livello "tecnico". La terminologia che accompagna determinate condizioni fisiche o mentali dell'essere umano, è legata al doppio filo della cultura di un popolo e di come questa si diffonda e sedimenti tramite l'uso della parola. Le parole creano cultura e viceversa la cultura crea parole.
Ma per quanto sia importante conoscere termini e parole, il romanzo di Eiji Uchida racconta una storia talmente umana che parla direttamente al cuore, facendogli assaporare tanta dolcezza quanta tristezza.
Nagisa è quella che si definisce una New Half, lavora per racimolare soldi per l'intervento che le permetterà di diventare definitivamente donna: è quello il suo unico scopo. Nonostante abbia praticamente chiuso i ponti con la famiglia, un giorno si trova a doversi prendere cura di Ichika, studentessa delle medie trascurata dalla madre. Nagisa affronta ogni giorno stereotipi e pregiudizi, va avanti con grande forza e dignità, ma il peso di Ichika sembra schiacciante, quasi più di quei mostri che affronta giornalmente. Andando avanti con la loro convivenza, il peso di Ichika si fa leggero e Nagisa sente di volerlo supportare con tutta se stessa, vuole che il sogno di Ichika si realizzi, e per far ciò è disposta a rinunciare al suo, di sogno.
Dal canto suo la ragazzina sembra vivere con Nagisa in una dimensione parallela, in un luogo in cui può danzare leggiadra come un cigno e libera dalle catene dell'abuso familiare. Nel rapporto tra Nagisa e Ichika si mescolano una miriade di sentimenti: l'affetto più puro e sincero, desideri narcisistici, felicità per la realizzazione effimera di qualcosa che non si potrà mai avere, illusione, delusione, speranza. Le due sono persone a cui la vita ha negato cose importanti, ma che mai perdono la determinazione necessaria per seguire la loro strada. Per quanto però si possa combattere, con le unghie e con i denti, la loro esistenza sembra essere segnata da una serie di pesanti tributi che vanno pagati, senza possibilità di scelta.
In Midnight Swan, Uchida tratteggia molti personaggi femminili differenti, mostrando tutta la diversità che può esistere anche all'interno di uno stesso gruppo di persone (transessuale, studentessa, mamma, maestra, ballerina, donna) e denuncia una società che dimentica le minoranze, che non crea una rete che supporti tutti, una società che continuamente crea astio e pregiudizio. Ma ci racconta anche della "speranza", concetto che viene messo spesso in evidenza sul finale del libro, aprendosi alla prospettiva che, per quanto possa essere difficile, la speranza per un cambiamento verso una società migliore non deve mai abbandonarci.
Se è vero che le parole plasmano una cultura e la cultura plasma le persone che la vivono, allora è alle parole giuste che dobbiamo dare forza e supporto. Parole come "speranza".
Disclaimer: si precisa che le seguenti serie non vengono consigliate in quanto rechino temi LGBTQIA+ come loro scopo principale, bensì per il focus specifico che offrono nella caratterizzazione di determinati personaggi. Specificatamente su questi ultimi, pertanto, vertono gli approfondimenti sotto riportati.
Nao - Skip and Loafer
Tematiche: identità di genere, personaggio queer, personaggio transgender
Distribuzione: Crunchyroll

Nao rappresenta tutto quello che ci si aspetta da un familiare: appoggio, rispetto e amorevolezza, infatti non esita a ospitare la protagonista a Tokyo per farle frequentare il liceo. Come mai questo personaggio si merita una menzione speciale? Perché parlare di lei?
Perché in verità Nao è una donna transgender.
Nata come Naoki, Nao abbandona presto il suo paesino per trasferirsi a Tokyo per poter vivere appieno ciò che davvero è.
Nao è una persona dolce, ma anche molto energica e si dimostra molto attenta alla sua famiglia; e pur se non serba un pessimo rapporto con i propri genitori, teme ancora un loro eventuale giudizio.
Molto appassionata del suo lavoro -è una fashion designer- si ritrova spesso a lavorare fino a tardi, non facendo però mai sentire Mitsumi solo o trascurata.
Nao ci viene presentata proprio così, con una tale disinvoltura e naturalezza che quasi lascia lo spettatore spiazzato.
Non viene etichettata subito come MtF, anzi quasi non viene detto esplicitamente, ma viene rappresentata solo come dovrebbe essere presentato un qualsiasi personaggio: come una semplice persona, con pregi, difetti e paure.
Nao è una persona gentile, determinata e fragile, realizzata sul lavoro e intenta a costruire una sana relazione con il suo fidanzato -Attenzione eventuale spoiler (evidenziare per leggere): tanto che la madre le ha chiesto di portarlo a casa per presentarlo a tutta la famiglia-, e questo è il messaggio che con forza deve uscire.
Possiamo così smettere di pensare che le persone transgender (e in generale tutta la comunità LGBTQIA+) debbano per forza essere tristi, depresse, irrealizzate e relegate a fare solo lavori umilianti o promiscui.
Nao è la dimostrazione tangibile che vale -ed è importante- più chi si è, e cosa si ha da offrire al mondo, e non come si è.
Perciò che ben vengano più rappresentazione come la nostra Nao, felici e realizzate di essere se stesse.
Tasuku Tsubakino - Wind Breaker
Tematiche: disforia di genere, personaggio queer, identità di genere
Distribuzione: Crunchyroll

Seppur sia vero che opere come Wind Breaker tendono palesemente a raccogliere consensi tra il pubblico femminile grazie a una pletora di bishounen, il personaggio di Tasuku Tsubakino non è lì per fanservice, non è una macchietta che deve far presa sulle ragazze spingendo sul loro lato emotivo. Tsubaki poteva essere "pericolosa" per il gradimento di un manga che parla di maschi che scazzottano, e in effetti molti commenti in rete dopo l'episodio a lei dedicato, non sono stati per niente carini, eppure lei è lì e si staglia fiera e amata da chiunque capisca di cosa davvero voglia raccontare Wind Breaker.
Tasuku Tsubakino nasce come maschio ma già da bambino si sente diverso dai suoi compagni, capisce che c'è qualcosa di strano in lui, perché ama tutte quelle cose considerate "da femmina". E il piccolo Tasuku allora nega, nega di amare le cose carine, il trucco e soprattutto nega se stesso.
-Attenzione eventuale spoiler (evidenziare per leggere) - Quando incontra una coppia di anziani signori che amano essere sempre in ordine ed eleganti, Tasuku pensa di aver trovato un posto sereno, un luogo in cui almeno non deve aver paura di esprimere il suo interesse per gli abiti carini. Ma nonostante questo continua a tenere nascosto il suo io.
Quando per puro caso la coppia scopre la curiosità di Tasuku per il trucco, i due vecchietti accettano ciò che vedono come la cosa più semplice del mondo, perché dopotutto "Ci piace quello che ci piace".
Il trucco e i vestiti, assumono significati diversi a seconda del tempo, del luogo e del contesto, e per quanto le differenze tra uomini e donne esistano, sono solo una parte di ciò che siamo in totale. Grazie al supporto della coppia, Tasuku libera tutto ciò che ha tenuto dentro, la sofferenza, le bugie, il sentirsi anormale, il senso di colpa e grazie all'aiuto di chi lo ha accettato per com'è davvero, riesce finalmente a vivere come la persona che sente di essere e che vuole essere: la Tsubaki intrepida che picchia come un fabbro, la Tsubaki innamorata di Umemiya, la Tsubaki che balla la pole dance, la Tsubaki che non rinuncerà più ai tacchi e all'amato rossetto rosso, quello che ogni volta che lo indossa, la fa sentire una persona completa e vera.
Miseinen - Our Youth e Miseinen - After Story
Tematiche: scoperta di sè stessi, omofobia, convivenza, coming out, diritti civili, rapporto genitori/figli, accettazione di sé
Correlati: webtoon coreano (2020)
Distribuzione: amatoriale

La versione drama giapponese del webtoon coreano Our Youth di Hinun riesce invece a distinguersi bene, senza mutare le tematiche di fondo della storia: pur se l'ambientazione si trasferisce quindi dalla Corea al Giappone, rimangono invariate le numerose problematiche che i due protagonisti si ritrovano ad affrontare a causa dei rispettivi retaggi familiari e dei sentimenti che iniziano a provare -malgrado tutto- l'uno per l'altro.
In entrambi i Paesi, infatti, si è ancora ben lontani dall'accettare la normalità di un amore non etero-normativo, e dunque il diniego e il rifiuto da parte delle famiglie e della società sono questioni che sia la Corea del Sud che il Giappone hanno tristemente in comune.
Sulle prime, l'incontro tra Jin (Junsei Motojima) e Haruki (Kenshin Kamimura) pare non possa essere destinato a nulla, se non a innescare sparute scintille impossibilitate ad attecchire verso un rapporto costruttivo: freddo e anaffettivo il primo, provocante e provocatorio il secondo -nel suo atteggiamento perennemente irrispettoso e strafottente-, i due quasi non si accorgono di gravitare invece sempre più intensamente l'uno attorno agli spazi dell'altro, in una maniera che va oltre i baci che condividono più per tentativi, che per sincera passione. E così, l'idea che un uomo ne possa legittimamente amare un altro scava lentamente ma in maniera incisiva nella personalità tormentata di Jin, fa breccia persino in quella di uno stupito Haruki, alimentando un sentimento, una complicità e un senso di pace che nient'altro al mondo riesce a fornire alla giovane coppia, all'infuori del loro piccolo universo a due.
Nel ritrovarsi nel breve sequel, per Jin e Haruki ci sono domande ancora più complesse e sentite a farsi strada nel loro rapporto, e ci sono nuovi ostacoli a ergersi loro dolorosamente innanzi: "perché non diciamo di noi ai nostri amici?", -Attenzione eventuale spoiler (evidenziare per leggere)- salvo poi il doversi scontrare con l'involontario scherno e l'indifferenza. "Vorrei sposarti, quando ce ne sarà la possibilità", salvo il dover nascondere una parte importante di sé alla famiglia e sul mondo del lavoro, malgrado la convivenza sia ciò che dona loro la gioia più sincera nel frenetico quotidiano.
A dispetto di un minutaggio conciso, After Story apporta il gusto della dolcezza, sa essere romantico e tremendamente sensuale, ma anche terribilmente diretto nell'affrontare i nodi più spinosi in ambito LGBTQ+.
La serie diventa così incredibilmente realistica, non priva di un alone di amarezza; anche a fronte di un amore ormai solido, infatti, molti dubbi rimangono poiché la società non offre risposte certe a una coppia omosessuale, mostrando solo le tante sfaccettature di una realtà giapponese/coreana ancora "incompiuta", carente ed inadeguata.
Amore nella grande città (Love in the big city)
Tematiche: omosessualità, amicizia, rapporto genitori/figli, depressione
Correlati: romanzo col titolo Amore, Marlboro e mirtilli (2024) edito in Italia da Rizzoli; film parallelo (2024).
Distribuzione: Viki per il drama. Il film è stato presentato al Far East Film Festival 2025, ma rimane inedito in streaming.
Nel suo piccolo, questo drama vuole narrare la storia di come un ragazzo queer di oggi viva e venga visto -o meglio non visto- dal mondo: coetanei, familiari, colleghi, società, che lo giudicano in maniera approssimativa, sbrigativa e superficiale.
Young Go, il protagonista, è un giovane studente universitario che, per quanto sia socievole e allegro, fatica a trovare un suo posto nella società.
Nel corso della serie vediamo Young Go affrontare momenti significativi della sua vita: l'incontro con Mi-ae Choi, studentessa outsider con cui andrà a convivere e stringerà una forte amicizia, i suoi vari amori, il suo ingresso nel mondo del lavoro, la depressione, il rapporto con la madre molto religiosa, ma il tutto sempre avvolto da una strana "macchia" che sembra bloccare in qualche modo il giovane protagonista.
Young Go riesce, episodio dopo episodio, ad ammaliare da subito lo spettatore, e questo è anche merito del carisma del suo interprete Yoon-su Nam che riesce con la "faccia da schiaffi" a farsi amare e perdonare sempre tutto, anche quando palesemente il protagonista è nel torto.
Love in the big city racchiude in sé il potere di mostrare in modo realistico qualcosa che in molti possono aver vissuto: il viaggio verso se stessi tra menzogne, amori -non sempre corrisposti-, amicizie significative, conquiste e soprattutto sconfitte.
Il drama appare splendidamente confezionato, non solo per quanto riguarda regia, fotografia e doti attoriali, ma anche perché racconta con visione realistica di un amore "moderno" e semplice; e mentirei se non dicessi che è stato anche a tratti straziante.
Nel corso degli otto episodi si affronteranno temi molto seri e dolorosi che, inevitabilmente, condizioneranno la vita del protagonista come anche la visione dello spettatore.
Love in the big city è una storia che, tra lacrime e risate, alti e bassi, amori e abbandoni del protagonista, regala sentimenti profondi che difficilmente lasciano indifferenti.
Perciò se si è alla ricerca una serie che è un caleidoscopio di emozioni, ma sempre carica di speranza, questa è la serie che fa per voi!
Heesu in Class 2
Tematiche: scoperta e accettazione di sè, omosessualità, problemi di coppia, crescita caratteriale
Correlati: webtoon coreano (2017)
Distribuzione: Viki

Questo drama –disponibile su Viki-, delicato e intenso al tempo stesso, è molto più di una storia d’amore: racconta, infatti, la complessità dell’adolescenza e ciò che significa crescere.
La serie tratta la vita di quattro studenti alle prese con le proprie insicurezze e i propri sentimenti che faticano a trovare le parole giuste per uscire fuori.
Al centro della storia troviamo Hee-su, un ragazzo che, ormai da un po’ di tempo, è innamorato del suo migliore amico, Chan-young, a cui non si è mai dichiarato per paura di perdere la sua amicizia. Il loro rapporto entra comunque in crisi, anche senza la dichiarazione di Hee-su, a seguito dell'ingresso in scena di altri due personaggi che innesca una serie di cambiamenti nei rapporti e nei cuori dei protagonisti.
Le vite di questi quattro adolescenti si intrecceranno fra loro in una vera e propria giostra di emozioni a cui anche lo spettatore è invitato a partecipare.
Heesu in Class 2 riesce a dare risalto non tanto all’aspetto romantico in senso stretto, quanto al vortice emotivo dell’età adolescenziale, rappresentata sia dalla coppia secondaria, sia soprattutto da quella primaria per cui sembra tutto più complicato: i due protagonisti, infatti, non temono solo di non essere ricambiati, ma devono affrontare un percorso di accettazione dei propri sentimenti e della propria identità sessuale.
Uno degli aspetti più riusciti della serie è proprio la sua capacità di evocare ricordi nostalgici: il primo batticuore, le farfalle nello stomaco, la tensione di uno sfiorarsi di mani che vale più di mille baci. Emozioni semplici, ma potentissime, che la regia e gli attori sono riusciti a rendere tangibili senza eccessi o forzature.
When it rains, it pours
Tematiche: omosessualità, bisessualità, convivenza, sessualità di coppia, introspezione, asessualità, convenzioni/pressioni sociali, dipendenza affettiva
Correlati: romanzo (2018)
Distribuzione: Viki

Il punto di vista, sorprendentemente acuto, è infatti costantemente duplice: da un lato vediamo Kazuaki, uomo etero fidanzato con una donna che ama, ma sessualmente frustrato, dall'altro vi è invece il giovane Sei, dall'orientamento sessuale non chiaro, terribilmente depresso a causa di un profondo affetto non pienamente corrisposto nei confronti dell'uomo con cui convive.
L'incontro tra i due innesca una presa di coscienza forte: nell'iniziare "epistolare" e dunque 'a debita distanza', la loro corrispondenza consente di lasciare da parte ogni maschera e timore, per poi divenire sfacciatamente diretta nel conversare su temi scottanti, sul cui confronto di norma non verrebbe da pensare che i giapponesi amino interrogarsi, tantomeno in maniera così esplicita.
Per entrambi il dialogo è una rivelazione illuminante e sorprendente; è uno scambio profondo invece assente nelle rispettive coppie in cui ciascuno dei due è parte, malgrado ogni sforzo e tentativo portato avanti per abbattere tale barriera, aggravando così l'insoddisfazione affettiva e sessuale.
Lo stringersi del rapporto tra Kazuaki e Sei fa capire loro che non è più possibile tornare indietro a com'erano prima, quando bastava loro "accontentarsi" di essere felici a metà, ovvero solo di facciata. E mentre il confine che separa una relazione lecita da un atto di infedeltà si fa sempre più labile, lo spettatore si rende conto che il tradimento qui non intende mostrarsi per far assaporare il gusto del proibito, bensì osare oltre la superficie del conformismo, delle pressioni e delle convenzioni sociali con le loro idee preconcette. L'avvicinarsi dei due protagonisti è quindi doloroso, poiché esplicita il bisogno profondo di una connessione emotiva e fa venire a galla una sentita frustrazione interiore, prima ancora che fisica: una necessità non solo lecita, ma persino doverosa, pur se i cuori paiono lacerarsi sempre più.
L'imbarazzo tangibile, la schiettezza dei dialoghi, le parole spiazzanti e affilate, una spirale di turbative profonde: la storia fa sì che i suoi personaggi possano permettersi di ammettere in primo luogo a loro stessi che ciò che era rimasto cheto sotto la superficie ha il diritto di essere ribaltato. Che si può essere autorizzati a dire di essere infelici, malgrado una facciata apparentemente conforme alla norma. Che una relazione eterosessuale in odor di matrimonio -un idillio agli occhi di chiunque- in realtà tanto serena e normale non è; che per un uomo il desiderio di far sesso con un altro uomo non è una perversione né qualcosa di sconveniente. E dunque che il concetto di normalità, come sempre, è ben sfumato, non banale né facilmente definibile o, peggio, giudicabile; lungi, insomma, dal poter apporre un chiaro divisorio tra le relazioni etero ritenute 'normali' proprio in quanto tali, e i rapporti sentimentali LGBTQ+ ancora etichettati invece come 'anormali'.
L'innocenza - Monster
Tematiche: scoperta di sè stessi, omofobia, rapporto genitori/figli, accettazione delle diversità, autolesionismo, bullismo, conflitti interiori
Distribuzione: cinematografica, BIM Distribuzione
QUI la nostra recensione

Minato non appare solo come un potenziale bullo, ma come un giovane alle prese con sentimenti confusi e difficili da esprimere, mentre Yori, emarginato e spesso vittima di maltrattamenti, cerca di trovare il proprio posto in un mondo ostile. Le dinamiche di potere e di bullismo vengono esplorate in modo sottile, senza mai dare una risposta definitiva su chi sia davvero colpevole o innocente.
Kore'eda estrae interpretazioni straordinarie da Soya Kurokawa (Minato) e Hinata Hiiragi (Yori), i cui personaggi incarnano la fragilità e l’incertezza della crescita. I loro sguardi, i silenzi e le esitazioni catturano perfettamente quel momento critico della preadolescenza in cui i confini tra amicizia e conflitto, tra vulnerabilità e aggressività, sono particolarmente labili. Anche il contesto familiare di Yori, con un padre alcolizzato e violento, aggiunge ulteriori sfumature, evidenziando come le pressioni esterne possano influenzare profondamente il percorso emotivo dei ragazzi.
Nonostante la struttura a più strati e le diverse prospettive che si alternano, il film non perde mai di vista il suo nodo centrale: la necessità di comprendere e accettare le differenze, specialmente quelle dei più giovani, spesso costretti a confrontarsi con un mondo adulto incapace di vedere oltre le apparenze.
In questo senso, L’innocenza è una critica implicita alla società che tende a marginalizzare coloro che non si conformano alle norme, suggerendo che è la comunità più ampia che deve adattarsi e accogliere i "mostri" che crea (mutuando il termine dal titolo della distribuzione internazionale), piuttosto che esigere il contrario.
La scelta di concentrarsi sui preadolescenti, con tutte le loro contraddizioni e le loro sfide emotive, consente inoltre al film di affrontare tematiche universali come la crescita, l’accettazione e la ricerca della propria identità.
Ossan's Love Thailand
Tematiche: omosessualità, convivenza, mondo del lavoro
Correlati: drama special (2016), drama (2018) film sequel, drama remake (2019), drama sequel (2024)
Distribuzione: Viki

Ossan’s Love non si vuole far portabandiera di diritti e non presenta conflitti sociali, ma si concentra perlopiù su cotte, equivoci e problemi di cuore che, con simpatia e leggerezza, riescono a far sorridere in ogni episodio.
Questa serie arriva, non casualmente, in un momento particolare per la Thailandia: a partire da gennaio 2025 le coppie dello stesso sesso possono sposarsi legalmente e beneficiare degli stessi diritti patrimoniali, sanitari, ereditari e di adozione dei coniugi eterosessuali.
I due attori protagonisti, Earth e Mix, avevano già affrontato tematiche simili in passato grazie ai loro precedenti lavori, offrendo spunti di riflessioni e acute critiche alla società: un esempio è Moonlight Chicken, uno dei titoli consigliati all’interno di questa rubrica lo scorso anno, in cui il personaggio di Mix afferma che farà cambiare idea a qualche “dinosauro conservatore”, altrimenti diventerà lui stesso deputato per poter scrivere una bozza di legge.
In Ossan’s Love, invece, i due attori –ricordo che in Thailandia squadra che vince non si cambia- hanno potuto girare una frizzante e atipica proposta di matrimonio. Proposta che non si concretizza ufficialmente, ma stavolta non per una legge, bensì semplicemente per una scelta personale dei personaggi di rimandare le nozze.
Smells like green spirit
Tematiche: identità di genere, omosessualità, famiglia atipica, rapporto genitori/figli, omofobia, bullismo, crossdress
Correlati: manga (2011)
Distribuzione: amatoriale
Smell like green spirit è squilibrato, doloroso, vi farà arrabbiare -essendo 'tutto sbagliato'- vi farà disgustare e dispiacere, ma anche innamorare.
Un'amicizia nata dal bullismo, forse in maniera un po' troppo repentina. Un bullo e un bullizzato che hanno più cose in comune di quel che credono.
La loro voglia e la difficoltà di provare a essere se stessi in un periodo storico (Epoca Heisei) che ancora abbonda di pregiudizi.
Mishima e Kirino -cui solo in un secondo momento si unirà anche il coetaneo Yumeno- sono i protagonisti di questa storia che hanno non solo la difficoltà di crescere in un piccolo paesino rurale dove tutti sanno tutto, ma anche il fardello di aver scoperto che in realtà dentro di loro alberga un desiderio di femminilità che scalcia forte e inarrestabile.
Proprio un rossetto scarlatto, rubato da Mishima a sua madre, sarà il trait d’union tra i due ragazzi. Questo oggetto del desiderio, che agli occhi dei benpensanti è un peccato disonorevole, rappresenta per i due ragazzi un desiderio sublime e irraggiungibile.
Anche se questa è un'amicizia nata da una sofferenza silenziosa, poiché entrambi sembrano non poter dire apertamente quello che realmente sentono, essa riesce a suo modo a donare attimi di respiro, crescita e conforto ai due ragazzi.
Questi momenti di libertà sono una cura per l'anima dei due ragazzi, che finalmente possono buttare fuori tutto quello che hanno nascosto fino a quel momento, alla fine sereni, felici e senza un vero e proprio coinvolgimento sentimentale; Mishima e Kirino sono in primis "amici". Nel mentre si confidano e cercano di dare un nome a quello che sentono crescere dentro di loro, i due affronteranno varie vicende più o meno difficoltose.
Smell like green spirit esamina molte tematiche -forse anche troppe visto i pochi episodi disponibili- come il bullismo, l'accettazione di sé, l'appoggio della famiglia, gli adulti "predatori", i pettegolezzi, la paura, la fuga verso una non specificata libertà e infine l'accettazione.
Non sempre la serie riesce a dare il giusto minutaggio o peso a tutti questi argomenti, ma riesce comunque a risultare credibile in quelli decisamente importanti.
La forza di questo drama risiede in un ottimo cast che riesce a essere coeso e perfettamente credibile nel mostrare varie sfaccettature della vita quotidiana di varie persone e famiglie e, di come vengano affrontati i coming out dei giovani protagonisti.
È da sottolineare come questo drama rappresenti molto bene le varie reazioni dei genitori a queste dichiarazioni, c'è chi reagisce male e chi fa l'unica cosa possibile da fare: amare.
Più che il solito drama Boys' Love, dove, ammettiamolo, spesso molte cose risultano essere un po' troppo stereotipate e già viste, Smell like green spirit è ma una vera e propria serie LGBTQIA+, che cerca nel suo piccolo di non dare una visione troppo semplicistica sull'argomento.
Con coraggio questo drama riesce a raccontare una storia che fa male, vero, ma che riesce anche a essere spunto per tutti, che lancia un messaggio semplice ma non sempre facile: quello di non avere paura nel cercare di vivere felici la propria vita, restando il più possibile fedeli a se stessi.
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Vi invitiamo infine a scoprire gli approfondimenti degli scorsi anni, così come le molte altre opere correlate presenti nel nostro database: si possono rinvenire attraverso la ricerca specifica per tag, quali ad esempio "temi-LGBT", "omosessualità", "intersessualità" ed altri ancora.
"La mia Senpai è un ragazzo" è uno di quei titoli che avevo iniziato, ma che purtroppo si è perso nel gran numero di titoli che leggevo per questioni di tempo
The Story of Me, Daddy and Daddy è molto delicato, sono contento che l'autrice abbia deciso di proseguirlo oltre il primo volume
Ci sono persone che sono genderfluid, ovvero a proprio agio sia in abiti maschili che femminili, e fanno comunque parte anche loro della famiglia LGBTQ+
No, hai cannato completamente, quelli che dici tu sono i "travestiti" (la maggior parte dei quali non è neanche omosessuale), e il protagonista non è nemmeno "genderfluid" 🤣
Mi pare che nei tag usati per descrivere l'opera non ci sia né la parola transessuale, né omosessuale e mi pare che nemmeno nel commento si parli di questo.
Se poi per te tutte le altre tematiche affrontate, che trovi comodamente alla voce "tematiche" e nello scritto, non sono ascrivibili all'oggetto dell'articolo, forse sei tu che non stai afferrando di cosa parli la storia.
Hai "cannato" tu invece, chi è transgender (travestito è un termine desueto ormai) si veste con abiti del sesso opposto in quanto ritiene la propria identità di genere diversa dal sesso biologico.
Chi è genderfluid invece non prova necessariamente disagio per il proprio sesso biologico, ha semplicemente piacere ad indossare abiti di qualunque genere a seconda della situazione.
Prendi per esempio... non lo so, sparo un titolo a caso: Yuru Yuri: sono palesemente tutte lesbiche eppure non è considerato una serie anime LGBT
E tu che ne sai? Lavori all'Accademia della Crusca, per caso?
Il fatto che TU non usi più un determinato termine non significa che NESSUN'ALTRO lo usi o che sparisca automaticamente dalla vocabolistica italiana 😅
L’articolo non parla di opere a tema LGBTQ+, ma opere che trattano questi temi. Questo non le identifica come opere di quel genere.
Nella commento per il consiglio, si parla appunto di tutto ciò che affronta la serie e non è mai stato nominato in alcun modo transessualità o omosessualità di Makoto.
Si è parlato di omosessualità perché uno dei personaggi si scopre esserlo, ma si è stati volutamente vaghi per evitare spoiler per chi non avesse visto o letto l’opera, proprio perché è un articolo di consigli.
Se poi ci si vuole intestardire su cose che non sono scritte da nessuna parte in questo articolo, solo per il gusto di fare flame, allora è un altro paio di maniche 🤷🏻♀️
Il problema è che "travestito", nell'accezione etimologica italiana, porta con sé anche una forte connotazione negativa che con il termine inglese transgender non c'è, per questo di solito è preferibile evitare di usarlo (un po' come il weirdo/freak nello slang anglofono, seppur in altri contesti).
Poi ok, se tu vuoi continuare ad usarlo fa pure, mica è vietato per legge...
Trovo comunque peculiare che tu persegua a commentare news del genere e vada a cercare il pelo nell'uovo così per dei semplici termini lessicali, visti anche alcuni post che pubblichi di sovente in social stream e il loro (neanche tanto recondito) significato....e non aggiungo altro, ti lascio pure la "vittoria" per la discussione
Veramente travestito non ha niente a che fare con il termine transgender, e invece si traduce al termine inglese transvestite, che in se non è una parola negativa, semplicemente è qualcuno che si veste come il sesso opposto pur identificandosi con il proprio sesso biologico (come ad esempio il protagonista di Rocky Horror Picture Show) a prescindere da se si piacciono le donne o gli uomini
Poi che ci sono idioti in giro che lo usano come insulto c'è poco da fare
Meno male che almeno qualcuno di intelligente che queste cose le capisce c'è 🙏
Io so che si usa "tranny" in inglese come terminologia offensiva per etichettare i travestiti e i trans in generale.
Curiosa quali sono o tuoi preferiti
Non è che ne ho guardati/letti molti, ma più perche di solito tendono a essere romantici che non è proprio il mio genere preferito 😅
Di BL letto il primo volume di Fatti Forza Nakamura, molto carino
Given mi è piaciuto un sacco la serie, però devo dire che il secondo film l'ho trovato molto deludente
Fake, un OVA anni 90 poco noto, molto buffo ma ha un finale sorprendentemente profondo
E poi, non listati ufficialmente come BL ma i protagonisti ne fanno chiaramente parte, Yuri!!! On Ice e No.6
Invece GL non ho per niente fortuna, guardato Citrus e l'ho trovato orrendo T^T
New york new york non lo conoscevo ma me lo sono segnato. mentre un incontro casuale devo ancora recuperarlo. The story of me, daddy and daddy lo conosco e mi piace molto. Adoro le storie incentrate sulle famiglie, e in particolar modo anche sulle famiglie omosessuali.
Nao di skip e loafer e Tsubaki di windbreaker mi sono piaciuto molto come personaggi.
Per il resto, mi sono segnato i nomi dei drami e film, e appena posso provederò a recuperarli
Senza contare che Saki si dichiara a Makoto quando lei credeva che quest'ultimo fosse realmente una ragazza. Per cui neanche lei è così tanto etero alla fine XD
Mi vengono in mente anche Tokyo Godfathers, che presenta una donna transgender senza tetto e Blue Period, dove c'è un'altra ragazza transgender e che attraverso il tema dell'arte presenta anche la problematica di accettare il proprio corpo.
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