Nei tanti resoconti del periodo in cui ho vissuto in Giappone, ho sempre volutamente tralasciato quello che probabilmente è il mio preferito tra i posti turistici che ho potuto visitare: il museo Ikaho nella prefettura di Gunma (meglio noto come Ikaho Toys, Dolls and Cars Museum).
Questo perché, mi son sempre detto, meritava un articolo a parte, in modo da rendere più conosciuto un luogo poco turistico ma decisamente interessante.

Come molte delle mie storie del Giappone, anche questa prende il via da un karaoke, stavolta quello dell'izakaya che io e i miei compagni di scuola frequentavamo spesso nel finesettimana.
E' cominciato tutto assolutamente per caso. "Ehi, la sai questa? La cantiamo?" mi chiede un mio compagno di classe, porgendomi il tablet per scegliere le canzoni del karaoke. "Certo!" rispondo io, e ci lanciamo in un'accorata interpretazione di "Deja vu" di Dave Rodgers, dalla colonna sonora di Initial D.
"Eeeeh? Initial D?" ci fa, sorpreso, un ragazzo che si era venuto a sedere al nostro tavolo. Si presenta: è il nipote dei padroni del locale, che lavora per una ditta di automobili (da qui in poi sarà chiamato "K" per comodità).
Ci presentiamo, chiacchieriamo un po', io mi sparo un altro paio di brani del mio repertorio di karaoke da izakaya (la sigla di Mazinger Z e "Fire" dei Beehive) con gran sorpresa di tutti i clienti, e poi K ci propone "Vi piace Initial D? Lo sapete che nella prefettura di Gunma c'è un museo dedicato a questa serie? Volete andarci? Se volete, vi ci porto io in macchina uno di questi weekend!".
Dopo un attento Tetris volto a trovare un weekend libero dai nostri esami e dalle altre gite che avevamo in programma con la scuola, siamo riusciti a fissare un giorno che andasse bene per tutti.

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Inizia così il nostro estenuante viaggio di 5 ore in macchina da Okazaki a Gunma, in un assolato sabato mattina di metà luglio. L'autoradio di K manda l'intero repertorio degli Arashi, la band preferita di una dei miei compagni di viaggio, poi vira su una selezione casuale di canzoni di Initial D e brani di genere eurobeat (una branca della musica giapponese che si rifà alle canzoni dance europee degli anni '80 e '90, del resto buona parte degli autori sono ex dj europei trasferiti in Giappone). Io non ho quasi mai sfruttato la mia patente, ma ho sempre serbato in segreto il sogno di guidare con l'autoradio della macchina che manda canzoni di Initial D. Questa è la cosa più vicina al mio sogno che mi sia capitata!
Passano brani come "I can't stop my love for you" di Rina Aiuchi, undicesima opening di Detective Conan, o "Boy meets girl" dei TRF, ending di Daa! Daa! Daa! (il nostro "Ufo Baby"), e non so se stupirmi maggiormente per il fatto che K le abbia nella sua playlist o che io, straniero, le conosca e le abbia riconosciute alle prime note.
Siamo stanchi perché ci siamo alzati prestissimo per partire, ma non appena ci si calano le palpebre, veniamo riportati alla realtà dagli urletti del guidatore, che, con voce timidissima, educata e quasi impercettibile, si lamenta degli altri automobilisti che lo sorpassano.

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"Il museo di Initial D", ci aveva detto K, ma l' Ikaho Toys, Dolls and Cars Museum è molto di più: un edificio gigantesco con sezioni museali dedicate a qualsiasi cosa, che lo rendono simile ad un bellissimo luogo dei sogni.
Si parte con una sezione dedicata ai vecchi giocattoli. Principalmente orsi di peluche di ogni forma e colore, ma anche macchinine, robottini, altri animali di peluche, personaggi Disney.

Si va poi a sfumare in un vero e proprio museo dedicato all'era Showa (1926 - 1989).
E qui c'è proprio di tutto: vecchi giocattoli, riproduzioni di vecchi negozi di dolci tradizionali con tanto di pubblicità dell'epoca, libri, manga, modellini, maschere da matsuri, poster degli eventi sportivi, locandine di vecchi film e sceneggiati tv giapponesi, album dei cantanti e dei gruppi musicail dell'epoca. Tetsujin 28, Astroboy, Ultraman, Kimba il leone bianco, Topo Gigio...

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Inevitabile, visto l'andazzo, trovarvi anche la sezione che è il mio piccolo Paradiso personale: quella dedicata al pro-wrestling d'epoca, con poster degli eventi, autografi, miniature dei lottatori, dischi con i loro temi musicali, giocattoli a tema e un'ampia zona dedicata all'Uomo Tigre, con il merchandise della serie animata, i costumi indossati dai lottatori che lo hanno portato sul ring, persino i trofei vinti.

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Si prosegue poi con una sezione che sfuma nei primi anni dell'era Heisei (1989 - ), dato che vi sono in mostra diversi prodotti degli anni '90 o primi 2000: tantissimi poster di anime, giocattoli, riviste di anime, videogiochi per il Super Nintendo. Sailor Moon, Ranma 1/2, Pokemon, Hamtaro, Dragon Ball Z, Saint Tail...

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Un gigantesco Mazinga ci separa momentaneamente dalla zona dedicata all'animazione portandoci in quella dedicata alle automobili d'epoca, che prosegue anche al piano superiore.
Ma gli anime e i manga ritornano prepotentemente, mescolandosi con le automobili, perché tra una macchina e l'altra vi sono anche poster relativi ai cartoni animati e si arriva finalmente alla zona dedicata a Initial D, dove troviamo le cover di tutti i volumi del manga firmato da Shuichi Shigeno, riproduzioni delle automobili più famose della serie (in testa, ovviamente, la bianca Toyota Trueno del 1986 guidata dal protagonista Takumi) e del negozio di tofu della famiglia Fujiwara, gestito dal padre del protagonista.

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La visita prosegue poi all'esterno, dove c'è un ampio giardino con bei "photo spot", vasche di pesci rossi, tartarughe e scoiattoli. Buona parte del giardino è occupata da una collezione di locandine di vecchi film, da Via col vento a Ritorno al futuro, da Ben Hur a Lo squalo, da Star Wars a Grease, da Rocky a Mad Max, da Indiana Jones a L'ultimo imperatore. Davvero interessante vedere come i vari titoli siano stati adattati nella versione giapponese.

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Rientrati dentro il museo, le sorprese non finiscono, perché si passa ad una sezione dedicata alle bambole provenienti da ogni paese, ad una zona dove è possibile dipingere gratuitamente le proprie bamboline Kewpie, ad un museo della birra (c'è anche la nostra Peroni!) e uno del cioccolato.
A concludere il tutto, un negozio di dolcetti e merendine tradizionali e un grosso negozio di souvenir, che vende un sacco di gadget a tema Initial D, ma anche altri anime.

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Siamo stati molto soddisfatti della nostra visita, che è stata stancante ma ci ha fatto tornare alla nostra Okazaki col sorriso sulle labbra, non senza prima concederci un lauto pranzo a base di sushi in un ristorante kaiten lungo la strada.
Noi siamo andati in automobile, quindi non so dirvi se e come il museo sia collegato da treni o mezzi pubblici. Posso, però, consigliarvi caldamente di visitarlo, se capitate in Giappone, specialmente se siete appassionati di vecchi cartoni animati e vecchi manga. In quel caso, il museo vi offrirà un bellissimo viaggio all'indietro nel tempo, che varrà sicuramente la pena.