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Dopo la visione di svariate serie tv anime giapponesi e di film anime giapponesi posso dire che questo è il solito prodotto: malesseri esistenziali vissuti da inetti adolescenti. Per la verità questo non è un difetto in sé per sé, anzi è uno dei temi cardine di tutta la produzione animata nipponica. Il problema qui sta nello sviluppo di questi temi: inesistente. La trama quasi non esiste e quando c'è è relegata in secondo piano, molto lontana, in modo da poterla vedere appena; giusto qualche vago accenno. Lunghi piani sequenza senza dialoghi, che invece di creare attesa o tensione annoiano e nulla più, si alternano a sterili e brevi battaglie aeree.
Queste tecniche (silenzi prolungati dei personaggi) se fatte con attori in carne e ossa possono far trasparire movimenti del viso o espressioni che comunicano molto, ma dei disegni in 2D poco ci dicono. Cercare di essere poetici è sempre positivo, ma bisogna saper scegliere il giusto mezzo per farlo. Il regista/creatore forse sopravvaluta il concetto stesso di anime, obbligando lo spettatore a sorbirsi un prodotto che definirei solipsistico, prolisso e pure noioso.

In fin dei conti sono sentimenti di plastica quelli qui presentati, artificiali - nel significato primo della parola: non naturali. La bellezza dell'anime è la sua polivalenza: la possibilità di poter inseguire mondi altrimenti inavvicinabili, frutto delle più brillanti fantasie, e quello di rappresentare la realtà con autenticità e finezza. Qui, però, si rimane incastrati tra queste due strade.
A bordo del mezzo anime ci si schianta contro il muro della comunicazione inefficace. Il risultato: ci si rompe le palle.