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Nel corso della lunga e gloriosa storia dell'animazione giapponese di club scolastici se ne sono visti davvero per tutti i gusti: dai banali club del soprannaturale ai più originali combattenti per il bento scontato o le brigate SOS, le SSS, i senza amici, gli sfaccendati, le fanatiche 'sorseggiatrici di tè' e chi più ne ha più ne metta; ma il club dei "Panzerfarhren", dite la verità, non l'avevate mai sentito, vero? Di che si tratta? Candide giovincelle che si divertono a scorazzare in carro armato nei boschetti circostanti la scuola o addirittura in pieno centro abitato, senza suscitare meraviglia alcuna, accompagnate anzi da un tifo esagitato partecipano a dei tornei nazionali, pure, scontrandosi con terribili ed eccentriche avversarie, neanche si trattasse di Mimi e delle sue ragazze della pallavolo!
Perché, come viene affermato nel primo episodio, "cosa c'è di più femminile che pilotare un carro armato?".
Vabbè, già dalla presentazione avrete capito di che serie demenziale si tratta e dunque non staremmo tanto a sottilizzare sulla verosimiglianza della trama; trama, che, invece, proprio grazie al suo nonsense e a un pizzico di sregolata fantasia, si trova a funzionare benissimo, a dispetto delle premesse poco incoraggianti - lo so: pure io avevo pensato che si trattasse di una ca... ehm, cavolata pazzesca prima di visionare il primo episodio. E invece, anche se non si tratta certamente di un capolavoro o di un caposaldo culturale, la serie è comunque una simpatica e garbata presa in giro di molti degli anime a tema sportivo/club scolastico degli ultimi 30 anni.
Disegni e animazioni sono puliti e scorrevoli, il ritmo frizzante, le atmosfere fuori di testa (ci sono persino i Panzer Cafe), le musiche carine (ispirate alle marcette militari) e addirittura troviamo spiegazioni tecniche in campo bellico, per chi fosse interessato.
Io l'ho trovato un modo divertente per passare una mezz'oretta senza troppi pensieri; ovviamente, se siete allergici al moe, vi conviene tenervene alla larga più che potete.
8 per l'originalità e la fantasia degli autori.