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(Contiene solo qualche ininfluente spoiler finalizzato ad introdurre il tema, ma che non rivela nulla sul finale dell'anime).

Tenjou Tenge è un anime tratto da un manga di spessore più elevato, sebbene sia il manga che l'anime non rappresentino opere di eccellenza. Potremmo definirlo appartenente a più generi (scolastico, soprannaturale, ecchi, seinen, azione, arti marziali …) e spicca per vari elementi. Tra questi troviamo una opening che "trascina" (ad ogni episodio non si può fare a meno di riascoltarla!) ed un design dei personaggi decisamente buono. Anche le animazioni sono sufficientemente fluide, benchè a tratti statiche, ed immerse in sfondi di ottima fattura, senza contare la cura dei particolari e degli automezzi (la moto di Bob è fantastica!). Ottime le luci, gli interni, sufficiente la dinamica dei combattimenti, l'abbigliamento dei personaggi, con una pecca nella caratterizzazione psicologica di alcuni dei protagonisti (e negli sproporzionati riccioli di Emi Isuzu!). La regia di Toshifumi Kawase è notevole e conferisce spessore "animato" al manga di Ogure Ito (altrimenti detto Oh Great!) senza aver dovuto compiere qualcosa di simile al miracolo di Tetsuro Araki con il manga dai disegni inguardabili di Hajime Isayama "Shingeki no Kyojin", poichè anche i disegni di Tenjou Tenge "fumetto" sono di qualità. La storia è un riadattamento alla buona di quella molto più complessa del manga ed a volte genera notevoli "vuoti" narrativi che chi desidera può andare a colmare sulla discreta pagina wiki relativa o, meglio, leggendo il manga (aderente solo in parte all'anime). L'incipit dell'anime è da urlo e lascia sperare bene rivelando due potenziali protagonisti di prim'ordine, apparentemente sui livelli di "Due come noi": Souichiro Nagi e Bob Makihara studenti del primo anno della scuola d'arti marziali "Todou". Da urlo pure la giovane allieva Aya Natsume che per uno strano gioco della sorte si troverà subito faccia a faccia, innamorandosene, con il protagonista Souichiro Nagi. Anche "l'anziana" allieva Maya Natsume, sorella di Aya, nella doppia veste bambina-ragazzona risulta doppiamente affascinante sia per la bellezza che per la forza che, almeno inizialmente, la fa apparire come "l'eminenza grigia" della Todou. Purtroppo, questo splendido inizio, cui fa da sponda anche il potente Masakata Takayanagi, viene subito azzerato da un lungo "flashback" centrale, un po' noioso, necessario al fine di dare spiegazioni sui legami esistenti tra parecchi dei personaggi ma che ridistribuisce ruoli e valori in maniera deludente. Da questo punto in poi "Inferno e Paradiso" non recupera più l'iniziale verve e si trasforma in un'ottima occasione perduta; in un capolavoro mancato. In breve, l'anime inizia con una rissa che vede affiancati i due amici Souichiro Nagi e Bob Makihara contro una cinquantina di coetanei subito sedata da due membri del club "Jukenbu" della scuola di arti marziali "Todou" in cui si svolgono gli episodi. I due sono Maya Natsume e Masakata Takayanagi, l'una sorella di Shin Natsume e l'altro fratello di Mitsuomi Takayanagi attuale presidente del "comitato esecutivo" della scuola, un ente interno che regola la disciplina della Todou. Shin era stato presidente prima di Mitsuomi ed aveva vissuto il dramma di essere detentore di un potere occulto eccitato dalla spada rituale Reiki, un oggetto che rappresenta, nell'anime, il massimo delle tecniche occulte. Shin, vittima di tale potere, aveva ucciso i propri genitori essendo venuto in contatto con la Reiki che era stata affidata a Maya dal padre con l'ordine di non renderla accessibile al fratello. Maya, legata da grande affetto a Shin, lascia che egli la tocchi destando il "potere del drago", difficile a domarsi, che permette di vedere passato e futuro, un leggendario e tenebroso carisma che la famiglia Takayanagi vuole controllare per realizzare il "guerriero perfetto", un concentrato di forza e onestà intellettuale. Questi gli elementi narrativi da cui muove l'anime attraverso le coerenze e le contraddizioni proprie dei grandi sentimenti umani ( amore, amicizia, fedeltà, odio, gelosia, risentimento) sullo sfondo del morboso, innaturale e distruttivo legame tra Shin e Maya. Anche la bontà e la compassione sono presenti in Tenjou Tenge e sono concentrate nell'elemento più potente della Todou, Bunshichi Tawara che è un protagonista solo apparentemente secondario. Shin optò infatti per uccidere Mitsuomi Takayanagi al suo posto, se il potere del drago lo avesse precipitato nelle tenebre, proprio perchè conosceva alla perfezione la compassionevole indole di Bunshichi. Tenjou Tenge è un anime che spesso viene "accusato" d'avere più d'un elemento in comune con "Due come noi" ("Bokura wa family", dal manga "Kyo Kara ore wa"). Anche la mia debole memoria storica mi suggeriva delle somiglianze. In realtà, rivedendo le puntate di "Due come noi" allo scopo di recensirlo, non ho potuto fare a meno di notare quanto grande sia la differenza tra le due opere. Diversi i personaggi (molto meno accattivanti in Tenjou Tenge), diverse le situazioni (più lineari e spesso divertenti in Bokuwa ra family), molto diversi disegni ed animazioni (peggiori in Bokuwa ra family, che però è più vecchio, ma di grande effetto anche grazie ai kanji che fanno capolino nei momenti top). Tenjou Tenge, che potremmo definire, superficialmente, un anime di arti marziali in ambiente simil-scolastico, appartiene invece, come detto all'inizio di questa recensione, ad un mix di generi, tra i quali il soprannaturale e l'erotico. Spesso sviluppa situazioni drammatiche, passate o presenti, che in alcuni casi portano addirittura alla morte dei personaggi, come accade per Shin Natsume o per la sua "finta" fidanzata Mana Kuzunoha (agente di Dogen Takayanagi). Per non parlare del sentimento ai limiti dell'incesto tra Shin e Maya. "Due come noi" sarebbe uno scolastico quasi puro, se non fosse per i combattimenti. E' inoltre privo di qualsiasi componente Gekiga ed Ecchi. Sono presenti il tema dell'amicizia, dell'amore, del romanticismo senza che si sconfini nel Ren'ai o nel Romakome. Anche la breve parentesi con la Jakuza (Gokudo) si conclude comicamente. Altro elemento: Bob di "Inferno e Paradiso" è nero e gigantesco. Ito di "due come noi" è completamente diverso. Forse gli unici elementi di contatto tra i due anime sono i capelli biondi di Souichiro Nagi e Takahashi Mitsuashi (elemento distintivo del teppista in giappone), le divise (che esaminate con cura tanto simili non sono) e l'intenzione di menar le mani dimostrando di essere i più forti (che è identica!). L'erotismo, quasi assente in "Due come noi", è davvero incalzante e punta sulle taglie extra-size di personaggi come Maya ed Aya Natsume, Chiaki Konoike (fidanzata di Bob), Emi Isuzu (vice-presidente del comitato esecutivo, in verità una ragazza grassa che ripiega la propria adipe per nascondere armi ed apparire bella), Mana Kuzunoha (la "vigile" donna di Shin, da lui "mai sfiorata", ed al servizio dei Takayanagi). In effetti, gli enormi seni delle protagoniste (e le viste sulla biancheria intima!) a volte "stonano" nettamente. Nelle sequenze più drammatiche della storia il regista avrebbe potuto anche optare per una temporanea "normalità". Invece, ogni volta che compare una donna troviamo le solite forme straripanti. I personaggi femminili possiedono tutti occhi dai tratti molto seducenti, mentre i tratti distintivi dei visi maschili sono estremamente da fight-story alla Capcom. Una sola nota negativa sul disegno: l'anatomia di Aya appare spesso innaturale nelle viste da lontano: testa troppo piccola rispetto al corpo e gambe troppo lunghe la cui estensione viene ulteriormente accentuata dagli scaldamuscoli. Per contro, l'anatomia di Maya (sei la mia dea!) e da perdita del sonno millenaria … In "letteratura" esistono critiche molto ingiuste su questo anime e ritengo di dover precisare che le critiche devono sempre muovere da una corretta analisi e non "unicamente" dal personale gusto. Ad esempio io non amo One Piece, tuttavia ciò non toglie che manga ed anime siano di buona qualità, sebbene ripetitivi. Definire scarsa la opening di Tenjou Tenge è davvero impensabile!!! "Spacca" quasi quanto quella di Shingeki no Kyoujin. Importante ricordare che, oltre ai 24 episodi "canonici", esistono altri due episodi OAV, "Il pugno del drago" e "Potenzialità in boccio" che concludono la serie lasciando, tuttavia, aperti parecchi interrogativi. Un'ultima nota va stesa sullo splendido doppiaggio italiano che è in perfetto accordo con i personaggi. Ritengo questo anime godibile e consigliabile.