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7.0/10
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Questa serie animata la conosciamo in quattro gatti: io, l'amico che me l'ha consigliata, i produttori e l'autrice originale dell'opera. Tutto ciò è molto triste se consideriamo la validità della storia, che, pur non essendo un capolavoro, ha il pregio di incuriosire.
L'anime ha come tema lo shogi, gli scacchi giapponesi, le cui regole sono abbastanza complicate per chi non è avvezzo al gioco, ma per fortuna il titolo è fruibile anche senza averne delle basi, poiché alle strategie generali delle partite c'è il mistero di un omicidio. Difatti i genitori della protagonista sono stati brutalmente assassinati, con la conseguenza della perdita di parola della piccola Shion. Questa è la prima particolarità che risalta, ovvero la protagonista muta. Tuttavia, attraverso i suoi pensieri, si potrà sentirne la voce e i ragionamenti.

Oltre all'interessante incipit, si può notare come funzioni bene la narrazione: essa non è né troppo lenta né troppo affrettata, bilanciando perfettamente le situazioni dei vari tornei con le parti investigative. La polizia e la stampa spesso giocano un ruolo importante, in quanto sostengono la trama principale e il cast di personaggi. Quindi si ha anche una dose di suspense e leggeri colpi di scena.
Ciò che ho apprezzato è che le partite non durano mai troppo, anzi non si dilungano proprio, cominciano e finiscono quando devono, evitando di protrarsi per più di due episodi, rendendo così la visione realistica. Le tattiche che ogni giocatore formula catturano sempre l'attenzione, anche perché ogni personaggio ha il proprio stile di gioco che si evolve gradualmente in tutta la serie, che siano buoni, cattivi o dei semplici cammei.
Shion è una protagonista che potrei definire eroina, vista la calma e il coraggio che ha a non reagire, se non con la razionalità, alle diverse provocazioni. Malgrado un passato tragico, nel presente ha dei cari che le donano amore e sostegno, e questi sono gli zii e gli amici. A fianco a lei ci sono infatti l'amica Saori e l'affidabile Ayumi: di quest'ultima capiremo meglio le dinamiche che l'hanno portata a entrare nel mondo del professionismo, ed è colei che ha avuto maggiore profondità e crescita.

Durante queste ventidue puntate molti sono i sospetti su chi sia il criminale, e ho dubitato cambiando di soggetto in soggetto, finché non è diventato evidente. Il finale è forse un po' deludente, o comunque non troppo impressionante, considerati i fatti che sono avvenuti prima e che hanno reso il caso agghiacciante.
Ciò che ha saputo soddisfare, invece, sono le descrizioni delle partite di shogi. Il modo in cui ogni mossa viene meditata prima di essere compiuta è sorprendente, tanto che i risultati non sono così prevedibili come si potrebbe inizialmente calcolare. Masaru Katori, l'autrice del manga da cui è tratto l'anime, è un'affermata giocatrice di shogi, tra le kishi più conosciute del panorama, quindi ha potuto gestirne meglio le varie nozioni.
C'è da sottolineare che qualche personaggio, talvolta, appare un po' esagerato, in quanto tende a considerare lo shogi troppo seriamente, tanto che alcune sue azioni e personalità possono risultare illogiche o vagamente ridicole.

Per la maggior parte dell'anime la grafica è buona: c'era del potenziale, ma a causa di un limitato budget verso gli ultimi episodi incombe una quality imbarazzante: vedremo volti cambiati, proporzioni sballate, sfondi sempre meno curati e profili quasi irriconoscibili. Ma chi conosce lo studio Deen sa cosa aspettarsi. A parte ciò, il comparto sonoro aiuta a proseguire con tranquillità il resto. Le voci sono immedesimanti; brava in particolare Ayako Kawasumi, la doppiatrice di Shion, che ha saputo trasmettere ogni tipo di emozione nonostante la difficoltà del personaggio.
Le sigle sono entrambe eccezionali, nonché adatte al contesto. Nell'opening risuonano la rabbia e il caos, mentre nell'ending sopraggiunge la serenità, come se volesse coglierne lo spirito della serie e dei suoi sviluppi, ma se vogliamo pure dello spettatore.

Ordunque, se lo shogi è la vostra preoccupazione per paura di non godere pienamente lo show, sappiate che il problema non sussiste. Ricordo che non bisogna essere necessariamente interessati all'argomento, perché una volta addentrati nella giusta atmosfera i match vi appassioneranno; inoltre, fin dall'inizio è intuibile che la storia ha anche altro da raccontare. E ora la mia curiosità è sapere chi sarà il prossimo a conoscere questa serie impopolare.