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L'ho visto aspettandomi molto, moltissimo, non sono rimasta delusa.
La storia nasce con Ashitaka, un ragazzo che viene coinvolto in qualche cosa di più grande di lui quando un Dio maligno cinghiale, arriva nel suo pacifico villaggio. Per salvare il suo posto natale scaglia una freccia contro il Dio ma, purtroppo, viene contagiato dalla maledizione che l'animale portava con se. Per cercare di salvarsi deve andare fino alla terra dalla quale l'animale proviene e cercare di capire che cos'è capitato. Insomma, un giovane parte per un mondo che non conosce. Quasi fosse un passaggio per la crescita personale del protagonista, oltre che una corsa contro il tempo per la vita. Non voglio aggiungere molto altro per quanto riguarda la trama perché vale la pena vederlo, goderlo a pieno e non aspettarsi niente di quello che capiterà.
C'è da dire che tutta la storia ha toni fiabeschi che, però, si mischiano perfettamente in un mondo che cambia. Il doppiaggio mette in evidenza che il tempo che ci troviamo a vivere nel lungometraggio, è del tutto diverso da quello che viviamo tutti i giorni. Non è subito immediato ma, dopo poco, non è difficile entrare nel vivo. Anzi, aiuta ad immedesimarsi di più e niente è veramente così difficile da capire.
Il messaggio che poi viene dato da questo film è particolarmente profondo. La vita, la morte, tutto coesiste ed è importante che sia così. Il progresso non deve cercare di prevalere sulla natura, perché questo porta solo alla violenza.
Chi si aspettava un lungometraggio per bambini ha sbagliato posto e sala del cinema. Nella sua delicatezza, le immagini di Mononoke sanno essere incisive.
La regia stessa mi è piaciuta moltissimo, i paesaggi sono maestosi e sembra di poterli vivere davvero. La varietà di personaggi è molto ampia e vedere delle donne al potere, donne così allegre poi, mi ha fatto veramente divertire. Che altro aggiungere, un piccolo capolavoro di Myiazaki che stupisce e non delude. Guardatelo, guardatelo, guardatelo.