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Uscito nelle sale cinematografiche giapponesi nell'agosto 2004, "Naruto - La Primavera nel Paese della Neve", è il primo di una serie di dieci lungometraggi tratti dal mondo di "Naruto". Il film è ambientato dopo la puntata numero 101 dell'anime, quindi prima delle decisione di disertare presa da Sasuke, ed è per tale motivo uno dei pochi lungometraggi nel quale compare tale personaggio.

Nel film la squadra 7 verrà assegnata alla protezione di una famosa, brava, ma alquanto capricciosa attrice, tale Koyuki, che dovrà recitare nel sequel di un suo famoso film girato nel Paese della Neve. Il problema è che Koyuki nel Paese della Neve, che è anche la sua terra natia, non ci vuole affatto tornare. Nei suoi film Koyuki interpreta eroine e principesse coraggiose e, sorprendentemente, Koyuki è proprio una vera principessa, quella del Paese della Neve, dal quale scappò quando era ancora bambina a causa del colpo di stato messo in atto dal fratello di suo padre, suo zio Doto, per prendere il controllo del regno.
Ed è qui che la missione di Naruto e compagni si complica. Infatti Doto ingaggerà ninja alquanto potenti che cercheranno di rapire Koyuki per portarla al loro capo. Si assisterà perciò a una buona dose di combattimenti (con tanto di sfondo innevato) disegnati e animati alquanto bene. "La Primavera nel Paese della Neve" risulta invero migliore nel lato tecnico della realizzazione rispetto, per esempio, al terzo lungometraggio "La rivolta animale dell'Isola della Luna Crescente", nonostante quest'ultimo sia stato realizzato due anni dopo, nel 2006.

Che dire, questo film non è certamente chissà quale capolavoro, lungi dall'esserlo. Tuttavia, se siete fan di "Naruto", guardarlo sarà più o meno come vedersi quattro puntate filler della serie originale. Inoltre da questo film in poi inizierà la curiosa occidentalizzazione del mondo di "Naruto", rappresentato nei vari lungometraggi ispirati alla serie. In questo caso specifico potremmo notare l'evidente contrasto tra i nostri ninja, e i loro abiti, e la troupe del film tranquillamente vestita in jeans, giacca e camicia. Assurdo, certo, ma bisognerà farci l'abitudine.
Nota per chi deciderà di visionare la versione italiana: eh sì, perché nel doppiaggio nostrano Makino, ovvero il regista del film, è doppiato da nient'altri che Mario Scarabelli, che siamo abituati ad ascoltare nel ruolo del Terzo Hokage. Ecco, questa sì che è stata la parte migliore del film. Oh, e scordatevi "Home Sweet Home" di Yuki come ending, perché ovviamente è stata sostituita.