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8.0/10
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Ho iniziato a leggere questo manga sapendo che non avrei trovato duelli di carte a destra e a manca, come ero abituato a vedere nell'anime. Ma non sono rimasto deluso. Il manga di Yugioh non è una cavolata buonista ed eroica come la serie TV, in cui ogni disputa viene risolta a carte senza motivo apparente. Yugi (piccolo) è un ragazzo imbranato, ingenuo, un po' allupato ed appassionato di vari giochi (di carte, di ruolo, enigmistica, puzzle...), il che lo rende un bersaglio ideale per i bulli, tra cui Jonouchi (Joey dell'anime) e Honda (Tristan), che tuttavia faranno amicizia con lui già dalla prima storia.

Molte storie sono autoconclusive, e vedono Yugi come una sorta di "Ken il guerriero" che punisce i malvagi in modo crudele. Yugi cambia personalità diventando il faraone e sfidando vari bulli, criminali e prepotenti in una serie di "sfide" chiamate giochi delle ombre. Non si tratta di sfide di carte (non solo), ma di giochi d'azzardo o gare di resistenza fisica. Chi perde rimane vittima di allucinazioni e incubi, dai quali potrebbe non risvegliarsi.
Infine, vediamo i personaggi: molto meglio caratterizzati che nell'anime. Joey non è un imbranato che sfida a duello i nemici meno importanti, ma un ragazzo duro ma sincero, così come il suo amico Honda. Anche gli altri personaggi non sono delle semplici spalle per l'eroe Yugi. Nel manga viene ribadita l'importanza di ognuno di essi per Yugi, e nessuno riceve troppa attenzione dalla narrazione. Troviamo dunque alcuni dei personaggi comparsi nell'anime, ma mentre in quest'ultimo essi servivano solo a sfidare Yugi a carte, nel manga il loro ruolo e il loro comportamento è ben diverso.
Praticamente, manga e anime sono due cose completamente diverse, ma l'anime è palesemente rivolto ad un pubblico più giovane. Chi ha visto l'anime di sicuro apprezzerà anche il manga, ora che è cresciuto. Ma forse lo avrebbe apprezzato anche a 16 anni.