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Che peccato. High School Debut è il classico esempio di come si possa, partendo da ottime premesse, rendere un manga terribilmente banale e scontato.

L'idea di base prometteva benissimo, era innovativa e simpatica: Haruna Nagashima, dopo essere stata l'elemento di punta della squadra di softball alle medie, decide di abbandonare lo sport per dedicarsi alla ricerca del vero amore. Purtroppo la nostra protagonista, oltre ad essere l'antitesi della ragazza graziosa e femminile, non ha la minima conoscenza in materia di amore: cerca ispirazione nelle trame dei suoi shoujo preferiti e nelle riviste per ragazze che spesso risultano fuorvianti, e i suoi primi tentativi falliscono miseramente. La situazione sembra però destinata a cambiare quando Haruna fa la conoscenza di Yo Komiyama, un ragazzo tanto bello quanto duro e chiuso caratterialmente, che dopo qualche incertezza accetterà di farle da "allenatore", per insegnarle come comportarsi per trovare così il tanto desiderato fidanzato.

Carino, no? Nuovo, originale, lascia campo libero ad evoluzioni di ogni tipo della trama. E invece no. Già a metà del terzo volume Haruna si rende conto di essersi innamorata di Yo, si dichiara, e i due si mettono insieme. Ma come? Ma perché? Perché sprecare un inizio così particolare per poi andare a ricadere sempre nel solito circolo vizioso delle storielle da manga shoujo di infima categoria, dove la coppia protagonista si ama, viene insidiata da mille persone diverse ma risolve sempre i problemi grazie al solido legame che lega i due innamorati? Che i due fossero destinati a stare insieme era palese, ma farli fidanzare già al terzo volume su una serie di tredici numeri è oltremodo prematuro. Il punto forte della serie sarebbero state sicuramente le varie situazioni più o meno esilaranti che la ricerca dell'amore da parte di Haruna avrebbe potuto creare, di certo non i soliti pseudo - e dico "pseudo" perché solo i personaggi degli shoujo possono crearsi dei problemi simili - problemi di coppia già visti e rivisti.

Per quanto riguarda i personaggi, non si può dire che siano banali, e sono stati proprio loro a costituire il motivo principale che mi ha spinta a seguire questa serie. Haruna è tutto tranne che la solita protagonista di shoujo tutta dolce e carina e dagli occhioni sbrilluccicanti, anzi, è il tipico maschiaccio, gli abiti femminili non le donano e il suo guardaroba è composto unicamente dalla divisa scolastica e da svariate tute da ginnastica. Anche Yo mi ha lasciata molto soddisfatta come personaggio: è bello e popolare, ma non per sua scelta, non è il tipico bellone pieno di donne che per ragioni misteriose decide di interessarsi alla protagonista perché così vuole la trama, è un ragazzo riservato ma con un buon carattere che emergerà pian piano nel corso della storia proprio grazie alla sua relazione con Haruna.
Non si può dire che la caratterizzazione degli altri personaggi sia stata ugualmente accurata: salvo in qualche episodio in cui viene dato loro più spazio (ad esempio i due che mettono in risalto la storia fra Fumi e Asami) il loro scopo sembra essere solo quello di supportare o andare contro ai due protagonisti.

Per quanto riguarda i disegni non posso dirmi particolarmente soddisfatta, spesso i personaggi sono eccessivamente abbozzati e le proporzioni non vengono sempre rispettate; peccato, perché le copertine, al contrario, sono molto belle e curate.

In conclusione non mi sento di assegnare a questo manga più che la sufficienza, ed è proprio un peccato, perché come ho già detto le premesse erano davvero ottime.