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9.0/10
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L'isola. Dai tempi di Robinson Crusoe passando per il Signore delle mosche fino ai successi televisivi di serie come Lost o (e non me ne vogliano i più) dei vari reality, queste piccole strisce di terra circondate dalla vastità del mare hanno sempre affascinato l'animo umano e stimolato la sua fantasia. Questo perché l'isola è un luogo da dove il più delle volte non si può fuggire, costringendo l'individuo a fare veramente i conti con se stesso, a mostrarsi per quello che si senza le maschere costruite per la coesistenza nella cosiddetta società civile. Questo è stato l'incipit per il tanto discusso romanzo "Battle Royale" di Takeshi Kitano, a cui fece seguito questa versione manga realizzata in collaborazione con lo stesso scrittore da Masuyuki Taguchi.

La trama di base è piuttosto nota, visto che ne è stato tratto anche un film capace di influenzato persino Tarantino. In un futuro alternativo il Giappone è retto da un opprimente governo reazionario da far impallidire l'Argentina degli anni '80, sorretto da leggi in cui i diritti civili sono un ricordo lontano e il cui fiore all'occhiello è il "Battle Royale Act". Ogni anno una classe di terza media del paese viene sorteggiata,i ragazzi strappati alle loro vite e trascinati su un'isola con un unico scopo: uccidersi! Dotati solo di un piccolo kit di sopravvivenza e una sola arma scelta a caso dai loro aguzzini (pistole, fucili ma anche taglierini o addirittura forchette), coloro che prima erano normali compagni di classe saranno costretti a partecipare a questo gioco infernale la cui posta in palio è la loro stessa vita; solo all'unico sopravvissuto infatti sarà concesso di tornare.

Da una storia così agghiacciante, prende vita un fumetto che nel lettore avrà lo stesso risultato di un pugno all'imboccatura dello stomaco, e non soltanto per le scene estremamente violente che ne sono il necessario corollario. Davanti alla sorte di questi ragazzi e alle loro svariate scelte infatti, c'è un'immedesimazione naturale e quasi inquietante capace di far riflettere su quale sia la vera natura dell'animo umano e su quanto contino davvero valori e sentimenti come l'amore e l'amicizia davanti a situazioni "estreme" come questa. Anche se superficialmente sembra esserci una netta separazione tra i buoni e i cattivi (oltre a coloro che perdono la ragione, e non sono pochi), il mangaka tramite un ripetuto uso del flashback riesce nella caratterizzazione di ogni personaggio facendocene conoscere, chi di più chi di meno, la storia in modo da capirne esattamente le reazioni. In realtà a scontrarsi non sono solo i ragazzi, ma anche la tipologia umana che essi rappresentano, il tutto per arrivare palesemente a quello che era l'obiettivo anche del romanzo: una feroce critica al sistema scolastico e alla competitività giapponese.
Costruito con ritmi quasi cinematografici, anche se con le pause classiche da fumetto nipponico di descrizioni delle riflessioni intime dei ragazzi, "Battle Royale" è un fumetto che si legge voracemente pagina per pagina lasciandoti ogni volta con il fiato sospeso alla fine di ogni capitolo.

Peculiare è anche il tipo di disegno usato, molto retrò, che denota il grande amore che Taguchi ha verso i grandi maestri, Osamu Tezuka in testa. Questo tipo di disegno raggiunge il suo massimo nei volti dei personaggi, riuscendo a farci percepire le emozioni di ognuno attraverso l'espressione dei loro volti.

Per onestà intellettuale si deve anche dire che ci sono anche delle evidenti forzature narrative in questo manga, che potrebbe far storcere il naso ai puristi del realismo a tutti i costi; in effetti lo spessore intellettivo ma anche il fisico di parecchi protagonisti tende ad essere poco verosimile a quello di ragazzini di terza media, ma piuttosto confacente a giovani di qualche anno più grandi; anche l'incredibile abilità nei combattimenti di alcuni contendenti così come l'eccessiva libertà sessuale di alcune ragazze non può non essere concepito se non con il tentativo di strizzare l'occhio al classico fruitore maschile di un manga shonen. Questo però, a mio avviso, non intacca quasi per nulla la bellezza di quest'opera, che raggiunge il suo culmine nei volumetti finali in un crescendo di emozioni e sorprese fino alla fine. Chi riuscirà a sopravvivere? Sarà questa la domanda che il lettore si porrà per tutti e 15 i volumi, ma tra un combattimento e una morte sarà impossibile non lasciarsi andare a qualche considerazione su quanto possa essere anche efferata la natura umana; certo qui stiamo parlando di un'opera di fantasia, ma quando mi ritrovo a vedere in televisione tragedie come Columbine o quella recentissima avvenuta in Norvegia, mi viene da chiedere quanto siamo davvero lontani da questa fantasia.