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Alcune puntate dell'anime, dal sapore fresco e comico, erano bastate a incuriosirmi a tal punto da comprare l'intera serie, spinta da chissà quale senso di fiducia in quell'idol tutto pepe ribattezzata Rossana nella serie italiana.
Ma mai avrei immaginato che la lettura di questo manga avrebbe rappresentato una delle scoperte più belle non solo all'interno del vasto - ma, amaramente, poco variegato - panorama dei manga Shojo, ma della mia vita.

I personaggi della Maestra Obana vestono tutti i colori della quotidianità, nella loro talora singolare talora corale "Odissea" che li accompagna verso l'adolescenza. In questa storia può senza alcuna forzatura rispecchiarsi almeno un frammento di ognuno di noi.
Ciò che abbiamo di fronte con Kodomo no Omocha sono bambini di un'autenticità che mai più ho trovato leggendo un manga. Sono bambini, con la consapevolezza di poter essere adulti anche nelle situazioni più delicate. Un'emotività e lucidità dalla forza sorprendente. Sono bambini che portano cicatrici e risate sullo stesso corpo, risultando credibili, e impossibili da non amare.

Sonore risate e calde lacrime su questo manga dai personaggi con i corpi sottili e gli occhi incredibilmente espressivi.
La piccola grande Sana, con la sua vulcanica personalità, una vitalità inesauribile in risposta al suo destino non sempre generoso, e Akito con la sua sensibilità burbera e pura e già alle spalle un passato non solo da ricordare, ma da sopportare, sono i personaggi dei quali non ho potuto far a meno di innamorarmi.

Lasciatevi guidare da Miho Obana, entrate in punta di piedi in questo scorcio di vita che non smette mai di affascinare per le sue sfumature, offerto agli occhi del lettore così delicatamente e nello stesso tempo incisivamente. Un ossimoro raro e irripetibile.