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Dal momento che la seconda stagione di “Love Live!” è praticamente la diretta continuazione della prima, non mi tratterrò dal parlare anche della conclusione di questa. Insomma, non leggete la recensione che segue, se non avete terminato la visione della prima stagione.

Avevamo lasciato le nostre nove beniamine demoralizzate a causa della mancata partecipazione al Love Live, ma anche determinate a continuare nel loro percorso di school idol e piene di bei sentimenti comunicati magistralmente dalla incantevole ‘Start: Dash’. Tuttavia, con l’inizio del nuovo semestre, alle μ’s si pone un bel problema: il trio del terzo anno si diplomerà nel giro di qualche mese. E proprio per questo motivo, ora più che mai, una volta salvata la scuola, l’obbiettivo finale è solo uno: la vittoria del Love Live. Saranno quindi delle μ’s più mature quelle che vedremo in questa seconda stagione, sia artisticamente che caratterialmente, sebbene non manchino le gag che tanto a lungo hanno caratterizzato l’anime (menzione d’onore a Nozomi, personaggio d’oro di questi tredici episodi).
Gli elementi vincenti della prima stagione ritornano tutti: le coreografie, i vestitini glitterati, i momenti di tensione, gli allenamenti, le lacrimucce sul finale... e ovviamente la NozoEli. La questione è: la seconda stagione è superiore alla prima?
Purtroppo, non proprio: i primi episodi, non avendo alcun bisogno di introdurre nuovi personaggi e nuove dinamiche, scorrono abbastanza veloci, tuttavia ci sono più di un paio di puntate nella prima metà dell’anime che risultano infinitamente meno scorrevoli delle altre, come ad esempio quella dedicata a Nico, lo speciale di Halloween o quella della dieta. Eppure, superato l’episodio 8, la serie ingrana magistralmente e riesce a sostenere un ottimo ritmo sino al finale, o meglio, ai due finali: il termine del Love Live (a cui è dedicato l’episodio 12) e il termine dell’anno scolastico, al quale, giustamente, è dedicato l’intero, ultimo episodio 13. Se quindi la prima metà dell’anime segue costantemente lo standard della stagione precedente, con alcuni episodi che scendono al di sotto di esso, la seconda metà risulta tuttavia infinitamente più gradevole ed emozionante - nel senso che non potrete fare a meno di provare emozioni forti ed empatizzare con le protagoniste.
Nonostante i pregi che ho citato, ci sono un altro paio di fattori che mi rendono restia ad assegnare un 8 a questo anime: primo fra tutti la poca presenze delle A-Rise, che già nella prima stagione avevano fatto da mero sfondo alle vicende delle μ’s. Avremo ora l’occasione di conoscerle meglio e di osservare come interagiscono con le loro dirette e più pericolose concorrenti: ciò succede, ma in una maniera incompleta, dal momento che l’unica delle tre che spicca un minimo è la leader, Tsubasa, mentre le altre due dicono meno di una decina di battute in tredici episodi. La competizione con le A-Rise, a parte in una sola occasione, viene mostrata solo a parole, ma mai nei fatti: non vedremo mai, purtroppo, di cosa queste ragazze sono realmente capaci, come ragionano, come si sentono e via dicendo. Ed è un peccato, perché ci si aspetterebbe che vedere le μ’s raggiungere il loro livello comporti spostare l’attenzione anche su di loro.

Altra nota dolente, su cui purtroppo non si riscontra alcun miglioramento, sono la CG e le animazioni, abbastanza imbarazzanti, considerando che l’anime è del 2013. È invece molto più curata la regia, che riesce a gestire molto bene le scene cariche di tensione e/o emotività, senza esasperare il tutto e dar vita a drammi eccessivi e inutili. Sul fronte musicale, le parti strumentali al pianoforte sono una bella introduzione di questa seconda stagione, che rendono la colonna sonora (escludendo da essa, ovviamente, le insert song) molto più orecchiabile e memorabile rispetto alla stagione passata. Menzione d’onore anche alla opening, che strizza l’occhio in più punti al gioco per smartphone, inserendo delle sequenze che riprendono pari pari le cover delle canzoni “daily special” (‘Nawatobi’, ‘Beat in Angel’, ‘Garasu no Hanazono’ e via dicendo).

In conclusione, se avete apprezzato la prima stagione di “Love Live!”, non potete farvi mancare il suo continuo: e poi, gli ultimi sei episodi sono talmente belli e ben studiati che solamente loro valgono da soli la visione dell’interno anime, per le emozioni che riescono a trasmettere e l’atmosfera di magia e nostalgia che riescono a creare.