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La prima serie mi aveva colpito in maniera estremamente positiva. A livello grafico, forse, aveva dimostrato qualche pecca evitabile, ma per quanto riguarda la storia, era riuscita ad appassionarmi come non mai. Dopo una breve attesa, eccoci giunti finalmente alla seconda stagione: “Arslan Senki: Fuujin Ranbu”.
A differenza del predecessore, quest’anime appare subito molto più corto. Solo 8 episodi, per una vicenda che, a mio avviso, ne richiederebbe molti di più. Non conosco il manga originale e non saprei effettivamente quanto sia avanti rispetto alla trasposizione animata, ma, trascurando questi dettagli (comunque importanti) una serie così corta non potrà che influenzare negativamente il giudizio finale.
Non si tratta di una commedia, ma, anzi, di un anime storico, dove l’intrigo e le guerre sono all’ordine del giorno. Per riuscire ad appassionare, a mio avviso, avrebbe avuto bisogno di più spazio e tempo, così da coinvolgere appieno gli spettatori. Nella prima serie ce l’aveva fatta, ora un po’ di meno.

Ma andiamo subito a vedere come stanno continuando le disavventure del povero Arslan. Costretto alla fuga dalla propria città, a seguito dell’attacco dei Lusitani, si ritrova invischiato in una serie di guerre intestine, e non solo. Il regno del padre è in serio pericolo, e lo stesso sovrano si ritrova imprigionato. Cosa farà il giovane principe?
Come abbiamo già avuto modo di vedere, intorno ad Arslan si è ormai formata una vera e propria cerchia di fedeli, pronti a tutto per portarlo fino al trono. Eppure la strada è ancora lunga e, come si vedrà in questa seconda stagione, sempre più impervia e difficile. Ci si aspetta una marcia verso Ecbatana, ma gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo.

Se la prima serie era riuscita a sfruttare appieno l’effetto novità, ora bisogna fare qualcosa per stupire e rinnovare le buone impressioni date in passato. La presentazione dei personaggi principali c’è stata, ma in una storia come “Arslan Senki” di figure secondarie ce ne sono più che in abbondanza. Una quantità che non crea affatto disordine, anzi, riesce ad aggiungere qualità e realismo.
C’è in corso una guerra, non si può certo restringere il numero di protagonisti a una manciata di nemici e amici. Un elemento che ho apprezzato in tale opera, è proprio quello di allargare le fila e permette allo spettatore di tener d’occhio un quadro ben più ampio. Tra gli alleati di Arslan, i Lusitani e tutti i nemici che compariranno nel corso delle puntate, ci sarà un bel po’ di carne al fuoco. Eppure, come già ricordato, ognuno di essi possiederà un ruolo ben preciso e, soprattutto, una propria identità caratteriale.
Molto positiva anche la ripresa del gruppetto principale e la possibilità di analizzare sempre di più le loro caratteristiche. Nonostante il gran numero di avventure vissute assieme, hanno ancora molto da dire e da raccontare, e in questa occasione ce ne daranno prova.
La storia riesce, come sempre, ad appassionare. Un bello stacco rispetto al passato e un cambio di ambientazione necessario per far arieggiare un po’ la stanza (senza ovviamente dimenticare Ecbatana e tutti gli intrighi di palazzo). Nuovi indizi e dettagli sempre più interessanti su un passato che cela ancora un’infinità di segreti.

La grafica, d’altra parte, non è cambiata più di tanto. I protagonisti mostrano delle caratteristiche molto esotiche e affascinanti, differenziandosi l’uno dall’altro in maniera mirabile. Belli anche i paesaggi, meno la realizzazione di alcuni elementi (ad esempio i cavalli). Insomma, per quanto indomiti, difficilmente ho visto equini scalare montagne e saltare giù da un dirupo senza sfracellarsi al suolo. Sono piccolezze, ma alle volte fanno storcere il naso.
Tutt’altra qualità per il doppiaggio e la colonna sonora, che dimostrano ancora una volta ottime proprietà. La regia ha fatto del suo meglio per una serie di soli 8 episodi.

Il finale è un colpo al cuore. Non tanto per chissà quale sviluppo, ma per il semplice fatto che la stagione si conclude con nulla di fatto. Si prepara il tutto, gli eserciti sono pronti ad avanzare, l’atmosfera è carica di eccitazione… ma non si può far altro che osservare stupiti la conclusione della serie.
Come già detto all’inizio, spero e mi auguro che tale decisione sia dovuta più che altro a una mancanza di materiale. Forse hanno voluto tenere il gran finale per una possibile terza serie, ma, in ogni caso, la mancanza della scintilla finale si sente.
Un’opera di passaggio, la si potrebbe definire, che prepara psicologicamente agli avvenimenti futuri e promette faville. Peccato che non sappiamo ancora quanto dovremo aspettare…

Voto finale: 7… e mezzo!