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Il marito di mio fratello è un’opera originariamente composta da quattro tankōbon arrivata in Italia raccolta in due maxi-volumi.
La storia narrata si caratterizza per un’impostazione innovativa che si rivolge a qualsiasi tipo di pubblico.
La descrizione leggibile sulla copertina centra esattamente qual è il cardine della storia: “[…] seguendo il filo del confronto tra lo sguardo innocente di una ragazzina e l’atteggiamento diffidente di un padre, Gengoroh Tagame affronta il tema dell’amore e della famiglia non tradizionale”.
Protagonisti di questo spaccato di vita quotidiana sono Yaichi un padre divorziato che cresce da solo la figlioletta Kana e Mike che irrompe nella loro vita presentandosi come il marito canadese dell’appena defunto gemello di Yaichi.
Proprio l’accostamento tra la diffidenza di Yaichi e l’entusiasmo di Kana nei confronti della diversità rappresentata da Mike conduce il lettore attraverso un viaggio fatto di piccole prese di coscienza e riflessioni. La particolarità è proprio qui: non ci vengono propinati stucchevoli discorsi strappa-lacrime o sermoni vari, ci vengono solo mostrate scene di una quotidianità disarmante; è dai più piccoli gesti e dalle cose apparentemente più ovvie che partono spunti di riflessione più o meno profondi a seconda dell’interesse di chi legge.
Per questo è una storia adatta a tutti: fa riflettere senza essere pesante e colpisce nonostante la sua dolcezza, difficile infatti rimanere insensibili di fronte a scene davvero toccanti.
Ho solo un paio di appunti da fare: il primo è strettamente soggettivo e riguarda un mio gusto o più un’abitudine in fatto di disegno delle figure. Tutti i protagonisti della storia uomo, donne e bambini vengono rappresentati in modo molto massiccio e solido; passi per Mike che in quanto straniero può essere una “montagna di muscoli” come viene infatti definito, ma Yaichi ha una costituzione molto simile alla sua e che differisce perciò dalle rappresentazioni di figure più longilinee alle quali sono abituata pensando a un comune uomo giapponese nella media. Stesso discorso vale per Kana, soprattutto nei disegni di spalle dà quasi l’idea di essere un blocco di marmo e due volumi non sono sufficienti per abituarsi a queste figure così plastiche.
L’ultima osservazione infine riguarda il prezzo: anche se parliamo di volumi doppi rimane sempre un po’ eccessivo (14,90€ solo per la sovraccoperta e senza pagine a colori all’interno). In particolare avrebbero potuto vendere il cofanetto a una cifra un po’ più bassa e non la mera somma dei due volumi singoli.
In ogni caso non fatevi scoraggiare dal prezzo, non vi pentirete assolutamente dell’acquisto. Lettura consigliatissima.
Voto: 8.